XXX

Vado avanti per primo. Non mi ricordo esattamente come il biondino a guardia della porta si chiami, ma so che non è americano. Non mi ricordo se è australiano o greco.

Non ci penso a molto, appena ci vede alza la mano, contento. «Oh, Logan! La preside ti cercava, era su tutte le furie perché non ti trovava. Vuoi boicottare qualcosa per caso?» lo canzona.

«Niente del genere, Dake. Senti, mi fai passare?» dice con urgenza.

«Sì, certo, qualcosa non va?» Si sposta dalla porta.

«È complicato. Fammi un favore. Tra un po' arriverà la polizia, devi aprire il cancello principale così potranno entrare, va bene?»

Logan mi spinge dentro la porta, chiudendosela alla spalle. C'è subito uno strano odore di chiuso e di sudore. C'è troppa gente per i miei gusti ed una numerosa massa di studenti fa avanti ed indietro da in tutte le direzioni.

Dakota afferra Logan per un braccio, visibilmente preoccupato. «Logan che succede?»

«Marcus ed Elly hanno truccato la gara e hanno rubato una cosa importante. Appena senti le sirene apri tutti, riesci a farlo?»

Dake molla la presa, pensa a qualcosa, ma lentamente annuisce anche se non ne è sicuro. «Raduno Harry e Debrah. Posso provarci, sì, ma se qualche professore...»

«Tu prova lo stesso, okay?»

«Ma certo, vai.»

Avanzo per primo con passo sicuro, c'è troppa confusione perché qualcuno si accorga che non posso stare qui e, anche se qualche ragazzo mi vede e volta la testa verso di me, velocemente si gira dalla parte opposta. Sono tutti troppo occupati. Vedo la maggior parte dei ragazzi con i loro strumenti in mano, in coda o seduti e molti insegnanti in sala o dietro le quinte che stanno cercando di dirigere meglio le esibizioni e la calca. Non ritengo importante che qualcuno mi veda qui, ma devo fare presto comunque. Con questi capelli azzurri non passo inosservato e la preside potrebbe cacciarmi via se lo volesse, anche se dubito che lo farebbe una volta compresa l'audizione. Non penso che nemmeno la preside Bibarna si sia resa conto della grande truffa posta ai piedi dell'organizzazione, tuttavia non ho il tempo fisico di spiegarglielo.

Mi giro e vedo Logan procedere dalla parte opposta alla mia, con i pugni serrati. Solo successivamente vedo la figura scura di Marcus vicino ad un muro, intento con nonchalance ad accordare la sua chitarra elettrica. C'è un altro gruppo di ragazzi lì vicino, ma a Logan non interessa. Ruba di mano la chitarra a Marcus e la fracassa per terra. Io sono allibito.

È pazzo! È questo che lui intende come "missione segreta"?

Marcus sta per urlare, ma appena si volta e si trova la faccia imbestialita di Logan decide di astenersi dai futili commenti. Con o senza chitarra Marcus vincerà.

«Ce l'hai fatta, alla fine. Il prossimo passo qual è?» domanda con scherno lui.

Logan avanza di un passo. «Che ne dici spaccarti la faccia? Te la farò pagare.»

«Attento a ciò che dici, Logan.»

Mi metto in mezzo, contrariato. «Dov'è la chiavetta? Dammela e vai a vincere questo stupido spettacolo, non mi frega. Non voglio mettere in pericolo nessuno» ordino, tendendo la mano.

Lui la allontana con uno schiaffo. «Non ti avvicinare. E, per tua informazione, io non ce l'ho più, la tua famosa chiavetta» esclama gongolando.

Ci penso. Marcus non l'avrebbe mai nascosta in giro. Troppa confusione e troppi alunni in giro. La prima volta l'ho trovata io, ma la seconda non commetterebbe lo stesso errore.

«Ce l'ha Elly» dico a Logan.

«Vai. Io sto qui a pareggiare i conti.»

