19.


<Sei più tranquilla adesso?>
chiede mio fratello mentre usciamo dall'ospedale.

Non so cosa sia successo, ricordo soltanto che ero in bagno e poi più nulla.
Quando mi sono svegliata stavo in ospedale, e non nascondo che stavo per dare i numeri anche lì.

Poi mi sono calmata e i medici mi hanno spiegato che era stato un attacco di panico, che stava pure ritornando, quando ho pensato ad Alessio e Nora.

Mi hanno riscontrato un piccolissimo trauma cranio, per via della mensola che mi è arrivata in testa, e due costole incrinate dovute alle botte prese da Alessio.

Sono venuti i carabinieri ed ho ho fatto una denuncia cautelativa, per il momento.
Hanno tutti i miei referti medici e le testimonianze dei paramedici che sono intervenuti quella mattina.

Ma nonostante avessi ascoltato l'avvocato, i medici, e pure i carabinieri, sentivo che la storia non sarebbe finita lì.
So per certo che, quando arriverà la denuncia ad Alessio, non si fermerà, che nonostante il divieto di avvicinarsi a me e alla bambina, so che lo ritroverò ancora sotto casa.

<Non sono affatto tranquilla Gia,conosci Alessio e credi che quel divieto lo terrà davvero lontano?>

<Forse no, ma per qualche giorno sarà sicuramente spaventato.>

<Cosa me ne faccio di qualche giorno?
Lasciamo stare va, andiamo a casa che voglio arrivare prima che si svegli Nora.
Anzi fermati al bar e prendiamo la colazione per tutti.>

<Ottimo.
Un'altra cosa sorellina, mi dirai mai cosa è successo?
Milena non mi ha accennato nulla, ha soltanto detto che dovrai essere tu a raccontarlo.>

<Lo farò, anche perché Francesca, vuole sapere.
Ma andiamo per ora.>

E mentre smanetto con la radio, ecco che trovo una canzone di Liga, che sembra proprio mia, in questo momento.

Arriviamo al bar e stavolta non tiro su il cappuccio della felpa, non metto gli occhiali da sole, non mi frega essere guardata, non in questo momento.

Ma quando entro, tutti i miei buoni propositi di rimanere a viso scoperto, vanno a fanculo.

Seduto in un angolo, impegnato a scrivere qualcosa, ci sta Domenico.

Faccio per tornare indietro, ma Andrea mi corre incontro.

<Cazzo Mia, che ti è successo?>

Continuo a guardare Domenico che, appena sente il mio nome, alza il viso, sempre col suo solito  sorriso, verso di me, ma quando vede come sono combinata, il sorriso muore, scrive qualche altra cosa, e poi si alza venendo verso di me.

Mio fratello si mette davanti, pronto a difendermi, ma capisce che può stare tranquillo quando gli poso una mano sulla spalla.

<Mia...>dice Domenico, ma non riesco a guardarlo.
Per quanto mi sforzi di ritornare quella che ero, di fregarmene di ciò che possano pensare, ancora non ci riesco.
Non voglio che le persone provino pietà, non voglio essere guardata in modo diverso solo per colpa di qualche livido, io voglio essere solo Mia.

Sembra che Domenico mi capisca subito, infatti

<Non sei in vena di saluti oggi?>

<Effettivamente no, ma buongiorno.>

<È già qualcosa >
Poi si rivolge a mio fratello e si presenta, mentre Andrea continua a chiedermi cosa mi sia successo, ma non mi va di raccontare e Domenico e Giacomo se ne accorgono.

<Ha avuto un incontro ravvicinato con un sacco da boxe, invece di prendere a pugni il sacco, è stato lui a metterla a tappeto.> dice mio fratello mentre io sorrido.
<Ci serve la colazione, ci aiuti tu Andrea?> continua Giacomo, provando ad allontanare le domande che ruotano nella testa di quel ragazzo.

<Volete sedervi con me?>mi dice Domenico ed io alzo il viso verso di lui.

