CAPITOLO 56

Presi in mano l'indumento cercando di dare una spiegazione logica al perché si trovasse proprio lì.
"Gabri cosa ci fa qua il mio giubbotto? Io l'ho lasciato nell'auto"
Chiuse il rubinetto dell'acqua girandosi, ridendo.
Lasciò ciò che stava lavando sul piano cottura prima di avvicinarsi a me, ma non fece in tempo a fare altro perché venne chiamato da qualcuno.
Credevo che la casa fosse vuota, apparte noi due.
Si presentò alla porta della cucina un ragazzo che aveva qualcosa di familiare, guardandomi con espressione preoccupata.
"Questo è mio fratello Antonio" prese parola il ragazzo alle mie spalle toccandosi il collo imbarazzato.
Il fratello si avvicinò e mi strinse la mano velocemente prima di scappare via.
Ero molto spaesata per via del giubbotto e l'arrivo di Antonio contribuì ad aumentare la mia confusione.
Mi rigirai verso il ballerino con l'indumento ancora in mano, cercando spiegazioni,quando venni interrotta per l'ennesima volta dal rumore di un mazzo di chiavi girato nella serratura.
Entrò raggiante la madre di Gab che mi sorprese stringendomi in un forte abbraccio seguita dai due gemellini timidi.
"Vieni cara ti presento mio marito" la donna mi invitò a seguirla mentre sentivo Gabriele farfugliare qualcosa da lontano.
Sorrisi emozionata quando vidi l'uomo far capolino dalla porta d'entrata.
Lo squadrai ancora più in cerca di spiegazioni.
"Ma Lei è l'uomo che mi ha portato a Napoli!" tutto ciò che stava accadendo non aveva molto senso e volevo solo avere spiegazioni, mi sentivo una pazza.
Gabriele mi prese una mano portandomi in camera sua.
"Dietro tutto ciò che hai fatto in questo periodo c'è la mia mano"
Sarà stata la tarda ora o la stanchezza arretrata ma ci capivo meno di niente.
"Ho scritto io i biglietti che hai ricevuto per posta qualche giorno fa e sempre io ho preso la stanza d'albergo. Ho chiesto alle tue amiche di reggermi il gioco e devo dire che parlare con loro è un vero divertimento"
Non riuscii a trattenere un grido isterico, cercando di placare il più possibile la mia emozione.
Aveva fatto tutto lui e io da ingenua non ci ero arrivata.
"E non è finita qua, ho mandato io mio fratello Antonio nel treno con te e lo stesso ho fatto con mio padre che ti ha accompagnata in centro. Ecco perché la tua giacca ora si trova qui."
Mi strinse le mani sorridendo provando ad interpretare la mia faccia sorpresa.
Ecco perché mi sembravano visi conosciuti..
"Quindi anche il tuo gesto d'aiuto quando mi sono persa era programmato"
"Non doveva andare così, dovevo venirti in contro una volta scesa dalla macchina per farti la sorpresa ma tu sei scappata via. Ti ho trovata per miracolo e da lì in poi ho deciso di continuare con il mio regalo. Sembravi tanto felice di rivedermi"
Non persi tempo a buttare le braccia intorno al suo collo e a farlo cadere sul letto. Cominciai a riempirlo di baci mentre qualche lacrima cadeva inaspettatamente.
"Ehi scimmietta perché piangi?"
Prese il mio viso tra le mani asciugando le guance e cominciando a farmi il solletico.
Nonostante il mio primordiale nervoso per tutto ciò che accadde, trovai quel gesto così unico e personale. Qualcosa di veramente importante di cui mai mi pentirò, sono tornata a star bene col suo ritorno e credo che basti questo a dare un senso a tutti i miei dubbi.

SPAZIO AUTRICE
we we we surprise!!
Auguri di buon Natale e buon Anno in ritardo!!
Sono tornata e non sono mai stata così felice, la scrittura di questo libro cominciava a mancarmi seriamente.
Spero di riuscire prima del ritorno a scuola a pubblicare almeno il penultimo capitolo.. Non confermo nulla.
Per ora mi scuso per l'attesa fin troppo lunga e un bacio!
Ale//

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