Capitolo 11 - Un nuovo amico
La luce del Sole filtrava attraverso la piccola finestra della stanza di Sharu, insinuandosi tra le tende aperte come un timido spettro.
Lui si svegliò poco alla volta, coccolato dai caldi raggi dorati.
Teneva gli occhi serrati e, tutto indolenzito per aver dormito sempre nella stessa posizione, provava a sgranchirsi i muscoli: la lezione in Palestra del giorno prima faceva sentire i suoi effetti, rendendo ogni movimento un dolore atroce e sfiancante.
Quasi immobilizzato da quelle terribili stilette alla braccia, alle gambe, alla schiena, alla coda e a qualsiasi altra parte del corpo che avesse avuto dei muscoli, aprì lentamente gli occhi di smeraldo e si mise attentamente ad osservare il mondo circostante, spaventato che qualcosa potesse essere cambiato: Neshaavri era sempre lì, lui era il solito Jamail e i pensieri erano ancora in lingua antica.
Tiró un respiro di sollievo e abbandonò la schiena alla colonna del baldacchino: per qualche secondo, la paura che potesse essere stato tutto un sogno, una mera invenzione della sua fantasia, lo aveva terribilmente attanagliato.
Provò, con un po' di fatica, a mettersi seduto più comodamente, senza fare rumore, visto che Kation e Ruai dormivano ancora profondamente, e si crogiolò sotto i raggi del Sole, confortato che tutto fosse rimasto immutato, che avrebbe potuto cominciare presto a cercare May e sorrise con sincera allegria, come non faceva da tempo.
Nella stanza riecheggiava il suono ovattato di lenti respiri e il cinguettio degli uccelli della Foresta, armoniosi come una cantilenante ninna nanna.
Tutto era calmo, fermo, statico: i pensieri quasi assenti e per lo più felici; il calore del sole si confondeva con quello di una strana e lieve gioia che cresceva nel petto del ragazzo, rendendo il corpo leggero come una piuma.
Improvvisamente, però, un ricordo si fece largo nella sua testa, prima sfocato, poi sempre più definito e nitido, spazzando via ogni altra cosa.
《Le lezioni sono iniziate da un pezzo!》Urlò Sharu, realizzando quanto fosse tardi, visto il sole già alto nel cielo.
Si mise in piedi di scatto e iniziò a vestirsi in tutta fretta.
《Su ragazzi svegliatevi! Siamo in ritardo!》Disse Sharu, scuotendo vigorosamente i suoi amici.
Ruai e Kation si svegliarono di soprassalto, spalancando le palpebre e mettendosi in piedi fulminei, quasi per riflesso, ignorando i lancinanti dolori in tutto il corpo.
《Che diavolo è successo!?》disse Kation, sgranchendosi i muscoli dolenti.
《Abbiamo dormito troppo! Le lezioni saranno cominciare da almeno due ore!》Urlò Sharu, lanciando loro i vestiti, che erano finiti a terra, sparsi sul pavimento e riordinando i libri degli amici, abbandonati malamente al suolo.
《Oh cielo!》disse Ruai, cercando di sistemarsi i capelli che sembravano essere impazziti.
《È tardissimo!》
《È da una vita che ve lo sto dicendo!》Urlò di nuovo Sharu, mettendo i suoi libri e il disegno di May in un tascapane trovato, per puro caso, nel vecchio baule accanto al letto.
I tre ragazzi si prepararono in tutta fretta e lasciarono la stanza, sfrecciando per i corridoi alla velocità della luce: ogni muscolo bruciava, tirava e chiedeva riposo, ma non potevano fermarsi perché il terrore di un'altra punizione come quella del giorno precedente era più forte di qualsiasi limite fisico; misero a tacere il dolore e continuarono a correre e correre.
Salendo come saette su per alcune rampe di scale, arrivavano al piano delle aule, ma lo trovarono deserto e stranamente silenzioso
《Dove sono finiti tutti?》urlò Ruai, continuando a correre su e giù per il corridoio.
《Sembra che siano spariti!》le rispose Kation, sbirciando in un'aula.
《Le classi sono vuote!》
《Su! Saliamo al piano superiore! 》suggerì Sharu, sfrecciando verso le scale, ma, anche lì, i corridoi erano deserti.
