CAPITOLO 1 - I dinosauri non sono lucertole
<<Ok, Mal, proviamoci ancora una volta.>>
L'acuta voce di una ragazzina dalla chioma di carbone sovrastò il silenzio delle campagne dorate alla periferia di Silverfields.
<<Chiudi il libro e ripeti ciò che hai capito ad alta voce!>> disse, riprendendo a disegnare con la schiena placidamente appoggiata sul tronco di una vecchia magnolia.
L'esile quindicenne, seduto vicino a lei all'ombra del grande albero, diede un'ultima lettura al sussidiario di biologia e si schiarì la voce.
<<Le lucertole sono rettili appartenenti alla famiglia dei lacertinae, sottordine dei sauri, ordine squamata...>>
Gli occhi smeraldini di Mal corsero lungo l'argentato profilo dei grattaceli che si stagliavano all'orizzonte, come se stesse recitando una serie di parole nascoste tra le sagome aguzze del grande centro abitato.
<<Ne sono un esempio le luscengole, le agame, i gechi e gli estinti dinosauri.>>
<<Fermo, fermo!>>
La matita della ragazzina inciampò sulla carta e il suo volto paffuto si piegò in una smorfia sbieca.
<<Sei pregato di non dire cavolate!>>
<<Cosa c'è che non va adesso, May?>> chiese esasperato Mal, abbandonando la schiena sul candido tronco della magnolia e lasciando scivolare il pesante libro sul pantaloncino macchiato d'erba e terra.
<<I dinosauri non fanno parte dello stesso ordine delle lucertole, idiota!>> ridacchiò la ragazzina dalla folta chioma di carbone. <<Lo sa anche un bambino che appartengono alla categoria dei coccodrilli, degli uccelli o dei draghi.>>
<<D-dei draghi?>> chiese titubante Mal, scostandosi dalla fronte un groviglio di arruffati capelli castani e sporadiche ciocche imbiondite dal sole. <<Intendi i draghi di Komodo... vero, May? Sono sicuro che quelli siano proprio dei sauri invece.>>
Accarezzate dalla luce di quella mattina d'inizio estate, le iridi smeraldine del ragazzino impreziosivano la delicatezza quasi infantile del suo viso pallido e confuso.
<<No, no! Intendo i draghi veri.>> sghignazzò May divertita.
Le dita della ragazza tintinnaromo contro il ciondolo magenta legato intorno al suo collo e sul quale si avviluppava la piccola scultura di un rettile dalle membranose ali di metallo.
<<Quelli che volano e sputano fuoco.>>
<<Per l'amor del cielo, May!>> borbottò Mal. <<I draghi non hanno nulla a che fare con la biologia e, soprattutto, non mi aiuteranno con il compito in classe di lunedì.>>
<<Che rompiscatole che sei!>> sbuffò teatralmente lei, inarcando un sopracciglio con tutta la sufficienza della quale era capace dall'alto dei suoi quindici anni. <<È ovvio che quel libro non parla dei draghi perché è stato scritto da gente che non ne capisce niente di lucertole!>>
<<Perché tu sei convinta di saperne di più?>> la stuzzicò Mal con le guance che iniziavano a colorarsi di un vermiglio misto di ironia e imbarazzo. <<La modestia si spreca!>>
<<Se non avessi qualche conoscenza in più, non starei qui per aiutarti a ripetere, non credi?>> rispose prontamente May, senza mai distogliere l'attenzione dal suo disegno. <<Coraggio, lascia perdere il libro! Ti dimostrerò che sono molto più ferrata di quel fallito del suo autore.>>
<<Se lo dice l'esperta...>> Mal mise da parte il grande volume e rivolse la sua attenzione alla graziosa figura di quella ragazzina dalle forme ancora acerbe e la pelle olivastra. <<Su, ascoltiamo.>>
<<Allora...>> May si sedette più comodamente sul morbido cuscino d'erba, continuando imperterrita a disegnare. <<Esistono quattro ordini di rettili: i sauri appartengono a quello squamatae che si divide in due ulteriori sottordini.>>
Non ci volle molto perché Mal, cullato dal suono armonioso di quella voce, si perdesse nel contemplare la grazia con la quale lei faceva danzare la matita sul foglio, modellando i contorni di un sinuoso essere squamoso.
<<C'è il sottordine degli ofidi, di cui fanno parte i serpenti e quello, appunto, dei sauri.>>
Il vento di giugno, cavalcando con grande maestria i raggi del sole, correva a passi felpati lungo l'immensità di quel mare di grano.
Accarezzava le foglie lanceolate della magnolia, regina della campagna, lasciando che la luce si insinuasse tra le fronde per illuminare il disegno del grande dragone ruggente.
<<Ma mi stai seguendo?>> chiese improvvisamente May, sollevando gli occhi dal foglio per rivolgerli verso quelli di Mal. <<Non dici una parola...>>
<<I-io...>>
Nella frazione di pochi secondi e senza che nessuno se ne rendesse conto, gli sguardi dei due ragazzini si avvilupparono gli uni sugli altri; si intrecciarono in una spirale infinita, diventando un lucente tutt'uno.
