38.
Mi volto verso la voce che mi ha chiamata ma che ho riconosciuto subito.
E quando mi ritrovo davanti Alessio, Domenico fa un passo in più del mio, come a volermi difendere.
Poso una mano sul suo braccio cercando di fargli capire che non ci sta nessun problema e torno ad Alessio.
<Ciao Alessio.>
Ma non mi da tanta retta, è impegnato a guardare, meglio dire a minacciare con lo sguardo, un Domenico che non si scompone minimamente e poi finalmente, si rivolge a me.
<Dobbiamo parlare.>
E questo suo modo di rispondere riaccende un campanellino di allarme nella mia testa.
Sembra non sia cambiato proprio per niente.
<Dobbiamo, nel mio vocabolario, non esiste più.
Magari la prossima volta ritenta, sarai più fortunato.
Andiamo Domi.> dico prendendo la mano di Domenico e provando ad allontanarmi da Alessio.
Ma non ha proprio intenzione di mollare.
<Scusami Mia, non volevo rivolgermi in quel modo, ma sono un po scosso.
Possiamo parlare per favore? È davvero importate.>
E vedo la sua espressione, nulla che abbia mai visto prima, nulla di conosciuto, come se fosse davvero importante.
<Dimmi pure.>
<Soli.>
<Ma non credo proprio> si intromette Domenico, facendo voltare Alessio che una non la lascia passare.
<Credo che tu non abbia nessuna voce in capitolo.>
<Ed io penso esattamente lo stesso.>
<È mia moglie.> comincia ad alterarsi Alessio, ma Domenico non ha intenzione di fermarsi.
<Ex moglie, è la mia compagna e scusami tanto se non mi fido di te.>
<E pensi che io mi possa fidare di te?>
Continuano con il loro testosterone mentre io non riesco nemmeno a dire una parola.
Sono spiazzata, da nessuno di loro mi aspettavo questo atteggiamento, come se stessero facendo una gara per cercare di marcare il territorio, ed io sono il "premio" in palio, ma sono costretta a riprendermi quando Domenico risponde.
<Tu non ti devi fidare di me, mi basta sapere che si fida lei e ti assicuro che lo fa.
Non ha motivo di dubitare di me ne di preoccuparsi di parlare.>
Alessio fa un salto verso Domenico, ma io sono più veloce e mi metto nel mezzo, chiudendo gli occhi, per il pugno che Alessio è pronto a tirare a Domenico, ma fortunatamente si ferma prima di colpire il mio viso.
Resto per un attimo con gli occhi chiusi, ma li riapro subito dopo, quando capisco che Domenico non ha intenzione di accantonare la cosa.
Riesco a tirarlo verso di me, con non so quale forza, allontanandoci da quel folle.
Con entrambe le mani blocco il suo viso, portando i suoi occhi verso i miei, ma fatico nel cercare di farlo, visto che sta nervosissimo.
<Ehi Domi guardami, guardami ti prego. Sto bene non mi ha sfiorata, guardami.>
<Lo stava per fare, ti avrebbe colpita se non si fosse fermato.
Cazzo Mia apri gli occhi.>
<Lo so, poteva farlo ma non l'ha fatto. Calmati ti prego.>
<Mia...>
<Cazzo Alessio mi stai rompendo ora.
Ho capito che mi devi parlare, ma non ora, non più.>
<Può venire anche lui, se vuoi, ma davvero devo dirti qualcosa di importante.>
<E ho capito porca la miseria, ho capito.
Ma non capisci tu che l'aria si è fatta pesantissima, e per colpa tua.>
Mi volto verso Domenico, continua a passare le sue mani sul viso, cercando di calmarsi, ma più sente Alessio parlare, più si innervosisce.
<Ascolta Mia, io vado a sbrigare delle cose. Ci vediamo più tardi a casa.>
<Cosa?> ed arretro di qualche passo, come se mi avesse appena colpita.
