Capitolo 16 - Un'ossessione

Sharu non riusciva a prendere sonno: giaceva immobile nel suo letto, da così tanto a lungo che, ormai, il tempo aveva perso completamente il suo senso; l'aria era ferma ed opprimente, rendendo terribilmente pesanti le leggere coperte rosse, che si alzavano e abbassavano, spinte dal sommesso respiro del ragazzo; gli occhi rimanevano fissi su un mare di stelle mai viste prima, che bruciavano come migliaia di fiaccole lontane ed irraggiungibili, oltre la finestra; uno strano pensiero, un nuovo tarlo, si era subdolamente infiltrato nella sua mente, occupandolo completamente e impendendo alla stanchezza di prendere il sopravvento.
"Eifir..."
Nella sua testa, ripeteva quel nome da ore e ore, cercando invano un senso dietro quel vuoto suono, che, una volta separato dal suo possessore, non voleva più dire assolutamente nulla.
"Chi sa perché oggi non è venuta a cena?
È così dannatamente misteriosa..."
Da quando era tornato dalla Biblioteca, pensava e ripensava a lei senza darsi tregua, tanto che anche il ricordo di May sembrava essere sbiadito .
Eifir, quella ragazza, capace di spaventarlo, e, allo stesso tempo, di tranquillizzarlo con la sua sola presenza, aveva, infatti, preso possesso dei suoi pensieri, accendendo in lui una specie di bizzarra ossessione: non sapeva niente su di lei, che sembrava, invece, conoscere ogni segreto del mondo; un istinto completamente irrazionale e viscerale, però, gli ordinava, anzi, gli imponeva di scoprire chi fosse, perché doveva...voleva...
Perché?
Non aveva assolutamente idea di quale assurdo motivo ci fosse alla base di quell'irrazionale e insensata mania, ma poteva solo assecondarla e lasciare correre il suo inconscio, finché tutto non sarebbe semplicemente sparito, come aveva sempre fatto.

"Voglio solo sapere chi sei..." Pensò il ragazzo, girandosi improvvisamente su se stesso e sollevando di scatto le coperte.
"Vorrei sapere perché mi fissavi?"
Sharu si voltò nuovamente, stendendosi sul fianco.
"Perché sembri così fredda?"
Scomodo, si rigirò ancora, aggrovigliandosi nelle lenzuola.
"Perché quella carezza?"
Mentre Sharu rimuginava su queste domande, scervellandosi completamente in preda al suo insensato istinto, si muoveva come un'animale imbizzarrito da una parte all'altra del piccolo letto: si sentiva soffocare; il pigiama, per quanto gli andasse largo, sembrava costringergli il petto fino all'asfissia; le coperte lo avevano avvolto tra le loro spire come famelici pitoni.
"Voglio solo !"
Il ragazzo continuò a dimenarsi e muoversi senza controllo, finché ad un certo punto, non percepì più il materasso sotto la schiena e precipitò con violenza sul pavimento.
《Dannazione che dolore!》sibilò rabbioso con i denti serrati, disteso al suolo e tutto aggrovigliato nelle coperte.
Provò a muoversi, ma ogni parte del suo corpo era stretta e bloccata in una morsa dalla quale evadere sembrava impossibile.
"Diamine mi sono incastrato...che situazione patetica..." pensò, dimenandosi violentemente da un lato e dall'altro.
"Che situazione patetica..."
Una volta, che Sharu si fu liberato dalla morsa delle lenzuola , facendosi largo a furia di coda e artigli, si mise seduto sul pavimento, con la schiena poggiata al bordo del letto.
"Aria..."
Inspirò profondamente, riempiendosi i polmoni, e osservò le coperte tutte graffiate e sfibrate per qualche secondo, senza né parlare né pensare, per poi esplodere in una contenuta e silenziosa risata.
"Morto strozzato dalle lenzuola..." si disse, senza riuscire a smettere di ridere.
"Menomale che non mi ha visto nessuno..."

