Club Anti-Maschi
<<Di quale club state parlando?>> Irruppe come un uragano nella stanza, spazzando via l'atmosfera misteriosa che si era creata. Lana e Lili sussultarono dallo spavento per essere state interrotte così bruscamente, e poi sbiancarono vedendo la diretta interessata del discorso.
<<Dua...possiamo spiegarti.>> Lana fece qualche passo verso di lei, con la voce che tremava dalla tensione. Forse si sentiva in colpa per averle complottato alle spalle.
<<Ho sentito il mio nome uscire dalla bocca di Lili. Cosa stavate confabulando?>> Sentenziò con voce ferma e poi chiuse le labbra in una linea. Lana deglutì, temendo di essersi messa nei guai. D'altra parte però, anche Lili giocava a fare la dura. A differenza di Lana, trasparente come l'acqua, l'espressione di Lili non tradiva alcuna emozione. Lana pensò che forse anche a lei sarebbero serviti dei corsi di recitazione.
<<Ti sarai sicuramente confusa con il nome di qualche altra studentessa.>> Mentì spudoratamente. Non era il massimo per lei, ma anche se era tra le più brave a recitare, ciò non la rendeva pronta ad ogni occasione. Specialmente quella, in cui erano state colte alla sprovvista.
<<E tu stamattina avrai sicuramente sbattuto la testa a terra per pensare che io creda a tutte le tue bugie!>> Le puntò il dito contro.
Lili alzò le spalle e poi si appoggiò con nonchalance sul suo lettino, il quale scricchiolò sotto il suo peso. A lei piaceva giocare molto con il linguaggio del corpo, così da aggiungere credibilità alle sue parole. In quel momento stava fingendo una calma apparente.
Dua però si fece il doppio più furba di lei, riconoscendo l'anello debole tra le due. Quindi assottigliò lo sguardo, rivolgendolo completamente a Lana, la quale non avrebbe fatto nulla per sopperire il suo nervosismo. Infatti, seppur non dicendo nulla, spostò i suoi capelli fluenti sulla spalla destra, e poi prese a giocherellare con il suo abitino merlettato. Tenne per tutto il tempo i suoi occhi da cerbiatta su un punto indefinito, fin quando Dua non la spronò a parlare.
A quel punto Lana girò il capo nella direzione in cui si trovava Lili, supplicandola con i gesti del viso di rivelarle tutta la verità.
<<E va bene! Ti diremo tutto.>> Concesse Lili, mettendosi a sedere e appoggiando le mani sulle sue ginocchia. Dua abbozzò un sorriso sentendosi improvvisamente allegra.
<<Ma occorre che tu venga con noi, dobbiamo mostrarti una cosa.>> Enunciò con tono serio.
~ ~ ~
Dua si trovava in mezzo a quelle due pazze, che la stavano conducendo chissà dove. Sentì lo stomaco contorcersi al pensiero di scoprire il loro segreto, e soprattutto, in qualche modo, di farne parte.
<<Hai sentito parlare di club, ebbene consiste in un salotto informale dove le donne si scambiano idee e si sostengono a vicenda. Non so spiegarti le origini, so solo dirti che anch'io l'anno scorso mi ci sono ritrovata dentro, senza neanche accorgermene. Come ti spiegai già, Lana era la mia compagna di stanza, e allora stava malissimo, non solo perchè si sentiva un pesce fuor d'acqua, ma per alcuni episodi accaduti nella sua sfera sentimentale. Poi, d'improvviso, trovò sollievo in questo club, e tutta contenta mi pressò affinché entrassi anch'io. Da lì ho scoperto delle persone meravigliose, con cui noi ogni giorno ci diamo appuntamento per sostenerci l'un l'altra.>> Prese parola Lili, che sembrava la più risoluta in quel momento. Lana si limitava ad annuire.
<<Continuo a non capire.>> Bofonchiò Dua, più confusa di prima. <<Qual è lo scopo di questo club? Si sono formate delle amicizie, ma non potevano rimanere tali?>>
<<Infatti le ragazze che adesso ti presenteremo sono nostre amiche anche al di fuori del club. Tuttavia ha lo scopo di reclamare giorno dopo giorno i valori di noi donne. Varie regole, scelte da tutte noi, hanno l'obiettivo di fissare bene a mente come ci dobbiamo approcciare col genere maschile. Tutte noi almeno una volta ci siamo sentite calpestate, prostate, o trascurate dal sesso opposto. >>
Dal modo in cui Lili ne parlava sembrava più che convinta del gruppo di cui facesse parte. Alle orecchie di Dua, invece, pareva soltanto una tesi femminista e stupida, dettata da chi non sa trovare la forza in sé stessa per farsi rispettare, e ha bisogno dell'appoggio altrui per affermare i propri diritti. Ma aspettò che finisse di proferire, prima di emettere la sua opinione. Intanto si limitava a corrucciare le sopracciglia, ogni volta che sentisse un'idiozia uscire dalla sua bocca rosea.
