Aftertaste

"Re-rewind Friday night,
Never forget it, how you let me go.
No more lies, I'll be fine,
Know where I'm headed"

Jason rideva. La sua risata si vedeva, o meglio, lo si poteva vedere ridere attraverso i finestrini appannati della sua auto, dove lui al volante era seduto.
Rideva di gusto, sembrava che un comico nato fosse seduto al posto del passeggero ed avesse appena sfoggiato la sua più bella ed estasiante battuta per lui, e che il biondo si fosse lasciato trasportare da questa sorta di gioco di parole e si fosse cullato dallo stesso suo suono.

Ma non c'era nessun comico lì, a fargli compagnia.
Era solo, l'auto parcheggiata sul marciapiede di quella casa, la casa che ormai era un po' sua, infondo.
Aveva ancora le chiavi.

Jason rideva che aveva le lacrime agli occhi, perché rideva da ormai quindici minuti abbondanti, e la vista gli si era appannata.
Da fuori il parabrezza non riusciva a scorgere un accidenti, e di colpo rise anche per quello. PERCHÉ non riusciva a vedere, e ciò sarebbe potuto farlo sembrare ubriaco ma no, lui non aveva mai toccato alcol in vita sua!

Le dita tremanti per le tante risa si strinsero al maglione di lana, viola, PERCHÉ lui aveva sempre detto che quel maglione era stupendo, su di lui.
E lui l'aveva indossato, da sempre.
I suoi polpastrelli lasciarono che il bordo della lana li cullasse con scarsa attenzione, strappando quelle piccole pellicine che Jason amava mordicchiare.

E poi la lana non ci fu più, e diperatamente il biondo afferrò la stoffa dei suoi jeans scuri, e infilò la mano nella tasca.
Cercava di bloccare le risa, davvero, ci provava ogni singolo secondo. Ma evidentemente non funzionava.
Le sue dita si strinsero, si strinsero velocemente intorno a quei pezzi di metallo tanto a far imprimere i solchi sulla pelle, e tutto PERCHÉ un dolore lacinante aveva colpito il petto di Jason.

Il ragazzo guardò verso il basso, non c'era nessuna freccia a trafiggergli il corpo. Eppure il dolore c'era, era insistente ed esistente.
Voleva prenderlo, lanciarlo via, ricordandosi che lui non meritava tutto ciò.

E il dolore c'era, non si vedeva.
ma lui aprì lo sportello della macchina lo stesso, testardo, e ne uscì.
La sua risata che non si era ancora interrotta era l'unico suono udibile nel vicolo. Ah, che tutti potessero sentirla!, pensó.

E rise.
Rise mentre camminava, lo sportello dell'auto ancora perto e la voglia di chiuderlo evaporata.
E c'era lui, che il sorriso raggiante e divertito dalla faccia non se lo toglieva, neanche quando ad un palmo da questo si materializzó la porta in ciliegio che, dei, le sue nocche conoscevano a memoria.
Quante volte ci avevano bussato!
Fu tentato di salutarla, ma dovette resistere.
Doveva far silenzio.

Le sue dita uscirono pian piano allo scoperto, incastrata tra di loro la chiave che aveva usato chissà quante volte.

Fu anche tentato di bussare, due colpetti, cosa sarebbero stati?
Fu tentato, ma si piegò soltanto e lasciò la chiave sul tappetino rovinato dagli anni ai suoi piedi.

E fu quando si girò e si richiuse lo sportello dell'auto che le difese crollarono, che tutto si capovolse e che la risata si bloccó.
E fu lì che Jason pianse.

Forse perché era umano?
Forse perché ne aveva bisogno da molto?
Forse perché, Dei, tutto era uno schifo, e si poteva risistemare, ma Jason non sapeva neanche da cominciare.

Jason Piangeva.
Non avrebbe mai voluto ridere, Ma il dolore era troppo forte, doveva provare a dimostrarsi forte.
E lo aveva fatto.
E non era servito a nulla.
Era comunque solo, dannazione.

Jason piangeva.

"Turns out that no one can replace me.
I'm permanent, you can't erase me.
I'll have you remember me,
One more kiss is all it takes.
I'll leave you with the memory And the aftertaste"

Buonsalve gentaglia.
Signori e signore, questa è una Jercy (ma va?)
Perché ho cominciato a shippare questa coppia e, siamo seri?, non c'è nessuno che la shippa e ci scriva qualcosa?
È AU, perché sto ancora finendo 'Eroi dell'Olimpo', ma spero piaccia lo stesso (a qualcuno che magari cerca, ogni tanto, 'Jercy')
-Clauds

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