Improvvisamente, tutta la quiete e la felicità della sua calda stanza si volatilizzarono in un battito di ciglia, nel momento stesso in cui qualcuno bussò con violenza alla porta.
《Apri!》una voce roca e profonda tuonò minacciosa per la stanza.
Ancora seduto sul pavimento e con le mani e i piedi poggiati sulle calde assi di legno, Sharu fu scosso da una terribile onda di vibrazioni, così intense che rimase stordito e inchiodato al suo posto per qualche secondo.
《Apri immediatamente la porta!》
Sharu rimase immobile, ancora intontito e in preda allo stupore e alla paura
《Apri! Sono uno studente del servizio di sorveglianza!》urlò nuovamente quel ragazzo, cercando di tranquillizzare l'impaurito Jamail: intenzione che, però, contrastava con l'inaudita violenza con cui picchiava la porta.
Neanche questa volta Sharu reagì e l'ibrido perse velocemente la pazienza.
《Farai meglio ad aprire se non vuoi metterti in un mare di guai!》
Sharu si diede uno scossone per tornare in sé, si alzò di scatto, cercando di ignorare le assordanti vibrazioni, afferrò le chiavi, poggiate sul comodino, e si incamminò piano verso la porta.
《Svelto o la butto giù, 》lo minacciò la guardia con voce dura e severa.
Sharu si affrettò e infilò goffamente la chiave nella serratura.
《Uno...》
"Dai!"
Girò il pezzo di metallo un paio di volte, facendo gemere i meccanismi di ferro.
《Due...》
"Sbrigati tartaruga!"
Sharu tolse in fretta la chiave dalla toppa e spalancò fulmineamente la porta.
"Fatto."
《Tre!》urlò lo studente del servizio di sorveglianza, un possente ragazzo dai corti capelli bruni dai quali sporgevano poderose corna taurine, partendo alla carica.
Sharu trasalì e si mise in allarme, vedendosi arrivare sopra quelle acuminate e terribili armi, montate su un immenso carrarmato.
"No, aspetta ho aperto!" Le parole non salirono su per la gola e rimasero vuoti e silenziosi pensieri.

Lo smilzo ragazzo scartò rapidamente di lato, evitando di essere travolto e farsi cambiare i connotati.
La guardia, non potendo più tornare sui suoi passi, entrò nella stanza, correndo come una furia, ma inchiodò saldamente i piedi al suolo, fermandosi con precisione chirurgica, prima di colpire qualcosa.
《Hai finalmente aperto...》disse il ragazzo, sogghignando e girandosi verso Sharu, che guardava terrorizzato il volto minaccioso di quell'ibrido e, per alcuni secondi, si scrutarono semplicemente l'un l'altro.
《Allora...》 disse la possente guardia.
《Che fai lì impalato!》
Sharu rimase muto, senza il coraggio di muoversi di un millimetro: continuava solo a guardarlo confuso e disorientato.
《Sbrigati alza quella coda è dirigiti immediatamente nel Giardino Centrale!》
Lo smilzo ragazzo, però, rimase inchiodato al proprio posto, incapace di muoversi.
《Ma che hai!? Sei sordo per caso?!》 Urlò la guardia, afferrando Sharu per la spalla.
《Sbrigati nel Giardino!》
Il Jamail si irrigidì al solo contatto con lo sconosciuto, mettendosi nuovamente in allarme.
《Ehi aspetta! Sono in pigiama e...Non ho neanche le scarpe!》si lamentò Sharu, cercando di fuggire dalla morsa d'acciaio del ragazzo.
《Poco importa!》
《Mi puoi dire almeno il perché?》
《Ordini della Preside! Abbiamo avuto una intrusione all'interno del Castello!》
《Come un intrusione?!》urlò lui, riuscendo finalmente a liberarsi, facendo forza con i suoi affilati artigli.
《Cosa è successo?》
《Poche chiacchere! Sbrigati! Esegui gli ordini e porta con te chiunque trovi in giro! 》Disse la guardia, prima di spingerlo malamente per il corridoio e bussare ad una nuova porta.

"Che modi...dannati Pegatil!" Pensò Sharu, incamminandosi lentamente verso il Giardino e guardando preoccupato il pavimento, mentre una mandria imbizzarrita di scalmanati studenti correva terrorizzata accanto a lui, facendo vibrare le assi di legno in modo insopportabile.

L'isteria era dilagata in fretta nel Castello: dal momento stesso in cui i Grandi Maestri avevano dato l'allarme e dettato le disposizioni di emergenza, la paura per quell' evento inaudito era esplosa in maniera incontrollabile, anche se l'intervento tempestivo dei ragazzi del servizio d'ordine era riuscito a calmare un po' la situazione ; così, passato lo sgomento iniziale, tra le urla e gli affannati respiri, si cercava di darsi delle risposte e le voci si erano diffuse più velocemente di qualsiasi altra cosa.
《Hai sentito?》si dicevano alcuni Miksta l'un l'altro.
《Ovvio che ho sentito: qualcuno è entrato nel Castello!
Ma...ma non è possibile e sempre presidiato dagli astai e dagli studenti!》
Sharu tese immediatamente le orecchie, cercando di captare quante più informazioni possibili da quelle randomiche parole.
《Invece ce l'hanno fatta e... so per certo hanno trovato anche due servitori dissolti!》
《Si l'ho sentito anche io! Chiunque sia entrato è riuscito a eliminare gli astai che facevano da guardia e lo sai meglio di me che qualcosa di impossibile...》
《Ma perché sono entrati?》
《Non lo so!
Penso abbiano rubato qualcosa...》
Mentre Sharu ascoltava in silenzio tutte quelle confuse conversazioni, era quasi arrivato nel Giardino Centrale, dal quale si levava un'assordante vociare.