Non mi aspetto che Logan faccia a pugni con Marcus o viceversa, c'è troppo in ballo. Marcus potrebbe non partecipare alla gara, ma Logan di sicuro verrebbe allontanato per più tempo. I due sono davanti all'altro, le espressioni tese e gli altri ragazzi guardano con ansia la scena venutasi a creare. Non posso fare a meno di pensare a tutto quello che è successo quest'anno: Marcus e Logan erano migliori amici. Cos'è andato storto, Elly o io? Se Elly non avesse tradito Logan starebbero ancora insieme e se io fossi venuto qui un anno dopo lui, non ci saremmo mai incontrati.

Lascio Marcus con Logan e penso a dove possa essere Elly. Di sicuro non è lontana. Deve essere in disparte, ma vicino affinché possa sentire i numeri dei concorrenti avanzare.

Cammino senza sapere esattamente come è stato allestito il tutto e con qualche difficoltà ad orientarmi. Troppe persone e troppo poco spazio. Non so cosa fare, è come se anche il mio cervello fosse spappolato.

Improvvisamente una mano si posa sulla mia spalla. Trasalisco spaventato. È Colin.

«Oh, mio Dio!» dico e senza pensare lo abbraccio forte, senza aspettarmi niente.

Lui strabuzza gli occhi, ma poi mi abbraccia, come se non credesse che possa essere qui con lui. Mi fa distanziare e mi guarda con sorpresa.

«Nick mi ha detto che saresti venuto... Ma ti aspettavo dall'altra parte del palco, tipo seduto» mi fa e io corrugo la fronte.

Non ho forza di spirito per correggerlo adesso. Nicklaus viene alle nostre spalle poco dopo, rincorrendoci. Con lui ci sono anche Hailey, Shane e Trisha.

Hay.

Lei si guarda in giro. Ha un lungo abito bianco, simile a quello di una principessa di ghiaccio, una spilla a forma di fiore arancio sul tessuto della spalla, i capelli racchiusi in una treccia biondiccia, brillante. La mia amica si mette le mani sulla bocca e mi corre incontro, sorpresa al punto giusto. La abbraccio, incapace di negarmelo per dei lunghi secondi. Mi insulto per come le ho detto addio il mio ultimo giorno.

Shane ridacchia. «Pensavo te ne fossi andato. Ti sei tinto i capelli?»

«Hai visto Elly?» domando bruscamente e Hailey si stacca, credendo che sia ammattito. «Devo assolutamente trovarla.»

«Cos'è successo?» mi domanda Hailey, allarmata dal mio tono.

Mi posa le mani sulle spalle ed aspetta con pazienza la mia voce come se avesse preso il posto di mia madre.

Mi sfrego la testa. «È complicato. Vi dirò tutto, ma prima dobbiamo trovarla assolutamente. La polizia sta arrivando. Ha una chiavetta Usb, dobbiamo riprenderla prima che possa buttarla via.»

Hailey e Colin si guardano dubbiosi, ma annuiscono. Nick è il primo che si muove. «Va bene. Shane può andare a vedere in sala. Hay e Trisha per la scuola. Io e Colin ti daremo una mano qui.»

«D'accordo, grazie» affermo.

Trisha, la ragazza che – mi ricordo bene? – ha vinto la corona di reginetta del ballo di halloween, agita le braccia. Ha dei profondi occhi verdi-marroni e dei lunghi capelli color biondo fragola.

«Ma tra poco è il nostro turno» prova a obbiettare.

«Tanto la gara è truccata. Marcus e Elly hanno il voto di Christian McMaine e se non troviamo quella dannata Usb vinceranno la gara» spiffero e lei apre la bocca sconcertata.

I miei amici ci mettono dei secondi a recepire il messaggio e io sono certo che nemmeno l'abbiano capito a fondo, ma non c'è molto tempo. Shane ci abbandona e corre in sala, passando dalla porta antistante. Hailey e Trisha si dividono i primi luoghi, quelli più vicini. Hailey prende l'ingresso. Trisha le prime aule. Appena si sono divise io inizio a camminare. Nick mi segue.

«Hai un'idea di dove possa essere?»

«No» sbotto.

«E se per caso la chiavetta da cui sei ossessionato l'ha già buttata?» mi interroga.

Lo guardo male. Vorrei dirgli che la sua stupida chiavetta mi ha fatto rapire, picchiare e quasi vendere al mercato nero, ma decido di tenermelo per me.

«Non la butterà prima del suo turno per sicurezza» lo informo e lui annuisce.