《Ora mi sono stufata!》
Ruai, stanca per la corsa, confusa per quello che le stava accadendo e ancora stordita dal traumatico risveglio, puntò bene i piedi al suolo, piegò le orecchie all'indietro e gettò i suoi pesanti libri in terra con frustrazione, richiamando l'attenzione dei due ragazzi.
《Se non mi spiegate esattamente cosa sta succedendo, giuro che picchio qualcuno!》urlò inferocita mentre Kation e Sharu fecero qualche passo indietro.
Il grido della ragazza attirò l'attenzione di qualcuno che, in quel momento, stava passando lì vicino.
《Tutto bene voi tre?》chiese improvvisamente una voce tagliente che fece sobbalzare il confuso trio.
I ragazzi si voltarono si scatto, guizzando come scossi da un potentissimo fulmine e si ritrovarono Eifir di fronte, sbucata assolutamente dal nulla.
In un primo momento, la figura sfocata e confusa della Preside, sembrò quella di un maligno demone, appena uscito dall'Inferno, ma pian, piano i tratti del suo volto si addolcirono, assumendo le fattezze della solita graziosa, ma inespressiva ragazza.
Eifir squadrò le loro facce terrorizzate, con apprente freddezza: era sempre stata brava ad avvicinarsi alle spalle delle persone, scivolando silenziosamente nell'ombra, senza attirare minimamente l'attenzione, come aveva imaprato anni a dietro; saperlo fare, poterlo fare le dava una specie di effimera sicurezza, smembrata ogni singola da volta quella terribile reazione.
Disgustata da se stessa, vacilló e fece un passo indietro, senza riuscire a staccare gli occhi da quell'espressione di paura, stampata sulle facce dei nuovi studenti. Le faceva sempre lo stesso devastante effetto, nonostante la conocesse fin troppo e l'avesse vista così tante volte quando...
Prima che quel pensiero, quel ricordo ritornasse alla memoria, lo scacciò via, scuotendo la testa e ritornó in sé.
《Allora!?》Chiese la Preside, con un tono di voce indefinibile: era impossibile capire se fosse felice,
arrabbiata, preoccupata, triste o pensierosa; il suo tono era freddo e piatto, tanto da gelare il sangue.
Come risposta, ricevette solo gli sguardi attoniti e confusi dei tre ragazzi, ancora spaventati e, per qualche secondo, il silenzio divenne opprimente.
《Allora ...Che ci fate qui ?》Chiese di nuovo lei, fissando gli studenti con i suoi occhi dorati e magnetici e incrociando rapidamente le braccia sul petto minuto.
《Stiamo andando a lezione...》Rispose Sharu con il fiato corto a causa della corsa e del forte spavento, già pensando alla punizione che sarebbe stata loro inferta quella volta.
《Ma oggi non c'è lezione.
È domenica ed è giorno di riposo.》Disse Eifir, inclinando appena la testa di lato.
《Non ve lo ha detto nessuno?》
I tre ragazzi rimasero di pietra, con una faccia a metà tra la sorpresa e l'incredulità e, incapaci di dire o fare qualsiasi cosa, iniziarono a guardarsi interrogativi l'un l'altro, nel più imbarazzante dei silenzi.
Eifir li osservò con più attenzione: sembravano sconvolti; le facce stanche, gli occhi scavati e spenti; i corpi rigidi e convulsi in una posizione innaturale che probabilmente doveva servire per alleviare qualche fitta.
Prese una grande boccata d'aria, chiuse gli occhi per qualche istante e, poi, gli riaprì lentamente, come per farsi coraggio .
《Ragazzi sembrate stremati. Ho saputo che ieri Lady Calawui vi ha conciato per le feste. Perché non fate un bagno caldo? Le vasche sono all'undicesimo piano.》
Disse cercando di sembrare gentile, nonostante il tono della sua voce fosse rimasto esattamente lo stesso.
《Grazie mille signora! Andremo subito!》risposero quasi all'unisono Kation e Sharu, al settimo cielo: niente lezioni e un bagno rigenerante pronto ad attenderli.
