Capitolo IV

Meidro iniziò a vedere di nuovo le immagini di Coruscant.

Pensava fosse incredibile come rivalità e inimicizie si fossero dissipate solo per far evadere alcuni carcerati.

No, davvero non posso crederci. Dev'esserci qualcosa sotto, ne sono sicuro.

In quel momento il pigolio del campanello fece voltare Meidro di scatto. "Entrate" disse subito.

La porta della stanza si aprì ed entrò un droide medico. "Meidro, hanno chiesto che torni nella vasca di bacta".

Il Devaroniano sbuffò. Aveva ancora visibili i segni delle torture subite nella prigione, e sicuramente non se ne sarebbero andate facilmente dalla sua mente, ma in quel momento non aveva voglia di tornare lì. "Fai andare qualcun altro, la mia non è più una priorità".

Il droide annuì sconsolato ed uscì dalla stanza con un rumore di gambe meccaniche al lavoro.

Subito dopo Meidro riprese a vedere le immagini, riflettendo sulle torture. Di solito il Triumvirato non aveva mai usato la tortura per estorcere informazioni dai prigionieri, il ché significava che il comandante del carcere si era preso qualche libertà di troppo. "Non finirà qui" mormorò mentre spegneva l'oloregistratore e si avviava verso l'uscita della stanza.

E proprio in quel momento la porta si aprì ed entrò un Weequay familiare. "Dol!" esclamò Meidro rasserenandosi.

"Amico, il tuo capitano mi ha detto che ha scoperto qualcosa di interessante".

Meidro si illuminò di speranza. "Davvero?" chiese scansando Dol per raggiungere al più presto Deenno.

"Sì, dice che ha scoperto il nome del capo della prigione".

Voglioso di vendetta, Meidro si voltò un attimo a guardare Dol come a ringraziarlo, e quindi scattò lungo il breve corridoio ed entrò nella stanza principale della nave.

Lì trovò i fratelli Zagaar che giocavano a sabaac come durante ogni viaggio, e non lontano da loro la bellissima e letale Leesa, una Twi'lek reclutata da Deenno durante uno dei suoi numerosi viaggi su Ryloth.

Il Devaroniano attraversò la stanza senza che nessuno si interessasse a lui ed entrò quindi nell'anticamera del ponte, dove venne bloccato dal braccio robusto di un Nikto.

"Dove vai?" esclamò quello con voce roca, e Meidro si stupì di non averlo mai visto.

"Chi sei?" gli chiese in tono aggressivo.

"Chi sarai te!" esclamò il Nikto scagliando Meidro verso la parete opposta.

Chi è questo attaccabrighe? E cosa ci fa qui? si chiese il Devaroniano andato s tutte le furie.

Senza esitazione finse di colpire il Nikto con un pugno, quindi saltò e sollevò rapidissimamente una gamba, centrandolo alla placcatura leggera che copriva l'addome.

Il Nikto si piegò imprecando nella sua lingua, e allora Meidro scattò sollevando il ginocchio, mandando la guardia a schiantarsi contro la porta del ponte.

Quella si aprì un istante dopo e la faccia stupefatta di Deenno fece sentire Meidro seriamente in imbarazzo. "Cos'è successo qui?"

Il Devaroniano fece per spiegare, quando il Nikto si sollevò improvvisamente e afferrò una gamba di Meidro, rischiando di farlo cadere; fu però salvato dalle braccia di Dol che lo sorressero giusto in tempo.

"Che succede?" chiese anche il Weequay, e così mentre il Nikto si rialzava Meidro spiegò come fosse stato bloccato dall'estraneo e spinto verso il fondo della stanza, tralasciando ovviamente qualche dettaglio.

"Non è andata affatto così" provò allora a protestare il Nikto, e quando questo agitò un pugno per dare enfasi, Deenno si frappose tra i litiganti.