Colin ci si piazza davanti con uno sguardo indeciso. Ha sempre il suo sguardo, quello di uno che deve prima pensare cinque volte alla frase prima di dirla. Il mio sguardo è cambiato. Sono più sicuro di me.

«Reggi, ti ricordi quando siamo venuti in sala per ripassare l'esame di algebra e c'erano quei ragazzi che facevano casino?» mi dice e io, vagamente, annuisco, anche se non mi ricordo con esattezza il preciso flusso degli eventi. «Stavano mettendo a posto gli strumenti nella cabina, vicino alle luci.»

«Sarà piena...» dico.

«Gli strumenti li hanno tutti gli alunni. Ora è vuota. È vicina al palco.»

Lo guardo, annuendo. Colin ha un occhio buono per certe cose, forse merito per tutti i fumetti o i telefilm polizieschi che vede. Io preferisco pensare che è lui quello intelligente.

Colin ci fa velocemente strada, non correndo ma quasi, fino all'angusta porticina nera dietro l'ultimo grumo delle tende del palco. Normalmente dovrebbe essere sempre chiusa, ma dato che è lo show finale dell'anno e tutti, ritardatari o precisini, tendono ad andare avanti ed indietro, la porta è aperta.

Elly sta andando su e giù nei pochi metri disponibili. Gli scaffali dove c'erano gli strumenti sono per la maggiore vuoti, anche se si trovano clarinetti o vari piccoli amplificatori sparsi qua e là per distrazione. Elly si volta verso di me e stringe gli occhi.

«Elly, per favore, dammi quella chiavetta» le dico, cercando di essere più gentile che posso.

«Vai al diavolo, ti ho voluto dare una mano prima, ma adesso no. È troppo importante. Non posso lasciare che tu la prenda o lui...» nega.

«Elly» mormoro, scuotendo la testa.

Nick perde la pazienza, mi spinge indietro e passa avanti lui con nervosismo. «Me la prendo da solo e basta.»

Apro la bocca quando Elly lo schiaffeggia davanti a noi. Devo dire che ha man forte perché Nick fa due passi indietro e si preme la mano sulla guancia, rossa come la mano della ragazza.

«Non posso picchiare una ragazza...» borbotta messo all'angolo.

Colin si impunta. «Io sì.» Fa un passo avanti e, tirando dietro il braccio, tira un pugno ad Elly, mandandola K.O.

La mia bocca disegna una "O" perfetta dalla meraviglia e ho dei seri dubbi se devo andare a vedere come sta Elly o fare una standing ovation per il coraggio di Colin. La maggior parte delle ragazze della scuola avrebbero voluto essere al suo posto. Secondo me, Elly non meritava tutto questo, ma sono le sue scelte che l'hanno portata dove è adesso.

Per fortuna Elly non ha sbattuto la testa su qualche ripiano e ora è a terra priva di sensi. Colin l'ha colpita troppo forte, è pur sempre una ragazza, ma questa è la stessa Elly che ci ha preso sempre in giro, che ha tradito il suo ragazzo e mi ha fatto del male molte volte. Non so perché sono triste per lei. Mi ha aiutato, prima, vorrei fare lo stesso.

Supero Nick e le frugo nelle tasche, trovando subito la chiavetta Usb.

Mi alzo e mi rivolgo al ragazzo. «Mi fai un favore? Puoi rimanere con lei per assicurarsi che stia bene?» domando.

Lui annuisce lesto ed è sottinteso nella missione che non deve farla scappare.

Io e Colin usciamo dalla cabina e io gli metto una mano sulla spalla, scuotendolo. «I miei complimenti. Dove hai imparato a dare un pugno così?»

Lui ride. «Sono andato bene? Mi fa male la mano» medita ad alta voce e io mi ritrovo a sorridere.

Penso che adesso l'ultima cosa che devo fare è andare da Logan e aspettare la polizia tranquillamente, ma una voce profonda vibra dagli autoparlanti e si fa sentire sopra tutti i rumori.

«Sei proprio un gran figlio di puttana, lo sai questo?»

Alzo il naso verso l'alto. Logan e Marcus? Mi guardo intorno. Tutti i ragazzi hanno i visi bianchi come il cencio e sono paralizzati come statue di marmo, alcuni hanno la bocca aperta. In sala, la dolce musica di un pianoforte viene brutalmente interrotta dalla loro sfuriata. Qualcuno deve aver attivato i microfoni.