Ruai, invece, non sembrò esserne particolarmente contenta e si incupì: le dispiacque un po' non poter seguire un'altra lezione dalla sua professoressa giaguaro e, sinceramente, odiava l'acqua.
Se, però, c'era qualcosa che detestava ancora di più era sentirsi sporca e questo bastò a convincerla a seguire il consiglio di Eifir.
I ragazzi si congedarono dalla Preside e diressero all'undicesimo piano, trascinando pesantemente i piedi e le gambe, così tanto ingessate, da piegarsi appena per il dolore.
Scomparvero rapidamente su per una rampa di scale, zoppicando e traballando, mentre Eifir li guardava appena divertita.
"Ci vediamo presto ragazzi..." pensò lei, girandosi lentamente e facendo ondeggiare elegantemente il lungo mantello.
"Vorrei anche io poter...se solo non...vabbè, lasciamo perdere..."
Messi a tacere i suoi pensieri, si incamminò nella direzione opposta, godendosi la solitudine del corridoio deserto, che piombò in un dolce e caldo silenzio.
***
La Sala delle Vasche occupava quasi tutto l'undicesimo piano del Castello.
I tre ragazzi vi entrarono, aprendo un grande portone di leggrissimo legno, sormontato da un imponete arco di cerei blocchi di pietra.
《Eccoci qui...》sussurró Ruai, guardandosi, curiosa, intorno.
La stanza era sobria, grande e scintillante, con il pavimento di legno chiarissimo e dalle pareti che risplendevano come oro sotto una pioggia di luce; l'aria, calda e accogliente profumava lievemente di sapone e oli aromatici; nel mezzo, al di là di un ampio corridoio, vi era una grande muro cilindrico, costellato di piccole finestre, intervallate da lunghe fiaccole spente.
I tre, incuriositi, si affacciarono ad una delle tante feritoie e videro un enorme giardino, ricavato nel centro della Torre di Neshaavri: file e file di grandi alberi dalle piccole foglie floride e carichi di caleidoscopici frutti maturi, aiuole fiorite di ogni colore immaginabile, orti ben curati e fontane di bianca pietra, collegate da stretti sentieri lastricati e circondati da bassi cespugli; lungo le pareti interminabili passerelle sospese, dalle quali cadevano cascate di piante esotiche dai riflessi innaturali e profumi sconosciuti; sotto di loro due enormi ponti collegavano gli estremi del giardino, affollato di rumorosi studenti.
Il sole incorniciava quell'incantevole scena piena di ogni tonalità di verde e la faceva risplendere sotto i loro occhi.
《Meraviglioso...》fu l'unico commento degno di quello spettacolo mentre i tre ragazzi si allontanavano lentamente dalla finestra, incapaci di rivolgere lo sguardo altrove.
Da un paio grandi porte in chiaro legno massiccio, poste ai lati opposti della stanza, si accedeva a due ale distinte: a destra, quella maschile e, a sinistra, quella femminile.
《È ora di dividerci!》Disse Ruai, guardandosi intorno.
《Ci vediamo tra qualche minuto!
Non metteteci troppo!》
Kation e Sharu annuirono, la videro andar via di corsa e anche loro si incamminarono piano, dritti verso ala destra.
Vi entrarono in silenzio e chiusero dietro di loro la grande porta, cercando di non far gemere i cardini.
La stanza, calda e accogliente, era costituita da un piccolo ingresso semicircolare, dal quale si diramavano a raggiera stretti e bui corridoi, costellati da piccole porte. Accanto all'entrata, sulla sinistra, c'era un grande tabellone ligneo, al quale erano appesi innumerevoli ganci numerati, tutti vuoti, se non per due, ai quali erano appese delle piccole chiavi di metallo opaco.
《Perfetto!》Disse Kation, dando una pacca a Sharu.
《È rimasta giusto una stanza per ciascuno.
Che fortuna !》
Il possente ragazzo si avvicinò al tabellone e afferrò una chiave, senza pensare troppo a quale scegliere.
Anche Sharu provò a prendere quella rimasta: allungò la mano, ma non vi arrivò; si mise allora in punta di piedi, ma l'oggetto era comunque posto troppo in alto perché potesse raggiungerlo.
