Poco tempo
«Da oggi comincerete ad aiutarci con la costruzione del Labirinto» disse l'uomo-ratto a Thomas e Teresa dopo averli convocati nel suo ufficio.
Come possono due ragazzini di dodici anni costruire un Labirinto?
Si chiese dubbioso Thomas.
«Perchè proprio noi due?» chiese Teresa.
«Questo non ha importanza...»
«Perchè solo noi due?» ribadì Teresa, era ostinata a ricevere una risposta e non si sarebbe arresa facilmente.
«Perchè voi siete più speciali degli altri» si limitò a rispondere l'uomo-ratto stufo di dover dare spiegazioni a una ragazzina.
«Ma a cosa vi serve di preciso questo Labirinto?» domandò questa volta Thomas.
«A queste domande vi risponderò io» annunciò una figura alle loro spalle.
I ragazzini si girarono immediatamente e videro che si trattava di una donna sui cinquant'anni vestita interamente di bianco.
La donna aveva dei capelli biondi che sembravano fatti di seta.
«Io sono la dottoressa Ava Paige e da oggi mi vedrete molto spesso»
«Si okay, ma adesso può rispondere alla sua domanda?» tagliò corto Teresa indicando Thomas.
Lei, a differenza dell'uomo-ratto non sembrava infastidita dalla tenacia di Teresa «Tutti i soggetti verranno mandati nel Labirinto nel quale svolgeranno vari tipi di test che serviranno ad attivare una zona del cervello che noi chiamiamo zona della violenza che ci permetterà di capire cos'è che vi rende immuni. Lo scopo di W.C.K.D. è quello di trovare una cura per l'Eruzione»
Ci fu un attimo di silenzio «Tranquilli, il vostro compito sarà quello di monitorare i vostri compagni da qui, non dovrete andare nel Labirinto» aggiunse la donna che doveva aver visto le loro facce cupe.
Thomas stava per intervenire ma Teresa lo precedette «Ma tutti i test che ci fate fare nei laboratori? Sono collegati al Labirinto?»
Evidentemente a lei non interessava sapere che sarebbe stata separata dai suoi amici.
«Si, perchè servono a far sviluppare degli schemi celebrali proprio per poter affrontare i test del Labirinto; è tutto collegato» si apprestò a rispondere la dottoressa.
Thomas non aveva idea di come dei test potessero aiutare a trovare una cura, ma prima che potesse chiedere maggiori informazioni l'uomo-ratto disse che per quel giorno era abbastanza e che con il passare del tempo avrebbero capito meglio la situazione.
I pensieri di Thomas lo tormentavano tutto il giorno tutti i giorni; il solo pensiero di non poter più passare del tempo con Newt non lo faceva dormire la notte.
Voleva parlargliene, dirgli cosa sarebbe successo, ma odiava dargli brutte notizie.
Voleva renderlo felice, non triste.
Nei giorni successivi, Thomas e Newt passarono meno tempo insieme e questo lo rendeva così triste perchè al posto di passare le sue giornate ridendo e scherzando con il biondino doveva stare seduto ad un tavolo ad ascoltare persone parlare di cose che nemmeno capiva.
Il momento che preferiva di più era la sera, quando non doveva lavorare al Labirinto e poteva passarla in compagnia di Newt.
Solitamente si raccontavano cosa avevano fatto durante la giornata e Thomas in particolare gli rivelava tutto quello che riusciva a scoprire.
«Manderanno alcuni di noi nel Labirinto» dovette ammettere alla fine stanco di portarsi dentro quel segreto.
«Ah»
«Io però non voglio che tu vada lì dentro» disse con tono triste Thomas.
«Nemmeno io, e ti confesso che sono un pò spaventato per quello che ci aspetta lì dentro»
Ci...
Thomas non gli aveva riferito che lui non sarebbe entrato, e si spaventava al solo pensiero di doverglielo dire, perchè non aveva idea di come Newt avrebbe potuto reagire.
«Ecco...ehm...»
«Che c'è Tommy?»
«Il fatto è che... io non rientro nei soggetti da spedire all'interno del Labirinto...»
All'improvviso gli occhi di Newt si fecero opaci, quasi come se stesse per mettersi a piangere.
Il moro non riusciva a capire se fosse arrabbiato o triste.
«Ma... io non voglio lasciarti» disse Newt con la voce spezzata.
«Nemmeno io lo voglio, e questa cosa mi distrugge, ma non credo di poterli convincere, sono molto determinati»
Newt si asciugò le lacrime che avevano cominciato a solcargli il viso e sospirò profondamente.
«Allora sfruttiamo al massimo il tempo che ci rimane va bene? Quanto tempo hai detto che ci vorrà per il completamento?»
«Due o tre anni circa, ma credo che farà male lo stesso»
Thomas voleva scoppiare a piangere Perchè quelle persone volevano mandare dei ragazzini a fare una cosa del genere? Perchè mettere nelle loro mani il destino della Terra?
Improvvisamente Newt lo abbracciò e fu come se quel suo gesto aveva aperto il lucchetto che conteneva le sue lacrime.
Affondò il viso nella sua spalla e cominciò a piangere, soffocando i lamenti nella sua maglietta.
«Andrà tutto bene Tommy, te lo prometto» continuava a ripetergli accarezzandogli i capelli.
*Angolo scrittrice del 2018*
Eccomi di nuovo quì, dopo una settimana, con un altro capitolo!
Mi scuso in anticipo se potrà risultare noioso e con poche scene Newtmas, ma era un capitolo che doveva essere scritto per evitare di tralasciare passaggi fondamentali della storia.
Spero che vi piaccia e arrivederci e al prossimo capitolo!😉❤
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