XVIII

Tutto sommato la partita è stata un successo. Almeno dal mio punto di vista.

Non so esattamente come si giochi una partita di basket, ma so che i giocatori sono meno di quelli di rugby. Mi sono limitato ad osservare il tabellone luminescente dei punti, a gridare quando il numero della squadra di casa di alzava o a fischiare quando quello degli avversari lo faceva.

Logan è una scheggia. È difficile togliergli gli occhi di dosso. Corre, quasi volando sul campo.

Quando il tabellone dei punti segna 12-4 per la squadra di casa, mi accorgo che qualcuno si sta sedendo vicino a me e per riflesso mi distanzio. È Elly.

«Che cosa vuoi?» le chiedo sgarbato.

«Non fare il deficiente, sono solo venuta a vedere la partita» mi risponde. «E poi non mi sembra che Logan abbia un cartello in testa con scritto il tuo nome, o mi sbaglio?»

Applaudo quando un punto viene segnato, ma la ragazza al mio fianco mi guarda male.

«È punto per gli avversari, idiota» mi fa notare e io abbasso l'entusiasmo, arrossendo per questo banale errore. «Mi chiedo come faccia Logan a sopportarti e non prenderla male, è solo curiosità. Essere stata mollata per un ragazzo come te mi ha fatto parecchio alterare.»

«Forse è perché ti sbattevi Marcus in bagno» faccio cinico.

Lei corruga la fronte e stringe le mani, come se volesse colpirmi o altro, ma ho detto solamente la verità. Faccio del mio meglio per non badarla, eppure mi da parecchio sui nervi.

«Davvero» scatta lei dopo un po', facendo una smorfia, «non so perché Logan stia con te. Dopotutto sono più carina, ricca e intelligente. Non vedo il nessunissimo motivo del perché dovrei avere concorrenza con uno come te. È impensabile. Lo hai forse pagato?» mi deride.

Io respiro calmo, per nulla turbato. Può dire ciò che vuole. «Logan non cercava una persona che lo amasse, ma qualcuno che lo capisse davvero. Tu forse lo amavi, lo credo sul serio, ma sei stata la peggior persona che potesse entrare nella sua vita. Non so nemmeno perché sei venuta qui. Marcus lo sa?»

Alza una spalla. Se è questo il suo carattere da innamorata, so almeno che lei e Marcus sono fatti l'uno per l'altra. Non ho capito se è insensibile o solo menefreghista.

Lei continua a fissarmi, come se non avessi parlato. «Davvero pensi che Logan ti ami?»

«Sì» affermo sicuro.

«Sei un ragazzo.»

«E tu una puttana. Però lui ti amava. Non vedo il motivo del perché non possa amare me.»

«Io non ti capisco. Odio gli stupidi» mi offende e io roteo gli occhi.

Con Elly avere una conversazione decente non si può. Come poteva farlo Logan? Non riesco a sopportarla per oltre cinque minuti.

«Logan ha proprio cattivo gusto» mormora sottovoce. «Fai schifo.»

Sospiro pesantemente. «Va be', hai ragione, Elly» dico, sperando di farla zittire.

«Sei orribile» continua e io faccio: «Okay.»

«Sei stupido.»

«Okay.»

«Sei uno sfigato.»

«Okay.»

«Sei inutile.»

«Okay.»

Qualcosa nella sua espressione cambia di poco. È innervosita. Io soffio incazzato perché non posso seguire la partita come si deve, né il tabellone né allo stesso tempo pensare a cosa dire. Non so fare più cose contemporaneamente, specie con lei a fianco.

«Hai finito, Elly?» le domando con tono superiore.

Lei raddrizza la postura. «Non vuoi nemmeno litigare, sei proprio noioso.»

«Perché dovrei? Logan mica si è arrabbiato con te, se ne è solo altamente sbattuto. Io non rimango a discutere con persone come te, persone ignoranti e cretine. Faccio prima a dar loro ragione, perché è quello che voglio e poi, almeno, posso starmene in pace. Ora posso seguire la partita?»

