2.


2004.

< A me non convince, il tuo ragazzo non mi piace.
Mia ascoltami...>

<No mamma.
Non ho più intenzione di stare ad ascoltare te o qualcun altro.
Tu ti sei proprio fissata con Tommaso e chiunque fosse stato al posto di Antonio, per te, non sarebbe andato bene comunque.>

<Non è vero, ma Tommaso ti voleva bene davvero.>

<Si,  qualunque cosa facessi a lui stava bene.
Cazzo mamma, sbagliavo volontariamente e lui non si lamentava, era per questo che mi voleva bene?
Io ho bisogno di qualcuno che mi tenga testa, non uno zerbino e Tommaso era quello.>

<Sei una stupida, da quando Giovanni ti ha lasciata, non fai altro che prendere decisioni sbagliate.>

<Se per andare contro te devo prenderle, che ben venga allora.
Ah un'altra cosa, non nominare più Giovanni, mai più.
Adesso sali che ti lascio a casa.>

Ormai con la mia famiglia è sempre così, ogni occasione è buona per rinfacciarmi sempre tutto.

Da qualche anno, qualunque decisione io prenda o abbia preso, per loro è stato sempre  un pretesto per litigare e per farne una questione di stato.

Fino a qualche anno fa non eravamo così.
Io avevo una famiglia con cui confidarmi, a cui raccontare tutto, il mio primo amore, il mio primo bacio, il mio primo tutto.
Ero felice a quei tempi, convinta che con Giovanni sarei invecchiata in mezzo a tre o quattro figli e una dozzina di nipoti, ma così non fu.

Andò via, decidendo anche della mia vita.
Così sono cambiata, così mi sono ritrovata a dover lottare giorno e notte, soprattutto con mia madre.
Qualunque cosa facessi, per lei non andava più bene, per lei avevo sbagliato tutto e continuavo a farlo, e più mi diceva così, più io andavo avanti con le mie idee.

Io volevo solo avere la possibilità di sbagliare e di capire da sola, volevo solo conoscere quell'amore  che, avevo provato con Giovanni, quello che spesso si racconta nei libri, quello che ti fa fa battere il cuore, e nemmeno so più se possa esistere davvero.

Ed ora eccomi qui, in macchina con mia madre che non smette di inveire su di me, a pochi giorni dal mio matrimonio.

<Mamma ti prego smettila adesso.
Se mi ritrovo a questo punto, la colpa è solo vostra.>

<No, la colpa è solo tua che ti sei impuntata così, solo perché non ci stanno bene le tue scelte.>

< Porca puttana, io non volevo sposarmi, voi mi avete costretta.
Io volevo solo vivere questa storia come qualunque ragazza della mia età, ma per voi era impossibile, perché la vostra mentalità è diventata chiusa e bacata.
Il vostro problema è il sesso, sempre e solo questo dannato sesso.
Ma sai cosa mamma, si può benissimo fare anche di giorno, anche nello spiazzale della scuola, o in spiaggia, ma non ci arrivi.
Adesso scendi che siamo arrivati.>

<Io non so cosa ho fatto di male per avere una figlia ingrata e maleducata come te.
Ma ti dico solo un'ultima cosa, non venire a piangere da me, non venirmi a dire che hai sbagliato tutto perché una porta chiusa in faccia, non te la toglie nessuno.>

< Grazie mamma, davvero.
Fatti un esame di coscienza davanti allo specchio appena arrivi a casa, e poi mi vieni a dire perché sono diventata così.>

Aspetto che chiude la portiera e parto spedita verso quella che tra poco, sarà la mia nuova casa.

Mia madre non ha tutti i torti e lo so, so che  forse,sto correndo troppo ma il sentire sempre e costantemente  le loro critiche, è una cosa che non tollero più.

Antonio non è poi così male, ci divertiamo tanto e l'intesa sessuale è ottima e ci vogliamo bene.
Ma la mia famiglia questo non lo capisce, guardano soltanto al lato economico, al fatto che dovrò continuare a lavorare se vogliamo arrivare a fine mese.
Ma questo non ha importanza, non ho mai avuto l'intenzione di fare "la mantenuta", e se ho la possibilità di contribuire che ben venga, io mi sento più libera ed indipendente.
Abbiamo comprato tutto insieme, senza chiedere niente a nessuno.
Abbiamo pitturato noi le pareti, noi ci siamo occupati di tutto.
Pure il vestito ho preso con i miei soldi, eppure sembra che tutto questo pesi a mia madre.

Sospiro, mentre mi passo una mano sul viso, ma la mia frustrazione è tanta che tiro un pugno sul volante gridando

<Vaffanculo.>

Non mi accorgo che sono ferma ad un semaforo e che tutti si sono voltati a guardare me.

<Che c'è? Non avete mai sentito la parola vaffanculo?
Vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo.> urlo mentre ingrano la prima e parto.

Parcheggio la macchina vicino alla piazza che sta di fronte casa che ho preso in affitto con Antonio, e scendo tutte le buste con le ultime cose che ho comprato e che potrebbero servirci.
Fortuna che ci sta l'ascensore nel palazzo, altrimenti al quinto piano, con tutte queste buste, non ci sarei mai arrivata.

Ma la sorpresa sta quando apro la porta.

Allora, non ho cambiato idea sul aggiornare la storia, ma mi è sembrato giusto farvi conoscere un po meglio, una Mia ancora giovane, solo per farvi un'idea di quello che è adesso.

Spero di non deludere nessuno🙈🙈🙈🙈🙈, soprattutto me stessa.
Ci sentiamo presto.
Baci Chiara❤

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top