42.

Domenico.

Guardo Mia scappare e sto per raggiungerla quando Rachele mi blocca.

<Lasciala andare è meglio così. >

Sono pronto a  risponderle e anche male, quando vedo Mia entrare tipo furia.
Non  ho il tempo di bloccarla che si avventa su Rachele sbattendole la testa sul bancone.

Riesco a vedere la sua rabbia, la sua frustrazione, il suo stato di sofferenza che io, come un emerito idiota,  ho fatto riaffiorare in lei.

Vorrei poterla fermare, anche a costo di prendermi uno schiaffo, un insulto, qualunque cosa, basta che riesca ad avere la possibilità di spiegarmi, ma non mi da il tempo di reagire, che subito corre via seguita da Francesca.

Non ci posso credere!
Cosa ho fatto?

<Tu sapevi chi ero, vero?
Tu sapevi e volevi farla pagare a lei, ed io come un coglione che sono, te l'ho permesso... >
Non riesco a finire il discorso che Francesca mi attacca subito.

<Sei un grandissimo stronzo.
Che cosa hai in quella fottuta testa di cazzo che ti ritrovi?>

È Francesca, che non da nemmeno il  tempo a Rachele di rispondere ma  che prova ad allontanarsi, venendo bloccata per un braccio da Fra, e che la fa sedere sul sedia.

<Tu da qui non ti muovi, e se solo ci provi ti stacco questa criniera dalla testa.
E tu?
Hai distrutto la mia amica per cosa esattamente?
Per qualcuno che cerca solo un minimo di attenzioni, o forse voleva fare solo un dispetto?
Tu che dici Rachelina? >

<Ci chiami tua sorella Rachelina. >

< Ci chiamo chi cazzo voglio, e ora voglio chiamarci te.
Problemi stronza? >

Ho dimenticato che Francesca non è Mia, che lei davvero le stacca la testa, e per quanto voglia capire anche io, sono costretto a fermarla.

<Francesca ascolta... >

< Ascolta un cazzo Domenico.
Hai visto come sta Mia?
Ma ti rendi conto di cosa hai fatto?
Stava tornando ad essere la mia Mia, stava cominciando a togliersi quella corazza che per anni si è portata sulle spalle.
Tu me l'hai distrutta, tu non la meriti una persona come lei.
Meriti di essere trattato come ha fatto tua moglie per anni.
E scusa se sono parole pesanti le mie, ma ti meriteresti la faccia spaccata.
Una come Mia, che ti ama veramente, che riesce a capirti nonostante tutto, te la sogni.
E prega che non faccia cazzate, perché giuro sulla cosa più cara che ho, resterai su una sedia a rotelle a vita, perché sarò io a romperti le gambe. >

<Smettila ora.
Ho sbagliato ed è vero, ma non ho fatto nulla di così sconvolgente, e se mi lasci andare da Mia le spiego tutto. >

<Ma assolutamente, per cosa poi, per prenderla in giro ancora una volta? >

<Io non ho preso in giro nessuno... >

<Spiegami allora, e tu non fiatare. >

Ma Rachele non si lascia comandare facilmente e prova ad alzarsi con la scusa di riprendere a lavorare, ma Francesca la blocca per le spalle lasciandola piantata lì fino a quando viene un'altra ragazza e le comunica di essere stata licenziata.
Sarebbe pure una situazione divertente, ma i miei pensieri sono rivolti a Mia e non voglio perdere troppo tempo, voglio andare da lei.

< Ascolta Fra, io non sapevo chi fosse e te lo giuro su mia madre.
Abbiamo cominciato a parlare, ma mai in privato.
Avevo capito che lei si stava interessando a me, ma credimi, i miei pensieri sono stati sempre rivolti a Mia.
Io non sapevo che quella con cui parlavo fosse lei> dico indicando con la testa Rachele che non ha ancora detto nulla.

< Quel pensiero che Mia ha letto, non era per Rachele, ma per lei.
L'ho scritto quella famosa sera quando  mi mandò a fanculo, ma non volevo creare casini, non volevo farla stare così.
Io amo davvero Mia e darei pure la mia vita per lei, per vederla sempre sorridere. >

< E coglione che non sei altro, perché non le hai detto subito la verità?
E poi perché passare tempo sul pc o col telefonino?
Parlavi con lei?>

< Cazzo no!
Sto al pc perché cerco un locale dove aprire il mio ristorante e a Mia l'ho detto, le ho detto che sarebbe stata una sorpresa.
E il mio diario l'ho perso settimana scorsa e lei l'ha letto. >

< Ma la stavi consolando, e hai messo la mano sulla spalla ed io l'ho visto. >

<Solo perché le avevo detto che non doveva farlo, che nonostante avesse trovato i miei pensieri non aveva il diritto di leggerli e si era dispiaciuta.
Cazzo la vuoi dire tu qualcosa?
Tu sapevi chi ero e l'hai fatto apposta, ma non capisco perché. >

< Si è semplicemente levata dalle palle. >

Francesca si attacca ad una ciocca dei suoi capelli

< Io ti elimino dalla faccia della terra se continui a rompere i coglioni.
E poi nemmeno ti conosce Mia. >

< Lei no, ma io si...
Si è presa Alessio quando era mio.
Si è presa la mia vita ed io ho giocato con la sua. >

<Tu sei pazza.
Mia non si è presa nulla e visto come sono andate le cose, se sapeva te lo ritornava impacchettato col fiocco. >

<Io uscivo con Alessio quando lei è arrivata.
Io dovevo essere la sua compagna, non lei, schifosamente bella e perfetta.
Ero io, era la mia vita quella che si è presa, ed io volevo prendermi la sua.
Non ci sono riuscita, ma almeno si toglie dalle palle. >

Francesca le da uno schiaffo che risuona per tutto il locale, mentre io raccolgo le mie cose ed esco dal bar.