Logan all'improvviso passa la palla ad un suo compagno di squadra che, saltando, la mette il pallone, aggrappandosi al cesto e fischiando. Salto in piedi entusiasta. Vedo Logan correre e saltare sulla schiena del suo compagno di squadra, ridendo. L'arbitro fischia i due punti e la folla sugli spalti esulta.

Logan passa vicino alle gradinate, riprendendo fiato. Mi saluta e io alzo una mano, sorridendogli, ma appena scorge vicino a me la figura in nero di Elly, stringe le labbra e abbassa lo sguardo a disagio. Elly muove le dita per salutarlo ironicamente e lui si affretta a lasciarla lì, senza una risposta.

«È un idiota» sbotta con un sorrisetto sghembo.

«Già, un idiota in pieno, ma è il mio idiota.»

«Bah» sputa lei.

Il gioco riprende ed Elly segue i movimenti di Logan.

«Posso farti una domanda?» domando. Lei mi mostra i denti, ma almeno non mi dice direttamente no, così lo prendo per un consenso silenzioso. «Perché hai tradito Logan?»

Probabilmente non si aspettava questa domanda, o forse non si aspettava che parlassi, punto. Fatto sta che Elly mi squadra e si morde un labbro, restando zitta e tediata, ma le sue guance arrossate dicono altro. Io aspetto senza fretta.

«E tu perché stai con Logan?» mi rifà lei.

Decido di non dirle cose tipo "ti ho fatto la domanda prima io" o "non puoi rispondere ad una domanda con una domanda" e ci penso davvero.

«Perché lo amo» dico.

«Allora ti sei risposto da solo, testa di cazzo.»

Io non capisco molto, ma decido di non indagare più del dovuto. C'è sempre Marcus che gira per la scuola e non voglio che scopra che la sua fidanzata-adesso-ufficiale è qui con me e sta guardando Logan. Sarebbe dura da spiegare. Chiedere a Elly del tradimento è come a chiedere ad una spia di tradire il suo paese.

«Credi io sia stata una puttana, vero?» Mi sforzo di non rispondere, anche se in verità vorrei sbattergli in faccia che lo è. «Non mi interessa quello che pensi, né quello che pensa la gente. Volevo solo capire in che guaio si è cacciato Logan con te, ma adesso so che è non c'è speranza per nessuno. Se tu non capisci cosa comporterà questa cosa, allora affari tuoi. Odio gli stupidi» ribatte.

«Sì, l'hai già detto... Te ne vai?» domando sorpreso, vedendo che riprende la sua borsa di jeans da terra.

«Sì, oramai stare in questo buco di idioti non mi pare più il caso, inoltre, devo vedermi con Marcus» chiarisce.

«Oh, salutamelo allora» esclamo ironico.

Lei ridacchia divertita dall'ipotesi allettante. «Lo farei volentieri, ma Marcus ti spaccherebbe la faccia se lo sapesse e in più non voglio che finisca di nuovo nei guai. Un'altra delle loro e sia Marcus sia Logan verranno espulsi.»

Mi volto, abbandonando l'interesse per la partita. «Ti preoccupi per lui?» le faccio notare e lei mi scocca un'occhiataccia malefica, quasi mi volesse fulminare davvero.

Elly scuote la testa e si alza dal suo posto, piegando le grinze che le si sono formate sulla maglietta troppo grande dei Kiss. «Credi ciò che vuoi, Reginald» dice, pronunciando il mio nome come fosse un'imprecazione. «Non so perché Marcus e non Logan, ma per quanto io abbia provato a reprimere questi pensieri, non ci sono mai riuscita. Sono stata irresponsabile, ma almeno ho cercato di proteggerlo più del mio dovuto, più di quanto Logan meritasse. Come tu ami Logan, io amo Marcus. Dovesti capirmi. C'è qualcosa di male, rispondi?» Faccio meglio a tacere. «Non riusciamo proprio a smettere, eh?»

«Suppongo di no. Meglio finirla qui, che ne dici? Tu vai da Marcus e io da Logan?»

«Tu cerca di tenere lontano quella bestia selvatica da Marcus e io farò altrettanto.»

