New York City♥

Chiamo a lavoro per avvisare che non verrò. Lavoro come commessa in un negozio di libri in centro. Niente di impegnativo, non è troppo lontano e lo stipendio è ottimo. Niente male, eh? Per una come me che ama i libri è un sogno. In camera mia ho una "piccola" libreria strapiena di libri. Tutti meravigliosi fantasy, avvincenti paranormali e struggenti storie d'amore. Amo il dolce profumo della carta e dell'inchiostro, solo che non ho più posto! Mi sono convertita alla comodità del kindle solo per questo. Sto piangendo sulle ultime pagine di Colpa Delle Stelle, quando il cellulare squilla. Sussulto facendo cadere per terra il kindle.

- Pronto? - Rispondo seccata senza guardare il numero.

- Mamma? - Chiede titubante una voce maschile.

- Ho un figlio?! - Esclamo.

- Ciao mammina, tutto bene? - Guardo il numero aggrottando le soppracciglia.

- Ciao figliolo. Com'è andata con quelle faccende?

- Bene, ballerina. - Ride Jess. - Ma non evitare la mia domanda, non sono nato ieri.

- No, appunto, ti ho partorito qualche ora fa e già parli! Mio figlio è un piccolo prodigio! - Scherzo asciugandomi le lacrime.

- Sammy, quanti anni hai?

- Venti.

- Allora sono io ad aver partorito te! - Ride.

- Che?! Quanti anni hai? - Gli chiedo in panico.

- Ventuno, piccola ballerina.

- Per quanto ne so, potresti essere mio nonno!

- Nipotina mia, la vuoi una caramellina? - Mi chiede facendo la voce da vecchietto.

- No, grazie nonnino. Jessy, perchè mi hai chiamato?

- Samantha, non chiamarmi Jessy, potrei strangolarti. - Dice serio.

- Ah, no bello! Non sviare con me, l'ho inventato io ancora prima che tu nascessi! - Dico. - Allora, Jessy, perchè mi hai chiamato?

Il suo silenzio m'incuriosisce.

- Jess? - lo chiamo dolcemente.

- In effetti non lo so... Credo che... Credo di avere sbagliato... - Divaga imbarazzato.

Mi sento un po' delusa.

- Oh, ok... - Sussurro, lasciando che tra noi cadi il silenzio.

- Ehi, maestra della sviazione! Non mi freghi, rispondi alla domanda che ti ho fatto prima. - dice allegramente. - come stai, piccola? - Il modo in cui l'ha detto è sensuale e io mi sciolgo letteralmente.

- Sto abbastanza bene. - Balbetto sentendomi avvampare.

- Uhm... se serve questo tono per farti parlare penso che lo userò spesso! - Esclama ritornando allegro.

Oh, sì, ti prego!  Imploro. Rimaniamo a parlare al cellulare per un'altra mezz'ora.

- Jessy, vieni qui a casa mia? Felicity ha il turno serale e non voglio rimanere a casa da sola. - L'idea che Daniel o qualcuno per conto suo torni a farmi fuori mi terrorizza.

- Certo Sam. - Dice cercando di sembrare noncurante. - Adesso arrivo. Ci vediamo tra un po' piccolina.

Chiude la chiamata facendo schioccare le labbra in un bacio. Mi alzo e vado in salotto ansiosa del suo arrivo. Mi siedo sul divano con il kindle tra le mani continuando a leggere. Incomincio a piangere come una bambinetta quando finisco Colpa Delle Stelle. È così triste... Sento il campanello suonare.

- Si? - Chiedo al citofono.

- Sono io, apri! - Riconosco la voce di Jess. Gli apro il portone.

Lo sento battere ininterrottamente alla porta.

- Sei tremendo, Jessy! - Scherzo aprendo.

- Che hai? Al citofono avevi una voce strana... - Mi scruta attentamente. - Perchè piangi, Sammy? - Chiede addolcendosi.

- Ho appena finito un libro tristissimo. - Mi asciugo frettolosamente le lacrime.

- Sicura? - Insiste dubbioso.

- Sicurissima, Jessy. - Sorrido felice di vederlo.

- A proposito di quel nomignolo. - Mi guarda intensamente.

Quando si avvicina a me, istintivamente mi ritraggo.

- Samantha, non avere paura. - Sussurra accigliandosi.

Mi blocco mentre lui mi accarezza la guancia.

