Long Way Home
"Now we're stuck in the middle of nowhere,
Yeah, and we only took our time to get there,
Hiding out in our dreams
Catching fire like kerosene!
And you know I'd never let you down"
Jason si lasciò scivolare sul sedile, con un sospiro.
"Non fare così" brontoló Percy, alternando lo sguardo tra il biondo e la strada davanti a lui che stavano percorrendo.
Il disco, ahimè, non era ancora uscito.
Non sapeva effettivamente dove Percy avesse letto l'annuncio, ma erano alquanto arrabbiati entrambi.
Anche se il moro non lo dava a vedere e sorrideva in continuazione.
"Mi spieghi dove hai trovato quello stupido annuncio fasullo?" Sbottó Jason, le braccia incrociate.
Era la terza volta che lo chiedeva, e attendeva una risposta pressoché seria.
"E non dire di nuovo 'me l'ha detto un amico', di cui ti sei dimenticato il nome, perché non. Ci. Credo." Precisó, girando la testa per guardarlo.
Le labbra di Percy si incresparono in un sorrisetto.
"Ma è la verità"
Il ragazzo sul sedile del passeggero non lo mandó a quel pæse perché era una brava persona, dopotutto.
"Jackson!"
"Okay, okay, Grace. In realtà era tutta una scusa." Ammise. Era tornato serio, le mani entrsmbe strette al volante.
Era teso, Jason lo vedeva.
Perché aveva le spalle appena protese in avanti e l'espressione distorta, stringeva il volante tanto da farsi sbiancare le nocche, e le gambe erano attaccate l'un l'altra, tese.
"Una scusa? E per cosa?"
Percy inchiodó, davanti ad un semaforo, ma non si giró a guardarlo. A differenza di Jason che, nonostante avesse riconosciuto l'incrocio appena prima di casa sua, non aveva intenzione di guardare altrove.
"Io..."
"Percy."
"Okay. Okay, Jason, era solo perché volevo passare del tempo con te. Okay? Bene. Così facendo ti avrei tenuto vicino a me per un altro po', okay? E così, infine, avrei potuto riaccompagnarti a casa e riuscirti a risollevare il morale. E non dire di no, il tuo non era sotto le suole, ma giù nel Tartaro."
Disse velocemente, gesticolando il minimo possibile e fissando l'auto verde davanti a loro, come se stesse parlando a lei.
"Percy..." provò a dire Jason.
Ma il ragazzo scosse energicamente la testa.
"Lascia stare, Jason. Ragiunamenti stupidi di uno stupido ragazzo.
Tra noi è finita, lasciamo stare, mi stavo aggrappando a riflessi del passato, il futuro è fatto di qualcos'altro, devo smetterla." Nel frattempo, nell'espressione allibita del biondo, il ragazzo con il mare negli occhi aveva parcheggiato la sua auto azzurra davanti a casa di Jason, che conosceva ormai benissimo.
Ma che, come aveva già detto, apparteneva al passato.
"Siamo arrivati Jason."
Il ragazzo non si mosse dal sedile.
"Jason. Siamo a casa. Puoi scendere." Jason scosse piano la testa.
Percy sembrava su di giri, forse aveva sbagliato qualcosa e non lo capiva neanche lui, per questo si giró e gli urló in faccia.
"Scendi subito!"
"No! Oh, Zeus, no!" Gridó di rimando il biondo, esasperato. L'unico a non fapirci niente non era solo Percy. Anche lui era confuso, spaventato e disorientato.
Percy lo guardó, poi distolse lo sguardo. Il silenzio li avvolse.
La strada era deserta, e Jason si ritrovó a pensare che c'era lo stesso silenzio che c'era nella sua auto la sera disperata di un mese e passa fa.
Questo silenzio, stavolta, non fu interrotto da dei singhiozzi, ma dal pugno dato prepotentemente al volante da parte di Percy, susseguita dall'imprecazione poco carina.
