Capitolo nove⚘
Norha🩰
Vengo svegliata da mio figlio, che mi colpisce sulla faccia per attirare la mia attenzione. Apro gli occhi, subito ride, mi abbraccia, mentre si posiziona sul mio petto, ormai da sua abitudine, infila la mano dentro la maglia del pigiama, per toccarmi il seno, è una cosa che fa da quando ho smesso di allattarlo.
Guardo l'ora sulla piccola sveglia che c'è sul comodino, segna le 9:00. Mi viene da pensare che sia un miraggio, di solito, mi raggiunge a letto verso le 6:00 del mattino, o viceversa, piange durante la notte e mi ritrovo sul suo lettino, abbracciata a lui.
Come da routine, gli faccio fare colazione e lo vesto, giochiamo un po' assieme. Poi, mi abbandona per giocare da solo, con le sue macchinine. Cosi io posso lavorare qualche oretta al pc.
Mi ricordo che oggi dovrei sapere della borsa di studio. Entro nel sito, vado nella sezione annunci. Clicco con la mano tremante, appare un schermata con dei nomi, appena si carica la pagina sposto il computer, lontano dalla mia vista. Solo al pensiero di non leggere il mio nome, mi sale il panico.
Vengo distratta da mio figlio, che mi dice che deve andare in bagno, stiamo cercando di togliere il pannolino, raramente si fa di sopra, è un bimbo molto intelligente. Gli prendo la manina e lo accompagno. È seduto sul wc, mi guarda e ride, gli si arriccia il naso quando ride così, mi fa morire ogni volta.
"Sei buffo!" Dico mentre rido e scuoto la testa. Lui mi guarda confuso...
"No mamma, sono Jo"
"Lo so, amore"
Un volta finito torniamo di là. Trovo Ryan d'avanti al pc, con un grande sorriso, impegnato a leggere qualcosa, appena mi vede, mi guarda, è felice. Lo guardo perplessa, ma subito capisco, lui sa tutto, e per essere così felice, c'è solo un motivo.
"Non ci credo!" Mi avvicino lentamente, gira il PC verso la mia direzione, e mi dice di guardare.
- Norha Evans - questo è quello che leggo sotto la scritta - Borsa di studio, ammissioni - i miei occhi si riempiono di lacrime, porto le mie mani sulla faccia, e mi copro. Mio fratello mi prende per un braccio e mi stringe forte, mi dà un bacio sulla fronte, tenendomi stretta a lui.
"Sono orgoglioso di te, sorellina"
Non riesco a dire nulla, riesco solo a piangere, bagnando tutto il maglione grigio di Ryan.
Non riesco a decifrare quello che sto provando, nostalgia, felicità, voglia di urlare, ma soprattutto paura. Non so il motivo del mio timore, non ho mai creduto in me, mi sono sempre sentita in difetto, e diciamo che in questi ultimi due anni è mezzo, dove la mi vita è cambiata, molte persone, mi hanno fatta sentire sbagliata, fuori posto, come se io non valessi niente, una nullità. Quindi la paura di deludere di nuovo tutti è sempre lì, che cerca di travolgermi, da un momento all'altro.
"Che succede qui?" Dalla porta d'ingresso dell dependance, entra mi mamma. Credo sia il momento di raccontare tutto.
"Che bello, Norha sono molto felice, bimba mia" le faccio un grande sorriso, ancora un po' sotto shock.
Diciamo, che mamma è sempre stata una delle mia più grandi fan. Quando sono rimasta incinta, credevo gli venisse un colpo, invece mi è stata vicina, non era felice, diciamola tutta, qualunque genitore, non lo sarebbe, però ha messo da parte l'orgoglio, e mi è stata accanto. Mi ricordo, che quando stavo per partorire, si mise a piangere, chiedendomi scusa. Non capivo il motivo, dovevo essere io quella da perdonare, e non viceversa. Ma piangeva a dirotto, mentre io ero in preda ai dolori. Mi disse che non era stata una buon madre, e che se mi avesse fatto quel discorso, che si fa ai figli, sarebbe andata diversamente.
"Se solo io fossi stata capace di esserti amica, prima di essere tu madre, saresti venuta da me, dicendomi che volevi perdere la verginità. Ne avremmo parlato, ti avrei dato dei consigli, avremmo capito assieme, se eri davvero pronta." Mi disse queste parole.
Capì subito che si sentiva responsabile, ma era in gran parte colpa mia, però da quel giorno, cambio tutto. Adesso parliamo molto di più. Quindi voglio renderla orgogliosa, voglio fare tutto per bene, per ripagarla, al meno d'un quarto di quello che ha fatto per me.
"Dobbiamo festeggiare!" Dice mio fratello saltellando, e battendo le mani, con Jordan in braccio, che se la ride.
"Facciamo qualcosa in famiglia"
rispondo.
"Nhaa, stasera usciamo, io e tu"
"No, come faccio con il piccolo?"
Mia mamma si schiarisce la voce, per attirare l'attenzione, su di noi.
"Lo teniamo io e papà, lo portiamo a Coney Island" appena Jo sente quelle parole, gli si illuminano gli occhi. Ama andare a luna park. Batte le mani felice, e acconsente con la testa, Ryan lo imita, e scoppiamo a ridere.
Dopo un po' mamma esce e rimaniamo solo io, Jo e mio fratello, che si ferma qui per pranzo.
"Andiamo solo a cena fuori" dice con la bocca piena, mentre do la carne a Jo, si mette a ridere mentre, provo a dare di nascosto la verdura a suo nipote, la cosa che lo fa ridere è la mia faccia, ricoperta di spinaci e piselli, dopo che Jo si è accorto dell mio giochino, decidendo di sputare verso la mia direzione.
"Ti devo presentare un persona" dice quasi soffocando dalle risate.
"Ti diverti eh" gli dico tirandogli un pisello in fronte, facendolo smettere di ridere, al suo posto, ride Jo.
"Zio, hai la verdura in fronte" adesso sono io che rido di gusto, assieme a mio figlio.
"Chi è?" Chiedo, capendo già tutto.
"Un mese fa, ho conosciuto un ragazzo, ci stiamo frequentando. Voglio che tu lo conosca, prima di mamma e papà"
Quando Ryan fece coming out, aveva diciotto anni, lo disse di getto, durante una cena. Era impaurito, temeva la reazione dei nostri genitori, ma non dissero nulla, mia mamma lo abbraccio soltanto, e mio padre gli prese la mano. Era la prima volta, che vedevo Ryan così felice, di certo non si aspettava questa reazione, soprattutto da nostro padre, ma la nascita di Jordan, lo fece addolcire, era più comprensivo, e se ne fregava del giudizio della gente. Finalmente eravamo una famiglia felice, piena di difetti, ma felice.
Io e Ryan da quella sera, prima che partisse per il collage, passavamo le ore a vedere serie tv, dopo che Jo si addormentava, finita la poppata, commentava ogni attore, come due vecchie zitelle. Sapere che adesso ha conosciuto un ragazzo, mi rende molto felice.
"Come hai fatto? Intendo a vederlo, durante le settimane"
"Sono tornato parecchie volte, venivo per vederlo, e poi tornavo al campus, il giorno stesso"
"Per fare tre ore di strada, quasi tutti i giorni, allora ti piace davvero tanto"
"Si è dolcissimo, vedrai che piacerà anche a te"
"Va bene, rompi palle" mi lancia un sorriso, e io lo ricambio, prendendogli la mano.
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