Prossimo alla sua destinazione e immerso nei suoi pensieri, gettò uno sguardo oltre le file di archi che dividevano lo spazio esterno dal corridoio: il cortile era disgustosamente colmo di studenti spaventati e in preda all'ansia, che urlavano e sbraitavano, correndo in ogni direzione; i poveri professori di turno tentavano inutilmente di contenere l'indomabile e crescente folla di ragazzi; lo spazio sarebbe stato presto insufficiente e l'aria era già irrespirabile.
Il solitario Jamail, terrorizzato e disgustato da quella vista, si fermò sulla soglia del Giardino e iniziò a guardarsi intorno alla disperata ricerca di Kation e Ruai, ma, quando finalmente li vide, in un angolo appartato del giardino, l'unico dove probabilmente era ancora possibile respirare, i suoi occhi percepirono un movimento rapido tra le finestre dei piani superiori.
Aguzzò immediatamente la vista, concentrandosi su quell'ombra che si muoveva rapidamente per i corridoi.
"Eifir!" Pensò, mettendo finalmente a fuoco e dimenticandosi di tutto quello che stava accadendo intorno a lui.
Le sue gambe furono scosse dal febbrile l'impulso di scattare e di correrle dietro, ma, a grande fatica, fu costretto a trattenersi.
"Lascia perdere!" Pensò, guardando fisso il vuoto.
"Sarebbe meglio raggiungere Kation e Ruai...saranno preoccupati..."
Mosse un timido passo verso il Giardino, ma si bloccò di nuovo, prima di toccare l'erba.
"Non puoi andare da lei..."cercò di convincersi mentre quel fiume in piena di studenti lo sballottava in ogni direzione.
"Ma io voglio andarci...io devo sapere...cosa è successo!"
In quel momento la sua anima sembrava essere perfettamente divisa in due metà: da una parte, quella fredda, razionale e pragmatica, che gli consigliava di raggiungere i suoi amici e obbedire ciecamente alle disposizioni delle guardie, per non cacciarsi nei guai; dall'altra il suo focoso lato folle, istintivo ed impulsivo, che cercava di piegarlo alle sue ossessioni, reprimendo la paura per ciò che era accaduto.

In quella guerra, in quel Castello che sfidava tutto ciò che era canone e norma, l'irrazionalità ebbe subito il sopravvento: Sharu seguì il suo inconscio e si gettò a rotta di collo lungo i corridoi e le rape di scale, per raggiungere la ragazza.
"Scoprirò chi sei e cosa è successo!" Pensò riempiendosi di determinazione.

Sharu corse: corse a piedi nudi su quel duro pavimento senza far rumore; corse avanzando veloce come non aveva mai fatto, neanche con Lady Calawui; corse tenendo la coda dritta, utilizzandola perfettamente come timone, la schiena piegata in avanti e con gli occhi spalancati, come l'istinto di rettile gli suggeriva.
"Dove sei? Dove accidenti sei finita...?"
Procedette spedito per qualche minuto, tra ale del Castello ormai deserte e silenziose, finché non vide Eifir, dirigersi verso di lui.

In quell'istante le sue gambe frenarono bruscamente, il suo coraggio e la sua determinazione si sgretolarono e il povero Sharu fu preso da una strana sensazione di paura, ansia e vergona: perché lo aveva fatto, perché le era andato in contro, cosa le avrebbe detto ora?
La ragazza, però, non si accorse nemmeno della sua presenza: procedeva a testa, bassa, avvolta nel suo lungo mantello scuro, con troppe cosa per la testa.
"Te lo avevo detto di restare in giardino ma tu no ... dovevi per forza fare parte della mischia!" penso Sharu, rimproverandosi da solo.
"Volevo solo sapere cosa fosse successo..."si giustificò il suo lato folle, che, in quel momento, si era fatto piccolo piccolo.
"Complimenti! Davvero bravo! Dimmi ora cosa pensi di dire alla Preside!"
Eifir, intanto, si avvicinava sempre di più, ma Sharu non riusciva a muoversi di un millimetro, assolutamente congelato e pietrificato dall'imbarazzo.
"Certo che sei proprio un cretino! Sbrigati nasconditi e non farti vedere da Eifir!" gli urlò severamente il suo cervello.
In preda ad una tormentata antitesi esistenziale, Sharu trovò fulmineamente riparo dietro il primo muro che vide, si sedette per terra, nell'ombra e rimase con gli occhi serrati, ansimando per l'immane sforzo.
"Cosa diavolo hai fatto, stupido!?" Pensò sconfortato.
"Spera solo che non ti scopra qui o è un macello!"

