CAPITOLO 51

Sull'ultimo biglietto c'era segnato l'indirizzo di quello che era un hotel e alcune indicazioni per la sera.
"Starai pensando a cosa metterti, che non hai nulla di adeguato per una serata fuori città. Placa i tuoi inutili pensieri e vestiti come ti senti, senza troppo fascino"
Provai a decifrare l'ennesimo carattere di scrittura, ma più andavo avanti e meno ci capivo.
Assimilai anche quella informazione prima di tornare concentrata sul paesaggio. Non riuscivo a capire quale fosse la mia destinazione, venni trascinata nel treno da un ragazzo a me sconosciuto che mi fece accomodare nel vagone dei benestanti.
Provai a chiedere informazione alla donna  sedutasi di fronte, ma più che alzare la testa dal suo giornale e lanciarmi un'occhiata, non fece.
Optai per il signore in camicia bianca ben stirata che osservava concentrato il suo Pc.
"Mi scusi sa dirmi dov'è diretto il treno?"
Sentendo la mia richiesta,alzò la testa sorpreso nel sentire parlare qualcuno e si guardò intorno prima di pormi le sue attenzioni.
"Oh ehm sorry I don't speak Italian" farfuglió imbarazzato, grattandosi la nuca e senza speranze poggiai la testa sullo scomodo sedile. La stanchezza si faceva sentire, data la mattinata passata in piscina. Provai a resistere, impedendo alla mie palpebre di toccare le guance ma senza risultati.
Senza neanche accorgermene caddi tra le braccia di Morfeo stufa del pesantissimo silenzio.

***
Il mio risveglio avvenne in malo modo tanto da lasciarmi nervosa per il resto del viaggio. Venni scossa per un braccio brutalmente da Crudelia Demon della situazione.
Mi sforzai a ringraziare la donna per avermi svegliato qualche minuto prima del nostro arrivo. Sistemai le auricolari agrovigliate nella borsa prima di prendere il borsone posto sopra la mia testa.
Come a farlo apposta lo stesso ragazzo di prima si presentò accanto a me quando mi stavo dirigendo all'uscita.
"Devo metterti questa, perdonami, i misteri finiranno a breve" mi posò sugli occhi una bandana rossa, prese il borsone e intrecciando la mia mano alla sua mi fece strada premurosamente. Perdendo l'uso di un organo sapevo usare molto meglio un altro. L'aria cambiava notevolmente, dove qualche minuto prima facevi fatica subito dopo l'odore di salsedine ti rilassava completamente facendoti sentire molto più leggera.
Sussultai al contatto con qualcosa di fresco e granuloso per poi adattarmi subito dopo.
Mi tolse l'oggetto e mi lasciò attendere seduta su una sdraio. Sarà stata la stanchezza per il viaggio o le innumerevoli informazioni, ma non riuscivo a capire dove fossi.
Fissai il mare che calmo si stava ritirando seguito da quella sfera gigante che poco dopo avrebbe lasciato il dominio del cielo ad un'altra dea.
Per la quarta volta in una giornata, il ragazzo tornó facendomi cenno di seguirlo in un hotel poco distante dalla costa.
A passo svelto cercai di affiancarlo per poterlo guardare in volto meglio.
"È possibile sapere il tuo nome?"
"Mi è stato detto di tenere la bocca chiusa" sembrava uno di quei camerieri pagati per servire e aiutare quando richiesto, tutto nella minima riservatezza.
Camminare sull'asfalto a piedi nudi stava diventando piuttosto complicato.
"Alla fine della giornata ti pagherò, stai facendo da guida turistica da questo pomeriggio" accennó un sorriso prima di entrare nella hall e richiedere all'hostess la chiave della stanza.
Mi porse una carta con un numerino sopra e perplessa raggiunsi l'ascensore un attimo prima di trovarmi davanti ad una decina di camere allineate.
Dopo innumerevoli sguardi a destra e sinistra trovai la stanza a fine corridoio, feci passare la carta lungo l'apposito scanner e lo scatto della porta che si apriva fu l'unica cosa udibile in quel piano. Mi trascinai dentro a  peso morto e buttai senza ritegno la borsa sul letto. Rimasi incantata dai colori caldi delle lunghe tende che riprendevano quelli delle pareti. I toni dell'arancio seguivano poi la cassettiera in legno di fronte al letto matrimoniale su cui mi sdragliai poco dopo. Mi lasciai cullare dal profumo delle lenzuola appena lavate e dalla luce fioca della lampada sul comó. Chiusi per un istante gli occhi abbandonandomi al piacere più assoluto.
Curiosa mi alzai dirigendomi verso il bagno, mi coprii con una mano la bocca per soffocare un gridolino di piacere; al contrario dei classici hotel, vi era una vasca da bagno già stracolma d'acqua. Toccai delicatamente la schiuma che copriva l'intera superficie riconoscendo l'odore inteso del muschio bianco per cui stravedevo fin da piccola. Non riuscii a resistere a lungo,troppo spinta dal voler rilassare i muscoli al suo interno. Mi spogliai di tutti i miei averi e mi immersi ad occhi chiusi permettendo all'acqua tiepida di aprirmi i pori ed eliminarmi ogni singola impurità.
Avrei chiamato quelle due una volta uscita dall'acqua, per ringraziarle di questo meraviglioso regalo.
E mentre l'acqua mi bagnava leggermente il collo e i capelli alla base di esso, mi chiesi per quale motivo fecero tutto questo.
In fondo non avevo fatto nulla per meritarmi tutto quel ben di Dio.

Mi sarei aspettata due testoline spuntare dalla porta da un momento all'altro ma invece mi trovavo seduta a cena da sola, su una tavola ben apparecchiata. Giocherellavo con il coltello senza lame passandolo più volte sulla tovaglia, in attesa dell'arrivo del dolce. Continuavo a chiedermi perché mi fecero fare tutto quanto da sola, la sorpresa ormai era andata a buon fine e potevano tranquillamente uscire allo scoperto.
Troppo stufa di aspettare lasciai il tavolo proprio mentre il cameriere si stava dirigendo verso esso. Mi scusai per avergli fatto fare il viaggio a vuoto e salii in camera immersa nel mio  mondo. Un misto di fastidio e tristezza occupavano la mia mente. Avrei sperato di passare una serata in questo posto stupendo in compagnia di qualcuno e in quel momento speravo nell'arrivo di una persona in particolare.
Scacciai il pensiero ricordando che lui ormai non c'era più per me.
Indossai qualcosa di comodo per la notte e mi distesi al centro del letto con il telefono stretto tra le dita.
A Sofia e Valeria:
Siete state gentilissime, il posto è stupendo ma passare la giornata da sola non è stato carino. Uscite allo scoperto su!

Spensi il telefono stanca, riponendolo nel primo cassetto del comodino e ormai allo stremo appoggiai la testa sul cuscino imbottito di piume.
Gli occhi si fecero pesanti dopo qualche minuto ed ero sul punto di addormentarmi.
A causa del mio udito troppo fino però, sbarrai gli occhi sentendo al di fuori della porta qualcuno appoggiarsi pesantemente al muro.

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