<<Siamo arrivate!>> Esclamò Lana, prima di aprire le grandi porte che davano accesso ad una vasta stanza. Quella che inizialmente poteva dare l'aria di una normalissima aula, era acchittata in modo personale: vi si trovavano tende rosa, cuscini sparsi a cerchio per terra, e vari banchi, agli estremi dell'aula, ingentiliti da cosmetici e candele profumate. Era tutto così femminile!
<<Questo è il nostro angolo paradiso, una stanza relax dedicata solamente al nostro benessere. Inizialmente era una semplice aula, proprio come tutte le altre, ma poi è stata abbandonata siccome il preside la riteneva poco attrezzata. Da allora è divenuto il nostro luogo di raduno, infatti solo noi collegiali disponiamo della chiave. Occorre che nessuno venga a scoprire ciò.>> Spiegò Lana, con gli occhi che le brillavano dall'emozione. Anche se scettica dal principio, Dua si stava già abituando alla pace che si respirava in quella stanza, momentaneamente sgombera da qualsiasi altra persona.
<<Come ti stavo spiegando, noi ragazze che facciamo parte di questa sorta di club, siamo tutte apparentemente diverse, l'unica cosa in comune che abbiamo è questo!>> Lili aprì le braccia per enfatizzare l'argomentazione.
D'un tratto Dua riuscì a collegare tutto. La lampadina nel suo cervello si accese, rivelando questa nuova consapevolezza. Finalmente riuscì ad attribuire un senso a tutte le volte in cui sia Lili che Lana si fossero comportate in modo ambiguo, intavolando una conversazione sui maschi. Si ricordò del primo giorno, quando Lili rimase la conversazione in sospeso, e poi al ballo di inizio anno, quando Lana spiegò di non poter intrecciare relazioni. E poi era chiaro anche il motivo per cui Lili in teatro avesse indagato sul suo ex.
Purtroppo per lei, però, il suo flusso di pensieri fu spezzato dalla porta che si aprì. Fecero capolino non una, non due, ma ben cinque ragazze, le quali rimasero sorprese accorgendosi del suo volto sconosciuto.
<<Chi è lei?>> Domandò una ragazza bassina dai capelli tinti di un blu acceso. Dua pensò che per esserci tanti componenti, la cosa fosse presa seriamente, diversamente dal suo atteggiamento.
<<Non vi preoccupate, lei è Dua Lipa, e prenderà parte al nostro club.>> Disse Lana tranquillizzandole.
<<Non ho mai affermato di voler partecipare!>> Specificò la mora.
<<Hai ragione a sentirti spaesata per adesso, anch'io ho pensato subito che fosse una cagata!>> Parlò sempre la ragazza di prima, la quale si dimostrò molto simpatica ai suoi occhi. D'altronde il suo abbigliamento era stravagante, indossava un completo oversize di maglia e pantalone, ambedue di color bianco. I suoi occhi color ghiaccio, erano penetranti e al contempo spenti, contornati da delle folte ciglia nere. In compenso però, ciò che le conferiva luce, erano le sue catene dorate, disposte una sull'altra. <<Mi chiamo Billie, comunque. Billie Eilish.>>
<<Io invece mi chiamo Kesha Sebert!>> Pronunciò con tono frizzante la ragazza al suo fianco, che si allungò anche per stringerle la mano. Quest'ultima era alta e possedeva uno sguardo impavido. Inoltre il suo viso paffuto, dove risiedeva uno spruzzo di lentiggini, era incorniciato da una chioma bionda, disordinata e selvaggia.
<<Piacere di conoscerti Dua, io sono Amy Lee, spero ti troverai bene con noi.>> Asserì affabile la ragazza dai capelli nero lucente, che le arrivavano sotto al seno, il quale strabordava dal suo stretto corsetto.
L'ultima che era sfuggita alle presentazioni, invece, era sparita dalla sua vista. Guardandosi intorno la trovò in un angolino della stanza, seduta su una sedia, con il piede appoggiato su di essa. Catturò subito la sua attenzione, forse per il suo abbigliamento che ostentava a mettere in mostra le sue gambe magre, le quali erano coperte da delle larghe calze a rete. Il piede era rivestito da un pesante anfibio, e sopra indossava una maglietta a tratti lacerata, che le arrivava a stento sotto i glutei. Oppure poiché mostrava un atteggiamento assai menefreghista, come se fosse esclusa dalla conversazione.
<<Oh lei è mia sorella: Kaya Scondelario.>> La informò Amy, come se fosse tenuta a giustificarla. Il viso di Kaya, che prima era celato dietro le sue ciocche castane, incontrò quello di Amy, costringendola a rivedere la sua presentazione. <<La mia sorellastra volevo dire.>> Si corresse.
<<Bene!>> Congiunse le mani Lana <<Non ci basta che avere l'approvazione del capo.>>
In quell'esatto momento, infatti, la leader si materializzò, in tutta la sua bellezza e in tutta la sua sprezzante ricchezza: <<Qualcuno mi cercava?>>
La voce squillante rimbombò tra le quattro pareti. Dua non aveva bisogno di girarsi per capire di chi si trattasse. Ma strinse forte le palpebre nella speranza che si sbagliasse. E invece il suo intuito non errava mai.
<<Emma?>>
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