«È Logan, ma che vuole fare?» si lamenta Colin.

«E perché? Perché ho pensato per me e al mio futuro, regalandomi un bel culo agiato? Oh, sì, sono un gran egoista e tu sei un gran figlio di puttana Logan! Potevi stare dalla mia parte, potevamo dividerci il premio finale. John aveva ragione, sei una checca!»

Marcus?

Si sente un forte boato e uno scoppio provenire da quei megafoni. Un professore prova a spegnerne uno, ma ce ne sono almeno cinque sparsi per il palco e altrettanti in sala e non servirebbe a granché. L'uomo monta su un alto traliccio, ma non arriva a metà percorso che scivola giù. Non ci risale.

«Reginald?»

Mi volto e mi trovo a pochi metri di distanza la faccia scura di spavento della preside. Doveva essere in sala, penso. Ha un viso rosso di rabbia per l'intoppo e vedermi per lei non è di certo un buon segno.

Decido che è meglio scappare prima che mi prenda e mi faccia il quarto grado lì. Colin va davanti a me e si fa largo tra la folla a grandi sbracciate, liberandomi la via. Gli studenti sono tutti imbambolati a capire cosa sta succedendo, gli occhi puntati in alto verso gli autoparlanti, incuriositi. Pochi si muovono, come se cercassero di capire da dove proviene il trambusto. Intanto, dall'altro capo del microfono, si sentono solo rumori sconnessi, oggetti che cadono ed insulti. Delle voci si cominciano ad alzare dalla platea di sala.

Arrivo al punto in cui ho lasciato i due ragazzi a fronteggiarsi e li ritrovo ad azzuffarsi per terra. Logan si rotola insieme a Marcus e mi risulta difficile decretare chi ha la meglio. Colin strabuzza gli occhi alle mie spalle e prova a spingermi in avanti per evitare la mano della preside che mi afferra per le spalle e mi scuote.

Mi ritrovo attaccati i suoi piccoli occhi severi e le labbra rosse tirate in una smorfia di apatia. In quel momento scorge i due ragazzi litigare a terra e mi lascia come se non fossi abbastanza importante.

Nessuno osa intromettersi e né Logan né Marcus sentono gli ordini della preside che ordina loro di smettere. Shane è uno dei primi a fare qualcosa: si getta in mezzo, afferrando Logan sotto le spalle e lo solleva, distanziandolo da Marcus, il quale è il più calmo dei due, stranamente. Quest'ultimo respira con ansietà e volta la testa in mille direzioni, come se si aspettasse che qualcuno lo salvasse. Non so se cerca Elly o Ronnie, ma appena mi guarda mi salta addosso e io scalcio per mandarlo via.

Riesce a prendermi dalle mani la chiavetta. La preside mi mette una mano attorno allo sterno, come se volesse proteggermi, e fa un passo indietro, presa in contromossa dall'attacco di Marcus.

«Sta scappando! Prendetelo!» grida qualcuno.

«Cosa sta succedendo?» La preside strilla, sotto stress, e aumenta la presa.

Mi libero, sgusciando via da lei e mi metto a ricorrere Marcus. Non sa dove andare. Logan si calma e Shane lo libera e ci vengono dietro. Marcus allarga gli occhi e fugge passando per il palco aperto. Non perdo tempo a pensare e mi ci fiondo dentro anche io.

Le potenti luci mi abbagliano per un istante, ma riesco a distinguere comunque la sagoma scura, rispetto a tutte le altre, di Marcus. Anche lui ha gli occhi abituati alla penombra delle quinte e traballa un po', rallentando. Salto su di lui e odo qualcuno in sala che grida. Io e Marcus finiamo per terra e la chiavetta gli guizza fuori dalla mano, scivolando via. Qualcuno grida il mio nome, non so chi. Una porta sbatte. C'è confusione.

Riesco a prendere la chiavetta per primo, ma Marcus mi afferra le mani e comincia a tirare dalla sua parte. Io non sono forte, perciò apro velocemente la presa e la Usb ci vola di mano. Si schianta a terra e si apre in due.