"Ogkho, sarò molto felice di sentire la tua versione dei fatti in un altro momento" lo liquidò il capitano della nave. "Invece sono sicuro che tu sia venuto qua per un buon motivo, Meidro".

Senza smettere di sentirsi in imbarazzo, il Devaroniano annuì mestamente. "Ebbene?" chiese Deenno.

"Dol mi ha detto delle novità" disse Meidro senza alzare la voce.

Sapeva perché si era comportato in quel modo col Nikto. Quella sua assenza dalla banda lo aveva fatto sentire escluso e aveva voluto riaffermarsi. Ma ho sbagliato metodo.

"Ah, giusto! Me ne stavo per dimenticare" rispose il comandante indicando intanto prima Meidro e poi Ogkho.

"Vieni con me sul ponte".

Deenno tornò dall'altra parte della porta e il Devaroniano lo seguì, finendo nel piccolo ponte di comando in cui si trovavano i quattro piloti e artiglieri della nave.

La Aldeena era, dopotutto, solo un mercantile. Pesantemente e radicalmente modificato, ma pur soltanto un mercantile.

"Allora, Meidro" disse Deenno facendo dirigere lo sguardo del Devaroniano su di sé. "Pare che abbiamo scoperto chi era a capo della prigione".

Meidro era tornato completamente attento alle novità. "Allora?"

"Allora pare che si chiami Che Volos, ed è a capo di quella prigione da due mesi".

Che Volos ripeté a mente Meidro promettendo a se stesso di non dimenticarsene.

"Altre informazioni?"

Deenno annuì ed estrasse una data card dall'oloproiettore principale. "E' tutto qui dentro. Dimmi cosa ne pensi e..."

Non finì subito la frase, rimanendo come bloccato in un pensiero. "Dimmi cosa ne pensi" ripeté semplicemente, quindi si girò verso la consolle principale e puntò gli occhi al vortice iperspaziale in cui la Aldeena si trovava da circa un giorno.

Meidro non fece altre domande e nonostante fosse sospettoso per la curiosità di Deenno uscì dalla plancia con Dol al seguito.

"Allora, adesso che sai chi è cosa farai?" chiese il Weequay poggiando la mano possente sulla spalla di Meidro.

"Non saprei. Prima però voglio vedere queste altre informazioni".

"Hai ragione" confermò Dol, "io ti aspetterò nella stanza che mi hanno dato: devo cercare di chiamare quelli della mia gang".

Il Weequay stava per scendere la scaletta che portava ai dormitori inferiori quando Meidro lo bloccò. "Aspetta" gli disse. "Hai diritto anche tu di vederlo: dopotutto eri con me e mi sei stato vicino".

Gli occhi di Dol splendettero di gioia. "Non so cosa dirti. Erano anni che non parlavo con un... be', con un amico, e adesso non so più com'è essere amici".

Meidro sorrise. Lui sapeva bene cosa voleva dire essere amici, e anche nemici. Ripensò subito al Nikto, ma anche a Deenno. Quando faceva parte dell'equipaggio della Aldeena, i due erano sempre stati in buoni rapporti, ma con gli ultimi avvenimenti probabilmente il rispetto che prima il tenente provava per Meidro doveva essere sciamato, sostituito da una sorta di pietà.

Me la pagherai, Volos! "Non ti preoccupare, adesso sai di chi puoi fidarti, Dol" disse Meidro sorridendo e scacciando il pensiero rabbioso rivolto al capo del carcere.

Insieme entrarono nella stanza di Meidro, e il Devaroniano inserì subito la data card nel suo data pad.

Un attimo dopo una serie di scritte iniziarono a scorrere sullo schermo e gli occhi di Meidro le seguirono attentamente, con la fronte che si aggrottava ogni secondo di più.

"Traditori" sussurrò smettendo di leggere.

Dol lo guardò senza capire, quindi lesse anche lui le informazioni. "Non ci credo".

Meidro scosse la testa. "Neanche io, ma così si spiegherebbe la domanda di Deenno".

