capitolo sedici⚘
NORHA🩰
Esco dalla macchina di Mason con una sensazione strana in corpo, quelle parole che mi ha detto mi hanno colpito, mi è sembrato sinceramente dispiaciuto, mi ha dato un consiglio sulla vita, soprattutto dette da uno che fino a poche ore fa non faceva altro che rovinarsela, non lo conosco bene, dico così per il poco che ho potuto vedere, ma oggi a scuola ne ho sentite davvero tante.
Persone che davanti gli sorridevano e dietro ne dicevano di ogni, cose del tipo "è un buffone"
"Figlio di papà"
"Non sa ballare, è qui per la parentela"
Poi bastava che lui li guardasse che lo veneravano, come se lo temessero.
Non credo che non sappia ballare, ho potuto vederlo io stessa, però ho visto anche con quanta malavoglia ha fatto lezione oggi.
Mi avvicino al cancello per entrare, ma noto Thomas appoggiato proprio lì, due volte in un giorno? Non è un buon segno, sono stata anni senza vederlo, e ritrovarmelo davanti già due volte in un solo giorno mi urta il sistema nervoso.
"Che ci fai qui?" Gli chiedo sbuffando esasperata.
"Volevo parlarti, Rarà." L'ultima volta che mi ha chiamata così è stato qualche minuto prima che gli dicessi della gravidanza, amavo quando abbreviava il mio nome, adesso sentirlo dalla sua bocca è come se mi avesse insultata. Crede davvero di poter risolvere tutto dopo tutti questi anni? Come può solo pensarlo.
Io non lo vedo più con gli occhi di una volta, tutte le volte che lo guardo, vedo solo quel ragazzo di diciotto anni, che mi ha lasciata sul ciglio della strada e non si è più voltato indietro.
"Non chiamarmi così, non siamo più quelli di un tempo, io non lo sono più."
"Scusami."
"Va vai, oggi è bastato, sono stanca." Cerco di superarlo inutilmente, tra di noi è sempre stato lui quello più forte, almeno così credevo un tempo.
Adesso dopo quello che ho superato, credo che io sia quella più forte e non fisicamente, ma mentalmente, tutti pensavano che non ci sarei mai riuscita a fare tutto da sola, ma non sanno quanto sia forte l'amore di una madre.
Una macchina si avvicina a noi, troppo direi, ho le luci puntate negli occhi, cosa che mi fa risultare difficile capire chi sia, solo dopo che si mette più avanti e abbassa il finestrino capisco chi è.
"Norha, tutto bene?" Pensavo se ne fosse già andato, mi piacerebbe dirgli : No, Mason, caccialo via, ma preferisco rispondere al mio solito, scontrosa. Anche perché, non voglio fargli capire che sono dispiaciuta per come l'ho trattato tutta la sera, è stato molto gentile, ha preso da mangiare, ha indovinato il gusto del milkshake, e soprattutto ha ballato senza provarci con me, cosa che mi preoccupava di più.
C'è stato un momento, mentre ballavamo, in cui eravamo a un palmo dai nostri nasi, mi ha tirata su, e lentamente mi faceva scendere, eravamo così incollati che sentivo il suo respiro sul mio corpo, che piano piano saliva sempre più in su, atterro in punta di piedi e mi fa roteare tenendomi dai fianchi, per poi bloccarci l'uno di fronte l'altro.
È stato lì che mi sono irrigidita, non sentivo più il controllo del mio corpo, così ho iniziato a comportarmi da stronza, come al solito.
"Si! Puoi andare, so cavarmela da sola."
Fa un cenno con la mano per salutarmi, e va via.
Tento ancora una volta ad aprire il cancello, ma Thomas ci si piazza davanti bloccando il mio ingresso, vorrei urlargli di andarsene, prenderlo a schiaffi, ma data l'ora mi do un contegno, lo guardo fisso negli occhi in modo minaccioso, ma non si sposta, anzi, mi sorride come se ci stesse provando, forse non ha capito che non attacca.
"La smetti, è tardi domani ho lezione."
"Chi era? Poi, quando posso rivedere Jo?"
"Mai! Adesso spostati." Evito la domanda su Mason, dato che la mia vita privata non gli riguarda già da un pezzo. Cerco di spostarlo, ma mi afferra per un braccio e mi attira a se, come quando litigavamo e cercava di fare pace, mi tiene per i fianchi e mi sfiora il viso.
"Sei sempre bella quanto ti incazzi." Dice guardandomi con dispiacere.
"Non puoi farlo." Dico spostando la sua mano con fermezza.
"Cosa?"
"Tutto questo, tornare come se niente fosse, cercando di costruire una cosa che mai più potrai aggiustare, non hai lasciato un cane in mezzo alla strada, hai lasciato me, e mio figlio, mai più potrò vederti come un tempo,"
Inizio a piangere a dirotto, non si è reso conto che sta aprendo una ferita che ancora non si è chiusa, lui non sa cosa ho passato, per colpa sua non mi fido di nessuno, lui sicuramente avrà avuto altre storie, al contrario, io, mi sono chiusa a riccio con tutti.