Kation si mise a ridacchiare, cercando di non farsi vedere.
《Smettila di ridere!》disse Sharu, sorridendo nervosamente anche lui e cercando inutilmente di non fare caso all'imbarazzo cresceva ogni secondo.
《Piuttosto vieni a darmi una mano.》
《Nooo...》Kation lo guardò con malizia.
《Se salti riesci a prenderla da solo!》
《Va al diavolo Kation, riesco a malapena a camminare!》rispose Sharu, ridendo con un po'di rabbia e preparandosi a saltare.
"Dannazione!" Pensò il ragazzo contraendo i muscoli delle gambe.
"Fa malissimo..."
Sharu strinse i denti e sopportò le fitte .
"Facciamola finita con questa questione imbarazzante!"
Improvvisamente, prima che il ragazzo potesse spiccare un balzo per afferrare la chiave, qualcuno aprì la porta, producendo un forte cigolio metallico, e fece entrare una ventata di aria gelida, che infranse la magica e rilassante atmosfera della Stanza.
I due ragazzi squadrarono stupiti il nuovo arrivato: era Lord Rujako in persona.
Sharu rimase impietrito: lui e soprattutto la sua povera spalla non avevano scordato il gelido e crudele professore.
I due nuovi studenti rimasero in silenzio, congelati ai loro posti, con gli occhi sgranati, mentre Rujako si diresse guardingo verso il tabellone.
L'alto e massiccio ragazzo dagli occhi di giada lanciò uno sguardo torvo al povero Sharu, che era rimasto con il braccio ancora teso verso l'irraggiungibile chiave, spaventandolo ancora di più.
《Non arrivi neanche a prenderla, microbo...》sussurrò il professore, sibilando ogni parola con cattiveria.
《Non la meriti.》
Allungò appena il braccio, afferrò la chiave e poi spostò malamente Sharu.
《Levati dalla zampe formica!》disse rabbioso ed arrogante, incamminandosi verso uno dei corridoi, grugnendo cupamente e in modo intimidatorio.
Il professore infilò goffamente la chiave in una serratura e si chiuse rumorosamente dentro la sua stanzetta.
Kation e Sharu aspettarono di non sentire più alcun rumore prima di poter solo ricominciare a respirare.
《Un simpaticone...》commentò sarcastico Kation.
Sharu non rispose: era assolutamente terrorizzato da Lord Rujako, il cui sguardo era quasi più cattivo e inquisitorio di quello di Lady Calawui.
Quelle parole dette in un modo così maligno e quel grugnito di cui poteva intuire il senso, poi, gli avevano fatto davvero male: lo avevano fatto sentire terribilmente sbagliato, inutile, più di quanto non si sentisse già normalmente, incrinando pericolosamente la delicata stabilità delle sue emozioni.
《Allora che facciamo?》chiese Kation, riportando il ragazzo con i piedi per terra.
《Il professore si è portato via la tua chiave....è rimasta solo una stanza vuota!》
Sharu lo guardò senza capire, cercando con tutte le forze di non farsi sovrastare della tristezza.
Il Mayil, allora, si avvicinò da dietro al timido ragazzo, lo afferrò per le spalle e si avvicinò per sussurrargli qualcosa all'orecchio.
《Dovremo condividere la stessa vasca...》disse con un tono stranamente dolce e mieloso, inarcando in modo preoccupante entrambi i sopraccigli.
《Non farti venire strane idee!》lo rimproverò Sharu, allontanandosi di scatto.
《Io non ho detto niente di male...sei tu che ti stai facendo film mentali!》rispose Kation, guardandolo di sbieco.
《Mhh...poi vediamo che ne pensa Ruai...》aggiunse sarcastico Sharu mentre cuore aveva iniziato a battere a mille.
《Su...se proprio dobbiamo farlo sbrighiamoci!》
Si diressero in uno dei corridoi, cercando tra le porte quella che riportava lo stesso numero indicato dal tabellone e, quando la trovarono, vi entrarono in fretta, chiudendosi silenziosamente dentro.
All'interno della stanza, l'illuminazione si riduceva a qualche candela, che irradiva un debole e piacevole luce diffusa.
