Capitolo 25
Entriamo in casa e ci fiondiamo in camera mia per parlare mentre sistemo le poche cose che mi ero portata dietro per la mia partenza.
La stanza è rimasta sempre la stessa, il profumo, la luce, i desideri e i sogni. L'immagine di me ed Harry su questo letto non scomparirà mai.
L'unica cosa che posso dire sia cambiata beh, sono io: il dolore, la tristezza e l'amarezza che per tanto tempo mi sono portata dietro adesso vive a Milano, vive in quella città che è stata in grado di riportarmi il sorriso sul volto e uno scopo nella vita.
Io e Sofia parliamo, parliamo tanto e di tutto: mi racconta di mia madre, che si è presentata davanti alla porta di casa nostra ma che per mia fortuna ero già andata via, mi racconta di Harry che non si fa vedere dal giorno della mia partenza e mi racconta delle feste, delle altre ragazze, della sua relazione con Niall e di come si è evoluta in questi mesi in cui io non ci sono stata, parliamo tanto ed entrambe ci dimentichiamo di avvisare le altre ragazze del mio ritorno. Quando Sofia le chiama e le comunica che sarebbero dovute venire a casa nostra urgentemente io soffoco una risata profonda per evitare di farmi sentire; passano pochi minuti che sentiamo suonare il campanello quindi mi incammino verso la porta per poterla aprire: le mie amiche rimangono esterrefatte non appena alzano lo sguardo e vedono me al posto di Sofia.
Passiamo diverso tempo insieme, chiacchieriamo, ridiamo e scherziamo fin quando sento che è giunto il momento di farmi coraggio e andare a bussare alla porta del mio Harry.
Armatami di coraggio e pazienza prendo la macchina e percorro la strada che divide le nostre case: di solito sembra corta, ci ho sempre messo non più di quindici minuti ma oggi sembra che il tempo non passi mai. Nel mentre che la mia mente viaggia tra questi pensieri i miei occhi catturano non troppo lontano da me il maestoso cancello che circonda le mura della sua abitazione; essendo aperto entro e parcheggio la macchina accanto alle mura della casa.
Le gambe tremano accompagnate dalle mani, il mio corpo ha iniziato a sudare talmente tanto che per essere ottobre vorrei poter avere indosso una maglia a maniche corte.
Respiro una, due, tre, quattro, cinque volte, finché il mio corpo anticipa la mia mente e il dito si appoggia sul campanello: suono.
Attendo per un tempo interminabile che Harry mi apra questa porta, ma quando non ricevo risposta tento una seconda volta: mi armo di coraggio e suono, di nuovo.
Questo secondo tentativo sembra andare a buon fine quando sento dei passi e vedo la porta aprirsi...
Alzo il viso e mi ritrovo davanti il viso indifeso e dolce di Harry che mi fissa negli occhi: ancora tremo ma la paura non mi toglie le parole di bocca.
"Ciao" dico con voce tremante e molto timidamente.
"Ciao". Il tono di Harry freddo e distaccato mi provoca dei brividi su tutta la colonna vertebrale, ma non cedo.
"Come stai? Posso entrare?"
Senza degnarmi di una risposta Harry apre ancora di più la porta per potermi permettere di entrare: appena varco la soglia della porta un odore di alcol e fumo mi pervade le narici, nel basso tavolino posizionato tra il divano e la TV ci sono diverse bottiglie di Amaro vuote, dei bicchieri sporchi e una bottiglia che sembra essere appena avviata.
Il mio sguardo cerca insistemente quello di Harry che però evita di degnarmi di una minima considerazione.
Fa male, fa male essere ignorata dalla persona di cui credevo essere innamorata ma non posso arrabbiarmi, non adesso, non ne ho il diritto.
"Cosa vuoi Noemi?"
Il tono della sua voce riesce a farmi sussultare, non credevo parlasse ne tantomeno con così tanta arroganza.
Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e un modo formarsi nella gola: non posso piangere, non adesso.
"I-io sono tornata e..."
Non mi lascia il tempo di finire la frase che un rumore sordo si espande per tutta la stanza: la lampada che decorava il tavolino di ingresso è stata scaraventata a terra.
"Pensi che dopo tutti questi mesi di tua assenza a me interessi se adesso sei tornata? Non ti sei degnata di mandare un messaggio, di fare una chiama, nemmeno di scrivermi un biglietto prima di partire; non ho più saputo niente di te e non voglio saperne qualcosa adesso. Mi hai abbandonato e io ho abbandonato te, non ho intenzione di tornare indietro quindi fai un favore ad entrambi e vattene.
Vattene e non tornare più.
Non mi cercare, non mi scrivere, fai come se io non fossi mai esistito per te.
Ora vattene e lasciami in pace".
Le parole che escono dalla bocca di Harry mi feriscono e la forza che ho cercato di mantenere salda dentro me si é pian piano sgretolata, le lacrime infatti iniziano a bagnarmi le guance e mi sembra impossibile farle cessare di scendere; raccolgo le ultime briciole di coraggio che ho in corpo rispondendogli
"Harry io non l'ho fatto apposta, non volevo fare del male a nessuno, sarò stata pure egoista ma non mi sarei ripresa un'altra volta se avessi visto mia madre. Ho dovuto farlo, l'ho dovuto fare per me.
So di avert..."
Non mi da nemmeno il tempo di finire il discorso che mi urla di andarmene e di non farmi più vedere, che è andato avanti e io per lui non sono più nessuno.
Abbattuta dal dolore di questa situazione mi dirigo verso la porta per tornarmene a casa mia, dalla mia migliore amica.
Lei sarà con me, tamponerà le ferite e le ricucirà, come ha sempre fatto: ho bisogno di sprofondare tra le sue braccia.
Credevo che tra me ed Harry fosse nato qualcosa e che fossimo diventati un Noi, io che mi sono aperta con lui e gli ho donato parte di me e lui che ha sofferto almeno quanto ho sofferto io avrebbe dovuto capirmi, lui meglio di chiunque altro avrebbe dovuto capire il perché del mio gesto.
Lui più di chiunque altro mi avrebbe dovuto aspettare, lui solo lui.
E invece mi sbagliavo quando ho detto che tutto era rimasto uguale tranne me, perché con me e con il tempo, è cambiato anche Harry e si ho imparato a conoscerlo, non tornerà sui suoi passi, rimarrà lì fermo dov'è e se proseguirà lo farà senza di me, magari da solo, o magari accanto a qualcun'altra.
Che ne sanno gli altri di come ti senti se prima non indossano i tuoi momenti...
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