Azioni e reazioni
Thomas fu investito dallo stesso calore intenso che aveva provato la prima volta che aveva baciato Newt.
Provò una stretta al cuore quando realizzò che per lui quella non era la prima volta che succedeva, ma per il ragazzo biondo era così.
Il miscuglio di emozioni che stava provando fu indescrivibile.
Si lasciò andare, al momento non esisteva più nulla se non loro due.
Newt gli stava tenendo il viso con le mani, un tocco delicato che gli fece immediatamente provare un senso di sicurezza assurdo.
Non avrebbe più voluto separarsi da lui ma fu costretto a farlo quando un rumore troppo familiare ruppe quell'atmosfera perfetta.
«Sono le porte, si stanno aprendo»
La frase di Newt gli fece gelare il sangue nelle vene.
«Dobbiamo uscire di qui»
In un attimo furono fuori dalla cella, giusto in tempo per vedere tutti i Radurai che si dirigevano verso il centro della Radura allarmati.
«Forza, forza! Correte!»
«Che sta succedendo?»
«Perchè le porte si stanno aprendo adesso?»
Si chiedevano i ragazzi spaventati.
Thomas e Newt erano appena arrivati accanto ai loro compagni quando un rumore ancora più forte e stridente li fece sobbalzare.
Proveniva dalle loro spalle.
Si voltarono di scatto giusto in tempo per vedere le altre tre porte, posizionate agli altri tre lati della Radura, aprirsi.
«Ma che cavolo...» la frase di Minho rimase sospesa nel vuoto.
«Quelle porte non si erano mai aperte» fece Newt in un sussurro.
Tutti erano ben consapevoli che stava per succedere qualcosa di brutto e l'atmosfera diventò cupa all'istante.
«Winston, vai subito al Casolare e inizia a barricare la porta» Newt si rivolse a un ragazzo che Thomas aveva incrociato varie volte nella Radura ma con cui non aveva mai parlato.
Intuendo che il Casolare fosse il luogo più sicuro nel quale nascondersi, Thomas si girò verso Chuck.
«Và con lui»
«Okay»
«Chiama gli altri e andate nella foresta a nascondervi» ordinò Gally ad uno dei suoi.
Newt si avvicinò a Minho «Vai a prendere tutte le armi che trovi. Ci vediamo al Casolare»
Il Velocista fece un cenno con il capo per poi scattare via.
«Noi andiamo a prendere Alby, okay?» disse Thomas rivolgendosi a Newt e Sonya che erano rimasti accanto a lui.
Stavano per incamminarsi quando qualcosa richiamò la loro attenzione.
Dalla porta principale si udirono i lamenti, apparentemente lontani, dei Dolenti.
In pochi attimi ne spuntò uno dal fondo del corridoio e Thomas intuì che gli altri lo avrebbero raggiunto a breve «Andate a nascondervi!»
Lui, Newt, Sonya e gli altri Radurai che gli erano rimasti accanto presero a correre e si nascosero in mezzo al campo di grano poco distante da loro.
«Giù, a terra!» ordinò Thomas d'istinto ben consapevole che quello non era per niente un ottimo nascondiglio.
L'attesa era straziante e l'angoscia per ciò che stava per accadere stava rischiando di non farlo ragionare lucidamente.
Ci fu qualche secondo di silenzio, in cui i ragazzi si guardarono tra di loro aspettandosi il peggio.
In lontananza si sentivano rumori meccanici seguiti dalle urla strazianti di alcuni Radurai.
I Dolenti li stavano attaccando e Thomas non poteva fare nulla se non rimanere lì nascosto.
Poi il peggio arrivò.
Dall'alto comparve la coda metallica del mostro che afferrò, con l'arpione a tre punte, il povero Zart.
«Zart!» riuscì ad urlare Thomas prima che il ragazzo venisse tirato via.
Era rimasto di sasso nel vederlo portato via in un istante «Dobbiamo andare!» gli urlò Newt tirandolo per la maglietta.
Uscirono dalla vegetazione e corsero verso il Casolare mentre tutt'intorno a loro avveniva la tragedia.
Thomas riuscì ad intravedere qualche Raduraio che provava a difendersi come poteva e gli venne un tuffo al cuore.
A metà corsa videro Jeff e Clint uscire dalla Medicheria mentre sorreggevano Alby.
«Che succede?» chiese il ragazzo che ormai sembrava essersi ripreso dal virus.
«Sono qui»
«I Dolenti?» chiese Jeff preoccupato.
Thomas gli fece un cenno con la testa «Dobbiamo andare al Casolare...»
Ma la sua frase venne interrotta da un Dolente che gli si parò davanti.
Non avevano nulla per difendersi e Thomas rimase pietrificato, non sapeva cosa fare.
Fu Sonya ad agire che, afferrando una lanterna, la scagliò contro il mostro che prese fuoco all'istante.
«Forza! Veloci!» urlò la ragazza riprendendo a correre.
Qualche attimo dopo erano dentro il Casolare riunendosi con Chuck, Minho, Frypan, Winston e qualche altro ragazzo.
