Via dalla Radura

Il gruppo era composto da lui, Newt, Minho, Chuck, Sonya, Winston, Frypan, Jeff, Clint e qualche altro ragazzo.
Erano pronti per uscire di lì.
Avevano preso qualche provvista e soprattutto delle armi e si stavano incamminando verso le porte quando Gally e gli altri li raggiunsero.
«Siete davvero convinti di volerlo seguire?» chiese rivolgendosi a tutti tranne che a lui.
Nessuno disse una parola.
«Gally per favore, abbiamo la possibilità di tornare a casa»
«Noi siamo già a casa okay? Non ho nessuna voglia di cancellare altri nomi su quel muro»
Newt fece un passo in avanti «Se restate qui i Dolenti verranno a prendervi. Torneranno giorno dopo giorno finché non vi avranno sterminati tutti» 
Gally cercò di fare finta di nulla «Hanno già preso la loro decisione»
Thomas guardò uno per uno i ragazzi che si ostinavano a stare dalla sua parte nella speranza che qualcuno cambiasse idea «Non sei obbligato a venire, ma loro possono decidere liberamente»
«Non dategli retta, vuole solo spaventarvi»
«Non voglio spaventarvi, lo siete già abbastanza. E anche io ho paura, ma preferisco rischiare la vita lì fuori che morire qui dentro. Questo non è il nostro mondo e questo posto non è casa nostra. Ci hanno chiusi qui, almeno lì fuori abbiamo una scelta. So che possiamo uscire, ne sono sicuro»
Qualche ragazzo si fece avanti e, sotto lo sguardo truce di Gally, si unì a loro.
«Gally, è finita. Vieni anche tu insieme a noi»
Il ragazzo lo guardò male «Divertitevi con i Dolenti» disse per poi voltarsi e andarsene, seguito dai pochi rimasti.
Non c'era più niente che potevano fare per convincerli, avevano preso la loro stupida e assurda decisione.

Thomas e Minho, cercando di tenere un passo costante per consentire a tutti di stargli dietro, li guidarono attraverso le varie Sezioni fino a quando arrivarono alla Sezione 7.
Si fermarono dietro la parete che li avrebbe condotti lungo il percorso circondato dal profondo baratro e quando Thomas si affacciò vide un gruppo di più di una decina di Dolenti appostati proprio davanti all'uscita.
«Sono lì davanti» comunicò agli altri.
«Cazzo» fece Minho per poi passare il cilindro metallico al ragazzino «Chuck, tieni la chiave. Ti proteggiamo noi»
«Ci penso io. Sta vicino a me» disse Sonya mentre si legava i capelli.
«Una volta passati si attiverà e aprirà la porta. Quindi cerchiamo di stare sempre insieme e ce la faremo» Thomas lanciò una veloce occhiata a Newt.
In quel momento la paura che lo avvolgeva era più per il ragazzo biondo che per sè stesso.
Newt, dal canto suo, non sembrava preoccupato.
Sul suo viso riusciva a leggere solo determinazione.
In ogni caso Thomas non si sarebbe mai perdonato se Newt si fosse fatto male... o peggio a casa di una decisione che aveva preso lui.
Devo stargli accanto tutto il tempo, costi quel che costi.

Minho gli fece un cenno con il capo per poi avvicinarsi a lui «Pronti?»
I ragazzi annuirono e sollevarono le lance affilate.
«Ora!»
Il Velocista si scagliò in avanti seguito al volo da Thomas e Newt.
Poi fu il turno degli altri Radurai, un esercito compatto di ragazzi che si stavano tuffando a capofitto in una battaglia sanguinosa, con le armi in pugno. 
Proprio mentre salivano in aria i primi rumori dello scontro tra ragazzi e Dolenti, grida laceranti unite a rombi meccanici e al rumore del legno che sbatteva contro l'acciaio, Thomas e gli altri riuscirono ad aprire un varco a Chuck e Sonya che li superarono correndo.

La guerra infuriava intorno a loro. 
I Radurai stavano combattendo, spinti dalle ondate di adrenalina causate dal panico.
I suoni che echeggiavano dalle pareti erano una cacofonia di terrore: grida umane, stridore metallico, le urla spaventosa dei Dolenti, gli artigli che schioccavano. 
Thomas stava cercando in tutti i modi di stare vicino a Newt, non aveva alcuna voglia di perderlo di vista e non sapere se stava bene o meno.
Allo stesso tempo il suo cuore perdeva un battito ogni volta che un ragazzo veniva afferrato da quelle maledette code.
Quei ragazzi chiamavano aiuto e nessuno poteva aiutarli. 
Tra tutti quei rumori della battaglia Thomas sentì la voce di Chuck urlare: «Funziona!» segno che la chiave aveva aperto l'accesso alla tana dei Dolenti.
Thomas cercò di non guardare né a destra né a sinistra, ma solo davanti a sé.
Improvvisamente un ragazzo, il cui volto era impossibile da vedere, si ritrovò stretto tra le zampe metalliche e stava pugnalando la creatura nella pelle spessa nel tentativo di sfuggirle. 
Thomas si scansò spostandosi a sinistra e continuando ad attaccare.
Udì un grido acuto, un gemito lancinante che poteva solo significare che il Raduraio aveva perso la battaglia e che stava morendo di una morte raccapricciante. 
Il grido non si interruppe sovrastò gli altri suoni fino ad affievolirsi... il silenzio della morte. 
Thomas si sentì tremare il cuore, e sperò che non fosse qualcuno che conosceva. 

Il gruppo più o meno compatto dei Radurai stava indietreggiando, l'obiettivo era quello di entrare nella tana.
All'improvviso la voce di Sonya gli arrivò alle orecchie «Ragazzi, c'è un codice! Otto numeri!»
«Come le otto Sezioni» intuì Thomas.
Si voltò verso Minho che gli aveva fatto un cenno con il capo segno che aveva capito.
Nel frattempo un Dolente venne all'attacco da destra.
Un Raduraio gli si mise davanti e lo aggredì con la sua lancia, in uno stridere e sbattere di metalli e armi.
Minho, grato dell'aiuto, prese ad urlare la sequenza «7... 1... 5... 2... 6... 4... 8... 3»

Ormai erano arrivati, tutti i ragazzi alle sue spalle erano entrati nell'apertura circolare nel muro, i Dolenti erano a qualche metro da loro.
«Ce l'avete?» chiese Newt a Chuck e Sonya.
Nessuno dei due rispose ma le pareti verticali iniziarono a scendere giù velocemente.
I mostri vennero schiacciati come mosche e quegli insopportabili rumori di ogni genere, finalmente, cessarono.
L'apertura circolare davanti a loro si chiuse lasciandoli completamente al buio.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top