Sharu rimase qualche secondo in silenzio, senza neanche respirare, finché la Preside non superò il suo improvvisato rifugio, senza notarlo.
"Scampata ..." pensò tirando un profondo respiro di sollievo, poi, non sentendo più alcun rumore, si affacciò timidamente oltre l'angolo del muro per sbirciare la situazione: Eifir camminava sempre più lentamente, quasi come se fosse esausta e sulla sua faccia, seminascosta dai lunghi capelli, si poteva facilmente individuare una lieve sfumatura di tristezza e paura.
Il ragazzo, immediatamente incuriosito da quella espressione così aliena, si fece coraggio, si mise in piedi e si sporse di più oltre il suo rifugio.
"Deve essere successo proprio qualcosa di grave..." pensò rattristito, cercando di scorgere qualche altro ritaglio del grazioso volto di Eifir.

La ragazza, improvvisamente, si arrestò e Sharu sobbalzò, tornado nuovamente a nascondersi.
"Diavolo!!! Forse mi ha visto..."
Eifir, però, non si era ancora accorta della presenza del ragazzo, e semplicemente, si era messa a guardare il Giardino Centrale, colmo di studenti che sembravano essere un tutt'uno, una ribollente massa di cupi punti neri e lontani, sperando che quel suono assordante di voci e versi confusi sovrastasse i suoi pensieri.

Sharu, assicurandosi di non fare rumore, ritornò ad osservarla: ora, poteva godere del perfetto profilo del suo volto, delicatamente accarezzato dalla luce delle torce.
"È proprio triste ..." pensò, riempiendosi gli occhi di quella cupa figura.
"Vorrei poter fare qualcosa per lei..."
Sharu non riusciva assolutamente a sopportare la visione di quel volto, un attimo prima sicuro e glaciale, sfigurato da quella smorfia triste e rassegnata: gli faceva davvero male, come se anche lui stesse soffrendo insieme a lei; voleva fare qualcosa e non importava cosa, bastava che la facesse.
"Forse dovrei semplicemente andare da lei...e farle sentire che...ha qualcuno vicino..." pensò non riuscendo a più a sopportare di essere inutile.
I piedi scalzi del determinato ragazzo si mossero piano, timidamente, oltre la sicurezza del suo nascondiglio, poi sempre più svelti, senza destare la minima attenzione.

Eifir, invece, rimaneva perfettamente immobile, assorta e con lo sguardo preso: non muoveva un muscolo e respirava così piano da non far neanche sollevare il petto; concentrata per non farsi sovrastare dai pensieri.
La ragazza non poteva, però, rimanere lì per sempre, a godere della magnifica vista del Giardino, incorniciato dalla luna: i Grandi Maestri la aspettavano nel Sotterraneo; tutti la aspettavano; tutti avevano terribilmente bisogno di lei.

"È ora di andare..."pensò la ragazza, socchiudendo gli occhi e facendo un passo indietro.
Pronunciò, poi, una corta formula e i suoi piedi furono immediatamente avvolti da una densa nuvola nera, che serpeggiò elegantemente intorno al suo corpo.

Sharu affrettò rapidamente il passo e, senza neanche accorgersene, ricominciò a correre: sentiva, intuiva, sapeva che Eifir stava per andarsene.
Il suo lato folle prese di nuovo il sopravvento, soppiantando completamente tutto il buon senso: balzò in avanti con furia.
《ASPETTA NON ANDARE!!!》 Gridò il ragazzo, ormai spintosi oltre un punto di non ritorno.
"Cielo, che accidenti stai facendo?!" gli urlò il suo cervello.
"Adesso o mai più, mio caro!
Per una volta, faccio vedere che ho anche io una spina dorsale!" Pensò Sharu, fomentato da tutta la follia di quel momento e determinato a non farsi scoraggiare.
Eifir si voltò, in meno di un instante, sbigottita e incredula: quel ragazzo le stava arrivando sopra a tutta velocità senza accennare ad arrestarsi, ma ormai l'incantesimo di teletrasporto era già avviato e non poteva più fermarlo.
《NON MUOVERTI!》urlò, sperando che lui interrompesse la sua folle corsa verso una direzione che non poteva nemmeno immaginare.