«Sbarriamo la porta!»
Il ragazzo sapeva che quattro assi di legno non li avrebbero aiutati a difendersi da quei mostri, ma non sapeva cos'altro fare.
Al momento quella era l'idea migliore che gli era venuta in mente.
«Fate silenzio»
Il Dolente stava girando intorno alla struttura, lo scricchiolio metallico delle zampe e le ombre che si intravedevano dalle fessure lo rendevano certo.
Poi, con un tonfo, il mostro salì sul tetto provocando delle urla da parte dei ragazzi che indietreggiarono.
In un attimo la coda fece un buco nel soffitto e i ragazzi si ritrovarono faccia a faccia con il mostro che era riuscito a crearsi un varco e a cadere dentro il Casolare insieme a tutte le assi che lo componevano.
«State indietro!» Minho si fece avanti puntandogli una lancia contro, aiutato da altri ragazzi.
Un paio di loro, però, vennero presi dalla coda di un secondo Dolente e lanciati fuori.
Poco dopo, la stessa sorte, toccò anche ad Alby.
Il ragazzo non era stato lanciato fuori solo perchè era riuscito ad afferrare prontamente un palo di legno che prima faceva da pilastro.
«Alby!» urlarono quasi tutti in coro.
Thomas lo afferrò per il braccio, ma il Dolente era più forte di lui.
«Thomas, prenditi cura di loro» disse il ragazzo più grande guardandolo negli occhi consapevole del proprio destino.
Per quanto Thomas stesse provando a tirarlo verso di sé, con l'aiuto di Sonya e Chuck dato che gli altri erano impegnati a tenere lontano il mostro, non ci riuscì e in un attimo il ragazzo fu portato via.
Un grido sommesso gli uscì dalla bocca.
Passarono alcuni secondi di totale confusione.
Poi i rumori fuori dal Casolare ormai distrutto sembravano essere cessati.
Si voltò e vide che all'interno del Casolare ormai distrutto non c'era più nessun mostro.
Si erano ritirati?
A quel punto si diresse verso la porta, strappò a fatica le assi di legno e uscì all'esterno.
Il caos regnava sovrano nella Radura.
Non si avvertiva più nessun verso raccapricciante, ma allo stesso tempo, quel silenzio voleva significare che vi erano stati fin troppi morti.
Qualche minuto dopo i ragazzi videro Gally venire verso di loro seguito dagli altri, anche loro sembravano essere stati dimezzati sopo l'attacco dei Dolenti.
Nessuno ebbe il tempo di dirgli nulla poiché il ragazzo si avventò su Thomas colpendolo con un pugno in pieno viso.
Istintivamente si portò una mano sulla zona colpita, gli faceva un male cane, non sapeva nemmeno lui come era stato in grado di non cadere per terra stordito.
«É tutta colpa tua Thomas!» gli stava urlando il ragazzo mentre Minho cercava di allontanarlo da lui.
«Lo ha detto anche Alby, lui è uno di loro! È uno di loro ed è stato mandato qui per distruggere tutto!»
Newt gli si avvicinò chiedendogli se stesse bene e, nonostante non fosse così, gli fece un cenno con la testa.
La mattina era arrivata e la luce del Sole aveva subito mostrato i danni che i Dolenti avevano causato.
Le costruzioni erano completamente distrutte, così come i campi e le altre poche cose che erano riusciti a costruirsi.
Alcuni ragazzi stavano raccogliendo quei pochi oggetti che si erano salvati e una forte puzza di fumo indicava che qualcosa era andato a fuoco.
Non c'erano corpi, nessun cadavere.
I Dolenti dovevano averli portati via con loro.
Di Gally ancora non vi era alcuna traccia, probabilmente lui e i suoi erano andati a rifugiarsi nel bosco.
«Dobbiamo andarcene di qua» disse ad un tratto Minho.
Tutti gli altri furono d'accordo con lui.
Tutti tranne Thomas.
Era ancora troppo scosso da ciò che era successo solo poche ore prima.
«È solo colpa mia» riuscì a sbiascicare mentre guardava il vuoto.
«Smettila di dire così. Ne abbiamo già parlato» Newt si avvicinò a lui e gli poggiò una mano sulla spalla «Tu sei entrato nel Labirinto e hai trovato una via d'uscita»
«Ma se non l'avessi fatto i Dolenti non ci avrebbero attaccati e Alby non sarebbe morto»
«Può darsi» il biondino fece una pausa «Ma sono sicurissimo che se fosse ancora qui ti direbbe la stessa identica cosa: muovi il culo e portaci via da qui» puntò i suoi occhi in quelli del ragazzo moro «Perchè se non facciamo niente Alby sarà morto invano e questo non posso accettarlo»
Era possibile che bastava la sua voce per dargli forza e convincerlo?
Evidentemente sì.
«Okay, io ci sono ma prima dobbiamo affrontare Gally»
«E soprattutto dobbiamo convincere quanta più gente possibile a venire con noi» aggiunse poco dopo Sonya.
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