- Chiamami ancora così e non so cosa ti farei. - Dice con voce suadente. Un delizioso brivido mi percorre tutta la colonna vertebrale (non pensate male). Lo guardo anche e lui sembra confuso quanto me. Il mio sguardo si posa sulle sue labbra così perfette anche da spaccate, immaginando come ci si debba sentire a essere baciati da Jess.

- Jess. - Sussurro sconvolta quando avvicina il suo viso al mio.

- sshhh. - mormora. - non chiamarmi mai più Jessy. - continua appoggiando la fronte contro la mia.

- Perchè? - Chiedo incuriosita.

Lui sfiora il naso con il suo. Jess non risponde e la cosa non fa altro che aumentare la mia curiosità.

- Jessy... - Lo istigo. - perchè non ti piace il nomignolo che ti ho dato? - insisto imbronciandomi come una bambina capricciosa.

Sussulto quando mi prende il labbro inferiore tra i denti e me lo tira lievemente. Che cazzo sta facendo? Mi sento avvampare.

- Non chiamarmi più così e basta. Mi da fastidio. - sussurra lasciando il mio labbro. - per piacere? - continua facendo gli occhi dolci.

- D'accordo, scusa. - Sbuffo. - Non chiamarmi più Sammy. - controbatto.

- Oh, no! Non ti chiamerò mai in altri modi, fattene una ragione, piccola. - sorride sornione.

- Allora penso che continuerò a chiamarti Jessy...

Mi lancia un'occhiata torva.

- Dai, Jess! Non mi guardare così. - Dico con la voce da bambina e facendo gli occhioni dolci.

- Smettila. - Fa finta di essere seccato, ma lo vedo che combatte un sorriso. Gli faccio il sollettico finchè lui non scoppia a ridere fino alle lacrime.

- Basta! Pietà! - Grida ad un certo punto. Io non smetto così Jess mi afferra i polsi e mi issa in spalla.

- Jess! - Strillo spaventata.

Il ragazzo ride e mi porta fino in cucina, dove mi adagia delicatamente sul tavolo.

- Grazie. - annaspo.

Jess si mette le mie gambe intorno alla vita. Arrossico ancora di più quando affonda la testa nell'incavo del mio collo.

- Samantha... - Sussurra accarezzandomi il fondoschiena. - Sai cosa? Chiamami come ti pare. - Inizia a baciarmi il collo.

Avete presente quei momenti in cui non capisci niente? Ecco in quel momento io ero in totale balìa di Jess e delle sue mani. I baci si spostano giù verso la clavicola prima di tornare sulla mascella. Chiudo gli occhi respirando lentamente, cercando il mio autocontrollo che a quanto pare se n'è andato in vacanza! Jess con lo sguardo mi chiede il permesso per baciarmi. Oddio che faccio? I suoi occhi si sono scuriti e mi ricordano tanto quelli di Mister. Già il capo dei Black... No, non posso!

- Jess. - Lo chiamo con voce piccola. Il ragazzo alza la testa verso di me. - Non possiamo. - Mormoro leggermente rincoglionita.

- Scusa. - Esclama allarmato. - Mi sono lasciato, un po' troppo, andare! - è seriamente dispiaciuto.

- Fa niente. Solo... potresti...? - gli faccio segno di spostarsi.

- Hai ragione, scusa. - Jess si allontana subito.

Salto giù dal tavolo barcollando. Accidenti, è peggio che essere ubriachi! Il ragazzo evita il mio sguardo, sembra molto interessato al pavimento.

- Dai, non è niente. - cerco di rassicurarlo imbarazzata.

- Forse è meglio che me ne vada... - Jess fa per andare verso l'uscita, ma lo blocco per quanto sia possibile vista la differenza di stazza.

- Tu non vai da nessunissima parte! Non voglio rimanere a casa da sola, perciò per favore siediti sul divano e fa il bravo. - Gli ordino con tono imperioso.

Soffoca un sorrisino, ma fa quello che gli ho detto.

- Allora, Sammy... - Fa un sorriso vero e ironico. - Che ti va di fare? - Allunga le braccia sullo schienale del divano.

- Ti va di guardare un film? - Chiedo indifferente, quando dentro ho uno tsunami di domande ed emozioni.

Il ragazzo annuisce. Tiro fuori il mio film preferito, Step Up. Quando lo propongo a Jess, guarda il cd dubbioso, ma non si lamenta. Mi siedo accanto a lui. Il ragazzo passa un braccio intorno alla mia vita e m'irrigidisco. Cosa fa?! Jess non sembra accorgersene. Mi attira a sè e appoggia la testa sulla mia spalla.

