Capitolo 52
Harry
Questa nuova quotidianità mi stranisce un po'; non sono abituato a condividere tutti questi spazi con una persona, specialmente con una ragazza. Non mi é mai capitato di passare così tanto tempo con qualcuna in una casa. Il massimo che sono riuscito a fare é stato dormirci insieme perché troppo ubriaco o fatto per riuscire a cacciarla subito dopo il sesso.
É tutto quanto strano, ma tanto piacevole. Non credevo di poter andare a convivere con qualcuna senza sentirmi privato della mia libertà, anche se é stato difficile abituarmi.
Adesso che é passato più di un mese da quando condividiamo ogni spazio di questa casa, tutto mi sembra più semplice e meno doloroso, anche se le discussioni non mancano mai: posso avvenire per una sigaretta fumata in soggiorno, un bicchiere di vino di troppo, oppure semplicemente per un'uscita separati.
Sono sempre stato molto geloso e possessivo, non me ne vergogno e non ho intenzione di cambiare questo lato di me; se ho scelto Noemi un motivo c'é, e nessun altro in questo mondo potrà pensare o sperare di averla con se.
Dal primo momento in cui l'ho vista a quella festa, ho capito che io e lei eravamo Anime Notturne, forse solo per il fatto che di notte entrambi eravamo più tranquilli e spensierati, più liberi di essere noi stessi. Era pura magia tutto ciò che condividevano di notte; dalla prima sera in cui l'ho vista, per poi passare a quella nella mia barca, poi a quando entravo qui, in questa casa che adesso è anche la mia, per ammirarla mentre dormiva.
Eravamo due spiriti che godevano l'uno dell'altra sotto ai raggi della luna, quasi come fossimo vampiri. E io ho sempre amato la notte, perché è la parte della giornata in cui ho sempre potuto far uscire il lato vero di me, sincero e travolgente.
Ho sempre cercato di tenere dentro di me tutte queste sensazioni forti e a volte contrastanti, di non renderle evidenti agli occhi di Noemi, ma a me stesso non posso più mentire, e l'unica persona con cui vorrò condividere il mio brutto carattere, le mie paure e le mie cicatrici é lei.
Non ho mai creduto nell'amore, l'unica persona che mi abbia mai davvero amato forse è mia madre, anche se non sono più tanto sicuro anche di questo. Sparisce la maggior parte delle volte, e quando si fa viva, mi chiama o mi scrive, lo fa perché sembra che abbia bisogno di aiuti. Ho sempre pensato che mi bastassero i miei amici per poter vivere una vita felice e spensierata, ma stando al passo con il tempo che passava mi sono reso conto che Noemi é tutto ciò di cui ho bisogno, di cui ho avuto sempre bisogno e non me ne sono mai accorto. Se l'avessi conosciuta prima chissà quante stronzate avrei evitato di commettere...
Lei, la mia Anima Notturna, capace di portare il sole anche nel luogo più freddo e buio dell'universo.
Così ha fatto con il mio cuore.
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Dopo la mega riunione con i nostri amici per il pranzo di Pasqua, ci sediamo nel divano per rilassarci un po'. Tutta questa situazione è dannatamente stressante per me, odio le feste: il Natale, la Pasqua, i compleanni...
Non sono per niente contento di festeggiare, ma se la mia donna ha piacere a farlo, faremo questo sforzo. Almeno ho la certezza che i miei ragazzi porteranno tanto alcol, male che vada mi ubriaco talmente tanto da collassare nel divano.
Mi risveglio da tutti questi pensieri perché noto che la mia bimba é assente; da quando se ne sono andati tutti non ha aperto bocca se non per dirmi di non fumare in soggiorno, e non é proprio da lei.
"Si, i miei figli. Tu non ne vuoi?"
Questa domanda mi spiazza: non ho mai realmente pensato a me come padre, come punto di riferimento per un figlio. Non so se sarò mai pronto per affrontare questa sfida, una sfida a cui ho sempre evitato di pensare perché mi ha sempre fatto tanta paura.