Subito dopo, il ragazzo scese dalla macchina, sbattendo lo sportello.
Jason si affrettó a seguirlo, e si ritrovarono uno di fronte all'altro, faccia a faccia.
"Grace, cosa vuoi ancora?" Sputó quello, aveva le gote arrossate.
"Voglio capire cosa stavi dicendo prima, Jackson. Posso saperlo?"
Percy rise, ma rise quasi fintamente, perché si vedeva che non era davvero arrabbiato.
"Non lo capiresti mai. Non mi capiresti"
"L'ho sempre fatto, Percy. Non c'è stato un secondo in questi anni in cui io non ti abbia capito. E che ti abbia assistito nelle tue folli idee o pensieri. Perché non dovrei ora?" Il biondo allargó le braccia, ovvio, cercando di scovare nel ragazzo ogni suo pensiero.
"Perché non ci sei stato questo mese, Jason. In un mese le cose cambiano"
"Vuoi dirmi che sono cambiato? Che sei cambiato?"
"Si, Jason, si." Percy si passó una mano tra i capelli, come se fosse sul punto di urlare e piangere nello stesso momento.
"Sono dovuto cambiare. Il me di prima amava stare... stare con te, amava ridere con te, passare il tempo con te, addormentarsi e fare l'amore con te. Il me di prima dipendeva da te. Senza di te non potevo più esserlo."
"Il prima di te era migliore." Buttó allora lì Jason, tanto altro da perdere non aveva.
"E so che è ancora rimasto lì da qualche parte.
Percy, non fare il bambino. Spiegami. Dimmi perché mi hai fatto illudere del nuovo cd solo per stare con me." Obbligó, la voce più ferma che riuscì a trovare.
"Perché, Dei, Jason, io ci ho pensato. In un mese non sono stato con le mani in mano. E ho pensato che prima o poi questa cosa sarebbe finita, saremmo arrivati al capolinea. E volevo prendere la strada più lunga." Il ragazzo dai capelli scuri cercò nel suo ex ragazzo una risposta, un gesto, un qualcosa che provasse a tranquillizzarlo.
Ma lui sembrava aver altro in mente, che tranquillizzarlo.
Lo superó, aprì lo sportello dell'auto e si sedette. Accese il motore, mi se la marcia, poi si giró verso di lui.
"Sali." Disse soltanto.
Percy ci capiva sempre meno, e stava per esplodere, ma aprì lo stesso lo sportello e si sedette lì, ancora teso.
Non guardò Jason, mentre ripartiva.
"Jason, che stai facendo?" Sussurró dopo un po', quando si furono fermati ad un semaforo.
"Se mettevamo il capolinea lì finiva male."
Percy non capiva.
E l'altro, nel notarlo, sorrise.
"Prendo la via ancora più lunga, forse le cose cambiano"
Se ne uscì, mentre si girava a guardarlo, e i loro sguardi si incrociavano.
E chi se ne importó più di ciò che avevano vissuto prima?
In quel momento la loro meta non si vedeva all'orizzonte, di strada da fare ce n'era.
E allora, a quel punto, né lui, né Jason, avevano nulla da perdere. Ma solo da riprendere.
"This is our reality,
Crazy, stupid, you and me,
We know this is the way it's supposed to be,
So we're taking the long way home"
Bene, una settimana esatta dopo ho aggiornato.
Direi di star migliorando, eh?
Anyway.
Ragazzi si, è il penultimo capitolo.
Non so se si è ben capita la metafora... se volete ve la spiego nei commenti eh! :3
Anyway parte due: ragassuoli, ho deciso per una nuova Jercy. Forse un giorno farò anche il prequel di questa, ma sapete com'è, non vorrei toglierle quel senso autoritario e indipendente che ha...
Oggi con le parole sto esagerando, okay.
Sparisco.
Adieu
-Clauds
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