Mi ricordo di te
Quella mattina si era svegliato con un forte peso sul petto.
Era davvero convinto di parlare di quel sogno?
Quello non era un sogno si disse nella testa per evitare che qualcuno lo sentisse e lo prendesse per pazzo.
Quello era un ricordo.
Inspirò profondamente e si prese di coraggio.
Non poteva più tenersi quella cosa per sé.
Si diresse a passo spedito verso il ragazzo che stava facendo colazione bevendo qualcosa da un bicchiere in legno.
«Posso parlarti?»
Newt scostò il bicchiere dalle labbra e lo guardò confuso.
«Non ti ruberò molto tempo, giuro»
Il ragazzo biondo gli fece un cenno con il capo e gli disse di seguirlo.
«Devo preoccuparmi?»
«N-no» Thomas prese un bel respiro «Ci conosciamo già, da più tempo di quello che immagini»
Thomas aveva paura che Newt lo prendesse a male parole e che lo avrebbe lasciato lì come un pesce lesso.
Invece il ragazzo non disse una parola, sembrava pensieroso.
«Cosa te lo fa pensare?»
«Stanotte ho ricordato qualcosa»
Quella spiegazione così scialba chiaramente non gli bastava.
«Ti ho visto» aggiunse Thomas.
«Mi hai visto perchè mi hai sognato, anche io ho fatto qualche sogno in cui c'erano i ragazzi»
Newt stava usando un tono sarcastico, voleva palesemente sviare la conversazione.
«No, ti ho visto da piccolo. Credo che avessi 10 anni ed eravamo in uno strano posto, sembrava una sorta di laboratorio»
«Senti, ammesso e concesso che tutto ciò sia vero, a cosa può servirti sapere ciò?»
«Magari è possibile che anche tu abbia ricordato qualcosa del genere. Che tu abbia visto me. Se mettiamo insieme i pezzi...»
«No» Newt lo bloccò all'istante, sembrava infastidito «Senti, mi piacerebbe aver avuto qualche ricordo indietro ma la verità è che da quando sono qui non ho ricordato un bel niente e soprattutto non ti ho mai sognato. Al momento abbiamo altri problemi dei quali occuparci»
Thomas non poté controbattere poiché fu interrotto da un rumore.
Ma non si trattava di un rumore qualsiasi, il ragazzo lo riconobbe subito.
«Questo suono...»
Fu Newt a completare la frase che Thomas aveva lasciato in sospeso «É la Scatola, sta salendo»
Un gruppetto di ragazzi si erano già mossi in direzione dell'ascensore.
Newt e Thomas fecero lo stesso.
«Perchè la Scatola è già qui?»
«Non è passato nemmeno un mese»
«Forse ci hanno portato delle provviste in più»
Le domande tra i Radurai confusi si sollevarono all'istante mentre Newt aiutava Gally ad aprire la grata.
Thomas sentì una scossa percorrergli tutta la schiena.
Lui era arrivato tramite quell'aggeggio solo alcuni giorni prima e ricordava ancora perfettamente il miscuglio di emozioni negative che quell'esperienza gli aveva fatto provare.
Questa volta fu il ragazzo biondo ad entrare nella Scatola e Thomas si sporse per guardare meglio.
C'era una persona lì dentro.
C'era una... ragazza.
«Allora? Cosa ci hanno portato?» chiese qualcuno che si trovava troppo indietro per poter vedere all'interno dell'ascensore.
«È una ragazza» Newt, come tutti gli altri del resto, era sorpreso.
La ragazza era priva di sensi; qualcuno, addirittura, chiese se fosse morta, ma Thomas intravide una ciocca bionda spostarsi leggermente dal suo viso, segno che respirava.
«Che cos'ha in mano?» la voce di Chuck si sentì a stento in mezzo a tutto il mormorio che si era creato.
Newt allungò la mano e afferrò un foglietto.
«Lei sarà l'ultima dei vostri» lesse.
Altri mormorii, questa volta più preoccupati, si sollevarono.
Dopo l'arrivo della ragazza, per quanta curiosità ci fosse, tutti erano tornati a fare ciò che stavano facendo poco prima.
Thomas si stava facendo gli affari suoi quando Chuck lo chiamò «Jeff e Newt ti vogliono in Medicheria»
La ragazza, infatti, era stata affidata a Jeff che l'avrebbe tenuta sotto controllo finché non si fosse risvegliata.
Quell'affermazione comunque lo confuse. Perchè proprio lui?
Quando Thomas entrò nel capanno non poté fare a meno di vedere Alby.
Il ragazzo era sdraiato nel letto ed era legato ai polsi e alle caviglie a esso, inoltre non smetteva di ansimare come un forsennato. La puntura del Dolente stava facendo effetto.
A malincuore lo superò e si diresse verso Newt e Jeff che si trovavano vicino al letto su cui era distesa la ragazza misteriosa.
«Aveva questi nella tasca» il Medicale gli porse due fialette contenenti un liquido blu e un altro foglietto.
