capitolo dieci⚘

Norha🩰

Mentre mi preparo, fuori si sente solo il fruscio del vento, e le macchine che passano, sembra un serata tranquilla, una di quelle che amo passare con Jordan, a leggere o vedere cartoni, fino ad addormentarci sul divano, sfiniti da una lunga e travagliata giornata.

Non sono una a cui piace uscire; andare a ballare o ubriacarsi, è sempre stato lontano dai miei pensieri, sono sempre stata così. Thomas l'ho conosciuto al parco, andavo lì per ripassare i passi di danza con le mie "amiche", lui era lì, quasi tutti i giorni, stava lì a giocare a palla con i suoi cosiddetti compari.

Da poco avevo compiuto quattordici anni, lui ne aveva diciassette, a quell'età, ogni lusinga, ogni sorriso, ti sembra che sia la cosa più bella del mondo.
Un giorno, mentre facevo dei riscaldamenti muscolari, la palla con cui stavano giocando, mi colpì in fronte, la botta fu talmente forte, che finì per terra. Si avvicinò per aiutarmi, mi chiese scusa e mi portò a prendere un gelato per farsi perdonare.

Da lì, non c'era un giorno che non ci vedevamo, era il classico ragazzo da sposare, premuroso, affettuoso, altruista; beh tutto il contrario di quello che si è dimostrato otto mesi dopo.

Apro il mio armadio per scegliere i vestiti, fa abbastanza freddo stasera, quindi decido per un jeans che cade a zappa d'elefante, un maglione bianco a costine, leggermente corto che lascia intravedere a malapena la vita, e un paio di scarpe nere. Per i capelli, decido di fare uno chignone, con dei ciuffi ribelli che ricadono sul mio viso, un filo di trucco, e sono pronta.

Esco dal vialetto del giardino, per raggiungere mio fratello, che mi aspetta nella sua mustang.
"Ce ne hai messo di tempo, sorellina."
"Beh, dovevo preparare anche Jordan."
"Allora... Come si chiama l'accademia?" Chiede curioso.
"Perché?"
"Perché... Bhe il mio ragazzo frequenta una scuola di danza, il fato non vorrà che sia la stessa, ti immagini?!"
"Mmm... Parker Ballet."

Sul viso gli spunta un sorriso, inizia a sbattere le mani sul volante, felice.
"Che succede?" Chiedo spazientita dal suo silenzio.
"Anche lui!" Perfetto, mi viene da pensare.
"Ah, che fortuna" dico sarcastica.
"Sono sicuro, che andrete d'accordo." Ne dubito.

La cosa principale, che mi metteva di buon umore, era, sapere che non conoscevo nessuno. Non per farmi qualche amica, o perché io mi vergogno di avere un figlio così giovane, ma solo per non essere additata come la puttana della scuola, come quella facile. Nessuno mi conosce, nessuno sa cosa ho fatto, da dove vengo, chi è la mia famiglia. Invece, mio fratello sta con uno della scuola, come inizio non c'è male.

Dopo una mezz'oretta di strada, e dopo aver fatto una decina di chiamate ai miei, per sapere di Jo, siamo arrivati. Mio fratello grida un finalmente, non ne poteva più di vedermi spazientire al telefono, dopo la terza chiamata mia madre, non ha più risposto, mi ha mandato un paio di foto, di lui che si diverte, è felice con i nonni e io vorrei essere lì con lui, ma non qui, mi sento fuori luogo.

"Rilassati, sorellina." Dice mio fratello prendendomi sotto braccio.
"Lo sono!" Dico fingendo un gran sorriso.
"Si, come no. Jo è in buone mani. Essere madre, non vuol dire che ti devi chiudere in casa." Questa frase la dice tutti i weekend, cerca sempre di farmi uscire con lui.
Jordan, ha solo me, io devo occuparmi di lui. Mia mamma tante volte mi dice di uscire, di farmi qualche amica, ma sinceramente sto bene così. Mai più, avrei permesso che mi facessero del male. Tutti bravi a dire: "ci sarò per sempre." Ma poi questa promessa sparisce, come la notte che si fa strada nel giorno; l'unica differenza che la notte torna sempre, le promesse si perdono.

Entriamo dentro questo pub. È molto carino, entrando alla sinistra, c'è un bancone lunghissimo, con degli sgabelli affiancati, dietro al bancone, sulla parete, alcol di ogni tipo e dimensione. A destra, ci sono dei tavoli, tutti sui toni del legno, c'è molta gente, ci sono dei ragazzi che giocano a biliardo in fondo, dove c'è la sala giochi, gente che mette musica sul jukebox, e balla. Devo dire che questo posto mi piace, non l'avrei mai detto...

"Posa questo telefono, Norha."
Dice Ryan, appena mi vede estrarlo dalla borsa nera che ho abbinato alle scarpe, stavo per mandare un messaggio a mamma.
Sbuffo, ma lo ascolto. Mi giro in torno, curiosando, non ho mai visto tutta questa gente, in un posto solo. Ci sediamo al bancone, perché ancora il suo ragazzo, non è arrivato. Mi fa strano pensare "il suo ragazzo" però sono felice per lui.
Mio fratello ordina due bibite analcoliche, per passare il tempo.

"Norha?!" Mi volto per capire chi mi sta chiamando, le sue mani si posano sulle mie spalle e mi abbraccia. È Olivia backs, una delle mie vecchie migliori amiche.
"Ciao." Dico freddamente.
Indossa un vestito nero, striminzito, che lascia vedere quasi tutto, se fosse uscita nuda sarebbe stato lo stesso, diciamo che è praticamente nuda; i suoi capelli biondi sono perfettamente lisci, trucco impeccabile, come sempre.
"Come stai?" Spero stia scherzando. Dopo tre anni se ne viene con questa frase?
"Magnificamente" esordisco, ancora sbalordita, di vedere Olivia, di fronte a me come se nulla fosse, come se lei è le altre non mi avessero abbandonata, nel momento in cui avevo più bisogno di un'amica; mio padre non mi parlava, il padre di mio figlio mi aveva lasciata, e di conseguenza loro, mi avevano eliminata dalla loro cerchia. Ma del resto io sono forte, e ce l'ho sempre fatta, sono ancora in piedi.

Mi volto senza nemmeno salutarla, lei capisce e va via; non apro bocca per tutto il tempo. Sono passati solo pochi minuti da quando siamo qui, è già mi sono pentita di aver messo piede fuori casa.
"Eccolo!" Ryan si alza felice, va verso l'ingresso, ma non riesco a vedere chi sia, la stazza di mio fratello lo copre. Poi lo vedo, spalanco gli occhi per la sorpresa.
"Fa che non sia lui, ti prego" penso ad altra voce.

No... Cazzo è lui. È quello del white chocolate, il ragazzo che mi ha tirato il wafle tra i capelli, non è solo, c'è anche il suo amico, quell' arrogante, che era con lui. Dopo una vita che non uscivo, speravo di divertirmi, invece... Diciamo che la serata sta andando malissimo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top