Essendo stato abbandonato da un padre violento, essendo cresciuto tra le mani di mia mamma e mio nonno, con i loro insegnamenti, ma anche le uscite di testa di mio padre, ho sempre avuto paura che un giorno potessi diventare come lui. Violento, stronzo, insensibile, traditore...
"Bimba... è ancora un po' troppo presto per parlarne, non credi?"
Preferisco risponderle così, piuttosto che deluderla e illuderla dal momento che nemmeno io so cosa voglio dalla vita.
"Harry io vorrei una famiglia con te. So che ancora é presto per parlarne, ma non voglio che ci succeda nulla che ci faccia allontanare di nuovo. Voglio che questo tu lo sappia, quindi esci, fai una passeggiata, prenditi un po' di tempo per te stesso, perché io non voglio costringerti a fare nulla, ma non posso stare con una persona che non condivide i miei stessi desideri".
E così Noemi mi saluta, lasciandomi solo nel soggiorno di casa a pensare...
Mi metto il giubbotto ed esco; non so quale sarà la mia destinazione, ma per evitare di discutere pesantemente camminerò finché il nervoso non cesserà a scorrere dentro me.
Non può mettermi così alle strette chiedendomi di scegliere tra: rimanere con lei e avere una famiglia, oppure non avere una famiglia ma non avere nemmeno lei.
E io sono davvero disposto a non averla più con me?
Sono davvero disposto a creare una famiglia? O la paura mi inghiottirà inducendomi a lasciare tutto e scappare?
Cammino fino ad arrivare alla spiaggia... la famosa spiaggia dove rividi Noemi dopo un po' di tempo, dopo che l'avevo vista condividere un'intera serata con quello stronzo di Noah; "Mi auguro che ti faccia godere almeno la metà di quanto non facessi io", le dissi.
Che tempi... fu talmente tanto sorpresa di vedermi li che nemmeno ci credeva all'inizio, pensava di star diventando pazza.
A pensarci ho rischiato tante volte di farla impazzire, quando entravo in casa sua e lei non sapeva chi fossi, quando rimanevo nascosto dietro l'angolo per proteggerla, quando quella sera nella casa in montagna mi feci vedere a letto con una ragazza che non era lei.
Ha sofferto tanto per colpa mia, sia emotivamente che fisicamente; le cicatrici che il suo corpo ospita non la abbandoneranno mai, non mi abbandoneranno mai. Ha resistito così tanto, ha lottato e creduto che per noi ci fosse almeno un briciolo di speranza, e se non lo avesse fatto, se non mi avesse aspettato, se non mi avesse perdonato e accettato per quello che ero e che sono, non so a che punto della mia vita sarei oggi.
Sono stato tanto fortunato a trovare una ragazza cosi, e proverò a non farmela scappare mai più.
Mentre ripenso a tutto quanto, decido che é arrivato il momento di andare a farle il regalo per quel dannato pranzo di Pasqua. Io non ci tengo, ma lei so che ci tiene, e cercherò di renderla felice a tutti i costi.
Passeggiando per le strade di Londra penso insistemente al fatidico regalo per Noemi. É una cosa che ho sempre odiato dover fare i regali: la mia fantasia é pari a zero, e tutte le volte devo impazzire per poterne trovare uno che si addice alla persona indirizzata. Ammiro negozi, persone che passeggiano mano nella mano, bambini che corrono per le strade e ridono, signori anziani che passeggiano e si guardano ancora come fosse la prima volta, e allora capisco qual'é il regalo perfetto.
Per me e per lei. Tutto nella mia testa diventa più chiaro e trasparente. Qualcosa dentro di me cambia.
Ho il regalo perfetto e non perdo tempo, corro a prendermelo.
Regalami un domani, uno di quelli in cui si incontrano tutti i nostri vorrei.
(Fabrizio Caramagna)
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