«Affare fatto allora» glielo concedo, rimanendo con gli occhi fissi su Logan. Lei fa un passo per andare via e io la chiamo, per fermarla. Con mia sorpresa non mi ignora, cosa che mi spiazza. «Elly, sono questo ti voglio dire: le persone non sono perfette, lo sanno tutti, le persone mentono, commettono errori, ma almeno le persone non nascondono di aver commesso un errore dietro un altro. Tu hai tradito Logan, basta. Non mi interessano le tue scuse sull'amore o su Marcus, lo hai solo tradito e preso in giro. Se volevi proteggerlo, sapevi da sola cosa dovevi fare» la informo, lasciando trasparire un po' la delusione.

Il suo sguardo ritorna il solito di sempre; quello cupo, quello turbato e quello senza sentimenti per tutti. È tornata la semplice Elly. «Capirai anche tu quello che ho fatto, specie se continui a stargli vicino» spiega. Un tizio dietro di lei si lamenta della pessima visuale e lei sbuffa scocciata, affrettandosi a muoversi. «Sappi che odio gli stupidi» critica, come se fosse un saluto.

«Lo hai già detto, Elly.»

Sarebbe stata una partita assolutamente perfetta se non fosse stato per Elly.

O magari per l'allenatore di Logan.

Non ho mai visto un uomo più alto di lui. A prima vista sembrerebbe quasi un padre di famiglia con quella giacca blu e calzoncini bianchi, anche se i colori della squadra sfumano più sul giallo e rosso.

Almeno sembrerebbe una persona normale prima che apra bocca, da allora si tramuta in un diavolo a sette corna.

La partita è finita a 44-32 (il che per me equivale a un gran successo), ma l'allenatore Paluz non sembra della mia stessa idea, infatti, appena finita la partita, convoca tutti nello spogliatoio per una veloce riunione e io ed un'altra ragazza ci intrufoliamo di nascosto. Non l'ho mai vista, ma da come sta vicino a Miles, il capitano della squadra, intuisco che sia la sua ragazza. O qualcosa di simile.

Logan ha la testa bassa mentre viene sgridato dal suo allenatore e Miles non ha il coraggio di parlare per difendere il punteggio. Io non ci trovo nulla di imbarazzante.

«Una delusione, su tutti i fronti, ragazzi!» tuona Paluz e per tutto il tempo io rimango lì, come impallidito dalla sfuriata. Per me è insensato. «Se non fosse stato perché i ragazzi della Saling sono dei poppanti, a quest'ora avreste perso, perso! Miles, sei o non sei il capitano di questi idioti? Dai loro indicazioni, cazzo, sembravano delle pecore smarrite. È evidente che qui qualcuno non ha ripassato bene gli schemi!»

Tutti i ragazzi piegano le teste, come se li stesse ammonendo un genitore troppo severo. Poi passa a Logan e non posso fare a meno di ascoltare con frustrazione il suo stupido monologo.

«Steel! Chi ti credevi di essere in campo? Michael Jordan? Che non capiti più un simile atteggiamento. Non ti è permesso cambiare gli schemi di gioco, che tu lo voglia o no. Stai al tuo posto di pivot e impara a capirlo!»

«Per me non è poi andata così male.»

L'allenatore Paluz smette di parlare e si volta verso di me, capendo direttamente chi ha parlato e con quale tono.

«Sembra che qui abbiamo un intruso, vero?» Mi aspettavo ribattesse al mio commento e invece mi ritrovo imbarazzato. Sa dove attaccare, lui. Mi arriva più vicino. «Ah. Sei il sostituto di quella Elly, o sbaglio? Anche lei si intrufolava qui e credeva di non essere scoperta.» Logan apre la bocca per parlare, ma Ilai gli da una gomitata, scuotendo la testa. «E, signorino Miles, non creda che non abbia visto la sua ragazza. Anche se indossa la sua giacca, so benissimo riconoscere un maschio da una femmina. Non mi prenda per idiota» sbotta e il capitano arrossisce. La ragazza alza la testa, fissando con occhio nocivo l'allenatore. So cosa sta pensando e l'appoggio in pieno. «A questo punto, in quanto a te, mi spieghi chi ti ha interpellato? Con quale autorità, poi?» ritorna a me, posizionando le mani sui fianchi, interrogandomi.

«Nessuno, ma...»

