Capitolo XXXII: La festa di Mezza Estate
Capitolo XXXII: La festa di Mezza Estate
Il giorno seguente, Nerwen scese nelle scuderie con l'intenzione di andare a fare un giro nei dintorni della città. La sera prima, Eliénna ed i suoi figli si erano dimostrati molto incuriositi dalla sua nuova, improvvisa padronanza della loro lingua; lei aveva dato una stringata descrizione della tecnica mentale applicata, definendola una speciale facoltà degli Stregoni e sottolineando l'importante ruolo che aveva avuto la fiducia di Aryon in lei. La regina la considerò allora sotto una luce maggiormente favorevole, pur senza giungere ancora ad una conclusione definitiva, e confermò il permesso datole dal fratello di andare e venire a piacimento dalla città.
Uno scudiero sellò rapidamente Thilgiloth, che era ben lieta di andare a passeggiare con la sua amica a due gambe; con loro venne anche Calad.
L'immediato circondario di Bârlyth era piuttosto monotono, ma non conoscendo ancora niente di quei paraggi, per il momento Nerwen preferì non addentrarsi nella foresta lungo le strade che si dipartivano a raggiera dalla grande radura attorno alla città. Così, dopo un paio d'ore, rientrò; era un poco annoiata, ma la passeggiata aveva fatto bene alla Corsiera, pertanto decise di ripetere l'escursione anche nei giorni successivi.
Il mattino dopo, attraversando il grande atrio del palazzo diretta alle scuderie, Nerwen si imbatté in Myranna.
"Buongiorno, Lady Nerwen", la salutò la principessa, "Stai uscendo?"
"Sì, pensavo di andare a fare un giro con la mia cavalla", rispose l'interpellata. Myranna esitò, poi disse in tono confidenziale:
"Io dovrei continuare a catalogare le piante del giardino, ma sinceramente stamattina non ne ho proprio voglia... una passeggiata a cavallo sarebbe molto più gradevole!", concluse con un sospiro ed una buffa smorfia.
"Puoi fare il lavoro di catalogazione nel pomeriggio?", domandò la Istar, divertita dalla sua espressione. La principessa rifletté:
"Beh, sì, a dire il vero..."
"Allora lascia momentaneamente stare lo studio e vieni con me", la invitò Nerwen, "Che ne dici?"
"Dico di sì!", esclamò Myranna ridendo di contentezza, "Corro a mettermi gli stivali."
"Ti aspetto alle scuderie", l'avvisò Nerwen sorridendo.
Una volta uscite di città, Myranna condusse la Maia verso nordovest, lungo un'ampia strada che s'inoltrava nella foresta. Una ventina di minuti più tardi, incrociarono il Rinnen, il fiume proveniente dagli Orocarni che attraversava il regno dei Kindi per gettarsi nel Mare di Rhûn. Il sentiero proseguiva in entrambe le direzioni della corrente; Myranna scelse di svoltare verso valle.
"Più a monte c'è il porto", spiegò, "dove approdano tutte le imbarcazioni provenienti dalle pianure orientali e dalle Montagne Rosse. Windan, Hwenti e Kinn-lai vengono qui per commerciare con noi."
"E i Nani degli Orocarni?", volle sapere Nerwen. La principessa scosse la testa:
"Non abbiamo contatti diretti con loro, soltanto tramite i nostri fratelli Kinn-lai."
Caracollarono per quasi un'ora, chiacchierando piacevolmente; poi la foresta si aprì in un'ampia radura soleggiata, in concomitanza con il fiume che in quel punto faceva una larga ansa al cui interno c'era una spiaggia di fine arenile bianco. Alcune persone facevano il bagno nella corrente, in quel punto assai pigra, oppure prendevano il sole, sdraiate su teli o stuoie. Erano tutti completamente nudi, ma la cosa non sorprese Nerwen, perché si usava così anche a Valinor. Del resto non aveva alcun senso bagnarsi vestiti.
C'era anche un chiosco che vendeva bibite e cibarie, dotato di tavoli e panche in legno.
"Mangiamo qualcosa?", propose la principessa.
"Volentieri", accettò Nerwen. Smontarono, e poco dopo erano sedute a mangiare spiedini di frutta, accompagnati da frizzante sidro secco.
"Ora che so che c'è questo posto, ci verrò: mi piace molto nuotare", dichiarò la Maia, guardandosi attorno: l'acqua era cristallina e, in quella calura, assai invitante.
