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Traccia gentilmente concessa dalla fantastica Cami_Millie: I due protagonisti (due donne, due uomini, uomo e donna, a tua scelta) si rincontrano dopo che un avvenimento terribile li ha allontanati e adesso è tornato a galla. Il luogo di incontro è una stanza bianca, in cui è possibile confrontarsi per un’ultima volta prima di venir giustiziati.
Parole chiave:
Smalto
Disegno
Magnete

🚔🚓🚔

Rimpianto

Cinque anni di carcere erano passati da quella funesta notte dove il sangue di due persone era scorso e la vita strappata. Un matrimonio imposto contro il volere della figliastra che invano aveva tentato di dissuadere il patrigno violento, cercando di convincerlo a cederla in sposa all'uomo per cui avrebbe dato la vita. Incapace di cambiare il destino, in maniera civile, l'aveva ucciso ignara di un altro omicidio a qualche chilometro di distanza, Revier, la sua metà, colui che la faceva sentire completa e amata, aveva assassinato il suo promesso sposo.
Da allora non si erano più visti. Jasmine venne riscossa dai suoi pensieri mentre veniva spintonata all'interno di una stanza dalle pareti cangianti, il battente richiuso con forza alle sue spalle, ma, la sua attenzione fu tutta per lui. I loro sguardi si incontrarono all'istante come attratti da un magnete. Increduli e felici di essere nuovamente l'uno davanti all'altra; si raggiunsero, le mani a vagare sui visi per sincerarsi di non star sognando. Le dita di lei indugiarono sulla mascella velata di barba, che nei suoi ricordi era glabra, per scorrere sugli zigomi marcati e tuffarsi nella sua corta chioma corvina, un attimo prima di essere attirata contro il suo petto, le sue braccia strette intorno alla vita sottile. Le labbra si unirono con urgenza, come a voler recuperare il tempo perso, le lingue danzavano mentre i cuori battevano all'unisono. Una nuova urgenza prese ad ardere nel loro animo e, con irruenza, gli tolse la maglietta ricercando il contatto con quella pelle ambrata saggiando con i palmi aperti i pettorali e i muscoli della schiena. La risposta non tardò ad arrivare da Revier, che alzò Jasmine facendole cingere le gambe toniche e snelle intorno ai fianchi, una mano a sorreggerle la schiena e l'altra a palpare il sedere. Per Jas non era sufficiente, voleva di più, così si separò a malincuore da quelle labbra succulenti per liberarsi della canotta rivelando così l'assenza del reggiseno. Gli occhi grigi come gemme di Ematite si bearono di quella vista e, ingordo, liberò la chioma castana ramata dalla costrizione a cui era imposta, osservandola ricadere come una cascata sulle spalle lisce di lei. Si tuffò sul suo collo, aspirando avido il suo profumo, baciando e leccando, mentre le unghie laccate di smalto rosso lasciavano tracce confuse sulla sua ampia schiena, creando un disegno che parlava di possesso. Ricercando sostegno, raggiunse la parete facendole posare la schiena, ella sussultò a quel contatto freddo in contrasto con la pelle accaldata. Con un ginocchio premuto contro il muro, si assicurò che non cadesse e ora, con le mani libere, poté saggiare la morbidezza dei seni facendola gemere a quel contatto per così tanto tempo agognato. Le labbra tornarono a unirsi con violenza come se non fossero mai sazie; le dita di Jas trafficarono con la cintura che gli impediva di raggiungere ciò che più bramava, ma dopo qualche attimo riuscì ad averla vinta e poco dopo seguì il bottone e la cerniera, infine, aiutandosi con gli arti inferiori si dimenò per farli calare lungo quelle gambe forti. Revier la rimise in piedi per poterle rendere la gentilezza e pochi attimi più tardi furono finalmente pelle contro pelle, più nessuna barriera a dividerli. Si sorrisero con gli occhi, i respiri affannati dalla passione, la pelle accaldata. Uno scintillio complice a illuminare gli sguardi, e perso in quelle due gemme di cielo primaverile, Revier le fece allargare le gambe intenzionato a darle piacere prima con le dita, per godersi il potere che aveva su di lei, vederla gridare, gemere e contorcersi sotto il suo tocco. Ma Jas non era egoista, anzi, adorava ricambiare e non esitò a impadronirsi di ciò che più in quel frangente agognava, saggiandone la consistenza simile a quella del marmo e, allo stesso tempo, liscio e morbido come velluto.
Questo avrebbero desiderato fare, ma erano impossibilitati a rendere reale quel desiderio carnale. Ammanettati alle sedie, l'uno davanti all'altra, un ago nella vena collegato a una sacca che lentamente andava finendo, iniettando in loro quel siero di morte che, poco alla volta, stava strappando la vita a quei corpi che desideravano unirsi un'ultima volta; ai due amanti non rimase altro che restare a guardarsi, soli in quella bianca stanza, rimpiangendo di non potersi amare un'ultima volta.

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