«Nessuno, ecco! Nessuno ha chiesto il suo parere, quindi fammi il favore di stare zitto e sederti» proclama.

Sbatto le mani sulle cosce, esasperato. «Questa cosa non ha senso. I ragazzi hanno giocato bene e hanno vinto. Non vedo il motivo del perché lei debba mortificarli» chiarisco, sperando di non sembrare uno sfrontato.

«C'è una semplice questione di ordine, mio caro ragazzo. Come posso passare sopra se ad un semplice allenamento quotidiano mi danno ottimi risultati e alle partite come queste commettono sempre errori e non fanno punti? Ah, Alberg, lo scopo del basket è mettere la palla nel cesto, non beccare il tabellone, lo hai capito?»

A questo punto inizio ad alterarmi veramente. «Hanno vinto, però.»

«In modo insoddisfacente» commenta.

«Se desse ai ragazzi un motivo per...» Mi fischia con il suo fischietto, legato al suo collo tramite un laccetto. Mi interrompo sorpreso, ma decido di riniziare: «Se lei...» Mi interrompe di nuovo e stringo i pugni stanco, come se qualcuno mi prendesse in giro.

«Coach!» lo chiama Logan e sia l'uomo sia io ci giriamo verso di lui, zittendolo.

Mi volto di nuovo verso l'uomo in divisa, guardandolo male e incolpandolo se in tutte le volte in cui Logan tornava a casa dopo gli allenamenti era sempre più stizzito o deluso.

«Ascolti, lei non ha...»

Mi fischia ancora e, giuro, sarei disposto benissimo a dargli un pugno per farlo stare zitto un momento e osservare con attenzione che squadra magnifica abbia, invece di criticarla ogni volta. Logan scuote la testa, altri ridacchiano per la situazione in generale, ma solo la ragazza ha la decenza di alzarsi e di parlare a nome di tutti.

«Lo lasci parlare, coach, ne ha il diritto.»

E quella ragazza ha una voce quasi intinta nel miele che mi viene da domandarle se sia veramente la sua o se stia fingendo.

Muovo un passo, ma ancor prima che possa iniziare a prendere una boccata d'aria, fa squillare il fischietto in un tono così lungo e acuto che devo per forza zittirmi in una smorfia offesa nel profondo. Lo fa anche alla ragazza, prima di sbatterci fuori entrambi.

Lo sentiamo di nuovo urlare da dentro, ancora più funesto di prima. A quanto pare essere messo in discussione da una ragazza e da un ragazzo gay deve avergli fatto girare parecchio le scatole. Mi chiedo perché nessuno di quei ragazzi alzi il tono con lui o non se ne vada dalla squadra. Quell'uomo di certo non merita il talento di Logan.

Tiro un calcio alla porta dello spogliatoio, sperando che senta. Sbatto il piede a terra e faccio un giro su me stesso, cercando di calmarmi.

Completata la mia serie di insulti, la ragazza mi viene vicino e mi fa un sorrisetto calmo.

«Tu sei il ragazzo di Logan?» domanda e io sono incerto sul dirle di sì o il no, ma poi alzo le spalle e annuisco.

«Reginald.»

Lei mi porge la mano e gliela stringo. «Io sono Rebekah, la ragazza di Miles.»

Annuisco, ricordandomi del ragazzo dai capelli vispi e mori, meglio conosciuto come "Il Capitano." Logan lo ha sempre chiamato così e solo oggi ho scoperto come si chiama, dato che nessuno lo chiama con il suo vero nome, a parte la sua ragazza.

«È la prima volta che ti vedo a una partita» fa notare.

«È la prima volta che ci vengo» spiego e lei annuisce, sfilandosi la giacca blu e rossa del Capitano.

Devo dire che non è come me la immaginavo, anzi, è piuttosto normale. Per un atleta come Miles, immaginavo che avesse una ragazza tutta d'un pezzo, atletica, alta e magra, quasi una sua fotocopia al femminile. Devo ricredermi: Rebekah è più bassa di me e Hailey, ha i capelli di un bel castano intenso, come gli occhi, e mi piace questa sua caratteristica. Ha i fianchi e il ventre leggermente rotondi.

Lei appoggia la giacca per terra e si siede contro il muro. Mi guarda. Io la guardo. Lei indica il pavimento.