Guardò prima le due fialette sulle quali era incisa la sigla W.C.K.D «È la stessa sigla che c'era nelle casse e nei barili nella Scatola quando sono arrivato»
«Si, c'è su tutte le provviste che ci spediscono» puntualizzò Newt.
Poi aprì il biglietto e lo lesse sorprendendosi di vedere scritto il suo nome «Thomas, queste possono aiutare il tuo amico»
Lui alzò lentamente la testa verso i compagni con uno sguardo confuso.
Sapeva che si aspettavano delle risposte ma lui ne sapeva quanto loro «Non so cosa stia succedendo, se è questo che volevate sapere da me»
«Immaginavo, comunque lì c'è scritto il tuo nome e non mi sembrava giusto tenerti all'oscuro di ciò» gli disse Newt.
«Quindi, che volete fare?» Thomas gli tornò indietro le fialette.
«Non possiamo prendere una decisione solo noi. Dobbiamo vedere il da farsi con gli altri»
Una mezz'ora dopo Newt indisse un'adunanza nel quale spiegò la situazione.
«Credete ancora che questo Pivello non sia un portatore di problemi?» Gally si era alzato in piedi «Prima entra nel Labirinto, uccide un Dolente e poi questo. È chiaro che abbia a che fare con quelli che ci hanno mandati qui»
Thomas effettivamente non sapeva come spiegarsi il fatto che su quel foglio ci fosse scritto il suo nome, ma la decisione di entrare nel Labirinto era stata soltanto sua.
In ogni caso non era in vena di discutere con quel cretino, quindi aspettò che fosse qualcun altro a parlare.
Fu Newt ad intervenire «Io direi di non fare supposizioni azzardate»
«Ci hanno detto che lei sarà l'ultima. Questo vale anche per le scorte?» chiese qualcuno seduto in fondo.
«Se la Scatola non dovesse salire più quanto potremmo durare?» chiese qualcun altro.
«Non sappiamo se succederà. Non saltiamo a conclusioni affrettate. Dobbiamo aspettare che la ragazza si svegli e vedere se sa qualcosa» Newt stava cercando di calmare i compagni visibilmente spaventati dalla novità, ma senza ottimi risultati.
Minho si fece avanti «Cosa vogliamo fare con le fialette?»
«É possibile che si tratti di un siero che annienta il virus?» chiese Chuck.
«Quelli che ci hanno mandato questa roba sono gli stessi che ci hanno messi qui dentro. Io non mi fido» era logico aspettarsi una frase del genere da parte di Gally; Thomas non ne fu sorpreso.
«Esatto, per quanto ne sappiamo questa roba potrebbe ucciderlo» disse qualcuno alle sue spalle.
«Ma dobbiamo almeno provare» per la prima volta Thomas aveva avuto il coraggio di farsi avanti.
Si era sempre sentito in dovere di rimanere zitto durante quelle riunioni e di far parlare quelli che erano lì da più tempo.
Ma adesso stavano mettendo a rischio la vita di un ragazzo solo perchè avevano paura di fare la scelta più logica.
«Io non metto la vita di Alby a rischio» insistette Gally.
«Ma sta già morendo, che alternative abbiamo?»
«Newt, sei tu il secondo in comando. Cosa vuoi che facciamo?» intervenne Minho.
Il ragazzo aspettò prima di dare una risposta «Come ha detto il Pivello... non abbiamo alternative»
Dopodiché la riunione venne sciolta.
Thomas, Newt, Minho e Jeff erano in Medicheria.
Il ragazzo biondo gli porse una delle due fialette «Fa che non me ne penta»
Thomas ebbe qualche secondo di esitazione. Perchè gli stava dando quella responsabilità?
In ogni caso non poteva più tornare indietro o rifiutarsi di farlo, altrimenti avrebbero pensato che nemmeno lui era sicuro che avrebbe funzionato.
Si preparò per iniettare l'antidoto, o almeno sperava con tutto il cuore che lo fosse, ad Alby.
Stava per muoversi quando Alby lo afferrò prepotentemente dal colletto della maglietta e lo tirò versi di sé «Non dovresti essere qui!» gli urlò strattonandolo.
Thomas cercò di liberarsi dalla sua presa ma non ci riuscì.
In un attimo intervennero Newt e Minho per tenerlo fermo.
«Non dovresti essere qui!» urlò ancora una volta il ragazzo prima che Thomas riuscisse a liberarsi dalla sua presa e a iniettargli l'antidoto.
Alby si calmò all'istante e chiuse gli occhi.
«Direi che ha funzionato» fece Jeff.
«Okay, da adesso in poi voglio che qualcuno stia sempre qui a tenerlo d'occhio» sentenziò Newt.
Thoma era stanco di quella situazione.
Adesso, oltre Gally, c'era anche Alby che gli andava contro.
Era vero, poteva anche solo trattarsi di una frase detta a causa del delirio, ma Thomas aveva come la sensazione che c'era dell'altro.
Doveva trovare delle risposte.
Perciò si diresse verso la porta della Medicheria.
«Dove vai?» gli chiese Newt.
«Nel Labirinto» rispose secco lui.
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