Capitolo 30.
Tre mesi dopo.
Mi sveglio sorprendentemente più stanca di ogni altro giorno. La testa mi gira e non mi sento proprio bene. La mia pancia sta iniziando a crescere e sto cercando di mettere delle maglie larghe per non far capire il mio disastro bellissimo. Già, solo mio perché sono ancora del parere che il padre non debba saperlo.
L'ho visto qualche volta a casa di Sierra, ci siamo solo scambiati delle occhiate, ma nulla di più. Non ci siamo più rivolti la parola da quel giorno, anche perché fondamentalmente non ho nulla da dirgli.
Il bambino sta benone e ogni mese vado dal ginecologo con la scusa che vado a fare un giro con Sierra e Lola. Il test a casa di Sierra non è uscito allo scoperto e la cosa non mi è sfuggita nemmeno con i miei. Tra un po' saprò se il bambino è maschio o femmina. Sono emozionatissima.
Lola e Sierra mi sono sempre state vicino in questi quattro mesi e mi hanno accompagnato in tutto. Mi hanno sempre sostenuta in ogni cosa tenendo con loro il segreto di questa creatura.
Nemmeno Charlie sa niente e non credo che sospetti. Le ragazze hanno saputo l'episodio del messaggio il giorno dopo l'accaduto. Inutile dire che stiamo indagando. Sembriamo tre detective.
Comunque..Dopo quell'episodio non ci sono stati altri sospetti ad eccezione di quando, a volte, pronuncio il suo nome e lui non si gira nella mia direzione. Come, ad esempio, l'altra volta..
Corsi sul divano dopo essere tornata dal bagno. Charlie guardava un documentario sugli animali che sembrava noioso. Eravamo coi miei, avevamo finito di cenare e ci eravamo seduti in modo poco elegante sul divano a guardare un film.
"Charlie." lo chiamai più volte, ma lui non mi rispose.
"Non mi ch..oh, dimmi." disse dopo un po'.
Questa cosa mi puzza. Chissà cosa voleva dire con quella frase, a volte ci penso..Se magari avesse l'avesse portata a termine avrei capito qualcosa in più sul suo giochetto con Madison, o forse no.
Cerco di alzarmi dal mio letto caldo che sembra intrappolarmi per incastrarmi in un sonno profondo. 'Devo alzarmi.' dico a me stessa invano. Mia madre inizia ad urlare il mio nome dal piano inferiore e decido di alzarmi dopo i suoi continui richiami.
Prima di scendere al piano di sotto sfilo la maglia del pigiama per indossarne un'altra. Mi guardo allo specchio restando in reggiseno: la mia creatura sta crescendo insieme alla mia pancia, non potrei che esserne più felice.
La cosa che mi distrugge, però, è che i miei non sanno nulla..Non so che fare..Se lo sapessero loro, lo verrebbe a sapere anche Charlie e, detto sinceramente, non voglio.
Bussano alla porta e mi infilo velocemente la maglia larga che avevo deciso di indossare.
"Tesoro?" domanda mio padre dall'altro lato della porta.
"Papà, aspetta, mi sto vestendo." dico infilandomi il leggins. Indosso la felpa bianca e nera e le scarpe di quest'ultimo colore.
Apro la porta e lui mi guarda.
"Tesoro..cos'è successo?" mi chiede ed io lo guardo impaurita. Avrà scoperto tutto? Merda, avevo detto a mia sorella di non dirlo. Già, mia sorella lo sa.
Venne a curiosare in camera mia e mi vide mentre mi toccavo continuamente la pancia. La vide più grande e il suo pensiero andò dritto su quella teoria. Gli dissi anche che il padre era Cameron e lanciò un urlo pazzesco, tanto che la sentii mia madre al piano di sotto.
Mamma venne in stanza chiedendomi cosa fosse successo mentre coprii la mia pancia con le lenzuola e con la maglia.
Stava per scoprirci.
"Papà, io non volevo..ho sb.." mi interrompe. Sto andando nel pallone.
"Leighton, cosa stai dicendo? Io dicevo cosa ti succede nel senso che sei pallida..E poi cosa non volevi?" Ti sei buttata nella merda da sola, Leighton, grande.
"Aaah..beh non volevo..non volevo.." mi guarda con un sopracciglio alzato. "Non volevo andare a dormire tardi!" continuo. È l'unica cosa che mi viene in mente. Mi guarda confuso.
"..Sono andata a dormire tardi perché un libro che sto leggendo mi ha colpito molto che mi invogliava a continuare. Sono stanca, sarà per questo che ho questa faccia cadaverica." ridacchio. Spero che se la beva.
"Ho capito, se vuoi puoi stare a casa." mi dice preoccupato.
"Oh, no tranquillo. Posso farcela." dico rassicurandolo. Mi sciacquo la faccia e faccio colazione.
"Tesoro, hai una luce nuova negli occhi." dice mia madre. Sto per strozzarmi con il cornetto. Tossisco e mia sorella mi prende dell'acqua per farmi scendere il nodo in gola che mi si è creato.
"Luce nuova?" domando dopo aver sorseggiato l'acqua.
"Si..ma non riesco a decifrarla." rimango in silenzio mentre lei cerca di studiarmi.
