Capitolo 23

Harry

Arrivo alla festa di cui mi ha parlato Zayn e quando entro un odore di alcol e erba si insinua nelle mie narici; non sono al 100% di me stesso e non voglio rimanere lucido a deprimermi.
È passato già troppo tempo dal giorno in cui ho deciso che mi sarei trascurato per far fluire nelle mie vene tutto il dolore causato dalla mocciosa di Noemi.
È arrivato il momento di tornare ad essere il vecchio Harry, senza se e senza ma: da questa esperienza ho avuto l'ennesima conferma che non ci si può fidare di nessuno in questo mondo e che l'amore sia soltanto una perdita di tempo.

Senza dire una parola mi dirigo insieme ai miei amici in cucina per preparare qualcosa di forte da bere. Il primo bicchiere di vodka mi provoca un certo bruciore in gola, ma intento a non fermarmi, ne bevo altri tre.
La musica, le luci e tutta questa gente mi creano una confusione in testa che quasi fa peggio dell'alcol: nel giro di pochi minuti i miei pensieri tristi mi abbandonano lasciando spazio a confusione.

Con nonchalance mi butto al centro della pista in cui già dei gruppi di ragazzi ballano: mi piace la musica, è sempre stata in grado di trascinarmi in uno stato di trance, in uno stato di pace e benessere, qualsiasi essa sia. A ritmo di musica ballo le note di alcune canzoni di artisti conosciuti, scatenandomi come non facevo da tempo; mentre ballo e oscillo la testa per quanto è diventata pesante dopo tutto ciò che ho bevuto, Liam si avvicina a me proponendomi di uscire in giardino.
Quando arriviamo fuori ci appartiamo dietro la casa, dove pochissime persone ci possono vedere, dove alcune cadono ogni tre secondi per quanto alcol abbiano in corpo e dove altri sono intenti a procreare li, a quella festa.

Liam tira fuori dalla tasca dei suoi jeans un pacchetto di sigarette più grande del solito da cui estrae una canna: non fumavo erba da molto tempo, avevo smesso qualche anno fa per la dipendenza che mi creava, ma quando la accende e me la porge qualcosa dentro di me mi incita ad accettarla.
1,2,3,4 tiri e già sento tutto più amplificato. Mi ero dimenticato il benessere che quest'ultima mi provocava, la tranquillità e il mio stato di felicità perenne. La voglia di fumarne un'altra mi spinge a chiedere a Liam di prepararla mentre torno dentro a prendere due birre.
Quando torno dal mio amico, noto che l'ha già accesa e me la passa, facendo lo stesso io con la birra, non parliamo molto, le cose da dire sono poche e va bene così.
Sono contento che mi capisca, che capisca il fatto che io non abbia voglia di parlare.

Un'altra canna finisce e io non ci capisco davvero nulla; le persone che mi passano accanto camminano a zig zag, le voci che prima sentivo amplificate adesso sono offuscate da un brusio che mi da alla testa; nonostante il mio stato di incoscienza, non mi ero mai sentito così libero.
Tutto ciò mi mancava e me ne sono reso conto stasera.
Ho davvero rinunciato a tutto questo da quando ho incontrato Noemi?
Cosa mi diceva la testa?
Credevo davvero che l'amore fosse la via d'uscita ad un'anima dannata come la mia, credevo che fosse l'unica salvezza in questo mondo marcio, ma in realtà la mia unica salvezza sono e rimarranno per sempre i miei amici. Loro e il divertimento di cui mi sto saziando stasera.

Salgo le scale della casa per poter andare in bagno. Quando apro la porta noto che un ragazzo sta aspettando il proprio turno. Nel mentre che aspetto mi volto allo specchio guardandomi e quasi non mi riconosco: i miei occhi di un rosso fuoco, quasi viola, sono chiusi ma spenti. I capelli che prima avevo sistemato sono tutti attorcigliati.
Non oso immaginare i nodi formatisi in quest'ultimi.
Quando finalmente i ragazzi escono dal bagno, posso godermi un attimo di relax.
Prima di uscire di nuovo mi do una rinfrescata bagnandomi il viso con l'acqua del lavandino.

