Capitolo 31
Noemi
La mattina seguente mi sveglio un po' provata dalla nottata passata a sognare un futuro gioioso e dalle lacrime versate. Non mi era mai successo di sognare qualcosa che sembrasse così vero; era come se qualcuno mi dicesse "Ehi guarda che la felicità esiste anche per te, pazienta perchè non tarderà ad arrivare".
Facendomi forza scendo giù in cucina per preparare la colazione trovandomi Sofia già seduta a tavola
"Buongiorno Noe, come stai?"
"Buongiorno Sofi, tutto bene tu?"
Gli occhi gonfi dal pianto della notte smentiscono le mie parole e infatti la mia migliore amica se ne accorge.
"Sono preoccupata per te; stanotte ti ho sentito, ho sentito tutto. Tu che ridevi e scherzavi con Harry, tu che chiamavi Colin e poi un pianto a dir poco sofferto. Sono preoccupata amica mia, sei sicura che tutto questo ti faccia bene? Sei sicura che continuare a giocare questa maledetta partita contro il migliore amico del mio ragazzo sia una cosa positiva per il tuo stato mentale? E poi, chi diavolo è questo Colin?!"
Non so se ridere o piangere per ciò che la mia amica mi ha appena detto: da una parte è molto divertente il fatto che mi abbia sentito parlare e chiamare Colin, dall'altra penso che la mia mente stia iniziando a giocarmi brutti scherzi.
"E' stato solo un sogno Sofi, ho riso ed ho pianto, è stato talmente bello quanto brutto svegliarsi e rendersi conto che era tutto finto ma sono convinta che da qualche parte ci sia qualcuno che voglia farmi sapere che la felicità esiste anche per me, che un futuro con la mia bellissima famiglia esiste e che possa crearmelo io stessa; nonostante il passato, nonostante il dolore e la paura so per certo che c'è qualcosa di bello anche per me e non esiterò ad andare a cercarmelo".
Le mia parole non sembrano convincere tanto la mia amica nonostante annuisca e riprenda a mangiare la sua colazione.
Terminato il mio pasto mattutino vado in bagno per farmi una doccia; l'acqua calda che scorre sopra al mio corpo rilassa tutti i miei nervi quando girandomi verso lo specchio il mio sguardo si sofferma sulla mia cicatrice nella spalla.
Quanto tempo é passato?
Non mi dimenticherò mai la pesantezza di quei momenti, il sentirsi sbagliata, l'essere stata aggredita senza un vero motivo anche se il motivo era Harry.
Non gli darò mai la colpa di quanto mi é successo.
Dopo minuti interminabili di trance torno alla realtà, l'acqua della doccia ormai non é più nemmeno tanto calda quindi esco mi cambio e mi asciugo. Noto nel telefono un messaggio da un numero non salvato e un brivido mi percorre la schiena, ma quando leggo mi rendo conto che questa persona io la conosco: Noah.
"Ciao bellissima, sono Noah. Sofia mi ha dato il tuo numero di telefono, che fai?"
Scendo le scale per andare a fare una ramanzina a Sofia mentre rispondo al biondo.
"Ciao Noah, come stai? Non faccio nulla di che, sono a casa".
"Ti va di vederci da Soho?".
La mia risposta tarda ad arrivare, sono indecisa; é iniziato tutto per un fottutissimo gioco, non vorrei che Noah pensasse davvero di poter ottenere tanto più di un'amicizia da parte mia, anche se Sofia mi costringe ad accettare l'invito.
"Va bene, tra venti minuti sono lì".
Decido di buttarmi in quest'avventura con questo nuovo ragazzo, magari mi stupirà e dimenticherò Harry.
Quando arrivo al bar scorgo tra i mille tavoli il biondino vestito da giullare che cerca di farsi notare da me sventolando una mano, lo raggiungo e con un bacio nella guancia un po' troppo intimo mi saluta.
La mattinata scorre tranquillamente, chiacchieriamo, ridiamo e scherziamo mentre cerchiamo di conoscerci meglio: non gli rivelerò sicuramente il mio passato ma l'occasione di parlare dei miei sogni l'abbiamo trovata e come se lo conoscessi da una vita inizio a parlargli.