"Moriremo tutti!"
Furono le ultime parole pensate da ciò che rimaneva del responsabile buon senso di Sharu, prima che lui afferrasse la mano della ragazza.
In quel preciso istante, la nube, che avvolgeva Eifir, divenne di un bianco accecante e sfavillante, le loro figure furono inghiottite dal bagliore e si dissolsero nell'aria in una frazione di secondo.

Il teletrasporto fu una strana sensazione: come precipitare in caduta libera con un vento terribile e gelido tra i capelli; come non avere più un corpo ed essere semplicemente aria; lo stomaco finì completamente sottosopra, come ogni cosa del resto; gli occhi furono accecati da migliaia di luci opalescenti e brillanti; tutto durò meno di un istante, il più turbolento e mozzafiato di sempre.

I due ragazzi riapparvero, un battito di ciglia dopo, in un cupo corridoio, illuminato solo da qualche fiaccola, in un'assordante esplosione di scintille bianche, e furono violentemente scagliati sul duro pavimento di nuda roccia.
Sharu sbattè contro la parete e, terribilmente confuso e in preda alla nausea, rimase riverso al suolo, completamente immobile, sicuro di essere morto.
Dopo qualche secondo di vuoto, si accorse di poter ancora respirare e aprì appena gli occhi per guardarsi intorno.
"È tutto finito....È tutto finito..."pensò, provando a fatica a mettersi seduto.
"Santo cielo...che male..."
Si afferrò, con entrambi le mani, la testa che pulsava e sembrava sul punto di collassare, massaggiandosi delicatamente le tempie: ogni singola fibra del suo corpo era finita sottosopra e bruciava, come fosse in fiamme.
L'anima di Sharu, divisa e combattuta fino ad un istante prima, si riappacificò, convergendo nel medesimo pensiero: "Accidenti... ora vomito!"

Eifir, invece, si rimise in piedi all'istante, senza nessun effetto collaterale dovuto al teletrasporto e terribilmente furiosa.
《Ma si può sapere che ti è passato per la testa?!》urlò, scuotendo le pareti con la sua sola voce.
《Potevamo rimanere uccisi!!!》
La rabbia trovò facilmente una breccia nella corazza di Eifir e si fece rapidamente strada: la ragazza emise un cupo ringhio e trapassò il povero ed incauto Sharu con lo sguardo più truce e malvagio che le fu possibile.

Quegli occhi...furono la tortura peggiore che potesse esistere: brillavano nel buio, come gioielli dorati; fremevano, così carichi di rabbia da fare scintille; incorniciati dalla cupa luce del fuoco, divennero milioni di volta più minacciosi e selvaggi.
Sharu ne fu assolutamente terrorizzato, distolse immediatamente lo sguardo e si allontanò di qualche passo, strisciando impacciatamente sul pavimento.
《Scusa...》sussurrò con l'aria che a stento usciva dai polmoni e la voce tremante.
《Non avevo intenzione di procurarti altri fastidi...Ti prego perdonami!
Volevo solo fare qualcosa di utile...
Ti prego perdonami!》
Serrò rapidamente gli occhi e abbassò impaurito testa, trattenendo il fiato, pronto ad una terribile ed indimenticabile sfuriata.

Eifir, però , non disse assolutamente niente: i suoi occhi, tornarono normali, anzi, si riempirono di tristezza, paura e vergogna, riducendosi all'ombra di ciò che erano stati un secondo prima.
"Sta tremando..." Pensò lei, guardandolo persa e disorientata e riuscendo a stento a mettere quella valanga di pensieri in ordine.
Aveva decisamente superato ogni limite: il povero ragazzo, seduto in terra e tutto rannicchiato su se stesso, come per proteggersi, sembrava una debole e piccola foglia in balia della tempesta, un indifeso cucciolo al cospetto di un grande e feroce predatore.
La rabbia di Eifir fu fulmineamente spazzata via da un logorante senso di colpa: non voleva terrorizzato, non era mai stata sua intenzione ridurlo in quello stato; si sentiva l'essere più meschino e gretto di quel pianeta, perché aveva scordato che non era più una ragazza come tante altre, ma quello che, ai suoi occhi, era solo mostruoso essere.