«È meglio che ti siedi. Il coach rimane quasi venti minuti a fare la predica a quei poveri ragazzi e, in più, devono farsi la doccia e vestirsi. Ci impiegheranno almeno una buona mezz'oretta tra le loro cazzatine odierne. Possono sembrare amareggiati quando c'è Paluz, ma appena se ne va tornano normali. Per loro una vittoria è una vittoria. Dovrebbe essere così anche per l'allenatore. Mi spiace che hai dovuto assistere a quella scenata, ma è la routine.»

Wow, gesticola un sacco.

Decido di sedermi accanto a lei, giusto per avere un po' di compagnia. «È sempre così?» chiedo.

«Oh, sempre!» esclama lei. «Non preoccuparti se ti ha cacciato via, con me lo ha fatto almeno otto volte. Da quanto tempo tu e Logan state insieme? Cioè, contando prima del vostro spettacolo in corridoio» dice, ridendo all'ultima frase.

Io arrossisco, giocherellando con le mie dita. «Da quasi un mese, contando anche i giorni prima.»

Lei mi sorride. «Perché non l'hai detto da subito?»

«Mi vergognavo» le confesso e lei è stupita. «Ecco, non mi vergognavo perché mi piace Logan o perché mi piace un ragazzo, insomma, in generale. Mi vergognavo per me stesso. Logan ha più cose da perdere, a differenza di me. Lui ha una buona famiglia, tanti amici, una squadra di basket e io non volevo rovinargli tutto a causa mia» dico, anche se non so come posso spiegare un concetto così difficile a lei, una sconosciuta etero.

«Ti capisco» risponde.

«Davvero?» faccio, quasi sarcastico, ma lei fa finta di non notarlo.

Annuisce. «Sì, davvero. Miles è di buona famiglia, ma molto, molto buona. Sua madre è la direttrice del reparto chirurgia all'ospedale e suo padre è uno dei chirurghi più stimati. Non è mai andato a genio ai genitori che frequentasse persone di rango... più basso. Io vivo solo con mia madre e devo lavorare per pagarmi la retta. Sai cosa ho fatto ad un certo punto?» Io sto a sentire, interessato. «Miles era preoccupato di come potesse reagire la sua famiglia sapendo che stava con una "borghese", così l'anno scorso gli ho detto: "Miles, o scegli me, o loro. Non continuerò ad essere il tuo segreto".»

«E lui?»

«Lui mi ha detto che era meglio che restavamo ancora per un po' nascosti. Non era sicuro.»

Io rido incredulo. «Sei seria?»

«Ovvio. Gli ho dato un ceffone e lui ha cambiato versione. Sono andata a casa loro una settimana dopo. Da allora, le cose vanno meglio. Non vado a genio ai suoi nemmeno adesso, ma penso che dopo un anno abbiano solamente accettato la mia presenza. Per me è già un grande passo. Un poco alla volta andrà bene.» Mi sorride. «Spero che per il nostro matrimonio gli piacerò!» esclama, non prestando attenzione a quella fatidica parola.

Mi stacco dal muro, arrossendo. «Matrimonio? Vuoi sposarti?»

«Con Miles? Spero di sì» miagola frivola. «Dopotutto non presenti ai tuoi una semplice ragazza passeggera, no?»

Io sono lì, muto e pensoso senza sapere bene cosa dire, ma penso che la risposta più logica in questo momento sia un confuso: «Credo di no.»

Aspetto Logan fuori dalla palestra meditabondo, pensando ancora alle parole di Rebekah, a quelle di Logan e del coach. Rebekah mi ha detto che nessuno presenta alla famiglia una persona passeggera, se non si vuole tenerla con sé per un bel pezzo o, meglio, per sempre. Mi chiedo come potrò sembrare io di fronte agli Steel. Nora è sempre gentile e credo che mi accetterebbe se io e Logan decidessimo un giorno di farla partecipe alla nostra relazione, ma il problema sono mamma e papà. I veri Steel.