Uscendo per il corridoio entro in una stanza buia che penso sia una camera da letto. Ho bisogno di qualche minuto in solitudine per riprendermi. Ultimamente non ero abituato ad uscire dato che passavo le giornate nel letto a bere e guardare la tv, quindi mi prendo un momento per me stesso e cerco di tornare in me.
La porta della stanza si apre rivelando una figura esile, di una ragazza alta e bionda che richiude dietro di se: indossa un bellissimo vestito corto, forse anche troppo di un rosso fuoco e dei tacchi del medesimo colore. La scollatura molto profonda rivela il seno prosperoso di questa minuta ragazza davanti a me.
Senza avere il tempo di reagire mi si butta addosso facendomi completamente sdraiare nel letto e mettendosi a cavalcioni su di me: inizia a baciarmi e sento tutto il rossetto che indossava poco fa attaccarmi nella pelle.
Non voglio che stia così vicino a me, ma qualcosa mi impedisce di alzarmi e di andarmene.
I suoi baci, passionali, violenti e pieni di desiderio non sono minimamente paragonabili a quelli di Noemi, ma decido lo stesso di abbandonarmici, mettendoci tutto il desiderio tenuto prigioniero in questo ultimo tempo.
Passano diversi minuti, le nostre lingue si intrecciano, si incastrano; con tutta la forza che questa ragazza ha in corpo mi prende il labbro inferiore, morendomelo e affondando una sua mano sui miei ricci ormai pieni di nodi. Gemo sotto il suo tocco rendendomi conto di aver bisogno di più: la biondina sembra capire i miei pensieri perché tenta di slacciarmi la cintura e sbottonami i pantaloni.
In poco tempo rimango con solo la maglietta addosso e la mia lunghezza dentro la sua bocca.
Questa ragazzina devo dire che usa molto bene le mani e le labbra, creando un'incastro perfetto tra di esse.
Sto quasi per venire quando rilascia la mia lunghezza togliendosi il vestitino rosso. Mi ero dimenticato delle sensazioni che si provavano quando, alle feste andavamo per una scopata e via.

La ragazza si sdraia accanto a me prendendomi la mano e appoggiandola sulla sua intimità: é davvero impaziente di sentire il mio tocco e questo si percepisce soltanto dal suo sguardo carico di desiderio e passione. Non le do il tempo di prepararsi che già due dita affondano dentro di lei, mentre massaggio il suo centro.
Sento mugolii di apprezzamento e affondo un altro dito per sentirla gemere ancora di più; amo quando ho il pieno controllo sulla persona accanto a me e oggi ho riscoperto la bellezza di quest'ultime cose.

Tutto questo mi era mancato.

Non posso aspettare altro tempo quindi con tutta la forza che possiedo la sollevo posizionandola sopra di me ed entrando in lei con una tale forza e violenza che tira un urlo. Ormai non riesco più a fermarmi ed entro ed esco ad un ritmo che avanza man mano che sento l'eccitazione della bionda.
Non le do nemmeno il tempo di abituarsi alle mie dimensioni, la voglia é tanta, la passione é tanta, e lo é anche la voglia di sfogarmi, di sentirmi desiderato e apprezzato, cose a cui avevo quasi rinunciato del tutto per la mocciosa che é scappata.

Adesso è lei che prende il controllo, sbattendo i suoi fianchi contro i miei e provocandomi piacere; non resisto più, la voglia di scoparla ancora cresce dentro di me.
Mi alzo sbattendola contro il muro forse troppo violentemente, ma non mi interessa più: ho bisogno di liberarmi di tutte le mie sofferenze e questo è ciò che mi fa sentire libero.
Entro ed esco sempre violentemente fino a che entrambi non veniamo.
La ragazza si veste ed esce dalla stanza senza emettere parola, tranne che per un ultimo bacio posato sulle mie labbra.

Era da tempo che non mi sentivo così, vivo.

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