Dal muro, alla sinistra della piccola entrata, sporgeva una grande e profonda vasca in pietra, colma di acqua fumante, mentre in un angolo, vi era un piccolo appendiabiti, sormontato da una minuscola finestra, e un baule pieno di saponi e asciugamani.
《Molto romantico, non trovi?》disse Kation a bruciapelo, con tono scherzoso.
《Ti prego smettila...》sussurrò disperato Sharu.
《Cominci a farmi venire paura...》
《Dai stavo solo scherzando! Ti giuro che ora la smetto.》
《Lo spero...》
Sharu e Kation occuparono un angolo ciascuno della stanza, si tolsero lentamente i vestiti, gettandoli senza cura sull'appendiabiti e rimasero solo in intimo.
Prima di entrare in acqua, i loro sguardi si incrociarono e si squadrarono per qualche secondo, in rigoroso silenzio:
Kation vedeva difronte a sé un pallido ed esile ragazzo, dalla schiena ricoperta di squame e tristi occhi da drago; Sharu, invece, si trovava davanti un individuo alto e possente, dal fisico scolpito, la chioma bianca e un grande sorriso stampato in faccia.
《Che hai da guardare?!》disse imbarazzato l'esile Jamail, tutto rosso dalla vergogna.
《Sei strano...》rispose Kation, cercando a stento di trattenere le risate.
Sharu lo trapassò con uno sguardo torvo e penetrante.
《Sta parlando quello normale!》
《Non prenderla male lucertola...dai che così sembri più figo!》
Un imbarazzante silenzio, si protese per qualche secondo, per poi esplodere in una fragorosa risata.
《È tutta colpa tua!》Si accusarono i due ragazzi, parlando nello stesso momento, quasi piangendo per le risate.
《Dai entriamo! Non vedo l'ora di fare un bagno!》Disse Kation, dirigendosi rapidamente verso la vasca.
《Solo se mi prometti di stare buono al tuo posto.》
L'acqua sgorgava dalla bocca spalancata di un'antefissa a forma di testa di drago, in uno scrosciare continuo e lamentoso.
I due ragazzi si immersero lentamente nel liquido bollente, godendosi la dolce coccola del calore e delle nuvole di vapore, che accarezzavano delicatamente la pelle.
《Sì...questo sì che è il paradiso!》disse Kation, poggiando la schiena sulla parete di tiepidi mattoni, con l'acqua che gli arrivava fino a metà busto.
Sharu, invece, si immerse fino al collo: ogni singolo muscolo era rilassato, rigenerato del tepore e il dolore pian piano svaniva.
"Finalmente un po' di pace!" Pensò il ragazzo, poggiando la testa al bordo della vasca: le emozioni sembravano finalmente essere sotto controllo.
"Era ora..."
Quel freddo alone che gli sembrava sempre di avere intorno, da quando May era scomparsa, fu spazzato via da un calore intenso e avvolgente: non era certamente paragonabile quello dell'affetto, quello umano, l'unico che lo tranquillizzasse davvero, ma per ora bastava a fargli scordare i suoi problemi, perché il resto del mondo si annullasse e tutto sembrasse felice.
《Allora lucertolina...》cominciò a parlare Kation mettendosi comodo e socchiudendo le palpebre.
《Visto che questa situazione non potrebbe essere più ambigua di così perché non mi racconti qualcosa di te...almeno smorziamo un po' la tensione.》
Sharu si irrigidì all'istante e le labbra si sigillarono istintivamente mentre le guance di coloravano come nel mezzo di un interrogazione per la quale non aveva studiato.
《Timido eh?》lo scherní Kation, sghignazzando.
《Sono sociofobico...》aggiunse Sharu, ridendo nervosamente e provando impaccatamente a fare dell'ionia mentre cercava conforto nel tepore dell'acqua.
《Allora comicio io》 disse Kation, schierandosi la voce
《beh da dove posso iniziare: a quanto pare, viviamo nella stessa città, ma io frequentava un'istituto privato in un paese vicino e credo sia per questo che non ci siamo mai visti in gito. A proprosito, penso che Ruai venisse a scuola con te, frequentava la stessa classe di letteratura di Kiala, con cui si conosce sin dall'asilo. Poi...ho compiuto diciassette anni qualche mese fa, ad Aprile, e sono un grande appasionato di sollevameto pesi.》
Kation di si interrupe cercando qualcos'altro di interessante riguardo la sua vita.