Devo ricordarmi di ringraziarlo, nonostante sia impossibile non guardare il mio viso, lui si sofferma a guardare i miei occhi.
Gli sorrido ma

<Non possiamo, devo tornare subito a casa.>

<Ancora quel problema di ieri?>

<No, l'ho allontanato momentaneamente, ma vorrei tornare a casa prima che si sveglia la bambina.>

Prima che possa rispondermi interviene mio fratello.

<Domenico, tu hai già fatto colazione?
Altrimenti prendo qualcosa anche per te e la mangiamo insieme a casa.>

Domenico mi guarda, ma sospirando

<Non penso che posso venire, ma grazie.>

<Perché?> dico io, forse troppo in fretta.
<Puoi venire, se vuoi e se non hai impegni, ma ti avviso che a casa mia ci sta un casino.
È arrivata la mia famiglia, e stanotte ci siamo accampati come meglio abbiamo potuto, ma puoi venire, se non devi lavorare.>

La sua mano si posa sul mio viso, mentre il suo sorriso si allarga.

<Allora vengo volentieri, ma mi basta un caffè.>

Non so ne come ne perché, ma stare con lui, o solo vederlo, mi fa stare bene, come se le sue piccole attenzioni fossero la cura della mia anima.
Gli sorrido e lo ringrazio, mentre mi avvicino al bancone per farmi preparare un caffè.

Quando siamo quasi pronti, io esco per fumare una sigaretta e aspettiamo Domenico che prende la  sua macchina, così ci avviamo verso casa e non nascondo che la cosa mi agita e non poco.
Non so che reazione può avere mia madre, non voglio litigare con lei, non ora che abbiamo ricucito vecchie ferite.

Ma quando apro la porta di casa, nulla di quello che avevo pensato si è verificato.
Mamma ha accolto Domenico quasi a braccia aperte, papà gli ha subito dato delle pacche sulle spalle, mentre il mio nipotino si è subito lanciato su di lui.

In quel momento, l'espressione di Domenico  cambia, il suo sguardo  diventa nostalgico, ma solo per un attimo, visto che ritorna ad essere quel ragazzo solare che ho conosciuto.

Io corro in camera da letto a guardare la mia bambina che dorme beata.
Mi sdraio accanto a lei e comincio ad accarezzare i suoi capelli, fino a quando non si sveglia e si lancia su di me.

<Mamma, sei qui.>

<E dove dovrei essere se non con la mia bambina.
Senti un po Nora, che dici di rimanere a casa oggi?>

<Non vado a scuola?>

<No, se non vuoi, così passiamo il tempo con i nonni e gli zii, magari oggi insegni ad Angelo a dire il tuo nome.>

<Si si si...> comincia a saltare sul letto e poi si butta sopra di me abbracciandomi, mentre io comincio a ridere
<Grazie mammina.>

<Di nulla amore mio.>

Quando alzo gli occhi verso la porta, Giacomo e Domenico con in braccio il piccolo Angelo, sono li che guardano sorridendo, mentre mio nipote comincia a battere le manine e a chiamarmi per venire anche lui sul lettone.

Può l'amore delle persone che ami, farti dimenticare, anche solo per un attimo, tutto quel gran  casino che è la tua vita?

Sì, e ne ho la conferma in questo momento, con mia figlia che ride, mio nipote che urla e con Domenico che non smette di guardarmi.

Buongiorno ❤
E scusate il ritardo, ma tra impegni e lunghe giornate in spiaggia😍, non sono riuscita ad aggiornare.

Andreea-Michela eccolo Domenico, non è morto😂😂😂😂.
Volevo ringraziarti perché in due anni, ho trovato in te, la sorella che non ho mai avuto, quella con cui mandarmi a fanculo, quella che mi sprona di continuo a continuare a scrivere le infinite cazzate che la mia testa decide di partorire, quella che non riesco a non sentire per più di qualche ora, quella che ascolta i miei infiniti scleri, che asciuga le mie lacrime ( perché si, è raro, ma anche io piango), quella che come me, non ha peli sulla lingua, quella a cui tengo tanto quando tengo ai miei figli, quella con cui rido la sera fino alle lacrime, facendo comparire una vecchia500 fiat ingolfata.

Ti amo di bene, ma davvero tanto❤❤❤❤❤.

Baci Chiara❤

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