CAPITOLO 54

Mi girai completamente nella direzione del ragazzo coprendomi il viso con una mano per via del sole fastidioso di mezzogiorno.
"Non capisco dove ho sbagliato, ricordo perfettamente di essere passata di qua poco fa"
Mi guardai in giro sperando di trovare qualcosa che mi ricordasse la zona in cui mi trovavo, ma fin da piccola il mio senso dell'orientamento era pari a zero.
Scoppiò in una fragorosa risata che contaggiò anche me pur essendo molto imbarazzata.
"Dai su ti accompagno io. Ti porto in un posto migliore di un bar ad angolo" sorrisi ringraziando e lo seguii arrossendo dalla figura appena fatta.
***
Dopo tutto il tragitto a piedi, attraversando vie a me sconosciute arrivammo davanti ad un ristorante che si presentava bene, dati i tavoli pieni sia all'interno che sotto il tendone all'esterno.
Mi fece assaggiare una serie di piatti partendo da quelli del nord fino ad arrivare alle specialità del paese. Eravamo accomodati in una sala elegante, con canne di bambù su pareti e soffitto, piante e candelabri al centro dei tavoli rotondi color miele.
Arrivai al dolce, che preferii non mangiare, sazia e con tanta voglia di poggiare il mio corpo a pezzi su un mordido materasso.
"Ti prego usciamo da qui che sto scoppiando." Non mangiavo così tanto dall'ultimo battesimo a cui partecipai qualche mese prima.
"Dai vieni ti faccio fare una passeggiata"
Attraversammo per l'ennesima volta l'intera città, giungendo finalmente davanti ad un meraviglioso lenzuolo azzurro. Granelli bianchi adagiati su di esso solleticavano i piedi ormai scalzi e la voglia di rimanere lì per sempre si faceva sempre più spazio nella mia mente. Una distesa di sabbia che si estendeva a perdita d'occhio, senza l'ombra di una sdraio o un ombrellone ha modificarne la bellezza. Mi misi a correre raggiungendo la riva e il contatto con l'acqua fredda portò i brividi lungo tutta la spina dorsale. Tra il giro turistico per l'intera Napoli e qualche sosta per riposare erano arrivate le cinque del pomeriggio e l'aria era ancora pungente come agli inizi di Giugno. Mi strinsi nelle mie braccia ricordando di aver dimenticato il giubbotino nell'auto e infastidita ripensai al giorno in cui spesi una fortuna per averlo.
"Mettiti questa" mi girai trovandomelo davanti nella sua imponente altezza mentre mi aiutava ad infilare l'enorme felpa grigia che fino a prima indossava.
Arrossii a quel gesto e riposi la mia attenzione sulle onde che presero a buttarsi prepotenti sulla riva.
Si era sollevato un vento forte che mi impediva di tenere gli occhi aperti ma non avevo nessuna voglia di spostarmi da li. Una presa delicata e calda sui fianchi riuscì a stendere i miei muscoli. Chiusi istintivamente gli occhi cullata dalle sue braccia ora strette intorno al mio corpo. La mia testa riuscì in qualche modo a farmi capacitare di chi realmente avevo affianco a me.
Era tornato quel silenzio in grado di ammutolire ogni pensiero,in grado di farmi provare calore quando calore non c'era.
Un gioco di colori capace di creare l'arcobaleno, la sua presenza inspiegabile aveva ridonato colore alla mia vita.
Temevo ancora di perderlo, in realtà non ero certa su ciò che stava accadendo e molto probabilmente ero all'interno di uno dei tipici sogni realistici.
Lo strappo sembrava essersi ricucito, stava a me tenerlo con cura  .
Nel frattempo i nostri corpi erano uno di fronte all'altro, seduti sulla sabbia. Giocherellava con le mie esili dita e preferii non interrompere tale gesto che non faceva altro se non addolcirmi. Ero vulnerabile davanti a lui, levavo la maschera dal mio viso perché potevo permetterlo.
Mi sollevò il viso con entrambe le mani e appoggiò la sua fronte alla mia, guardandomi dritto negli occhi.
"Ho voglia di viverti" il mio sguardo incastonato nelle sue iridi castane sembrava non tener testa a tutte le emozioni e il cuore era già scappato dalla mia gabbia toracica.
Sprofondai in un suo abbraccio prima di poter ammirare una delle meraviglie più belle. Le pieghette ai lati delle guance e i suoi occhi che si chiudevano in una linea sottile. Il suo sorriso era uno spettacolo che mi mancava ammirare.
Certe sorprese la vita non me le aveva mai riservate. Si era intrufolato nelle mie giornate senza preavviso. Lui era la mia sorpresa che scoprivo piano piano. Un concetto troppo difficile da capire perché ricco di sfumature. Ma io amavo quelle sfumature e amavo ogni singolo sbaglio fatto per arrivare fino a quel punto. Mi aveva reso fragile e forte allo stesso tempo era destabilizzante ma mi piaceva. Aveva scoperto secreti ormai dimenticati anche dalla sottoscritta. Donava quel luccichio nei miei occhi che non avevo mai visto.
Mi faceva sentire bene.
Appoggiai la schiena sul suo petto mentre mi cullava seguendo la melodia dettata dalle onde. Eravamo un abisso profondo che non voleva essere conosciuto. Stavamo bene così, vicini e sicuri di esserci l'uno per l'altro.
"Scusami Gabri"
"E di che cosa scimmietta?" Brividi e ancora brividi ad ogni singola cosa che faceva.
"Scusami ma sono innamorata di te e non posso farci niente"

SPAZIO AUTRICE
Eccomi! È lui il ragazzo segreto! Gab è tornato!  Capitolo speciale per una giorno speciale. È mezzanotte e mezza ed è da una settimana che spero di pubblicare sto capitolo.
Ed eccolo.
Qua c'è un pò di quell'amore che provo io per Gab. Perché si devo ringraziare lui per tutto ciò che ha fatto per me in questo anno a sua insaputa. È stato l'unico in grado di farmi sorridere quando tornavo stanca di tutto da ogni singolo giornata che vivevo. Ha saputo ridarmi carica che mi mancava che mi ha spinto poi a dimostrare la mia gratitudine verso di lui con questa storia.
Lo ringrazio veramente tanto per tutto.
Auguri marito mio ♥

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