Capisco il suo stato d'animo e capisco che vorrebbe spaccare la faccia ad Alessio, ma prendersela con me, per quale motivo?
Che colpa ne ho se Alessio è capace di arrivare nei momenti meno opportuni?
Che colpa posso avere io se è talmente preso da se stesso che non considera gli altri?
Ma non commetterò altri sbagli e quindi mi riprendo subito.
Lui mi guarda quasi dispiaciuto...
<Non riesco Mia...>
<Si, ho capito.
Lascia stare, vai dove devi andare, ci vediamo a casa.>
<Mia...>
<No, niente Mia, vai dove devi e stasera ne parliamo.>
<Ok.> solo questo dice, dopo avermi lasciato una carezza sul viso e attraversando la strada per andare chissà dove.
Quando non ho più la sua visuale, mi scaglio su Alessio, facendo sbattere le sue spalle al muro.
<Se hai intenzione di rovinare la mia vita, ancora una volta, sappi che sarò capace anche di farmi trent'anni di galera per omicidio.
E prendila pure come minaccia, denunciami un'altra volta, fai quel che cazzo vuoi, ma non ti permettere più di interferire.>
Alessio alza le mani in segno di resa, pallido in volto perché non si aspettava tutta questa forza fisica da parte mia.
Fa bene a preoccuparsi, visto che in questi mesi mi sono allenata solo su questo, e le lotte di difesa mi hanno aiutata tantissimo.
<Scusami, io non...>
<Smettila con queste scuse Alessio, hai ottenuto ciò che volevi no?
Volevi vedere Nora e la vedi, volevi che litigassi con Domenico, e sei convinto di esserci riuscito, ma ti assicuro che non è così.
Domenico è diverso, con lui puoi parlare davvero di tutto e non ho bisogno di nascondermi, quindi se volevi questo, mi dispiace dovrai ritentare.>
<Ti stai sbagliando.
Io ho la mia parte di colpa in tutta questa storia e capisco che credermi, non è facile per voi.
Ma sto uscendo adesso dal mio avvocato e mi ha fatto vedere le richieste per il divorzio.
Solo di questo devo parlarti, non avevo altri fini.>
<Io non ho fatto nessuna richiesta per il divorzio.
Di cosa parli?>
<Dai Mia, davvero fai?
Sono richieste fatte dal tuo avvocato...>
<Senti io non ho ancora parlato con Giovanni di questo, ma dimmi pure.>
<Vuoi settecento euro per te e la bambina, ma capisci che così non posso prendermi nemmeno una casa?>
<Che voglio io?
Ma non è assolutamente vero, nemmeno se avessi preso cinquemila euro ti avrei chiesto questa cifra.
Ci deve essere qualche errore sicuramente.
Io ho sempre detto che mi devi passare solo il mantenimento della bambina,che per me non voglio nemmeno un centesimo.
E comunque ripeto che non abbiamo ancora parlato di nulla con Giovanni.>
<Fallo Mia, te ne prego.
Se do la metà del mio stipendio a te, non potrò prendermi cura di Nora come vorrei realmente.>
<Stai tranquillo e non ti preoccupare.
Adesso devo tornare a casa, ti faccio sapere appena il mio avvocato mi spiegherà qualcosa.>
E senza aggiungere nulla, ognuno riprende la sua strada.
Quando rientro, trovo Nora, piena di farina anche tra i capelli, che cerca di aiutare la nonna a preparare l'impasto della pizza, mentre mio nipote attacca impasto ovunque.
Mi siedo con loro.
<Mamma, mi spieghi perché a me e Giacomo non permettevi nemmeno di giocare con un cucchiaino d'acqua in giardino, mentre da queste due pesti ti fai distruggere la casa?>
Mia madre mi guarda, pronta a tirarmi il mattarello in testa.
<Primo che voi giocavate con i secchi d'acqua, altro che cucchiaino, e poi i bambini devo poter sperimentare.> mi dice lanciando un po di farina sul mio viso.