Si avvicinò piano al ragazzo, procedendo con grande cautela, quasi come se temesse che lui potesse fuggire, e gli porse timidamente la mano.
《Scusa...》sussurrò, senza neanche trovare la forza di parlare o guardarlo in volto.
Sharu le rivolse lo sguardo poco alla volta, tremando ancora e, senza il coraggio di muore un muscolo.
《Scusami...》 disse nuovamente lei, cercando di sorridere con naturalezza, anche se in quel secondo avrebbe voluto soltanto sprofondare chilometri e chilometri sottoterra.
《Non avevo intenzione arrabbiarmi con te...È stato solo lo stress di tutta questa situazione...Non è stata colpa tua...volevi solo aiutare.》
Sharu le afferrò timidamente la mano, titubando un po' e lei la strinse tra le sue dita, guardandola con gli occhi carichi di triste rimpianto.
《Sono io che dovrei scusarmi...sono stato un cretino...》disse il ragazzo ancora bianco dalla paura.
《Ti ho fatto prendere un bello spavento...》

Eifir lo aiutò a sollevarsi, ma le gambe del ragazzo, anche se sottoposte solo al suo esile peso, tramarono e traballarono per un po', prima di riprendersi e stabilirsi del tutto.
《Predona ancora... il teletrasporto dà questo effetto.》disse la ragazza, abbassando la testa.
《Non ti preoccupare sto bene...solo, vorrei sapere dove ...dove siamo?》chiese Sharu, guardandosi intorno confuso.
《Nel Sotterraneo del Castello, esattamente nel livello 1.》rispose Eifir.
《Dovevo vedermi con i Grandi Maestri...》
《Allora io torno nel Giardino con gli altri...Non mi sarei mai dovuto allontanare!》disse Sharu, diventando completamente rosso dall'imbarazzo.
《No!》esclamò la ragazza, prima ancora che lui finisse la sua frase e stringendo di più la mano di Sharu.
《Rimani qui: il Sotterraneo è un labirinto è non vorrei che ti perdessi!
Ti accompagnerò io stessa dagli altri studenti, ma per ora rimanimi vicino, è un ordine.》
Lui annuì, mettendoci tutta la convinzione che possedeva.
《Ottimo...》rispose Eifir.
《Non ci metterò molto...devo solo parlare con i Grandi Maestri di quello che e successo...》
《A sì...l'intrusione...avete capito come sono entrati?》
Eifir scosse la testa, ritornando seria e riacquistano la sua solita glaciale espressione vuota.
《No...Ma non è quello il problema principale...vieni, seguimi!》disse, incamminarsi verso il cuore del Sotterraneo.
《Ciò che ci ha davvero messo in allarme è stata la scomparsa di ogni singolo pugnale Shaanaar ancora non attivo...nonostante tutte le magie con cui sono protetti...》
Sharu rimase in silenzio, non sapendo minimamente cosa dire.
《Mi dispiace...》farfugliò con imbarazzo.
《So che per noi sono artefatti importanti...》
《Non immagini neanche quanto...》sussurrò Eifir, procedendo dritta e spedita.
《Senza quei pugnali il nostro popolo non sarà mai al completo...》