《Dai non sono bravo a racconare. Continua tu!》
Sharu strinse con forza le braccia intono al petto, sforzandosi con tutto se stesso di parlare.
《I...io compiró diciassette anni a dicembre...》farfuglió, bloccandosi subito dopo.
《E c'e qualcosa che ti piace fare nel tempo libero? Sport, hobby, musica? passioni?》chiese Kation, tirandogli delicatamente le parole di bocca.
《M...mi...piace disegnare...》furono le uniche parole che riuscì riuscì pronunciare prima di abbandonare le schiena alla parete, completamente stremato.
Dopo quel rapido e tirato scambio di batture i due ragazzi rimasero in silenzio per alcuni minuti, senza parlare ne fiatare, ne muovere un muscolo per paura di interrompere quella magia, in cui si trovavano sospesi.
Un movimento improvviso, percepito con la coda dell'occhio, però, attirò l'attenzione di Kation.
《Ehi!》disse, scuotendo il ragazzo con un piede.
《Ti è appena caduto un foglio dalla borsa.》
Sharu lanciò una rapida occhiata ad un mucchietto di fogli sparsi sul pavimento umido e, quando realizzò che, tra questi, vi era anche il disegno di May, scattò fulmineo in avanti, si asciugò con cura il braccio, si sporse a fatica oltre la vasca, bilanciandosi con la coda, e lo afferrò prima che si bagnasse.
Aveva fatto tutto senza pensarci: sapeva che il suo animo sarebbe morto se solo quel pezzo di carta si fosse rovinato.
Kation lo guardò allibito, per qualche istante.
《Wow! Sei stato un fulmine!》esclamò.
《Neanche fosse stato qualcosa da mangiare. Si può sapere cos'è quello scarabocchio tutto strappato?》
Sharu drizzò la coda e divenne tutto rosso: l'ira, il disprezzo e l'odio ebbero per un secondo il sopravvento, facendo divampare dentro il suo animo un fuoco selvaggio e incontenibile.
《Non è uno scarabocchio!》disse con i denti serrati, urlando alcune sillabe con rabbia.
Le braccia iniziarono a tremare e il corpo a fremere; la mente si annebbiava, i pensieri si offuscarono e tutto divenne confuso.
Come si permetteva quel ragazzo a parlare male del disegno di May: lui che di draghi e animali non ne capiva niente; lui che non sarebbe riuscito neanche in tutta sua vita a fare qualcosa di così bello.
Lui che di lei non sapeva nulla.
Senza accorgersene, Sharu aveva iniziato ad emettere un sordo e inquietante ringhio e, gettando furioso l'aria dalle narici, una nuvola di fumo era appena uscita dal suo naso, confondendosi in fretta con il vapore.
《Calmati amico!》disse Kation, notando che le pupille del ragazzo, erano diventate strettissime e spaventosissime ellissi.
《Non volevo offenderti.
Ti prego non mangiarmi!》
Sharu, si diede uno scossone, ritornando in sé: non era mai stato una persona cattiva e il fatto di aver provato, seppur per poco, quelle emozioni impulsive e maligne lo fecero sentire un vero schifo.
《Scusa, non volevo risponderti così...》disse il ragazzo con un sorriso nervoso, dando un'ultima e sognante occhiata al foglio e mettendolo al sicuro.
《Comunque, hai ragione non è niente:...è solo un disegno...》
Abbassò la testa e si mise a guardare l'acqua, visualizzando tra le increspature, i volto dolce e ridente di May, che, dopo più di un anno, temeva di aver scordato.
Kation lo guardo interrogativo, percependo un repentino cambiamento nell'odore di Sharu: a ogni emozione, si sa, è associata l'emissione di una particolare sostanza, che alcuni animali dal fiuto molto sviluppato possono percepire. Così, il finissimo naso del ragazzo intuì che, in qualche modo, quel foglio, un po' malridotto doveva essere terribilmente importante per l'amico e divenne curioso.
