Prologo.
Due anni.
Sono passati due anni da quella mia esperienza a New York.
Cos'è successo dopo che mio padre ci ha detto del trasferimento? Sono entrata nel panico più totale e sono scappata via, fregandomene che ci fossero i Dallas in casa.
Cameron mi ha seguita e siamo stati abbracciati per un lungo tempo mentre io piangevo tra le sue braccia.
Due giorni dopo Cameron, da codardo, mi ha mandato un messaggio dicendomi che non ce l'avrebbe fatta a sostenere una storia a distanza e che gli sarei mancata. Non l'ho più risposto e sono due anni che non lo vedo.
Vi starete chiedendo: perché Cameron e non Sierra? Sierra è venuta a trovarmi un paio di volte al mese ed è restata qui per un po'.
Alcune volte veniva a trovarmi con Daniel, ma dopo la loro rottura, è sempre venuta da sola.
Già, Daniel e Sierra si sono lasciati perché qualche mese fa lei andò ad una festa con Cameron e Dylan e, non essendoci Daniel, si è divertita con Dylan ballando con lui. Si è ubriacata e l'ha baciato.
Da quel momento ha capito che Daniel non è quello giusto per lei, quando lo baciava non provava niente ed ha deciso di lasciarlo.
Come lei dice, Daniel non ci è rimasto tanto male. Cioè, si ci è rimasto male, ma non tanto da piangersi su notte e giorno.
Intanto non ho più visto Daniel, ma a volte mi chiama dicendomi come passa le giornate o cosa succede in questo periodo a New York e a scuola.
Mentre Dylan mi chiama ogni giorno raccontandomi i minimi pettegolezzi che succedono. Le sa tutte lui. È ancora legatissimo con i Dallas, ma dopo quel bacio cerca in tutti i modi possibili di evitare Sierra.
Ho chiesto spesso a Sierra di Cameron quando veniva qui, ma lei ha sempre sviato il discorso su quest'ultimo trovando un altro discorso a suo parere 'interessante', ma che a me non interessava proprio.
Una volta le ho detto "Sierra, smettila! Come sta Cameron?" E lei mi ha risposto dicendomi che si è fatto una nuova vita.
Continua a lavorare nell'azienda aiutando il padre e, a volte, lavora anche come barista.
Il padre, in questo periodo, viene spesso a trovarli e a volte resta per tre giorni con loro. Non potete immaginare quanto sia felice Sierra.
Quando non viene qui facciamo delle lunghe videochiamate via Skype, soprattutto quando in casa non ci sono Lucy e Matt.
Approposito di Lucy e Matt. Successe un casino prima della nascita della bambina. Lucy disse a Matt che la bambina era sua e lui le urlò contro perché gliel'aveva detto a sei mesi.
Ora fortunatamente le cose vanno bene tra di loro e si fanno in quattro per la loro bambina. Lavorano entrambi e lavoro anche io, si, come la loro babysitter.
Ovviamente mi pagano e mi occupo della piccola principessa, ma quando quest'ultima dorme, ne approfitto per parlare con Sierra via Skype.
La loro bambina è nata circa un annetto e qualche mese fa e si chiama Naomi. È bionda e ha gli occhi verdi come Lucy, ma assomiglia tantissimo a Matt. Chi non lo sapesse, capirebbe che è sua figlia. È dolcissima è carinissima. Dovreste vederla!
Comunque, ritornando sul discorso di Cameron, ogni volta che io e Sierra facciamo una videochat lui non c'è mai e, di conseguenza, non lo vedo mai.
A volte penso a lui anche se non dovrei. È una storia passata ed è meglio vivere nel presente ora.
Oh, non vi ho ancora parlato del mio ragazzo. Già, sono fidanzata! Sono fidanzata da circa nove mesi con un ragazzo di nome Charlie. Ha la pelle abbronzata, i capelli castani e gli occhi verdi. È muscoloso ed è un ragazzo dolcissimo.
L'ho conosciuto in una libreria, la libreria in cui vado sempre. L'ho trovato mentre leggeva un libro. Mi sono seduta vicino a lui, non accorgendomi che ci fosse, e non abbiamo parlato per un po'. Mi ha raccontato di lui e ci siamo conosciuti lì. Dopo esserci scambiati i numeri e visti per un po', mi ha confessato di avere una cotta per me ed io ho fatto la stessa cosa. Da quel giorno stiamo insieme.