Inizio a parlargli del mio piccolo trasferimento a Milano e di come ho scoperto ciò che voglio fare nella mia vita, gli racconto di quanto io ami leggere e vivere migliaia di vite e di amori, e gli racconto quanto la lettura abbia fatto nascere in me l'amore per la scrittura. Non so quanto tempo passi da quando ho iniziato a parlare mentre lui in silenzio ascolta tutto il mio discorso.
"Scusami Noah, non volevo ne parlare così tanto ne annoiarti ma quando si parla di tutte queste cose non riesco a tenere a freno la lingua"
"Mi piace ascoltarti".
Dopo un po' ci rendiamo conto che si é fatto tardi e quindi usciamo dal bar per tornare ognuno a casa propria ma quando mi rendo conto di essere in spiaggia accanto al molo capisco di aver completamente sbagliato direzione: a cosa pensavo mentre camminavo?
Ne approfitto per sedermi un po' sulla sabbia e per ammirare le onde del mare che violentemente si schiantano contro la riva, é tremendamente rilassante questa situazione, tranquilla, felice e spensierata.
Adoro sedermi qui da sola e respirare quest'aria, mi trasmette sempre un umore bellissimo.
La mia mente mi gioca brutti scherzi dopo il sogno che ho fatto perché mi sembra di sentire la voce di Harry; quanto sono stupida? Forse Sofia aveva ragione ad essere preoccupata per me.
In mezzo al silenzio con solo il rumore delle onde credo di sentire ancora una volta la voce di Harry anche se a questo giro credo proprio di sentire tutta una frase:
"Mi auguro che il biondo almeno ti faccia godere la metà di quanto ti ho visto godere con me".
O sto davvero diventando matta oppure dietro di me c'é davvero Harry che mi sta parlando. Nel giro di pochissimi secondi sussultando mi volto guardando dietro di me: in tutta la sua splendida altezza e possanza il ricciolo mi guarda dall'alto al basso squadrandomi attentamente.
"Harry".
Non volevo balbettare ma la mente e il corpo prendono strade completamente diverse, stupida me.
Stupida, stupida, stupida.
Dovrei smetterla di farmi vedere così vulnerabile da lui.
"Ciao brunetta"
Sembra completamente un'altra persona dall'ultima volta in cui ci siamo visti, é tranquillo e non minaccia uscite di testa o comportamento alquanto discutibili e questo sinceramente un po' mi preoccupa.
"Che ci fai qui Harry?"
"Passeggiavo sai, per schiarire la mente"
La sua risposta suggerisce una frecciatina alquanto puntigliosa nei miei confronti, ma preferisco evitare di assecondarlo; almeno in questi piccoli istanti voglio godermi l'Harry di cui mi sono innamorata quattro mesi fa.
Non fa in tempo a rispondermi che vedo dietro di lui la biondina che cammina nella nostra direzione vestita un po' troppo poco per la stagione fredda in cui ci ritroviamo, e che ogni volta che lo vede non gli si stacca di dosso: Diana. L'agitazione e il nervoso che affondano le proprie radici in me mi fanno alzare di scatto per prepararmi alla fuga.
"Sei sempre il solito Harry, non cambierai mai".
Delusa ancora una volta dal ragazzo ricciolo che ha impresso non solo i miei pensieri ma anche i miei sogni me ne vado, lasciando spazio al suo orgoglio di prendere atto della vittoria che gli ho servito su un piatto d'argento.
Vuole la guerra? Che guerra sia allora.
Non mi farò abbagliare dal suo fascino ancora una volta.
Questa volta sarà lui a dovermi cedere, sarà lui ad essere deluso da me e rimarrà lui abbagliato dalla mia luce tanto che cercherà in tutti i modi di riprendermi con se.
Quella dei sogni è una balla colossale.
Lo sapevo.
L'ho sempre saputo.
Perché poi arriva il dolore e niente ha più senso. Perché tu costruisci, costruisci, costruisci e poi all'improvviso qualcuno o qualcosa spazza via tutto. Allora a che serve?
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