I due si guardarono un attimo, quindi il Devaroniano si alzò. "Io ho già fatto la mia scelta" disse con decisione.

"E anche io!" esclamò Dol avvicinandosi alla porta. "Daremo una lezione ai Duros per il loro tradimento!"

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"Se mi ricordo bene, tu dovresti essere Shimti".

Il soldato annuì sorridendo. "E tu Elemonna" continuò il capitano Sheed.

"Vedo che vi conoscete già".

Entrambi i soldati annuirono e Sheed ammiccò verso il suo crono. "E vedo che vi siete anche trattenuti a parlare per un bel po'" annotò con disappunto.

"Ci perdoni, signore" si scusò rapidamente Koro. "Comunque mi sembra che manchi ancora qualcuno".

"Infatti, ma sembra essere arrivato proprio adesso".

Un landspeeder si era appena fermato accanto al gruppo e il Bothan che lo guidava ne scese con passo elegante.

"Tenente Fedi'las dell'Intelligence a rapporto".

"Ed ecco l'ultimo ritardatario" commentò Sheed facendo scoppiare una risatina generale. "Adesso ci siamo tutti, e direi che le presentazioni possono aspettare: prima partiamo per Duro e prima scopriremo l'esistenza, o la non esistenza, di questa... congiura".

Così dicendo il capitano fece per salire la rampa di sbarco della navetta, quando con la coda dell'occhio Koro vide Ala avvicinarsi. Devo darle tempo. "Signore, veramente prima di partire preferirei scoprire con chi sto viaggiando".

Sheed si voltò verso di lui e incrinò le sopracciglia con un'espressione non molto carina. "Credevo che l'Ammiraglio Druson vi avesse inviato tutte", e marcò quel tutte, "le informazioni".

Koro si sentì mancare. Non avrebbe funzionato, ne era sicuro. "Forse Shimti ha ragione" disse in quel momento Dreeba, la Rodiana.

"Concordo con lui" disse Letho capendo il motivo della perdita di tempo.

E prima che qualcun altro potesse avere qualcosa da dire, Sheed concesse le presentazioni. "Come saprete già, io sono il capitano Wolf Sheed del Nono Reggimento Operazioni Speciali. Sono a capo della Squadra Cloak e rispondo unicamente agli ordini dell'Ammiraglio Druson".

Koro decise di prendere la parola per secondo in modo da far capire ad Ala che poteva entrare nella nave. L'unico problema era il Bothan, il quale si trovava con la faccia rivolta proprio all'entrata della navetta. Devo inventarmi qualcosa oppure tornare a fare la guardia a una nave sarà la cosa più bella che possano affidarmi.

"Io sono Koro Shimti" disse facendo un passo in avanti nel semicerchio improvvisato e cercando già di andare nella direzione opposta a quella da cui veniva Ala. "Non sono un graduato, né ho fatto alcun corso per ufficiali".

Greeba lo guardò con curiosità, mentre gli occhi di Sheed esprimevano una specie di senso di superiorità. "Faccio parte di questa missione perché insieme a un tecnico ho salvato il trasporto Naboo Grassland da un attacco di pirati. Il mio amico ha dato la vita per salvare la nave, e così il merito è andato solo a me e adesso mi trovo qui".

Greeba annuì come ad approvarlo, e con un guizzo degli occhi Koro vide Ala infilarsi sotto la rampa di sbarco. Ancora qualche secondo.

Il soldato continuò a camminare nella stessa parte del cerchio e riprese a parlare. "Spero che non nasceranno conflitti" e così dicendo guardò Sheed, "o discussioni per i nostri gradi. Tutti noi abbiamo un motivo per essere nella Squadra Cloak, e questo motivo è stato scelto da uno dei Triumviri in persona".

Con immensa soddisfazione, Koro vide finalmente Ala sgattaiolare come un'ombra all'interno della nave e tirò un sospiro di sollievo. "Detto ciò, ho finito".

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