《È un tuo disegno?》Chiese Kation, stranamente serio.
《...No...》rispose Sharu con un filo di voce, sperando che lui non lo sentisse.
"Ti prego non fare altre domande!" Pensò il ragazzo mentre sentiva che le emozioni si stavano facendo sempre più largo, mano a mano che i ricordi ritornavano vividi.
《E di chi è?》Chiese Kation, pieno di curiosità.
《Una ragazza...》sussurrò Sharu, cercando di essere il più generale possibile, continuando a combattere contro se stesso.
《La tua ragazza?》
Sharu si paralizzò all'istante sbiancando.
《Ehi! Stai bene? Sei più pallido di me!》disse Kation, senza ricevere risposta.
La conversazione, però, aveva ormai preso una brutta piega e Sharu non sapeva più come reagire: non gli andava di dover condividere con nessuno quello che aveva dentro, anzi, era assolutamente terrorizzato di parlarne con qualcuno che sicuramente non avrebbe capito e lo avrebbe preso in giro.
Divenne completamente rosso e le emozioni cominciarono a diventare una massa indistinta e incontenibile.
"Non piangere dannazione! Non adesso!" Ordinò Sharu a se stesso, pizzicandosi forte il braccio sinistro, cercando di cacciare le lacrime indietro.
《No... Siamo solo amici...cioè eravamo...》rispose meccanicamente, con la voce che cominciava inevitabilmente ad incrinarsi e il groppo alla gola che diventava sempre più pesante.
Per qualche secondo, provò a mettere a tacere ogni pensiero: sapeva di essere sul ciglio di un precipizio e che sarebbe bastato un alito di vento e farlo precipitare nell' abisso.
《Che vuol dire eravamo?》chiese Kation, sempre più curioso, ma incurante della tempesta che le sue parole stavano per scatenare.
Rapidamente, il calore dell'acqua non fu più sufficiente a tenere il fatale freddo del mondo lontano e improvvisamente, una fitta terribile colpì Sharu al petto, troncando il respiro e facendo scoppiare la testa.
《Dannazione sta zitto, Kation!》urlò, perdendo definitivamente il controllo: le emozioni iniziarono a scorrere senza freni, investendo e travolgendo ogni cosa.
Sharu si piegò in avanti, come se qualcosa lo avesse appena colpito vicino al cuore, e una minuscola lacrima increspò la superficie della vasca.
《Oh Santo cielo!》urlò Kation, spaventato dalla reazione del ragazzo.
《Stai bene?》
Dentro il povero Sharu tutto quello che si era portato dentro per un anno interno, tutto quel marcio, quella sofferenza e frustrazione, che aveva tentato di nascondere al mondo, esplosero rumorosamente, scuotendolo.
Non poteva trattenersi un secondo di più: ogni singola goccia di sofferenza doveva uscire.
《Non sto bene....》sussurrò con la voce tremante, interrotta dalle lacrime piene di rabbia.
《Non sto per niente bene...》
《Perché?! Che hai? È per qualcosa che ho detto?》chiese allarmato Kation.
Sharu non rispose e continuava a piangere, afferrando saldamente il braccio sinistro tra gli affilati artigli e facendoli penetrare nella carne, nel disperato e inutile tentativo di soffocare il dolore della sua anima.
《Ehi Sharu, parla, non farmi spaventare! Perché stai così?》
Sharu rimase muto, morsendosi con forza le labbra.
《Di qualcosa, ti prego! Ti giuro che di me ti puoi fidare... se è un segreto, non lo confesseró e nessuno.》
Sharu continuava a artoriarsi la bocca con le zanne senza accennare a proferire la minima parola.
《Se parli ti racconterò anche io un mio segreto, così saremo pari》gli disse poi Kation che, il quel momento, non riuscìva a sopportare di vedere quel ragazzo, che tanto lo aveva aiutato il giorno precendete, nel misero stato il cui versava.
《E sappi che io non racconto mai niente a nessuno riguardo questa faccenda, ma di te mi fi..》
《Sto male perché lei se n'è andata》urlò Sharu, senza lasciare al Mayil la possibilità di continuare il suo discorso: alla priama occasione, al primo appiglio trovato era semplicemente esploso.
