Capitolo 51
É passato più di un mese da quando Harry si é trasferito da me, nella casa che prima condividevo con la mia migliore amica. All'inizio é stato tutto un po' difficile, abituarsi ad una convivenza, vivere ventiquattro ore su ventiquattro con Harry e il suo carattere, sopportare le discussioni per le gelosie di un'uscita.
Successe che una sera andai in un pub con le mie amiche, tornai relativamente tardi. I patti erano che ci saremmo scritti e aggiornati sul proseguire della serata; arrivai a casa a notte inoltrata, verso le quattro e trenta. Quando aprii la porta trovai Harry seduto sul divano mentre si fumava una delle sue sigarette, fermo ad aspettarmi. Litigammo per giorni interi prima di fargli capire e dargli la sicurezza che non lo avevo tradito o non ero con qualche altro ragazzo che lui non conosceva.
Sapevo che era protettivo e geloso, ma non pensavo fino a questo punto.
Con il tempo però le cose sono cambiate, con tanta pazienza, delicatezza e calma, Harry ha capito che non voglio nessuno oltre a lui nella mia vita, che di me si potrà sempre fidare al mille per mille, che ho sopportato tanto per stare con lui, e non me lo farei scappare per nulla al mondo.
Adesso siamo agli inizi di Aprile e insieme a Sofia e Niall stiamo organizzando il pranzo che faremo tutti insieme, il gruppo di Harry e il gruppo delle mie amiche, qui a casa mia. Non abbiamo una famiglia unita, nessuno di noi; i nostri genitori sono sparsi per i veri paesi e quindi abbiamo imparato ad essere noi la nostra famiglia. Da quel maledetto giorno di inizio estate, da quella maledetta festa in cui incontrai per la prima volta gli occhi incantati e tormentati di Harry, nessuno di noi si è mai più perso di vista nè allontanato. Siamo diventati fondamentali l'uno per l'altra e adesso io specialmente, non posso fare a meno di queste persone meravigliose.
"Io il coniglio non me lo mangio, nemmeno l'agnello", brontolo in direzione di Niall. "Mangiatelo tu".
Sono ormai più di venti minuti che litighiamo su cosa cucinare per pranzo, c'è che non vuole l'agnello o il coniglio, come me, e c'è chi vuole il pesce oppure un pranzo a base di carne.
"Cucinerò io", interviene Harry. "Cucinerò io almeno non discuteremo più su cosa mangiare. Vi farò un pranzo con pietanze tutte tipiche italiane. E no, non accetterò repliche".
Harry con la sua solita arroganza zittisce tutti, che acconsentono alla sua stravagante idea di cucinare per tutti.
"Io ti aiuterò", lo anticipo. "Non voglio rischiare di mangiarmi nè l'agnello, nè il coniglio".
"Io e Niall allora faremo un mega antipastone per tutti quanti", interviene Sofia.
"Liam, Louis, Zayn voi occupatevi dell'alcol", ordina il ricciolo ai ragazzi.
"E noi?" Chiedono in coro le mie amiche.
"Voi portate un bel dolce", rispondo io.
Una volta tutti d'accordo per le pietanze da preparare per il fatidico giorno ci salutiamo.
A volte non riesco ancora a credere a ciò che sto facendo oggi. Sto per pubblicare il mio primo libro, vivo con il mio ragazzo, nella casa che ho reputato mia fin dal primo giorno in cui sono venuta a viverci insieme a Sofia, e ho accanto un gruppo di ragazzi fantastici.
Rimarrà per sempre un vuoto dentro me per l'assenza dei miei genitori; non ci sono mai stati nei traguardi più importanti. La prima volta che mi vennero le mestruazioni ero a casa di zia, quando mi sono diplomata, a farmi le foto e ad applaudirmi c'era Sofia insieme alle altre ragazze. Ad asciugarmi le lacrime c'era Sofia, a cullarmi durante i miei incubi c'era sempre Sofia...
Non vedrò più i miei genitori; quanti incubi per colpa del loro comportamento, quanti pianti, quante debolezze... Quante paure di non poter diventare nulla di buono una volta diventata grande. La paura che avevo di non potermi costruire una famiglia, di non potermi meritare un uomo buono, capace di amarmi. E invece ce l'ho fatta, anche senza i miei genitori sono cresciuta, sono diventata donna, ho conosciuto il mio primo amore, il primo dolore e le prime delusioni. Ho potuto assaporare l'amarezza della vita e ho potuto aggiungerci zucchero per renderla un po' più sopportabile, più dolce. "Tutto passa", mi ripetevo sempre. Una cosa che ho capito in questi anni? Tutto passa, è vero. Ma se ognuno di noi non ci si mette con la testa e con il cuore non può salvare ne se stesso, ne gli altri. Quindi si, tutto passa, ma tu devi volerlo, accettarlo e solo dopo averlo accettato potrai affrontarlo.
Un giorno vorrò dare ai miei figli l'amore che mi è stato negato: una madre presente quando la figlia tornerà a casa in lacrime per colpa della sua prima delusione amorosa; vorrò essere presente per ricordarle che l'amore non è quello malato, ossessivo e possessivo. L'amore è quella cosa che ti stravolgerà l'esistenza mentre stavi cercando tutto meno che quello. E' quella cosa che conoscerà negli occhi di quel ragazzo in una qualunque sera d'estate, ad una qualunque festa, quell'amore travolgente che ti cercherà anche quando tu non lo vorrai, che ti rimarrà accanto anche se tutto ciò che vorresti è vederlo sparire. Vorrei insegnare a mio figlio invece, che le donne sono anime preziose, che non serve essere cattivi, picchiarle oppure violentarle. Vorrei insegnare a mio figlio che le donne sono creature uniche, capace di mettergli il cuore in mano e sussurrargli "Questo è per te, trattalo con cura".
Vorrò che i miei figli amino l'amore, che non lo temano come me oppure come Harry; vorrò che lo assaporino, che se ne innamorino e che lo conoscano nudo e crudo. Con tutte le delusioni e i pianti si, ma anche vero e profondo. Unico e travolgente...
/////
"A cosa stavi pensando bimba?", mi chiede Harry seduto di fianco a me sul divano. Dopo che i ragazzi se ne sono andati ci siamo concessi attimi di relax, io con un bicchiere di vino e lui con in più una sigaretta.
"Quante volte te l'ho detto che preferirei tu non fumassi in soggiorno?"
"Quante volte te l'ho detto che non mi devi comandare? Ti ricordi come è finita l'ultima volta?"
Arrossisco al solo pensiero.
"Si, mi ricordo. Sai, è stato solo due giorni fa, e ancora le mie natiche bruciano come se fosse il primo giorno".
Harry ha una visione un po' distorta del sesso: ama quello selvaggio e passionale, a volte anche brusco e un po' doloroso, ma ho imparato ad accettarlo. Accetto la sua natura e la condivido. Ognuno di noi gode a modo proprio, e io e il mio ricciolo abbiamo imparato a farlo in questo modo qua.
"Insomma, a cosa stavi pensando?", mi ripete.
"Stavo pensando al nostro futuro e a come vorrò essere un giorno con i miei figli", gli rispondo tranquillamente.
"I tuoi figli?", ripete con una smorfia strana.
"Si, i miei figli. Tu non ne vorrai?"
"Bimba... è ancora un po' troppo presto per parlarne, non credi?"
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