Il terreno sembrò sgretolarsi sotto i piedi del quindicenne, togliendogli ogni briciolo di fiato.
In quel meraviglioso istante di apnea, in quello sconvolgente limbo tra il niente e il tutto, l'intero universo di Mal si concentrò negli occhi di lei: in quelle onici che troneggiavano in un viso semplicemente perfetto, dai lineamenti soavi e i tratti fanciulleschi; nelle sue iridi livide che sembravano incanalare tutto il luccichio dell'aria come l'abisso più dolce e profondo.
<<M-May...>>il ragazzino provò a dirle qualcosa, qualcosa che gli premeva con così tanta forza contro il petto che avrebbe potuto sfondarlo da un momento all'altro. <<I-io...>>
All'improvviso, le pupille di May percepirono un movimento tra l'erba e, come un cacciatore che scorge la preda, la ragazzina posò il suo sguardo in un punto lontano, infrangendo il surreale incantesimo.
Mal sobbalzò per lo spavento e quel maledetto qualcosa gli scivolò di nuovo sul fondo della gola.
<<Accidenti May! Uno di questi giorni mi farai venire un infarto!>>
La ragazzina lo zittì con un sibilo, mise via il suo disegno e i muscoli del corpo minuto e snello si contrassero per darle lo slancio; rapida, balzò all'attacco, piombando su qualcosa che si aggirava ignaro tra il grano incolto.
<<Mal, guarda qui!>>
Con le mani delicatamente serrate intorno a una piccola creatura squamosa, May si sedette di nuovo vicino all'amico.
<<Dai un'occhiata a chi ho trovato!>>
La ragazzina dischiuse adagio le dita, mostrando una minuscola lucertola dalla scintillante livrea verdastra, macchiata da iridescenti screziature cobalto lungo il fianco rossastro.
<<Forte, hai trovato un sauro vero!>>
Il viso di Mal sembrò illuminarsi quando i suoi occhi studiarono il grazioso animaletto dal sangue di ghiaccio.
<<Questo appartiene al genere P-podoricus, vero?>> disse, cercando di ricordare le parole del libro.
<<Si dice Podarcis, stupido!>> lo riprese May con tono scherzoso. <<Volendo essere precisi, è una Podarcis siculus: una specie di lucertola campestre che, negli anni, si è diffusa qui in Nord America.>>
La ragazzina posò il rettile tra le mani tremanti di Mal, poi afferrò il suo disegno e lo avvicinò al piccolo animale.
<<Guarda: i sauri non assomigliano affatto agli arcosauri.>> May fece scorrere il suo dito lungo la massiccia testa in grafite del drago. <<La forma del cranio è completamente diversa e anche la postura cambia: una lucertola non può mettersi in una posizione eretta come questa.>>
Mentre l'attenzione della ragazzina si spostava lungo il corpo rivolto al cielo del rettile alato, Mal contemplava assorto il piccolo esserino squamoso che stringeva tra le proprie mani.
La lucertola lo esservò con i suoi minuscoli occhi neri e, in un improvviso ed energico guizzo, scivolò giù dai pallidi palmi del ragazzo.
<<Ferma, ferma!>>
La lucertola non parve prestare orecchio alle parole di Mal e, dopo aver arrancato tra le pieghe della maglietta nera, scomparve rapidamente tra le spighe di grano.
<<È scappata, accidenti!>>
Il ragazzino si mosse per andare a cercare la sua piccola preda, ma May lo trattenne, posandogli una mano sulla spalla.
<<Lasciala stare, Mal!>>
Le rosee labbra le si piegarono in un ghigno stranamente malizioso.
<<Tanto lo sai come funziona il cervello rettile, vero?>>
Confuso, Mal scosse il capo e il sorriso di May crebbe velocemente sul suo viso, orai diventato paonazzo.
<<Dai, stupido! Dopo tutto questo tempo dovresti aver capito che ai sauri non piace stare in compagnia.>>
<<E come accidenti dovrei fare a saperlo?>> chiese Mal, mettendosi nuovamente seduto e aggrottando la fronte. <<Non siamo ancora arrivati al capitolo sul cervello rettile primordiale.>>
<<Ma che hai capito, idiota?>>
A quel punto, May non fu più in grado di trattenersi e scoppiò a ridere, lasciando cadere la testa sulla spalla di Mal.
<<S-si può sapere che t-ti è preso?>> bofonchiò il ragazzino, mentre la nota magenta si dipingeva con più intensità sulle sue gote. <<Ho f-fatto qualcosa di male o è tutto un problema tuo?>>
<<Scusa, scusa...>> May alzò la testa, coprendosi il viso con una mano. <<Ma mi sembra proprio impossibile che tu non riesca capire come ragiona una lucertola.>>
<<E perché dovrei?>>
In preda a una nuova ondata di risate, la ragazzina si accasciò ancora sulla spalla dell'amico, senza riuscire più a respirare.