Camminarono per qualche altro minuto, lungo quei cupi corridoi che diventavano sempre più freddi, bui e silenziosi, finché Eifir non si fermò in un piccolo atrio semicircolare, dal quale si lavava un gran vociare.
Sharu si guardò intorno con meraviglia e stupore: lo spazio era illuminato da un paio di fiaccole, che emettevano fiamme di un viola intenso, come luccicanti gemme di ametista, poste ai lati di una mastodontica porta di legno, decorata da enormi borchie di metallo.
《Assolutamente no!》una voce tuonò, rimbombando sulle scure pareti e facendo tremare il fuoco.
《Invece, secondo me, dovremmo procedere in questo modo...》
La conversazione continuava salendo sempre di più di intensità in un crescendo di urla e sfuriate.
《Che accidenti stanno combinando là dentro!》disse stizzita Eifir, afferrandosi la testa tra le mani, poi, veloce come il vento, spalancò la grande porta.
Le voci, provenienti da una grande stanza, dalla fredda illuminazione si spensero all'istante e cinque ragazzi, seduti intorno ad un lungo tavolo scuro, si alzarono in piedi.
"Sono tutti i pezzi grossi!" Pensò Sharu, facendo cautamente qualche passo indietro.
《Mia signora, per fortuna è arrivata!》disse Lady Calawui, guardando sollevata la preside.
《La situazione e disperata Eifir...》aggiunse Lord Rujako, avvicinandosi subito a lei.
《Dobbiamo assolutamente...》il professore si interruppe bruscamente non appena vide Sharu, oltre le spalle della ragazza.
"Eifir, che diavolo ci fa quel microbo li!?" Pensò con voce dura e rabbiosa, cavernosa come solo i veri draghi sanno fare.
"Niente Rujako è una lunga storia..." rispose la ragazza in modo approssimativo ed evasivo.
"Allora non vedo l'ora di ascoltarla...tanto qui non concluderemo niente di nuovo!"
Eifir guardò Rujako negli occhi, poi rivolse il suo sguardo verso Sharu, che rimaneva in disparte, celato nell'ombra.
"Sai che gli fai paura...vero?" disse la ragazza al sadico amico.
"Lo so e adoro questa cosa!"
Eifir pestò per pura casualità il piede di Rujako, che cercò in ogni modo di mascherare un smorfia di dolore, e poi invitò il timido ragazzino ad avvicinarsi.
《Sharu, ti dispiace aspettarmi qui fuori per qualche minuto?》chiese lei, cercando di sembrare il più gentile ed educata possibile.
《Si...n...n...nessun problema...》rispose Sharu, folgorato e distrutto dal maligno sguardo che Lord Rujako gli aveva rivolto.
《Ok...allora aspettami qui e non muoverti!
Appena mi sbrigo ti riaccompagnerò dai tuoi amici .》disse rapidamente la ragazza , entrando in quella sala, che non aveva mai accolto una riunione più seria di quella.
Rujako lanciò al Jamail un'ultima truce occhiata e poi richiuse violentemente la porta.

Sharu fece qualche passo indietro, stordito dell'ennesima potente vibrazione, si appoggiò al muro per non perdere l'equilibrio e si sedette per terra, esausto: i piedi gli facevano un male terribile; la testa non aveva mai dovuto sopportare così tante preoccupazioni tutte in una volta sola, ma quei due singoli giorni al Castello erano stati uno sfiancante concentrato di paure, fatiche, rivelazioni, sorprese ed emozioni contrastanti.
"Non penso di arrivare tutto intero alla lezione di domani..." pensò, sbagliando, poi appoggio il capo al muro e socchiuse gli occhi, cullato dall'allegro scoppiettio del fuoco violaceo.

《Sharu...Sharu...》qualcuno lo scosse delicatamente per la schiena, svegliandolo.
Lui aprì gli occhi di scatto, in preda alla sorpresa, cercando di ricostruire gli eventi accaduti un secondo o, forse, ore prima.
《Oh Kiala, sei tu!》disse Sharu, calmandosi e stropicciandosi pigramente la faccia.
《Scusa mi ero addormentato...》
《Ho visto!》gli rispose la ragazza, sorridendo.
《Che ci fai qui per terra?
Va tutto bene?》
《Si...grazie...e tu, siete riusciti a venire a capo della questione?》
Kiala fece no con la testa, con gli occhi bassi e pieni di delusione.
《Non siamo riusciti a cavare un ragno dal buco...il nostro ladro è un tizio esperto!》rispose la ragazza, recuperando il suo smagliante sorriso.
《Le altre sono andate già da un po' via e penso che andrò anche io.
Sai, devo inviare qualche centinaio di Ruacal per informare i nostri genitori dell'accaduto.》
《Genitori...??》chiese Sharu con la mente ancora offuscata dal sonno.
《Sì! i nostri genitori...》disse Kiala, sorridendo.
《È meglio tenerli sempre informati. Sarebbe davvero impossibile, altrimenti, andare avanti senza il nostro unico aggancio con il mondo umano o...immagina se si dovessero riversare tutti qui, furiosi e preoccupati! Non voglio neanche pensarci: sveglierebbero in loro tutto quel lato selvaggio a cui hanno rinunciato e butterebbero a terra il Castello. Meglio che se ne stiano calmi con gli umani a coprirci... 》
Sharu sorrise insieme a Kiala, senza, però, aver davvero capito molto delle fulminee parole della ragazza.
《Ah...prima che me ne vada, serve qualcosa?》chiese lei, allontanandosi piano dal ragazzo.
《No...sto aspettando Eifir...》disse Sharu, mettendosi lentamente in piedi per risvegliare i muscoli.
《Allora io vado, la preside dovrebbe uscire tra poco.
Notte!》
《Buona notte anche a te Kiala...》
La ragazza si allontanò rapidamente e Sharu rimase solo un'altra volta, avvolto nel più tombale e pesante dei silenzi.