Logan è convinto di volerlo dire ai suoi, non so che coraggio, poi. Pur mettendo il caso che accettassero che il loro figlio maschio sia gay, che possibilità avrei di piacergli? Io, ergo, una mezza calzetta che non riuscirebbe a fare canestro neppure in un gioco della Playstation? A questo punto non mi sento molto sicuro. Dipende solamente dai miei risultati accademici.

E da quanto veramente amo Logan.

Le parole dell'allenatore Paluz mi hanno profondamente ferito dentro. Mi ha chiamato "il sostituto". Sono questo?

Non posso fare a meno di pensarci.

Esco per prendere una boccata d'aria fresca e chiamare Henry, chiedendogli se può passarmi a prendere tra mezz'ora a scuola, perché ho finito tardi. Lui dice di sì, di aspettarlo dentro e di non fare casini nell'attesa. Non so cosa potrei fare, a parte baciare di nascosto un ragazzo, parlare con una mandria di dieci scimmioni senza maglietta appena usciti dalle docce e commentare la partita e il pessimo comportamento dell'allenatore con una ragazza.

Miles esce prima con Rebekah e li saluto con un cenno del capo, essendo ancora al telefono.

Logan esce con Ilai e un tipo con una camicia troppo leggera per l'inverno. Mi auguro che si ammali, ammonendomi poi per la mia cattiveria, chiedendomi cosa mi ha reso così irascibile. Chiudo in fretta la chiamata e riordino i miei pensieri.

«Ho chiamato Henry, viene a prendermi tra poco. Hai giocato benissimo, non mi interessa quello che dice l'allenatore» gli dico e lui mi sorride in modo angelico. «Voi che programmi avete?»

Ilay da una pacca sulla schiena di Logan. «Ovviamente andiamo a scofanare un bell'hamburger, sto morendo di fame!» esclama e io sorrido, notando che è come diceva Rebekah. Non badano a lungo alle critiche.

«Vuoi che ti aspetto?» domanda Logan e io scuoto la testa.

Non voglio che Henry lo veda e faccia domande. Loro se ne vanno felici, cantando, mentre a me rimangono in testa le parole di Elly e dell'allenatore Paluz, così tremendamente taglienti.

Parlando con Rebekah e Miles mi tranquillizzo, anche se non del tutto.

Miles cerca di mangiare un'insalata di pomodori e nel contemporaneo copiare da Rebekah i compiti di matematica.

«Senti, ma come hai fatto in questo passaggio?» domanda il ragazzo e l'altra sbuffa, posando il panino mezzo smangiucchiato su vassoio.

«Guarda, prima calcoli la x, disponendo tutti i termini al secondo grado da una parte e quelli al primo dall'altra, cambiando segno. Il risultato lo sostituisci alla y. Capito, ora?»

Rebekah è gentile, ma il passaggio gliel'ha ripetuto già due volte, compresa questa e oramai anche io ho imparato il procedimento a memoria.

«Ah» borbotta Miles. Non ha capito niente, glielo leggo in faccia. «Mi fai copiare anche fisica?»

«Non se ne parla nemmeno! Io i compiti me li faccio da sola» lo apostrofa ridendo e Miles fa una smorfia, cercando di corromperla in qualche maniera. «Non voglio copiare i tuoi compiti. L'ultima volta a letteratura mi hai fatto sbagliare in pieno tra Defoe e Richardson. Ti odio, sai?» scherza.

Miles le da un bacio e dentro di me ringhio dall'invidia, ma mi sforzo di non darlo a vedere.

Hailey arriva proprio in quel momento e, fortunatamente, mi toglie da quell'imbarazzante situazione.

«Dov'è Colin?» mi domanda e io alzo le spalle, dicendole che forse è a casa. O in marina.

Lei guarda Rebekah, dopo Miles, il quale non fa propriamente una bella impressione scannando una semplice foglia di lattuga. Mi piace il suo comportamento. Se me sbatte degli altri. Gran figo.

«Oh, loro sono Rebekah e Miles. Li ho conosciuti ieri, alla partita» li presento.

Hailey cerca di mostrarsi a suo agio con le persone nuove, eppure non le riesce molto bene. «Sì, conosco già Rebekah. Sei nel consiglio degli studenti, vero?»

«Hai indovinato» si congratula. «Lui è il mio ragazzo, il capitano della squadra di basket della scuola» recita perfettamente, indicando il Capitano.