Un'ora dopo il film finisce. Siamo nella stessa posizione di quand'è iniziato, solo che io mi sono rilassata, in fondo siamo solo amici, no?

- Jessy il film è finito. - Lo scuoto dolcemente. Mi accorgo solo adesso che si è addormentato. È veramente... meraviglioso! Il ritratto della serenità! Russa leggermente, ma continua a stringermi a sè. Non mi va di disturbarlo... gli sposto la testa facendolo mugolare in protesta e mi accoccolo contro di lui. Inspiro il suo profumo e gli rubo un bacio senza motivo sulla mascella. Chiudo lentamente gli occhi e sprofondo nel mondo dei sogni.

- Sammy...- cosa? - Samantha... - qualcuno mi chiama.

Apro stancamente gli occhi e mi ritrovo gli occhioni neri di Felicity a fissarmi.

- Ciao. - mi strofino gli occhi.

Lei sfodera un sorriso a dir poco accecante guardando Jess che dorme beatamente ignaro.

- Cosa mi sono persa? - chiede sommessamente.

Jess si rigira infastidito allentando la presa del suo abbraccio. Sguscio via e trascino Felicity fino in cucina.

- Non mi devi dire niente? - mi chiede maliziosa.

- No. - Ribatto secca. - Siamo solo amici.

- Si, come no. Quanto pensi che sia stupida?

- Ma non dovevi essere a lavoro? - Sbuffo irritata.

- Sono tornata prima per non lasciarti da sola, ma vedo che sei in buona compagnia. - strizza l'occhio in mia direzione.

- Io... - Cerco una scusa al volo.

- Ah, no! Smettila di macchinare scuse! Ti conosco da troppo Samantha. - Ride la ragazza. - Ma adesso, dimmi... da quant'è che ti piace? - Mi chiede.

- Ci conosciamo solo da ieri. - Le ricordo prendendo una tazza dalla mensola. Ora come ora ho bisogno di essere lucida e cosa c'è di meglio del caffè per svegliarsi? E non ripondete l'acqua ghiacciata.

- Wow! Amore a prima vista.

- Felicity. - Sbuffo. - Non mi piace in quel senso. Mi ha chiesto di uscire da amici...

Lei sta per lanciare un gridolino e le tappo la bocca in tempo.

- Ti ricordo che è in salotto che dorme. - Le sibilo.

- Scusa. - Biascica contro la mia mano.

Mi affaccio in salotto per vedere se Jessy si è svegliato. Fortunatamente dorme ancora.

- Cosa gli hai risposto? - mi chiede la mia migliore amica.

- Che ritenti sabato. - Faccio un sorriso sbilenco.

- Tu cos'hai fatto?! - Urla sconvolta.

Mi batto una mano sulla fronte e alzo gli occhi al cielo.

Dopo pochi minuti Jess si precipita in cucina agitato.

- è successo qualcosa? - Si vede che si è appena alzato, con tutti i capelli sparati per aria e il sonno che gli ricopre ancora il viso.

- Tutto a posto, Jess. - Lo rassicuro con un sorriso dolce.

Il ragazzo si siede su una sedia buono buono, mezzo addormentato.

- Tu non dovevi tornare stanotte? - Chiede Jess a Felicity.

- Si, ma mi sono presa del tempo libero per tenere compagnia a Samantha, anche se quando sono arrivata ho scoperto che era già in ottime mani. Perchè, ti dispiace?

Jessy annuisce con un sorriso innocente.

- Dovevo comunque tornare a lavoro, a stasera. - Mi saluta Flicka. - Ciao Jess.

Il biondo gli fa un cenno con la mano. Sento la porta dell'ingresso chiudersi con un tonfo pesante.

- Ti va del caffè? - Chiedo a Jess.

Il ragazzo annuisce. Tiro fuori un'altra tazza e inizio a macchinare con la moka. In pochi minuti l'aroma del caffè riempie la cucina.

- Occhio che scotta. - Gli dico dolcemente passandogli la tazza fumante.

- Grazie. - Biascica.

Lo guardo da sopra il bordo e noto che qualcosa non va. Non è il Jess allegro di questa mattina.

- Tutto bene? - Gli chiedo timidamente.

Lui appoggia la tazza con un po' troppa energia facendo sobbalzare pericolosamente il caffè bollente.

- Va tutto a meraviglia. - Dice allegramente, ma con una nota triste nella voce.

------------ Angolo Autrice ---------

Eccomi quaaa! Ve gusta el capitolo nuevo? ;)

Adoro leggere i commenti che scrivete, vi amo di bene ♥

Asja♥

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