Mia deve sapere tutto, deve sapere che è stata tutta una cosa architettata per farla crollare, ma appena esco Francesca mi ferma.

< Aspetta. > porta il suo telefono all'orecchio.

< Giacomo, Mia è scappata a casa e viste le sue condizioni farà una minchiata.
Ti spiego dopo ma è stato tutto un malinteso.
Io arrivo adesso e ti spiego.
Ah ok, allora aspetto la tua chiamata. >
Poi mi guarda e si passa le mani sul viso.

< Se è vero che la conosco, non sarà facile parlare con lei.
Ma ti credo. >

< Io devo andare da lei adesso e non mi frega se è o meno il caso, mi deve ascoltare. >

<Non te lo permetterà.
Conosco Mia, e so che non farà parlare nessuno.>

<Non importa, troverò il modo di farmi ascoltare, anche se dovessi  stare giorni, mesi, anche anni fuori casa sua. >

<Giuro che ti darei una bella botta in testa, se avessi parlato e raccontato tutto, non saremo qui a parlarne.
Andiamo, ho la macchina proprio lì. >

Seguo Francesca ringraziandola, ma i pensieri vanno a Mia.
Chissà che sta facendo, se mi odia davvero, ma davvero sono disposto a tutto.
Ho sbagliato a non dirle del blog e ho sbagliato a non dirle che ho intenzione di aprire il mio ristorante qui, per non stare più lontano da lei.
Che coglione sono stato.

Squilla il telefono di Francesca.

<Ehi sei in viva voce e c'è anche Domenico con me... >

<Si può sapere che minchia è successo?
Ho trovato mia sorella che provava a bruciare il tatuaggio? >

<Cosa? > urlo mentre Francesca si porta le mani sul viso.

<Cosa cosa, ha provato a cancellare il tatuaggio con un cucchiaio rovente.
Non era in sé e il tempo che ho chiamato Milena, si è graffiata tutta.>

<Cazzo Francesca parti.
Come sta adesso? >

<Dorme, le abbiamo dato dei tranquillanti.
Ma che cazzo è successo? >

<Stiamo arrivando e ti spiego tutto. >

<Giuro sui bambini che se la causa sei tu, non uscirai vivo. >

<No Giacomo, è stato tutto un fottuto malinteso. Stiamo arrivando. > dice Francesca, mentre ingrana la prima e si immette per la strada, chiudendo la chiamata.

< Cazzo io lo sapevo, lo sapevo che quella folle avrebbe combinato qualcosa.
E tu sei un fottuto coglione Domenico. >

E non riesco proprio a risponderle perché ha ragione.
Sono stato uno stupido, mi rendo conto di aver sprecato tempo inutilmente con una persona a cui non serviva il mio tempo, trascurando le insicurezze di Mia e facendone nascere altre, penso sbattendo la mano sul cruscotto dell'auto, facendomi male, ma mai quanto il male he ho procurato a lei.

Fortunatamente il tragitto verso casa di Mia, non è lungo e quando arriviamo mi precipito verso la porta, che trovo già aperta perché Giacomo ci stava aspettando.

<Dov'è? >

< In camera sua, ma voglio sapere cosa è successo, chi e cosa ha ridotto mia sorella in quello stato. >

< Ti spiego tutto io, lascialo andare da lei. >

Ringrazio mentalmente Francesca e mi avvio correndo verso quella che, fino ad oggi, è stata la nostra camera da letto.

E quando la vedo, rannicchiata su se stessa, quasi in posizione fetale, il mio cuore si spezza e sembra quasi di sentire i pezzi venire giù.
La stanza è un caos, i suoi spartiti e i suoi testi fatti in mille pezzi sul sul pavimento, le nostre foto strappate.

Mi avvicino a lei scostando una ciocca di capelli che le è caduta davanti al viso, ed è in quel momento che noto i segni che le lacrime hanno lasciato sul suo viso.
Mi inginocchio sussurrando "scusami" e cominciano a bruciare i miei occhi.

"Mi dispiace, non volevo e non pensavo che sarebbe successo tutto questo.
Non volevo ferirti né nasconderti nulla, ma non ho capito quello che stavi passando.
Non ho pensato che quello che stavo facendo, anche se non era nulla di male, ti avrebbe ridotta così.
Spero tu mi dia la possibilità di spiegarti tutto, e se non me la darai aspetterò anche una vita intera il momento in cui mi ascolterai.
Ti amo Mia, credimi. > le dico mentre accarezzo il suo viso e le sue mani, ma anche nel sonno e come se sentisse la mia presenza e si allontana leggermente.

Le lascio un leggero bacio sui capelli e mi alzo, ma prima raccolgo la nostra foto e la sistemo al suo posto.
Prima di uscire, mi faccio una promessa...

"Riconquistare la tua fiducia, sarà il mio scopo in questa vita".


Immensamente scusa per questo enorme ritardo, ma l scorsa settimana è stata un po' strana e poi sono stata fuori con la mia famiglia❤️.

Perciò ecco qui la verità...
Domenico non ha mai fatto nulla di sbagliato o almeno non come lo ha immaginato Mia.
Ma lei? Gli crederà?
Sto già lavorando al prossimo e spero che non ci sia qualche intoppo che mi blocchi ancora una volta.
Baci Chiara❤️

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