«Ah!» Hailey si volta verso di me, esultando. «Come è andata la partita alla fine?»

«La scuola ha vinto» la informo e lei è contenta, perlomeno in quel misero secondo in cui non si ricorda che è felice indirettamente per Logan.

Hailey si guarda in giro, addentando del riso al formaggio con gusto. «Dov'è quello là? Credevo che almeno volesse stare con il suo ragazzo, una volta tanto!» rimugina.

Teoricamente, credevo che a Hailey non piacesse la presenza di Logan vicino a lei, però a quanto pare deve averci fatto l'abitudine. O si è sforzata.

Miles si dà dei colpetti sul petto e sputa le carote davanti a noi. Rimango un po' perplesso, però non disgustato.

«Aspetta, lui è il ragazzo di Logan?» chiede espressivo alla sua ragazza, fissandomi. Rebekah gli da un calcio sotto il tavolo, sperando che così possa diventare più mansueto, ma non mi interessa molto. Mi studia, poi fa una smorfia in dubbio. «Quindi loro... sono gay?»

«Che ragazzo intelligente!» esclamo, ma nessuno coglie l'ironia.

Rebekah dice: «Te lo avevo detto ieri» e trasuda imbarazzo.

«Tu mi hai detto: "Ho conosciuto il ragazzo che sta con Logan"» commenta viperino.

Rebekah alza gli occhi, ricominciando a mangiare. «Già, genio. Io ti ho detto "sta con" nel senso di starci in una relazione, non di un'amicizia. Non avrebbe altrimenti senso, Miles» lo corregge aspra.

Miles sbatte gli occhi, poi si limita a guardare con fare di scuse me e Hailey. Non è esattamente la reazione che mi aspettavo. Si ficca in bocca un'altra forchettata di verdura, prima di borbottare: «È davvero strano.»

A questo punto lo guardo male, tirando la forchetta nel piatto, pienamente infastidito. Nello stesso istante, sia Rebekah sia Hailey gli scoccano un'occhiataccia mesta.

«Non è per quello, Dio!» tuona lui inacidito, paonazzo. «Logan può stare con chi gli pare, non c'è problema. È che... cioè... Logan ha messo il suo coso nel...»

«Miles!» sbotta Rebekah vergognandosi.

Hailey ha una faccia sconvolta, ma forse teme molto più di me a sapere la risposta. Io me ne sto fermo, paonazzo e ghiacciato, senza sapere cosa fare.

«Questo discorso non mi piace» commento piano.

«Non ho detto niente di male, Bekah. Volevo solo sapere se loro avevano...» comincia e la ragazza scuote la testa, nervosa.

«Non è affar tuo, Miles!»

Qui il discorso comincia a prendere una brutta piega.

«Ero solo curioso di sapere come...»

«Non ti serve saperlo!»

Una piega molto brutta.

Mi sento tirato in ballo, così decido di intervenire prima che anche tutti gli altri studenti decidano che la pausa mensa è diventata l'ora di biologia umana. Io lo blocco, dicendo: «Logan non ha messo il suo coso da nessuna parte. Nessunissima» giuro serio.

«Sei sicuro?»

Hay e Bekah scuotono e alzano gli occhi al cielo, esasperate.

«Me ne sarei accorto, non ti pare?» lo provoco. Lui alza le spalle. «E... E poi cosa c'entra questo con la partita?»

«Be', nulla. Ero solo curioso, non ho mai visto un porno gay.»

«Oh, dai» lo prendo in giro io, sperando di concludere il discorso. «Tu quando fai sesso con la tua ragazza, lo metti dove lei urina e ha le sue mestruazioni. È tanto meglio?» lo provoco.

«In effetti no» ritiene lentamente.

Rebekah ha le guance rosse, Hailey è più sul punto di darmi dell'ingrato, ma pazienza.

«La smettiamo qui?» propone Hay, dato che non ha più toccato cibo dall'inizio del discorso. Tutti annuiamo.

Ci vogliono meno di venti secondi di acuto silenzio prima che Hailey sbotti di nuovo, colpita: «Aspetta! Quindi sei vergine?»

Non mangio più.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top