Capitolo 7: Truffa scoperta
[Ib's Pov]
Mi guardo intorno e noto una sola strada e provo a seguirla.
Mi ritrovo in un posto dalle pareti tutti viola.
Ma non quel bel viola acceso che avevo già visto in passato: un viola tendente al nero; come dire "malato".
Non saprei spiegarlo meglio.
Vado avanti e trovo una porta con su scritto: "Per superarmi devi portarmi il difetto dell'uno tra i mille e appoggiarlo su di me".
"Ma che sta a significare? Boh, comunque di qui non si passa per ora." penso e vado ad esplorare un'altra parte di "quest'area", se così la si può chiamare.
Trovo un'altra porta con su scritto: "Qui dentro troverai il sapere ma prima mi devi dire: come si chiama il primo quadro a cui Guertena si è ispirato ad una persona reale?"
"Ma sto posto è peggio della scuola! Una domanda dopo l'altra che non so e ancora sono al punto di partenza!" sbuffo e mi allontano da lì.
"Anche se credo di conoscere la risposta a quell'indovinello ma...è come se ci fosse qualcosa a bloccare la soluzione dentro di me" e mi arrabbio con me stessa per quell'attimo di mancanza.
Provo ad andare avanti per l'area viola ma sento come un male al cuore.
Casco a terra battendo il pavimento con le ginocchia con maggiore forza.
Guardo la mia rosa: uno dei suoi 5 petali è diventato, come dire... di plastica!
"Ecco cosa intendeva quella bambola per "quando arriverà lo capirai"! Intendeva... che la rosa diventava di plastica e... Oh no! Forse quando sarà tutta di plastica sarà impossibile uscire! Forse sta succedendo anche a Garry ma... ora devo muovermi e basta!" e inizio a correre spaventata.
Mi ritrovo davanti all'ennesima porta che, benedetto il cielo, stavolta si apre!
Vado dentro una stanza stretta ma larga e, sulla parete opposta all'entrata, c'è un enorme murale.
Raffigura un mucchio di gente uguale l'un l'altra e il titolo è: "Uguali".
"Wow! Che originalità! Stavolta Guertena si è sprecato: alcune volte trova dei titoli che da dove li va a pescare lo sa solo lui; a volte che sono l'ovvietà fatta titolo." penso ironica e osservo meglio il quadro.
Sono tutti maledettamente uguali! Tutti capelli neri, occhi marrone scuro, pelle olivastra, magri e alti.
Si deve essere sprecato a fare questo quadro il caro Weiss!
Beh, caro in senso ironico!
Quello lì se sapeva che i suoi quadri erano così crudeli e le sue bambole così subdole...
Non so cosa deve aver assunto per farseli scivolare addosso.
A meno che non fosse del tutto matto e allora per lui quelle cose era come vedere una farfalla volare nel cielo di primavera.
Non sta a me giudicare!
Esco.
Faccio il giro dell'area viola ma non ci sono altre porte.
Solo queste tre e due delle quali chiuse!
"Secondo me prima devo per forza sbloccare la porta dove mi dice che mi rivelerà il sapere e solo dopo potrò sbloccare la porta per andarmene di qui. Perché niente può essere semplice o da fare in 1-2 passaggi invece che settordici!" mi arrabbio mentalmente e inizio a girare davanti alla porta dove è contenuto il sapere.
"Ok, abbiamo capito io e il mio cervello che lì dentro c'è una biblioteca o almeno qualche libro perché solo quello può dare sapere... e non credo che qui dentro si possano permettere dei computer, connessione ad Internet e dell'energia elettrica! Ma allora qual'è il primo quadro a cui Guertena si ispira a qualcuno di reale! So che l'ha detto stamattina alla gita la prof... Pensa Ib, pensa..."mi dico mentalmente mentre giro intorno e, secondo me, sto pure lasciando il segno!
Poi all'improvviso mi ricordo qual'era e mi viene un piccolo tuffo al cuore.
Ecco perché sapevo ma non ricordavo
.
Ecco perché il mio subconscio me l'aveva nascosto fino a che non ha capito che era tra continuare a vivere o marcire lì.
Un sorriso amaro mi passa per le labbra.
Che sciocca.
È anche il quadro a cui ho prestato più attenzione controvoglia.
Emetto un piccolo sbuffo solo col naso e mi piazzo davanti alla porta della presunta biblioteca.
Con tutta la forza che ho in corpo dico il nome del dipinto per evitare che la voce diventi bassa o confusa:
<Il nome del dipinto è...>
N/A: ecco qua con un finale poco sospeso. È ovvio che si sa chi è, più chiaro di così si muore ma... mi piace quel minimo di lasciato sospeso che da nel lettore la voglia di sapere anche se forse il proseguimento è scontato.
Una qualità che deve avere un buon scrittore/buona scrittrice è di tenere la suspence anche in momenti banali.
Ho finito col mio noioso monologo e vi saluto. Ciaooooo!!
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