27.
Il sole che filtrava dalla tenda svegliò Meggie, che subito non riconobbe dove fosse. Si girò leggermente e vide i capelli biondi del suo migliore amico, tutti arruffati, coprirgli parte della fronte. Sembrava che per lui il tempo si fosse fermato. Era un bellissimo ragazzo.
Giro' lo sguardo intorno, l'ambiente del tutto nuovo per lei. All'improvviso Niall si mosse, e lei lo guardò mentre si stropicciava gli occhi e abbandonava definitivamente il sonno. Si guardarono per qualche momento, così nella luce del mattino.
-Sei sempre bellissima- considerò lui, facendola arrossire.
-Ah ah ah.. ti stai imbarazzando?- La prese in giro lui, guadagnandosi un'occhiataccia.
-Ferma lì. Ora facciamo colazione a letto- la sorprese, alzandosi. Meggie aspettò sotto alle coperte, con un sorriso che non voleva abbandonare il suo volto, sentendolo aprire e chiudere il frigo e gli sportelli. Il ragazzo fu di ritorno dopo pochi minuti con un vassoio, che appoggiò sul comodino per poi spingerla scherzosamente per farsi spazio. Meggie ridacchio', spintonandolo a sua volta ed innescando una breve lotta per lo spazio.
-Mi sembra di essere tornato adolescente- commentò Niall ad un tratto, guardandola scarmigliata, sorridente e col fiatone a gambe incrociate sul suo letto.
-Anche a me, ed è una sensazione bellissima- rispose lei, allungandosi ad afferrare le tazze di the e passandone una al ragazzo. Meggie riappoggio' la schiena ai cuscini, spalla a spalla, e si godette quel momento di pace.
-Perché non mi hai più risposto, Meggie? Stavamo persino programmando di andare in vacanza insieme, ti ricordi?- Disse Niall, rompendo il silenzio.
-Certo che mi ricordo. Mi dispiace tanto, Niall. È difficile, per me, parlarne.-
-Questo l'ho intuito dalla tua reazione ieri sera, e dal fatto che conosci Liam-
Meggie ebbe un moto di fastidio, e Niall aggiunse:
-Non occorre che tu aggiunga altro, adesso, però voglio sapere la verità. Prenditi il tempo che ti serve, ma mi devi una spiegazione. Rispondi soltanto ad una domanda, Meg-
Lei lo guardò: era serio.
-Dov'è tuo padre?-
-Non lo so. Spero sia morto-
Niall annuì, sentendo la rabbia montare dentro di lui.
-Quello che non mi spiego è perché tu mi abbia allontanato dalla tua vita in questo modo. Sono stato sul punto di prenotare i voli un sacco di volte, e mi pento amaramente di non averlo fatto. Non avrei mai immaginato nulla del genere. Se avessi saputo..-
Meggie lo zittì accoccolandosi contro il suo petto, e lui la strinse.
-Ma ora sei qui- le mormorò tra i capelli. -E non ti lascerò più andare via-
Dopo che si furono alzati Niall decise di andare a trovare Louis a lavoro. Gli dispiaceva essere stato la causa di un litigio tra i due, e voleva spiegarsi con Louis e distrarre Meggie. Lo trovarono intento ad attaccare i lavoretti al tabellone d'ingresso, mentre i piccoli ospiti erano impegnati nella lezione di musica.
Meggie senti' un baccano allegro provenire dal salone; sotto alla scaletta, seduto sul pavimento, vi era un bimbetto magrolino, in tuta da ginnastica, che giocherellava con lo scotch e la forbice, attaccandone alcuni pezzi sul retro dei lavoretti ancora a terra.
Louis scese agilmente dalla scaletta, andando loro incontro.
-Ciao Louis. Ciao Nat. Sono venuto qui per farvi conoscere Meggie-
Louis le strinse la mano, e lei si sentì intimidita dagli intensi e gelidi occhi turchesi del giovane, perciò distolse per prima lo sguardo, rivolgendo la propria attenzione al bimbo.
-Ehi piccolino, ciao! Cosa fai di bello?-
Nat le fece vedere lo scotch e la forbice, e Meggie gli si accuccio' affianco, lasciando ai due amici lo spazio per potersi parlare.
Senza dire niente anche Meggie si intrattenne attaccando il nastro adesivo nel retro dei lavoretti che Louis stava appendendo, aiutandolo, e in pochi minuti finirono. Louis e Niall si erano allontanati, ed erano soli in corridoio.
Nat la prese per mano e, con fare cospiratorio, si affacciò senza farsi vedere nel salone dove i bambini stavano suonando gli strumenti a percussione.
-Tu non partecipi?- Sussurrò Meggie. Lui scosse la testa, e le strinse forte la mano, indicandole poi la piccola tastiera che giaceva abbandonata dietro al gruppetto. Nessuno la stava usando.