Come ho fatto con la scuola di New York? Ho seguito le lezioni da qui, altrimenti avrei dovuto fare di nuovo un casino.
Con il lavoro? Beh, non lavoro da un po' e Nash non mi ha chiamato per riprovarci, ma so che quelle foto con Cameron hanno fatto il boom dappertutto. Ci sono ovunque ed alcuni hanno creato una fan page su Facebook su me e Cameron. Assurdo. Non immaginate nemmeno la faccia che ho fatto quando l'ho vista e quando ho letto le cose che avevano scritto.
Non ho più sentito parlare di Madison né da Daniel né da Sierra. Sarà la volta buona che si sia tolta dai piedi?
È mezzogiorno ed io sono ancora nel mio amato letto. Il cellulare vibra e mi accorgo che un numero sconosciuto mi sta chiamando.
Rispondo un po' confusa.
"Pronto?"
"Com'è la vita a Londra? Cameron qui si sta divertendo un mondo." Dice la stessa voce maschile di due anni fa.
"Non mi importa di Cameron."
"Dovresti ringraziarmi è grazie a me se hai avuto quel trasferimento. Buona vita." Ridacchia e stacca.
Due anni fa l'avrei maledetto, ma pensandoci è meglio che sia andata così. Nessuno dei due soffre vedendo l'altro ed io sono felice con Charlie.
Non mi hanno più chiamato da quando sono andata via da New York e non capisco perché mi abbiano chiamato ora. Comunque sia non mi importa. Non mi interessa di Cameron, sto bene così.
Mio padre urla il mio nome dal piano inferiore e, sbuffando, decido di alzarmi.
Scendo dalle scale sembrando uno zombie, con il mio pigiama rosa.
Arrivo lentamente in cucina mentre mio padre urla il mio nome più e più volte.
"Eccomi." Biascico.
"Finalmente! Ho bisogno del tuo aiuto." Sbuffo.
Di solito gli aiuti di mio padre comprendono il fare sforzi fisici come prendergli qualcosa ed ora non sono ancora del tutto sveglia per farlo.
"Cosa devo prenderti?" Lui ridacchia ed io lo guardo confusa.
Mio padre non capisce che io non posso far sforzi la mattina. Cioè, mi correggo, non voglio fare sforzi. Nonostante gliel'abbia detto trecentomila volte non si arrende. È come parlare ad un muro.
In cucina arriva anche mia sorella. È diventata simile a me ed anche se a volte litighiamo, ci siamo legate tantissimo. Mi racconta tutti i suoi segreti e le sue cotte ed io le racconto le mie, ovviamente per 'le cotte' si intende quelle prima di Charlie.
"Dimmi papà." Rivolgo lo sguardo verso di lui.
"Beh, conviene aspettare prima la mamma."
Mezz'ora dopo è seduta a tavola con noi e stiamo tutti aspettando con ansia la 'notiziona' di papà.
"Mi serve una segretaria per l'azienda di New York e visto che so che tu ami tanto quella città e che ti manca tanto, ho pensato a te."
Mi sorride ed io non so cosa fare.
"Papà, tu sai che io ci tengo molto, ma ora c'è Charlie. Non posso andare via senza avergli dato una spiegazione. Dirò che è per questione di lavoro, certo, ma se succedesse ciò che è successo con lui due anni fa?" Dico turbata. Sanno bene a chi mi riferisco.
"Non succederà la stessa cosa che è successa con Cameron." Mi irrigidisco a quel nome.
"Potrà venire a trovarti ogni volta che vorrai e anche noi lo faremo. Dopo aver finito il nostro progetto ci stabiliremo definitivamente a New York." Promette.
"Allora verrò con voi, quando vi stabilirete definitivamente."
"No, sarà troppo tardi. Tra due giorni partirà l'aereo, non voglio discussioni." Dice e si alza bruscamente da tavola.
È tutta una strana coincidenza. Cerco di non pensarci più ed è così che devo ritrasferirmi a New York per di più da sola.
Una parte di me è contenta: rivedrò Sierra tutti i giorni, Daniel, Nash e Dylan.
Una parte di me, però, non vuole lasciare Charlie. Si, verrà a trovarmi quando vuole, ma non sarà la stessa cosa.
Però, riflettendoci, non ho altra scelta. Le condizioni di papà si sanno: o si fa come dice lui, o si fa come dice lui.
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