Io sono lì, senza capire cosa fare, quando lui mi solleva per la maglia ed espira dalle narici, collerico. Alza un braccio, il pugno chiuso.

«Ora ti ammazzo!»

Qualcuno lo stende. Marcus crolla di lato e vedo Shane con il manico di uno scopettone in mano. Logan arriva, si ferma e guarda il ragazzo a terra, non credendoci. Shane lo ha colpito piano, anche perché ha un'espressione sconvolta impressa sul viso, come se volesse negare che ha fatto una cosa simile. Marcus mugugna, non è ferito gravemente, ma avrà di sicuro un bel bernoccolo.

Le luci sopra di noi si spengono improvvisamente e la sala torna nel solito bagliore opaco. I miei occhi si riempiono di grandi luci bianche e me li devo sfregare un paio di volte prima di vedere bene le mie scarpe. Le porte della sala si aprono sbattendo e da lì entrano numerosi uomini della polizia. Logan mi ha detto che dovevano essercene meno, che avevano mandato due macchine e quattro poliziotti. La cosa si è complicata visibilmente se si sono moltiplicati.

I poliziotti abbassano le armi dalle persone spaventate, ma due ci vengono incontro con urgenza. Con loro c'è Henry. Indica il ragazzo a terra e mi corre incontro. Marcus si alza con qualche sforzo, sbatte gli occhi e viene acciuffato da un agente mentre prova a prendere i pezzi rotti della chiavetta. La preside prova a parlare, a capire cosa sta succedendo dentro la sua scuola, ma non ci sono parole di troppo: un poliziotto mette le manette a Marcus.

In un momento libero, prendo i due pezzi della chiavetta in mano. Si è rotta e non penso che si potrà recuperare qualcosa, tuttavia da sotto un circuito esce un piccolo microchip, grande meno di un'unghia tagliata.

Lo do all'agente, il quale annuisce con gratitudine senza dirmi altro. Nick trasporta sulle spalle Elly, la quale continua a sbattergli i pugni sulla schiena. Mi volto e vedo che Henry sta abbracciando Logan. Appena mio fratello si accorge di me si stacca velocemente, imbarazzato.

«Sono arrivato in tempo?» chiede Henry e io rido, annuendo e lo abbraccio forte.

Alzo gli occhi e, appena sotto il palco, una testa bionda e una nera mi guardano con discrezione. White ha le braccia incrociate contro il petto, ma i suoi grandi occhi grigi richiamano l'ansia e la paura del momento. Non l'avevo vista dal vero e mi immaginavo di vedere una ragazza piena di trucco come nei servizi fotografici che fa, ma la sua pelle sfiora il biancore latteo e le vedo delle lentiggini sulle guance che in TV non ho mai visto.

Black ha il volto tirato, i ciuffi alti sulla testa gli gettano ombre sinistre sul volto. I suoi occhi color ghiaccio mi inquadrano e mi esaminano, come se dovesse ancora capire se io sono il nemico o l'alleato. White gli dice qualcosa e lui rilassa la schiena, ma non so cosa gli abbia detto.

Un poliziotto viene da Henry e gli dice se possiamo seguirlo in centrale per delle domande. Logan mi passa una mano dietro il collo e mi tira a sé per proteggermi. Guardo Marcus, ha lo sguardo fisso verso un uomo, il quale è pallido e sta sudando, cercando di fare finta di niente.

«Ehi!» sbotto, indicando il tizio.

L'ho già visto in televisione in molte interviste e il suo nome è molto conosciuto nel mondo della musica. Christian McMaine è diventato parte dei grandi per la scoperta di Black e White ancora da adolescenti e in tutti questi anni di duro lavoro li ha resi famosi a livello mondiale.

L'uomo deglutisce e prova ad aggirare la situazione, ritrovandosi faccia a faccia con Black. Lui alza il mento. È altissimo. Giuro che se volesse potrebbe mandarlo al tappeto come niente, ma lui non lo fa e rimane a fissarlo con risentimento. White, al contrario, lo insulta e gli tira uno schiaffo, dopodiché chiama a sé due agenti che portino via il traditore.

«Qualcuno mi dice che sta succedendo?» strilla isterica la preside, le mani nei capelli.

Sarà una cosa lunga.

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