Capitolo 23

POV'S JJ. 

(La parte scritta in corsivo sono i ricordi di JJ)

Guardo da lontano la ragazza che viene correndo verso me, ricordo ancora la prima volta in cui la vidi con le lacrime che scorrevano sulle sue candide guance. Mia madre la venera, ma a 14 anni, mi è difficile pensare ad April come ad una possibile fidanzatina.Il suo leggero accento inglese si sente quando mi parla.

"Vedi qualcosa di diverso?" Fa una giravolta su se stessa e, sinceramente, non vedo niente di diverso in lei.

"Hai tagliato i capelli?" Tento, appoggiandomi sul muretto a mattoncini arancioni dietro di me, il suo sorriso sulle labbra diventa una linea sottile, le sue piccole mascelle si serrano.

"Scommetto che se lo chiedessi  a tuo fratello, capirebbe."

Mio fratello, perché deve sempre tirarlo in ballo?

"Allora vai da lui, scommetto che ti sta aspettando...ah no, adesso è impegnato con la sua ragazza." Un sorriso malefico mi spunta, non dovrebbe provocarmi con Adam, sa che non sopporto la sua presenza e tanto meno parlare di lui, lei lo adora nonostante si ritnega la mia migliore amica.

I suoi occhi diventano lucidi e non capisco perché, che ho detto?

"Allora? Stavate insieme?" Chiede ancora Antoine, agitando la cornice davanti al mio viso.

"No, era la ragazza di mio fratello."

"Jamieee!! Adam ed io stiamo insieme!" Salta di gioia, i suoi ricci balzano e il suo sorriso è così grande che mostra la sua perfetta dentatura.

"Non puoi stare con un ragazzo più grande di te, hai solo 15 anni!"

"Ho la tua stessa età, Jamie, così come tu puoi stare con ragazze più grandi, io posso stare con Adam!"

Il rapporto tra me e mio fratello in un anno non è cambiato molto, ma le parole che ci scambiamo sono di più.

"Quindi hai scelto lui."

"No...cosa stai dicendo? Se Adam ed io stiamo insieme, non vuol dire che noi due non dobbiamo essere amici. Non puoi mandare all'aria tanti anni di amicizia solo per un tuo comportamento da bambino!"

Il suo cellulare inizia a squillare, apro la porta della mia stanza e la invito ad andarsene.

"Tu ed io abbiamo chiuso." La decisione che ho appena preso mi sembra la più giusta, non voglio niente da lei, non dovevo fidarmi di lei, mi ha dimostrato che è uguale ai miei genitori e ad Adam.

"Tu hai un fratello?" Il movimento che teneva il francese si arresta, mi sto aprendo troppo con lui.

"È ora di andare, vai a chiamarla, io vi aspetto sotto in macchina."

Una fastidiosa discussione e delle urla che mi ricordano quelle dei miei genitori, quando si incontrano, mi disturbano. Stropiccio gli occhi ed emetto dei lamenti, un brutto tonfo mi fa sobbalzare e un urlo ovattato a causa delle mura mi giungono più chiaramente alle orecchie. Scendo dal letto e mi pecipito fuori, Adam sta buttando per terra tutto ciò che trova davanti a lui. Mi addentro di più nella sua stanza e vedo April che cerca di calmarlo, ha una piccola ferita sul braccio e ad attirare l'attenzione su di essa è lo striscio di sangue presente sulla sua pelle. Adam prende una lampada tra le mani e si volta verso la riccia, lei cerca di farsi uno scudo con le braccia, ma prima che quello stronzo possa lanciare l'oggetto, lo fermo e urlo ad April di chiudersi dentro la mia camera, lei corre fuori e mentre sono distratto a guardarla, ricevo un pugno su un fianco. Trattengo il respiro dal dolore e porto le mani sul punto colpito, Adam sembra imbestialito, non l'ho mai visto così. So che non riesce a controllare la rabbia, ma non pensavo arrivasse a questi limiti. A volte anche io entro in questo tipo di abisso alla cieca, ma dura poco.

"Adam, calmati!" Prendo le sue braccia tra le mie mani, è più forte e più alto di me, ma riesco comunque a bloccarlo. Tenta di colpirmi con i piedi ed io lo precedo a fermarlo con le gambe, cerco ancora di calmarlo e poco a poco diventa più cosciente.

"Dov'è?" domanda guardandosi intorno alla ricerca di April.

"Se ne è andata, le hai fatto del male ed è corsa via."

Il suo viso diventa disperato e dispiaciuto, si libera dalle mie prese e prendendo le chiavi della sua moto, corre fuori.

Ritorno nella mia stanza e appena entro, vedo April rannicchiata sul mio letto che piange. Mi avvicino titubante a lei e quando sente che il mio peso muove il materasso, alza il capo e come quando eravamo piccoli, porta le sue braccia intorno al mio collo e mi abbraccia.

I suoi singhiozzi diventano più forti e il suo respiro é incontrollabile, la stringo a me e sento qualcosa dentro di me, è qualcosa di diverso che non ho mai provato nei suoi confronti.