Tre secondi dopo si scatena il caos più totale.
Mia madre che non capisco se è lei o un ominide di farina, Nora con impasto attaccato ovunque, il piccolo Angelo che penso abbia tre chili di farina dentro il pannolino, ma la cosa bella è che mia madre ride, ride di gusto e non la vedevo così da anni.
In quel momento entra mio padre che, vedendo quel manicomio e le nostre facce divertite dice subito.
<Continuate pure, ma io non pulisco.> convinto di essere salvo si ritrova con una scarpa in testa, mentre Angelo prova ad arrampicarsi nelle sue gambe, riempiendolo tutto di farina.
Fortuna che mia cognata arriva in nostro soccorso, portando i bambini a lavarsi mentre io aiuto mamma a pulire.
E non c'è niente da fare, è proprio vero che la mamma è sempre la mamma.
<Che succede Mia?>
<Ho litigato con Domenico o meglio, abbiamo discusso.
Fuori dal negozio di Tommaso c'era Alessio che voleva parlarmi, ma la discussione tra i due è degenerata e Domenico è andato via.>
<Sei rimasta con Alessio? Non hai seguito Nico? Ma cosa ti dice la testa?>
<Intanto si chiama Domenico, senza Nico.
E comunque non ho deciso io di non seguirlo, mi ha detto chiaramente che lui aveva altro da fare, e non vorrei che si fosse offeso o che so.
Comunque ad Alessio ho spiegato benissimo che non si deve più intromettere nella mia vita privata.>
<Quello è subdolo tesoro.
Vero che con la bambina è un amore, ma a me non mi convince.>
<Nemmeno a me, e per la prima volta ho goduto nel vederlo spaventato, l'ho sbattuto al muro mamma.> dico comprendomi il viso come se mi vergognassi, mentre mi viene troppo da ridere se ripenso alla sua faccia.
<Hai fatto bene, potevi anche tirargli un pugno come hai fatto con tuo fratello.> mi dice soddisfatta per la mia reazione e continua.
< Ma qualcosa ti turba ancora, cosa?>
Sospiro.
<Domenico non si è fatto sentire, ho provato a chiamarlo e gli ho lasciato dei messaggi.
Li ha visti, ma non li ha aperti, e il non sapere dove si trova, mi agita.
E se non rientrasse stasera?
Se ha capito che non sono quella che lui vedeva?>
<Ma vedi cosa dice la tua testa?
Domenico stravede per te e per Nora, sono sicura che metterebbe a rischio la sua vita per voi.
Può essere che ci sia rimasto male, può essere che aveva altre cose da fare, può essere pure che stia per rientrare.>
<Oppure può essere tornato sul quel blog.> dico riposando la pezza che stavo usando per pulire i mobili.
<Tornato dove?>
<Nulla mamma, vado a farmi una doccia. Ci vediamo dopo.
Ah Nora...>
<La tengo qui, tanto stasera si mangia tutti insieme.>
<Grazie.> le lascio un bacio sulla guancia e mi precipito in camera da letto, provando a chiamare Francesca che mi risponde subito dopo dicendo che sta per arrivare, così avviso mia madre di aggiungere due posti, visto che appena si sentirà odore di pizza, a Franci non la smuovi nemmeno col trattore.
Mi siedo sul letto e apro il portatile di Domenico.
So che non è giusto e che dovrei parlarne con lui, ma non ho modo visto che non mi risponde.
Entro nella cronologia di google e subito entro in questo blog, ma mi fermo visto che lo squillo di Francesca mi avvisa che è arrivata.
<Racconta tutto e non tralasciare nulla.> dice entrando senza nemmeno salutare e mandando Adry da mia madre.
Così le racconto tutto e quando finisco, siamo entrambe davanti al pc.
<Mia tu sai che non ci capiamo un cazzo di tecnologia, come vuoi scoprire qualcosa?>
<Certo che per incoraggiamento devono chiamare te.