-La vuoi tu?-
Nat annuì vigorosamente, con gli occhi azzurri spalancati, e Meggie si intrufolò con nonchalance nella stanza, prelevando lo strumento senza farsi notare troppo dall'educatrice.
Appena in corridoio la consegnò al bambino, che tutto felice batté le mani, eccitato: - Havvy-
-Havvy? Cos'è?-
Nat pigio' il tasto di accensione e suonò qualche tasto, deliziato.
-Ti piace suonare?-
Nat annuì. In quel mentre tornarono indietro Niall e Louis; Nat nascose lo strumento dietro alla schiena, e l'espressione colpevole, con tanto di occhioni sgranati e fronte aggrottata, come sempre fece male al cuore di Louis.
-Amore, non nascondere le cose: le puoi usare. Sono di tutti- gli spiegò.
Nat non parve convinto, tenendo salda la tastierina dietro alla schiena.
-Ti piace la musica, vero? Harry ti tiene sempre in braccio quando suona- sorrise Louis, accucciandosi per essere all'altezza del figlioletto. Nat annuì, con un timido sorriso che fece scomparire le rughette dalla fronte.
-Meggie, Louis prima mi ha chiesto se stasera ci va di andare a casa sua e di Harry per cena. Cosa ne dici?-
Messa alle strette, Meggie si trovò ad annuire. L'espressione di Louis era indecifrabile. Quel ragazzo la metteva in soggezione.
Niall e Meggie passarono insieme gran parte della giornata; nel tardo pomeriggio la riaccompagno' a casa sua perché potesse prepararsi. Tornò a prenderla alle sei e mezzo, ed insieme si recarono a casa di Harry e Louis.
Appena entrati sentirono l'inconfondibile baccano che possono produrre soltanto più bambini messi insieme. Meggie guardò interrogativamente Niall, che parve sorpreso quanto lei. Harry li precedette in soggiorno, dove trovarono Evelyn coi bimbi, che si alzò venendole incontro.
-Ciao..tu devi essere Meggie..io sono Evelyn, un'amica di Harry e Louis-
La ragazza le sorrise con sincerità, e Meggie si sentì a suo agio. Vide Nat giocare con una bimba pressappoco della sua età, ed in una carrozzina messa in un angolo dormiva nonostante il baccano un neonato.
-Loro sono i miei figli, Alice e Michael- Li presentò Eve.
Meggie si sedette accanto ai bambini, che stavano giocando ad essere personaggi degli Avengers.
-A che ora arriverà Luke?- Chiese Harry dalla cucina, mentre versava un qualche liquido dentro a dei bicchieri per fare un aperitivo. Eve fece un gesto con la mano, sbuffando:
-E chi lo sa, come al solito è in sala operatoria per una urgenza-
Harry le sorrise, rimproverandola:
-Mi pareva che non ti fossi affatto lamentata quella volta, quando sei stata tu ad aver bisogno della sala operatoria-
Eve annuì:
-Hai ragione, Harry. Sembro egoista a parlare così. Ma lavora così tanto..e Michael non mi fa dormire di notte. Sono solo stanca-
Harry le portò un bicchiere, consolandola:
-Michael crescerà, non sarà sempre così. E parlerò con Luke, se vuoi. Vediamo se si può fargli ridurre le reperibilità, finché Mike è così piccolo-
Harry porse un bicchiere a Meggie, che lo accettò, intimidita. Si sentiva un'intrusa; da un paio d'anni la sua vita sociale era pari a zero, ed aveva perso la capacità di relazionarsi agli altri serenamente.
Niall osservava Meggie dalla cucina, accanto a Louis. Era enormemente grato all'amico di aver capito quanto avesse avuto bisogno del suo amico Harry la sera prima.
-Secondo te cos'è successo?- Gli chiese Louis.
-Per convincerla a tornare in Inghilterra? Non ne ho idea-
Louis guardò il marito rimproverare dolcemente Eve, sentendo qualcosa smuoversi nel petto. A distanza di anni era ancora pazzamente innamorato di lui, del suo modo di fare premuroso, ed ancora oggi si stupiva di quanto, per lui, fossero importanti i legami di amicizia. Harry era uno che si affezionava profondamente alle persone, di quello si poteva esserne certi.
Fecero a tempo a mettersi a tavola, a cenare ed ad arrivare al caffè, quando finalmente Luke arrivò. Meggie riconobbe il medico contro cui era sbattuta il mattino precedente. Luke si scusò del ritardo ed andò subito a baciare Eve, prelevandole dalle braccia il piccolo Mike e sedendosi al fianco della ragazza. Alzando lo sguardo scorse Meggie, e gliela presentarono. Meggie parlò molto poco, ma sorrise molto. Con quella compagnia variegata si sentiva serena come non era da tempo.
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