Capitolo 12: Soluzione
[Capitolo precedente:
Mentre succede tutto questo "sfracellamento" ho una sensazione attenuata di quando perdo dei petali di rosa.]
[Garry's pov]
Ad un certo punto tutto intorno a me diventa nero come la pece.
Non capisco dove sono e mi sembra di fluttuare.
Dopo poco una piccola luce bianca sembra sbucare lontano da me, come in fondo ad un tunnel o un corridoio.
Mi avvicino alla luce correndo e sperando che mi porti in un qualsiasi posto migliore di lì.
Più mi avvicino più la luce bianca aumenta di intensità.
La tocco.
Mi sento come trascinato da qualche parte e di scatto mi alzo con la schiena da terra e apro gli occhi.
"Come? Con la schiena? Sono sdraiato?! E questa? È la biblioteca! E lì, vicino alla porta...c'è Jennifer! Sono ritornato indietro. Aspetta..." interrompo un attimo il filo del pensiero per provare ad alzarmi in piedi.
Prova riuscita.
"Allora è finito quell'incubo o quel che era!"
Intanto Jennifer è corsa verso di me e mi sta abbracciando: <Sono felice che tu ti sia svegliato! Hai dormito per molto tempo e...> si stacca e continua gravemente <sembra che tu abbia avuto un incubo. Come se non bastasse, poco fa la tua rosa ha perso altri due petali! Però che strano... sembra che sta volta ci abbia messo di più... oppure sarà stata la mia paura a farmi immaginare i secondi minuti> e ride nervosa provando a sdrammatizzare malamente.
<Che cosa ti è successo? È stata opera delle Doll o...> ma non la lascio continuare che le chiedo: <Ma tu mi ami!?> non so perché gliela faccio direttamente questa domanda come campata anche per aria.
Forse per via dell'incubo.
La Ib dell'incubo aveva detto che ero fuggito con Jennifer ma... non se di mia spontanea volontà o costretto.
Mi sembra una domanda più che lecita in questa luce.
E devo saperlo subito perché ho paura di fare la scelta sbagliata.
<Perché?> chiede a sua volta, leggermente tesa.
No, non può essere.
<Beh, perché...> e le racconto tutto l'incubo e la mia supposizione che hanno portato alla mia domanda.
<Quelle Doll, non ti devi fidare e... come ti è saltato in mente di credere anche per un solo istante a quell'incubo?> mi sbraita contro.
Però mi sembra che sia un poco arrossata per l'imbarazzo per la mia domanda.
Ma non quell'imbarazzo per una domanda scomoda a cui rispondere, ma come se si fosse stati colti in fragrante e te lo stessero chiedendo lo stesso.
<Dimmi la verità.> le impongo.
Sta ancora zitta per qualche secondo e continua a dire di "No" mentre io la continuo ad osservare severo.
Glielo leggo negli occhi che mente e voglio sentirglielo dire.
Dopo qualche volta sbuffa ed esclama: <E va bene...mi piaci! Fin da quando eri entrato ti ho adorato e... le Doll mi hanno costretto a quasi ucciderti... Per fortuna quella ragazzina è passata di lì... e... e le ho dato più che volentieri la tua rosa... Non capisco come l'abbiano capito...> farfuglia lei rossa e confusa.
Sono sorpreso.
Non pensavo che l'avrebbe ammesso così facilmente... ora tutto ha ancora più senso!
<Forse perché per nessun ideale si farebbe questa missione (quanta sia la forza di farlo) se non per amore. Mi sembra ovvio.> rispondo io come se lo sapessi da sempre ma non è vero... ma qualcuno invece lo sapeva da molto.
"E secondo me hanno fatto in modo che lei mi trovasse e che mi aiutasse per tutto il tragitto.
Forse perché così sarei scappato con lei lasciando qui Ib?
Ma che stai dicendo, Garry?! Lei non è qui... eppure... mi sembrava non scherzasse.
Quando ha detto che era venuta qui per me è come se mi fosse passato un brivido lungo la schiena che non ho più provato in quel posto.
In quel momento non l'ho granché notato.
Ma a ripensarci forse era come un segnale?
Come per dirmi che Ib veramente è qui dentro solo per me?
Mi sembra impossibile... ma d'altronde tutto questo è impossibile quindi... è probabile?
No, ho la brutta sensazione che sia certo ma... meglio non farne parola con Jennifer."
Tutto questo mix di idee mi frullano in testa nel giro di pochi secondi in cui io e Jennifer stiamo zitti.
Esclamo, lamentandomi un pochino: <In tutto questo siamo punto e a capo! Non abbiamo trovato la soluzione all'indovinello e alla mia rosa manca veramente poco per essere totalmente di plastica!>
<In realtà...> inizia Jennifer.
<Mentre tu eri in coma o quel che era... ho riflettuto molto sull'indovinello. E credo di essere arrivata alla risposta. Secondo me è "Passato, Futuro e Presente". Perché in tutto sono tre; a volte i ricordi nel passato, ciò che succede nel presente e le previsioni per il futuro possono apparire belli o brutti. Il passato per primo per via di "non c'è perché sta uscendo" cioè perché ormai non c'è più. Il futuro il secondo per "perché sta venendo" e il presente, per "è il più piccolo" perché dura poco e per "quando manca lui nessuno degli altri due c'è": infatti senza presente non c'è passato e non c'è futuro.
Secondo te può essere così?> mi chiede alla fine.
Ci rifletto un po' su e mi sembra che tutto combaci: <Sì, può essere giusto. Proviamo allora> dico.
Usciamo dalla stanza e andiamo davanti alla porta dell'indovinello.
<Vorremmo provare a dire la risposta> esordisce Jennifer.
<Oh, la risposta? Ti devo ricordare che avete un unico tentativo?> chiede la porta.
Aspetta... da quando in qua le porte parlano?!
Meglio non farsi domande inutili a cui non si riuscirà a dare un senso: come tutto questo.
<Ehm... che succede se sbagliamo?> chiedo timoroso.
<Vi ucciderò entrambi all'istante oppure in altri modi... non saprei...> sembra che la porta ci stia riflettendo.
Dopo questa ne ho visto di tutte.
Aspetta... ha detto che ci ucciderà?! Ma... ma... speriamo bene.
<Comunque la risposta che vogliamo dare è "Passato, Futuro e Presente". Sono questi i tre dell'indovinello.> dice in modo chiaro e calmo Jennifer.
Mi sorprende come riesce a mantenere il sangue freddo in situazioni come queste.
Ma credo che vivere qua ti faccia diventare così: o riesci a trattenere le tue insicurezze e paure e vai avanti o sei fregato.
La porta sta in silenzio un attimo e poi risponde: <Corretto. Ora potete passare> e si sente un "click" di come quando si apre una porta.
Proviamo a spingerla e si apre.
Passiamo oltre.
Stiamo per richiuderla quando dice: <Aspetta!> e io mi blocco dal chiuderla. <Volevo dirti che mi dispiace di averti costretto a stare qui per così tanto. Vi dico che siete molto vicini alla uscita. Ah, verrò ucciso per quello che ho appena detto e questo: la tua amica è qui dentro apposta per te. Ora scappate prima che vengano loro!> incita alla fine e corriamo spaventati.
N/A: fine capitolo!!!
Non ho altro da dire.
Ciao.
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