CAPITOLO 31
Gab's part
Una volta entrato di corsa in casa,seguii la ragazza di cui non ricordavo il nome che mi portò nella camera da letto. Posai delicatamente Alessia sul letto cercando di non farla svegliare.
"Esci un attimo che le tolgo i vestiti bagnati" uscii come richiesto e mi misi ad osservare le foto nel salone. Molti quadretti appesi ai muri,raffiguravano paesaggi,città importanti e testi scritti in una lingua incomprensibile.
Spostai l'attenzione su piccole foto posizionate sui mobili. C'erano sempre le stesse bambine,in ognuna qualche anno più grandi.Una bambina mora,riccissima che superava notevolmente per la sua altezza l'altra,con lo stesso colore di capelli ma molto minuta.
Accanto ad ogni foto c'era unaa data e qualche piccola frase spesa per ricordare quel momento.
"Manca solo una foto tra quelle.Non abbiamo trovato ancora un momento per farla.Sono quasi diciannove anni che ci conosciamo.Diciannove anni di amicizia vissuti lontane,in due paesi diversi. Diciannove anni che ci vediamo si e no qualche volta all'anno. Ognuno con la propria vita,una completamente diversa dall'altra. Se io trovo del tempo libero,lei in quel momento è sempre occupata e lo stesso vale per me. Ma il nostro legame è sempre lo stesso,ci sentiamo spesso,raccontiamo i fatti più importanti,tutto in estrema lontananza." venni risvegliato dalle parole che pronunciava con leggero sorriso.Mentre parlava notai le somiglianze con la bambina della foto.
Mi misi seduto e la invitai a continuare.
"Posso rivivere le nostre avventure grazie a quelle foto. Quando veniva a trovarmi e incominciavamo a inventare parole senza senso,quando da piccoline giocavamo a fare le cuoche raccattando strani cappellini in giro per casa,quando eravamo presenti entrambe in un momento importante della vita dell'altra." Quando raccontava notavo nei suoi occhi la malinconia e io riuscivo a rivedere in ogni sua singola parola una piccola Alessia,impacciata come tutt'ora ma sempre una bambina dal cuore immenso.
"Silvia,perché ne parli così? In fondo siete insieme,non vi siete allontanate" mi sforzai nel tenere una conversazione meno tesa possibile.
Sentimmo dei lamenti provenire dalla stanza accanto e mi precipitai da Alessia.
Si stava agitando nel letto,era sudata e continuava a dire parole senza senso.
Vidi la ragazza avvicinarsi all'amica con fare esperto e toccargli la fronte e il collo allarmata.
"Non sta bene,deve aver preso troppo freddo ed è bollente. Prima quando tentavo di svestirla si è svegliata e respirava a fatica. Io studio medicina ma sono esperta in altro"
Mi avvicinai a lei e provai a calmarla.
Il petto si alzava e abbassava molto velocemente e il suo corpo bruciava sotto il mio tocco.
"La portiamo in ospedale subito" senza ricevere una risposta la presi a modi sposa e mi diressi all'uscita. Silvia appoggiò una coperta sul suo corpo esile e mi accompagnò.
Mi sentivo inutile non potevo fare nulla per farla stare meglio,ero arrabbiato con me stesso. Non dovevo lasciarla andare quel giorno o almeno dovevo spiegargli tutto,fargli capire la situazione e lei sarebbe stata li,nella sua città protetta da qualsiasi sofferenza e dolore.
Solo vedendola in quel momento,tra le mie braccia inerme mi fece capire quanto fosse diventata speciale,perché ogni singola coreografia che facevo ricostruiva un pezzo della nostra breve storia.
SPAZIO AUTRICE
Un intero capitolo nei panni di Gabriele! Posso dire sinceramente che lo adoro...non so!
Ale//
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