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Quando ho di nuovo a che fare con Luna, che a quanto pare sa parecchie cose di Ashley


Giovedì 17 giugno 2010

L'estate 2010, per me, è iniziata quella sera, calda, con la Cate in giro in bici. Lei dal nulla mi aveva domandato «Ma secondo te è vera quella cosa che puoi diventare drogata di porno?»

«Boh, che ne so? Se lo dice la Maty penso che sia vero, di balle non ne dice» avevo tagliato corto.

Non mi faceva impazzire come argomento. La pornografia non era il mio primo pensiero e se la guardavo era solo perchè, nei miei sogni, mi sarebbe piaciuto provare ad avere a che fare con certi di quei ragazzi dal corpo così scolpito.

«Ma magari ha quella cosa che la chiesa condanna molto il porno.»

«Anche tu comunque sei religiosa, anche se parli come uno scaricatore di porto e a scene hard sai il fatto tuo.»

«Ma a te piacciono i porno?» mi aveva chiesto, quasi non guardandomi.

Ecco, lo sapevo che sarebbe finita lì. Non avevamo mai apertamente parlato di gradimento: lei evitava sempre di parlare di quello, e io sentivo disagio a dover parlare sesso tra maschi con peni sproporzionati e femmine con espressioni di godimento che non riuscivo a fare nemmeno quando mangiavo il tiramisù di mia nonna.

«Alcuni sono eccitanti, altre sono cose bestiali, tipo quelle che si girano tra loro i maschi» avevo ridacchiato un po' forzatamente: in certe scene le ragazze venivano letteralmente sopraffatte dai tizi che avevano attorno.

«Da cosa si capisce se una persona è drogata di porno?» aveva continuato lei.

«Cate, è tutto a posto?»

Ovviamente non era tutto a posto, e lei mi aveva raccontato che guardava veramente un sacco di porno, compresi quelli che mi avevano procurato brividi di disagio solo qualche attimo prima.

Spesso ho pensato al fatto che siamo rimaste migliori amiche perché abbiamo condiviso in stretto rapporto tutte le esperienze della prima adolescenza. E perché Matilde faceva di tutto per costringerci ad essere così.

Scherzo, non lo faceva apposta, ma ci riusciva perfettamente!

Quando Cate aveva deciso di confidarsi rispetto a quella esperienza che la metteva così in crisi, si era riversata fuori da quella crepa in maniera fragorosa.

Inizialmente non aveva capito perché fosse una cosa negativa, pensava che fosse il modo in cui si impara a fare sesso, ma Matilde l'aveva messa a disagio con tutti quei discorsi negativi fatti da adolescente a adolescente, proprio perchè era una amica e non uno di quei tizi adulti che ti fanno cadere le cose dall'alto e tu le devi prendere per buone e fine del discorso.

È un vero problema come il porno possa alterare una comprensione più ampia di ciò che è normale durante il sesso, incluso il consenso. La Cate, letteralmente, non sapeva dove finiva la realtà e iniziava la finzione pornografica.

Ma i suoi cugini lo sapevano molto bene, e i tizi che aveva frequentato alle feste in spiaggia idem.

A me era venuta una gran pena, ma anche una gran tristezza, perché durante l'estate prima ce l'eravamo immaginato che stesse combinando cose poco chiare, ma l'avevamo presa sottogamba. E poi anche una dose di rabbia, perché ero io per tutti, la troia, senza aver fatto nulla di più che aver baciato gente che volevo baciare, e peraltro senza legami in atto, senza tradire nessuno.

«E la cosa più assurda, Chia, e che lo so che 'sta cosa fa schifo, ma a me fa impazzire di piacere, perché non solo penso che i miei morirebbero di orrore, ma anche perchè io così finalmente mi sono sentita quella cazzo di adulta che ancora non ero.»


Sabato 3 luglio 2010

Il riassunto della fine di giugno è presto fatto: avevamo fatto le prove scritte, avevamo fatto gli orali dove non mi era nemmeno andata così male, ma vi risparmio le battute che alcuni tipi ci avevano fatto riguardo agli orali.

Matilde, oltre a scrivere storielle zozze tipo Harry Potter e la sua bacchetta magica aveva passato l'estate a imparare il surf per passare più tempo possibile con il suo ragazzo.

No dai, scherzo, non ha mai scritto una storia del genere, ma il succo del discorso era più o meno quello.

Comunque, stavo dicendo che la nostra amica seguiva ovunque il suo splendido Fede. Il problema era che non c'erano onde adatte a quello sport, per cui a luglio lo aveva seguito fino a Marina di Ravenna dove aveva persino provato la sua tecnica, pur fallendo miseramente.

Ma l'esperienza le era piaciuta tantissimo perché, in quel ribollire di onde, aveva conosciuto il suo ragazzo nelle sue nude emozioni.