Mi alzo e mi dirigo verso l'auto di mio padre. Mi siedo sul sedile del passeggero e mio padre mi segue. Fa partire la macchina dirigendoci verso la nostra azienda, l'azienda in cui lavoriamo.
****
Nove ore dopo.
Ho finito di lavorare. I progetti da fare oggi sono stati tantissimi, ma ho comunque cercato di finire presto.
Sono le 17.30 e Sierra mi ha mandato un messaggio dicendomi di andare da lei. Prendo la felpa e mi dirigo verso la porta. Esco dal mio ufficio spuntando in corridoio.
Mi avvicino alla porta dell'ufficio di Charlie e busso.
"Avanti." dice ed io entro. Non è venuto a trovarmi in ufficio oggi e sono venuta a salutarlo.
"Amore, io ho finito, vado da Sierra." gli dico avvicinandomi a lui.
"Mh, non vuoi restare un po' con me?" dice sensualmente.
"Non posso amore, sarà per la prossima volta." dico sorridendogli e dandogli un bacio.
Lo saluto e sgattaiolo fuori dall'azienda. Cammino fino casa di Sierra che raggiungo solo pochi minuti dopo. Il tragitto tra l'azienda e la casa dei Dallas è abbastanza lungo, ma ho scoperto una scorciatoia e mi sono sentita un genio. Da quel giorno uso sempre la stessa strada per andare dalla mia migliore amica.
Busso alla porta e la signora Dallas viene ad aprirmi.
"Tesoro." dice abbracciandomi.
"Signora Dallas, buonasera." dico mentre lei mi fa spazio per farmi entrare.
"Come si sente il mio bel cucciolino?" dice toccandomi la pancia.
Ah, dimenticavo. Anche la signora Dallas lo sa. È come una mamma per me oramai.
"Molto bene, fortunatamente." dico sorridendo amaramente. Come vorrei che i miei lo sapessero..
"Tranquilla tesoro, quando lo dirai ai tuoi genitori ti sentirai più leggera e serena." dice come se mi avesse letto nel pensiero. Sospiro annuendo mentre Sierra mi trascina in salone.
Come mi aspettavo, Lola è già qui ed è seduta sul divano. La saluto e ci sediamo sulle poltrone.
****
La signora Dallas è andata via e siamo rimaste solo noi ragazze e Cameron che non abbiamo proprio visto.
Passiamo ore intere a chiacchierare del più e del meno e, soprattutto, di Lola e Santiago. Il nostro discorso, però, si ferma quando sentiamo dei passi scendere le scale.
"Sierra, hai il mio caricabatterie?" dice e il cuore inizia a battere all'impazzata.
"Si, vedi sta nel cassetto vicino al letto." dice e Cameron, dopo avermi lanciato una breve occhiata, risale al piano superiore per trovare il suo caricabatterie.
Torniamo a parlare tranquillamente.
"Io credo che tu debba lasciar perdere Santiago." dico sinceramente. Santiago non si è fatto più sentire e Lola vuole contattarlo ogni pomeriggio. Così non va bene, sembra che Lola sia la sua cagnolina e questa cosa non mi piace affatto.
"Ma io lo amo. Sto aspettando un suo segno di vita!"
"Lola, ma come.." Sierra prende un profondo respiro e poi continua. "Come puoi aspettare un suo segno di vita? Come puoi aspettarlo ancora? Sono mesi che non vi sentite. Io avrei lasciato perdere direttamente."
Annuisco schierandomi dalla parte di Sierra.
"Ragazze, voi non capite, io.." viene interrotta dal tono di voce furioso di Cameron.
"Sierra!" urla e scende velocemente le scale.
"Sierra, cosa cazzo è questo?" dice tirando dalla tasca il mio test di gravidanza. Il sangue mi si gela nelle vene.
"Sierra, rispondimi. È tuo questo cazzo di test?" urla ancora.
"Sierra, porca puttana, sei incinta?" continua.
Sierra mi guarda ad occhi spalancati mentre io deglutisco. Non posso mettere Sierra nei guai.
"Non è suo." dico calma.
"Non sto parlando con te, non ti intromettere." mi urla contro in modo duro. Sento che le lacrime bagneranno presto il mio viso.
"Sierra, cazzo rispondimi." urla mentre le vene sul suo collo pulsano.
"Non è tuo." ripeto.
"Senti, tu non c'entri un cazzo in questa storia quindi fatti i cazzi tuoi da un'altra parte." mi dice. Ma che coraggio! Basta, ora non posso farcela più..sento che sto per scoppiare.
"Cazzo Cameron non puoi dirmi che non c'entro in questa storia perché sono la protagonista. Si, cazzo. È mio il test, è mio quel bambino. Sono incinta, Cameron Dallas di un bambino che porterà il tuo cognome, forse, un giorno. È tuo figlio quello che io ho in grembo. Non puoi immaginare ciò che ho passato in questi tre mesi e mezzo, quindi non puoi proprio parlare." urlo mentre il suo sguardo è perso. Le lacrime calde iniziano a bagnare il mio viso.
Non mi importa. "Sono incinta Cameron Dallas, e il bambino è il tuo." dico con le lacrime agli occhi.
Boom. Sono scoppiata come una bomba..ed ho combinato un enorme guaio.
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