"Shhh va tutto bene." le sussurro dolcemente e dopo minuti e minuti si tranquillizza e si stacca da me. I suoi occhi sono rossi e gonfi a causa del pianto, accarezzo la sua guancia e poco a poco mi avvicino a lei, le mie labbra si avvicinano di più alle sue e quando sono sul punto di baciarla, lei si ritrae e inizia a scuotere la testa.

"No, Jamie, non possiamo farlo. Adam non si merita questo, io lo amo, non posso tradirlo con te, con suo fratello!"

Il suo rifiuto causa in me rabbia e  tristezza, mi alzo in piedi e prima che possa finire come Adam la caccio via.

"Vattene da lui, allora! Fatti ammazzare se ci tieni e non rivolgermi più la parola, sei solo una puttana!"

Entriamo dentro casa Hamilton e al suo interno non troviamo nessuno, Antoine va in cucina in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, invece la riccia rimane al mio fianco.

"Potrei sapere cosa ci faccio io qui?"

"Oggi starai con me e Toni e non accetto repliche o proteste."

Come suo solito non mi ascolta e inizia a lamentarsi, ma nonostante la sua finta irritazione, penso che si stia divertendo, alcuni amici del francese ci hanno raggiunti e ora siamo sul salone immacolato di Stefan Hamilton a fumare.

April si alza e credo che vada alla ricerca di un bagno, ma dopo una quindicina di minuti non la vedo tornare e vado a recuperarla, sul piano terra non c'è e quindi decido di andare su. La intravedo, grazie alla porta semichiusa dentro la 'mia' stanza provvisoria, sta parlando al telefono con qualcuno che la fa ridere. Entro senza bussare e si gira verso di me, saluta la persona con cui parlava senza nominare il suo nome.

"Perché siamo a casa di gente estranea?" Va a sedersi sul mio letto ed io la raggiungo, mi tolgo le scarpe per stare più comodo e lei mi imita quando glielo impongo. La prendo da un polso e l'avvicino a me per poi tenerla ferma tra le mie braccia.

"È casa mia." Sposto i suoi voluminosi capelli da una parte e con il naso traccio una riga invisibile sul suo collo, stranamente con lei nei piani inferiori del mio corpo qualcuno si risveglia, pensavo di essere stato condizionato dal delizioso profumo alla vaniglia di Faith, ma April riesce a farmi ardere.

"Ti prego, lasciami." Si dimena di più quando con la lingua e i denti marchio la sua pelle, le mie mani accarezzano i suoi fianchi e con un solo movimento secco la privo della sua t-shirt che va a finire da qualche parte nella stanza.

Lei mi prega ancora di lasciarla e di non farle niente, ma facendo così mi fa eccitare di più.

"Se fai la brava, ti lascerò presto. Voglio solo divertirmi un po' piccola April, in fondo melo devi." A queste parole non si muove più e mi guarda dritto negli occhi.

"Sei proprio uno stronzo."

Con le dita traccio la sua pancia nuda arrivando sempre più in alto verso i suoi seni ancora coperti.

"Ammetti che ti piace." Soffio sul suo orecchio, sussulta quando le mie mani iniziano a massaggiare i seni sodi e un gemito le scappa.

Le alzo il mento e mi sembra di rivivere la scena di quattro anni fa e anche lei divaga nel passato.

"Se provi a rittrarti, non mi fermerò ad un semplice bacio perciò ti conviene stare ferma e baciarmi."

Lei annuisce e mi sento una merda per averla minacciata, ma ho bisogno di assaporare quelle labbra rosee. La bacio e subito la mia lingua cerca la sua che all'inizio si rifiuta di ballare con la mia, ma poi inizia una danza passionale che viene interrotta dalla voce di Antoine: "Li hai trovati."

Smetto bi baciare April e quando alzo la testa verso la porta, vedo Faith con un'espressione, direi, sorpresa. La riccia affianco  a me si muove in cerca della sua t-shirt che non trova, mi alzo dal letto e vado a prenderle una maglia dal cassetto dei vestiti. Gli occhi di Faith sembrano stare per uscire fuori dalle orbite nel momento in cui vede la maglia che ho lanciato alla riccia, mi giro a vederla e capisco subito che è quella che ho dato a lei la prima volta che si era fermata a dormire da me. Questo suo sconcertamento mi fa capire che ho combinato l'ennesima cazzata, sto per dirle che non era niente ciò che ha visto quando se ne va dritto nella sua stanza.

"Non ho fatto in tempo a fermarla." Mi dice Toni, osservando April con occhi selvatici. Mi giro verso la scrivania e butto tutto ciò che è presente in essa per terra.

Se mai ho avuto una possibilità con Faith, l'ho appena bruciata.

Ciao bellissime! In questo capitolo si alternano dei flashback sulla vita passata di JJ e sul suo presente, spero che voi abbiate capito e che vi sia piaciuto, fatemelo sapere! :)
Commentate, votate e se volete seguitemi! Alla prossima, un bacio.
~Mar.

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