《Lei chi?》
《La ragazza che ha fatto quel disegno!》
Le lacrime scendevano sempre più copiose per quanto lui cercasse inutilmente di ricacciarle indietro.
《... è stata colpa mia! L'ho lasciata andare...》
Il ragazzo, completamente privo di forze, abbandonò la testa sulla spalla di Kation, continuando a piangere e a tentare di soffocare i singhiozzi.
《Dai non abbatterti così!
È una delle ragazze scomparse, vero?》
Sharu annuì debolmente, senza guardarlo.
《Allora di che ti preoccupi?! Sarà sicuramente qui nel Castello!》
Kation lo afferrò per le spalle e lo fissò dritto negli occhi, rossi e carichi di pianto.
《Dai amico! Riprenditi adesso.》
Sharu si guardò con ribrezzo per qualche istante.
《Amico...come puoi considerarmi un tuo amico!》gli rispose il ragazzo con rabbia, asciugandosi gli occhi.
《Sono solo uno stupido, uno senza spine dorsale!》
《Ma cosa dici?!》chiese Kation, sorridendo amichevolmente.
《Guardami...sto piangendo come una bambina...tutto per uno stupido disegno.》
《Ma non dire idiozie! Tutti piangono, anche i più forti!
Poi non stiamo mica parlando di scemenze, queste sono faccende serie!》disse Kation, guardandolo dritto negli occhi, con grande determinazione.
《Ragazzo, ragazza, orso o lucertola, tutti arrivano ad un punto di rottura.》
《Zitto!》 Sussurrò Sharu senza più forze.
《Lord Rujako ha ragione, hanno tutti ragione: sono solo un microbo, uno che non riesce a controllare le emozioni, uno che ha paura della sua stessa ombra!》
《Dai, non dire così! Non prestare ascolto a quello che dice quello stupido del professore! 》continuò, Kation scuotendolo leggermente.
《Come fai a dire di non essere forte?!Ieri hai affrontato tutto con una lucidità assurda!
Ti ricordi come ero sconvolto io, invece? Se non ci fossi stato tu a convincermi, ora sarei ancora chiuso in camera, terrorizzato di mettere anche un solo piede fuori!
Con Calawui, non hai battuto ciglio! Sei stato un mostro, eppure lei ci ha conciato per le feste! 》 Disse Kation ricordando e sorridendo.
Sharu iniziò a stare appena meglio: quel ragazzo si stava sforzando fino in fondo di essergli vicino, di rallegrarlo e di non farlo sentire sbagliato, mostrandogli il suo autentico calore .
《Poi, l'altra sera, alla festa sei stato un grande: in classe, tutti mi hanno detto che nessuno aveva mai avuto il coraggio di disarmare Eifir. Sei diventato una specie di eroe!》 Continuò Kation, felice di vedere l'amico un po' sollevato.
《Lo so che ti conosco ancora da poco, ma per me sei già come fratello, sei il mio mito, una leggenda!
Se anche tu mi consideri un tuo amico, non devi sentirti debole se stai così male, perché anche io, sotto quello sciocco e infantile sorriso, ho paura di restare solo in questo posto che non conosco.》
Continuò Kation, lasciandosi trasportare dal momento e aprendosi un po' con quel ragazzo con cui quell'assurda esperienza lo aveva spinto a legarsi e, sopratutto, a fidarsi.
Sharu si asciugò le ultime lacrime con il dorso della mano.
《Grazie...f...fratello...》disse sottovoce.
Una strana sensazione gli riscaldò il cuore: oltre May, non aveva mai avuto un vero amico, qualcuno che lo considerasse veramente "una leggenda" un "fratello"; il freddo si affievolì, le emozioni finalmente si ritirano e Sharu si sentì cento volte più leggero.
《Di niente!》rispose Kation dando, una forte pacca al ragazzo, che scacciò via anche il resto della tristezza
《Sono sicuro che la ritroverai presto! Lei non può essere lontano. 》 Aggiunse il Mayil, guardandolo con uno sguardo amichevole .
《Ora sbrighiamoci che Ruai sarà furiosa, se facciamo tardi.》
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