Hai visto come parlo figo, eh? In realtà era stata la Maty a dire così. In realtà con il senno di poi quell'episodio le aveva detto ben altro su Fede. Ma magari lo dirò più avanti. Quello che aveva fatto era scrivere Waves, una storia di un bad boy surfista e di una ragazza timida bullizzata a scuola.

Trama da dita in gola, ma le scene hot erano fighe.


Lunedì 5 luglio 2010

All'inizio di luglio mi era arrivata casualmente una notizia bomba.

Avevo ricevuto una chiamata da Luna con cui non parlavo direttamente quasi da quattro mesi.

«Chia ti prego, hai visto Ashley? Ti prego se l'hai vista o l'hai sentita, dillo!»

«Luna aspetta, aspetta» mi ero affrettata a dire, «No che non l'ho vista! Ma che è successo?!»

«E' scappata di casa! Cioè, non la trovano, e sicuro che è scappata!» aveva replicato lei con una voce al limite dell'isteria.

«Scappata? Sul serio proprio scappata?» mi ero affrettata a chiedere, per capire se fosse una sua paranoia.

«Sì, nel senso che hanno trovato un biglietto e insomma, lei sta andando via e non si sa dove perché ha detto che del tipo non gliene frega» aveva vomitato fuori Luna e poi era partita con un ansiosissimo racconto senza che io le chiedessi nulla.

Esterrefatta, avevo assistito al racconto di quello che, a distanza di sei mesi, non avevo saputo. I genitori di Ashley, preoccupati per la sicurezza della figlia, le avevano impedito di continuare a chattare con quell'uomo già durante le feste di natale. Ashley, stupida com'era, si era sentita incompresa e arrabbiata, convinta che quell'amicizia non fosse nulla di sbagliato, come aveva detto e ripetuto mille volte.

Dopo la storia del corto cinematografico, sentitasi sempre più accerchiata, aveva convinto Luna a darle una mano per mantenere il contatto con il tizio. Da stronza com'era, aveva usato la nonna, una vecchietta che non aveva la minima dimestichezza con le tecnologie: l'aveva convinta a installare una connessione internet in casa, promettendole che sarebbe stata utile per trovare le ricette.

La nonna, fidandosi della nipote, aveva accettato ma non era del tutto stupida. Aveva notato l'insolito entusiasmo di Ashley e Luna nell'andare a fare le ricerche a casa sua, e nello specifico nella vecchia camera della madre, con cui si era confrontata per raccontarle di quella nuova passione per Internet, che usava per lo studio anche nei giorni successivi alla fine della scuola, e sempre con l'amica.

Beccata miseramente, messa in punizione tra urla e strepiti, Ashley si era sentita in trappola, anzi, in prigione.

E così era scappata.

Non potevo credere che quella storia, così palesemente tossica, con quell'uomo adulto, le avesse fatto un tale effetto, tanto da farla fuggire. E non potevo credere che quella stupida di Luna le avesse dato corda.

«Ti prego fammi sapere se ci sono novità!»


Martedì 6 luglio 2010

Non avevo avuto bisogno di aspettare molto, già poco dopo mezzanotte era arrivato un messaggio di Luna con su scritto "Trovata" e basta. Mi ero già vista a fare una comparsata a Chi l'ha visto?

Ashley aveva raggiunto la biblioteca per usare un PC connesso a internet e contattare il suo amico virtuale. Non ottenendo risposta in tempi brevi, s'era infilata nella stazione di Cervia con l'idea di andare a Bologna quasi alla spera in dio. Era uscita di casa con il suo portafoglio, un paio di decine di euro che aveva speso per prendere un po' di cibo e il biglietto per Bologna, senza rendersi conto che il diretto passava due volte al giorno.

Per la fretta di andare via, aveva preso per Rimini, e poi da lì aveva preso una coincidenza per la città felsinea, ma senza avere i soldi per questo nuovo biglietto.

La sua fuga era stata di breve durata e sebbene i motivi fossero seri, anzi, drammatici, non posso non sorriderci sopra: penso che non sia mai esistita fuga così sguaiata. Il controllore, all'altezza di Santarcangelo o Savignano, l'aveva beccata, aveva chiesto il biglietto e lei, con la sua goffaggine e l'incapacità di adattarsi alla situazione aveva attirato l'attenzione, fino all'intervento della polizia ferroviaria che aveva chiamato casa.

Così, dopo poche ore dalla sua fuga, Ashley era stata riaccompagnata a casa, con il trucco sciolto. Era stato lo spettacolo del giorno per la zona, in pieno periodo turistico, che aveva attirato la curiosità di frotte di villeggianti che avevano visto arrivare la vettura dei carabinieri davanti a casa Fontana.

Se non avessi saputo la vicenda, sarei stata disposta a puntare dieci euro sul fatto che fossero venuti a prendere Aaron per portarlo in caserma.


Cosa ho imparato fino al 6 luglio: le fughe vanno preparate per bene, altrimenti finisci per essere la barzelletta della settimana.


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