Un anno fa ho conosciuto un ragazzo al supermercato, faceva il cassiere, era carino e gentile, ci provava spudoratamente con me, ci sono uscita una sola volta, sono stata talmente bene che poi l'ho bloccato e ho cambiato supermercato, non riuscivo a essere me stessa, vedevo Thomas in lui, e per la paura di affezionarmi e prendere un'altra delusione, ho chiuso tutto subito.
Non ho nemmeno un' amica, ho perso la fiducia nel genere umano, mi fido solo della mia famiglia e di mio figlio. Vivo con la paura costante di essere usata, abbandonata e delusa. Lui è andato avanti con la sua vita, mentre io sono rimasta indietro, sono cambiata, sono acida con tutti, e se magari quella persona con me è sincera io ci vedo sempre del marcio, trovo sempre un difetto, un pretesto per allontanarmi.
"Tu credi che io non lo sappia? So di averti ferita, e non sai quanto mi fa stare male questa cosa, so di essermi perso i primi anni di mio figlio, è cresciuto senza di me, e hai fatto un ottimo lavoro, ma adesso, anche se è tardi io voglio essere presente per lui, e per te. Non voglio vederti piangere Rarà." Mi attira ancora di più a se e mi abbraccia forte, non riesco a ricambiarlo, mi infastidisce il suo tocco, mi scanso deludendo le sue aspettative, ma non molla.
"Ti amo, Rarà." Dice prendendo la mia faccia tra le mani e guardandomi con i suoi occhi azzurri, gli stessi occhi che vedo ogni mattina appena sveglia in Jo.
"So che non mi crederai, ma non ho avuto nessuna storia con altre ragazze, sei sempre stata il mio chiodo fisso, ma la vergogna mi ha frenato a tornare, solo adesso ho avuto il coraggio." Continua.
"Adesso sono stanca davvero, ne parliamo domani, vieni di pomeriggio così potrai stare un po' con Jo."
Lo faccio solo per il piccolo, oggi l'ho visto felice mentre era con lui, lo è sempre ma oggi, un pelino di più, come se avesse trovato un pezzo mancante nella sua vita.
"Davvero? Grazie." Mi abbraccia di nuovo e mi ruba un bacio sulle labbra, non faccio in tempo a tirargli un ceffone che si sposta, come se avesse previsto la mia mossa, mi sorride e va via. Finalmente entro in casa, vado in camera di jo e noto che non c'è, sicuramente mio fratello lo avrà lasciato in casa dai miei. Così decido di andare in camera mia, ma prima di aprire la porta mi arriva un messaggio, se è di nuovo Thomas mi metto a urlare.
Sblocco il mio cellulare, e fortunatamente non è lui, ma è Mason.
<<CIAO, VOLEVO SAPERE SE STAI BENE, POI TI LASCIO IN PACE>>
Mi scappa un sorriso, poverino anche se l'ho trattato malissimo, mi ha scritto per sapere se va tutto bene, avrà sicuramente notato quanto io fossi arrabbiata alla vista di Thomas, per questa volta faccio la brava e rispondo con educazione, gli scrivo che sto bene, lo ringrazio e gli mando la buona notte, siccome però non voglio che pensi che mi ha fatto piacere questo messaggio, lo chiamo Baron, perché so che gli dà fastidio.
Poso il telefono ed entro in camera, mi si riempe il cuore di gioia quando mi accorgo che nel mio letto ci sono Ryan e Jo. Per non disturbarli non accendo la luce, prendo solo un pigiama dal cassetto e mi dirigo alla toilette per un bagno caldo.
Riempio la vasca quasi fino al bordo, butto dentro una bomba da bagno viola ed entro.
Mi basta rimanere sola per iniziare a pensare, a farmi mille domande, sto facendo la cosa giusta? È giusto che Thomas abbia un'occasione con Jo? Non lo so, forse starò sbagliando, non lo merita. Poi però penso, che se non gli do questa occasione, un giorno Jordan mi odierà, per non avergli dato la possibilità di conoscere il padre, e non voglio questo, ne morirei se un giorno mi odiasse, penserò bene al da farsi.
Finito di lavarmi indosso il pigiama e mi metto a letto con i mie due uomini, ma prima di farlo devo rimuovere il fortino che ha fatto Ryan per non fare cadere Jo, una volta finito, entro sotto le coperte.
Ripenso a Mason e mi maledico appena il suo sguardo su di me attraversa i miei pensieri, non posso permettermi di perdere il controllo, di certo non con lui, è arrogante, si crede il più bello e il più affascinante, con quella sua aria da presuntuoso mi dà sui nervi. Quindi basta, credo sia meglio dormire, domani sarà un'altra lunga giornata.
Mi ricordo di mettere la sveglia e non appena sblocco il telefono, mi accorgo che poco fa non sono uscita dalla chat con Mason, rileggo i messaggi. Mi soffermo sul "Va tutto bene" forse era da tempo che qualcuno al di fuori della mia famiglia me lo chiedesse, e soprattutto è davvero interessato a saperlo, questo mi fa provare tristezza perché mi rendo conto di quanto io sia realmente sola.
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