<<Perché... voi due...>> May cercò inutilmente di tornare in sé. <<Vi comportate esattamente nello stesso modo!>>
<<Cosa?>> chiese Mal interdetto, mentre la sua amica continuava a ridere con così tanto trasporto da farsi scendere le lacrime agli occhi. <<Ma che diavolo stai passando, May?>>
<<Ora non provare a dire che non ho ragione!>> rispose lei, scombinando i capelli già arruffati dell'amico. <<Sei proprio una Piccola Lucertola.>>
Il ragazzino accennò un sorriso obliquo quando parve realizzare cosa divertisse tanto l'amica e il suo sguardo precipitò verso il nulla.
<<Dovrebbe essere un complimento...>> disse, scurendosi in viso. <<O anche tu pensi che io sia un asociale?>>
Il riso abbandonò subito il volto di May.
<<C-certo non si può dire che a te o alle lucertole piaccia stare in compagnia...>> arrancò la ragazzina. <<Eppure...>>
May adagiò più comodamente la testa sulla spalla di Mal.
<<Eppure, vi lasciate avvicinare... ogni tanto.>>
Nel sentire quella risposta, il ragazzino aggrottò la fronte e la sua espressione si fece ancora più clinica e confusa.
<<Dai! Non fare quella faccia!>> lo incalzò prontamente May, rivolgendogli uno sguardo teatralmente supplichevole. <<Anche le lucertole sono animali affascinanti!>>
Accennando un sincero sorriso, il ragazzo si alzò dal suolo, lasciando precipitare la chioma cinerea di May sul soffice tappetto d'erba.
<<Non so quanto ci sia da fidarsi di te.>>
Mal si sgranchì le gambe, ma prima di poter uscire dall'ombra protettiva della grande magnolia, la ragazzina si sollevò fulminea e lo trattenne per un lembo della maglietta.
<<Aspetta, Piccola Lucertola!>> disse May, solcando curiosa la figura del quindicenne con i suoi grandi occhi scuri. <<Che volevi dirmi prima?>>
La spavalderia abbandonò Mal: il suo cuore mancò un colpo e un denso grumo d'aria gli finì di traverso.
<<Volevo dirti che, insomma, p-penso... >> farfugliò rapido lui, recuperando la sua borsa dal suolo e mettendosela impacciatamente a tracolla. <<Penso sia ora di tornare a casa adesso.>>
Dopo aver lanciato un'occhiata al sole prossimo allo zenit, May scattò in piedi con un balzo.
<<Già, si è fatto tardi.>>
Raccolse frettolosamente i suoi libri da terra e, dopo averli riposti nello zaino, abbandonò l'ombra della magnolia.
<<Peccato che non abbia ancora finito il disegno del drago.>> si lamentò May, tirandosi il cappuccio della felpa verde militare sugli occhi e osservando le linee appena abbozzate delle zampe posteriori del furente lucertolone. <<Ci tenevo molto a fartelo vedere finito.>>
<<N-non potremmo vederci anche questo p-pomeriggio, allora?>> chiese Mal, aspettando che lei lo raggiungesse. <<C-così finisci anche di spiegarmi perché i dinosauri sono così diversi dalle lucertole!>>
<<Scusa, ma oggi pomeriggio ho un impegno importante.>> rispose schietta May, accarezzando il ciondolo della sua collana e superando il compagno di qualche passo. <<Però...>>
La ragazzina osservò il suo disegno per qualche altro istante e, con gesto rapido come uno schiocco di frusta, lo strappò a metà.
<<Che stai facendo?>> chiese interdetto Mal, quasi fosse stato lui a venire tranciato in due.
<<Lo finisco.>>
May porse al ragazzo la metà completa del drago, ferito da quel lungo squarcio irregolare e slabbrato che gli amputava le zampe.
<<Prendi! Così, a casa, hai qualcosa per ripetere meglio.>>
<<T-tu sei pazza...>> balbettò Mal, afferrando quel ritaglio di carta con la stessa cura che avrebbe riservato per una creatura viva. <<P-potevo benissimo cercare un'immagine su Internet.>>
<<Non sarebbe stata così precisa!>> rispose fieramente May, infilandosi in tasca la metà del disegno appena abbozzata e cominciando a incamminarsi verso la città. <<Comunque, ci potremmo vedere domani mattina se non hai altri impegni!>>
<<Sai benissimo che non ho niente da fare.>>
Prima di raggiungere l'amica, Mal la guardò avanzare tra le spighe il grano bruciate dalla luce del sole. Un sole che, però, impallidiva al cospetto dell'energia liberata da ogni singolo passo di lei.
Forse, il giorno seguente, sarebbe stato in grado di dirle ciò che avrebbe voluto confessarle da tempo. Dirle quelle parole che premevano così tanto per uscire.
Dirle: "Ti amo..."
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