《Eifir...Ora che se ne sono andati tutti, puoi dirmi cosa è successo?》La voce di Rujako rimbombò oltre la grande porta di legno, infrangendo quella quiete assoluta.
Sharu tese immediatamente l'orecchio e si mise in ascolto.
《Ho avuto un incubo...niente di nuovo!》rispose sbrigativa la ragazza, stizzita.
《Pensavo che, ormai, non fossero più un problema...che avessi superato quel periodo.》disse Rujako, preoccupato.
"Cosa si stanno dicendo quei due?" Pensò Sharu avvicinandosi quatto quatto alla grande porta, per sentire meglio.
《Cioè, non è stato proprio un incubo vero e proprio... ho visto come è avvenuto il furto nei Sotterranei. Qualcuno è entrato con la magia.》disse Eifir, rapida e schietta.
《Non è possibile!》Urlò Rujako sconcertato.
《Due Kimad Naar non possono vivere contemporaneamente. Sarà qualcuno a cui sono stati ceduti i poteri. 》
《Impossibile.》Disse lei, senza lasciar trasparire la minima emozione dalla voce.
《Non avrebbe comunque potuto oltrepassare l'ultima barriera. Solo un vero Kimad Naar può farlo senza rimanerci ucciso. 》
《È spaventoso...terrificante...》sussurrò Rujako, con la voce sempre più corrotta dalla paura.
《Non basta amico mio...ho visto anche che portava il sigillo sul braccio, ma era diverso dal mio. C'era solo il fiore grigio.》
《Vuol dire che...》Rujako non riuscì a finire la frase che il fiato si mozzò in gola.
《Se davvero quel simbolo rappresenta unicamente l'essenza di Shui, come immagino, vuol dire che siamo in grave pericolo...》Concluse lei.
Sharu sobbalzò, terrorizzato da quella brutale e cruda verità e ci fu qualche secondo di silenzio, carico di tensione.
《Ma...ma non hai proprio idea di chi possa essere dietro?》chiese Rujako, con la voce terribilmente tremante e spaventata.
《No...》rispose lei.
《L'unica cosa che ricordo sono i suoi occhi: uno giallo, come i miei, e uno che sembrava di ghiaccio.》
《Cielo...Non riesco e crederci....Non sta accadendo davvero!》urlò Rujako, alzando troppo la voce.
Eifir lo trapasso con uno sguardo glaciale, ordinandogli di calmarsi.
《Per ora, non facciamoci prendere dal panico e non corriamo a conclusioni affrettate...in fondo...è solo un sogno, vero?》Disse Eifir, cercando di convincere, prima di tutto se stessa, che stessero soltanto ingigantendo ogni problema.
《Forse, invece, dovremmo dare peso a questi sogni e metterci in contatto con Moth!》disse preoccupato Rujako.
"Moth?" Si chiese Sharu sempre più incuriosito e spaventato.
"Chi accidenti è questo tizio?!"
《No! È fuori questione!》urlò la ragazza con voce dura e severa.
《Calmati Eifir...Non volevo dire niente di male...》
《Sai benissimo che non voglio disturbarlo e....》
Abbassò drasticamente la voce.
《... parlare del mio passato!》
"Il suo passato...." pensò Sharu, ormai appiccicato alla porta.
"Dai!!! Continuate a parlare!!!"
《Lo so Eifir...lo so.》disse cautamente Rujako.
Eifir distolse lo sguardo dal suo amico e si perse in quel mare in tempesta che erano i suoi terribili ricordi.
"Tu non sai assolutamente niente amico mio...Non hai minimamente idea di quello che io ho passato..." pensò la ragazza, tenendo unicamente per sé quella dolorosa considerazione, e si diresse verso la porta.
"Cavolo sta per aprirla!" Sharu, scattante come una saetta, ritornò al suo posto, giusto in tempo per non farsi scoprire.

Eifir uscì dalla sala insieme a Rujako: le loro facce erano terribilmente serie ed inespressive, tanto che sarebbe stato impossibile per chiunque anche solo immaginare cosa si fossero detti.
《Sharu vieni...》la ragazza si avvicinò a lui e si incamminarono rapidamente verso i piani superiori.
《Mi raccomando, non una parola su ciò che è successo qui, questa notte! Mi sono spiegata!》
Il ragazzo annuì, cercando di starle dietro.
《Ottimo...》

Durante il viaggio di ritorno, nessuno proferì una singola parola: la tensione era alle stelle e saturava completamente l'aria .
Ogni tanto Sharu, non sapendo dove posare i suoi occhi, lanciava un sguardo cauto e curioso ad Eifir, che procedeva con passo svelto e marziale .
"Chi sa qual è la tua storia?"

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