Qualcosa la troviamo, se ci sta.>
Entro sul blog e comincio a leggere i vari messaggi, che sono davvero tantissimi.
Ci stanno tantissime persone che hanno passato un divorzio più o meno incasinato, ma non mi soffermo su nulla.
Cerco di risalire al periodo in cui scriveva anche Domi e lo trovo, riconosco la sua immagine di profilo, visto che è quella che ha su whatsapp, cioè noi due.
Nulla che mi possa far pensare male, tranne che rispondeva sempre ad una certa sempre io, ma non ci sta nulla che mi faccia risalire a questa.
<E se le scrivessimo noi, facendo finta di essere lui?> mi dice la mia amica, convinta di aver trovato una soluzione.
<Non ci stanno chat private qui, almeno non ne trovo.>
<Allora non possiamo scoprire niente.>
<Assolutamente niente, almeno non noi.> dico cancellando la cronologia e riposando tutto da dove l'ho preso.
<Ma possiamo provare a leggere qualcosa nel suo taccuino.>
<Sei un genio.> dico saltando giù dal letto e cominciando a cercare questo benedetto taccuino, che non trovo da nessuna parte.
E dopo mezz'ora di ricerche rinunciamo, non siamo riuscite a trovarlo.
<Secondo me, non ti resta che parlare con lui.>
<Se si degnasse di rispondermi.>
Ho il tempo di finire la frase che Domenico entra in casa.
Non nego che il mio cuore comincia a fare mille capriole, anche se sembra abbastanza indifferente nei miei confronti, mentre saluta Fra.
Ma non ho intenzione di rimanere zitta, così appena Francesca si allontana comincio a parlare.
<Dove sei stato?>
<A cercare una cosa, a te come è andata?>
<Tutto sommato bene.
Ma posso sapere cosa stai cercando, o chi magari.>
<Cosa?> mi chiede sconvolto.
<Hai capito benissimo Domenico.
Senti, se hai intenzione di prendermi per il culo, la strada per uscire da questa casa la conosci benissimo.
Quindi cosa o chi hai cercato?>
<Non ho cercato nessuno Mia, sto cercando un locale commerciale.
Ma posso sapere che ti prende?>
<A me? Nulla.
Non sono stata io quella che se ne è andata nel bel mezzo di un discorso.
Non sono io quella che cerca o risponde a una che si chiama Sempre io.
Quindi dovresti essere tu a spiegarmi cosa ti prende.>
<Sei entrata sul blog?>
<Mi hai detto tu che potevo farlo no?
Cosa ti sconvolge?>
<Credimi che io non ti capisco, certe volte fatico è questo è uno di quei momenti.>
<Certo, guarda un po, adesso la colpa è mia.>
<Non sto dicendo questo e lo sai.
Dico solo...>
<Non dire niente.
Viglio sapere solo una cosa.
Con questa Sempre io o come cazzo si chiama, vi siete visti e sentiti fuori dal blog?
La verità Domenico, non voglio mezze frasi e ne mezze verità.>
<Fai sul serio?>
<Invece di rispondere con un'altra domanda, rispondi a quella che ti ho fatto!
Hai sentito o visto quella?>
Domenico mi guarda e sospirando dice di no.
<Ok, vedi quello che devi fare, stasera ceniamo da mia madre, se vuoi venire.>
<Mia...> cerca di prendere la mia mano ma la tiro via prima che riesca a sfiorarmi.
<Vado a fare una doccia da lei.>
E dopo aver preso tutto quello che mi serve, vado verso l'ala di madre lasciandolo lì a pensare.
C'è qualcosa che non mi quadra, anche se gli credo, e scoprirò di cosa si tratta.
Eccomi...
Ed ecco la prima discussione tra i due, diciamo che Mia quando parte, lo fa con i botti.
Non credo che avrei digerito il comportamento di Domenico, ne le sue scuse, se tali sono.
Voi cosa pensate?
Io vi saluto... Dolce notte a tutti❤
Baci Chiara❤
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