"Piace anche a me", le rivelò Myranna, "Potremmo venire insieme, qualche volta."
"Certo!", annuì l'altra, contenta d'aver trovato compagnia.
Finito lo spuntino, si avviarono sulla via del ritorno. Una volta giunte a palazzo, Myranna osservò:
"Fra tre giorni sarà Mezza Estate: faremo una grande festa, si ballerà e ci saranno i fuochi d'artificio. Sarei molto contenta se venissi anche tu."
"Ti ringrazio, Lady Myranna, amo moltissimo ballare", sorrise Nerwen, "Però non conosco le vostre danze", aggiunse: dovevano essere certamente molto diverse da quelle in uso a Gran Burrone e Lothlórien.
"Non è un gran problema", la rassicurò Myranna, "Le nostre sono danze di gruppo, composte di poche figure fondamentali che, prima di ogni brano, vengono chiamate nella sequenza richiesta. Alcune sono più complicate di altre, ma sono sicura che sarai perfettamente in grado di eseguire le più semplici, specialmente se hai un bravo cavaliere... Mio zio Aryon, ad esempio, è un ottimo ballerino: gli chiederò di farti lui da cavaliere."
"Grazie, sei gentile, ma probabilmente avrà la sua dama...", obiettò Nerwen: quella era una cosa di cui non era al corrente, ossia se il principe avesse o meno una compagna o un'amica amorosa; aveva appreso che sua sorella la regina era vedova, ma di lui non sapeva.
"Solitamente sono io a fargli da dama", rispose la principessa, "ma mi riserverò soltanto le danze più complesse, quelle che ti sarebbero troppo ostiche: per le altre, sarò felice di condividerlo", concluse ridendo.
"Allora va bene", anche l'Aini sorrise; poi ricordò una cosa, "Beh, il mio unico abito non è molto adatto a una festa di palazzo, ma mi accontenterò..."
Ovviamente, nel suo scarno bagaglio non c'era un vestito da ballo. A Gran Burrone, su insistenza di Elrond, si era fatta fare un paio di abiti eleganti, adatti alla vita curtense, che però aveva lasciato là quand'era partita; mentre a Lothlórien era stata Arwen a prestarle i propri, all'occorrenza.
Myranna corrugò la fronte:
"Oh! Non ci avevo pensato...", sogguardò Nerwen, soppesandone la figura, "Penso che Lady Ziriel, la mia insegnante di storia, abbia la tua taglia. È più alta, ma non ci vuole molto ad accorciare un abito..."
"E chi non è più alto di me?", rise l'Aini, che come al solito prendeva la sua statura minuta con molto spirito. Anche la principessa sorrise, divertita:
"Beh, ad esempio la capocuoca di palazzo, che non credo superi il metro e mezzo... eppure comanda a bacchetta tutto il personale delle cucine: perfino il Provveditore di Palazzo deve sottostare alle sue direttive, quando si tratta di faccende di sua competenza."
Nerwen non l'aveva mai incontrata, ma la descrizione di Myranna la fece ridere.
"Va bene, allora, prova a chiedere alla tua insegnante se è disposta a prestarmi un abito per l'occasione, ma non farla sentire in obbligo, te ne prego", disse, consapevole di essere ancora circondata da molta antipatia. La principessa annuì:
"D'accordo..."
Nerwen trascorse il pomeriggio in biblioteca, come suo solito: ormai aveva letto molti libri e documenti ed aveva raccolto una gran quantità di informazioni inerenti gli Avari e la loro storia, nonché il loro territorio; ma con sua somma delusione, degli Onodrim non v'era traccia nei loro scritti.
Quella sera, Aryon disertò il desco della regina: le sue incombenze lo avevano trattenuto, per cui avrebbe cenato più tardi, da solo.
Dopo mangiato, salendo in camera sua, Nerwen si accorse d'aver sentito la mancanza del principe.
E dei suoi stupefacenti occhi grigiazzurri.
E del suo intrigante mezzo sorriso.
E della sua affascinante voce baritonale.
Con un sussulto, la Istar si rese conto di sentirsi molto attratta da Aryon Morvacor. Se ne domandò il motivo; il principe era dotato di un gran bell'aspetto, certo, ma aveva un carattere chiuso, scorbutico, ombroso, mentre lei finora aveva sempre preferito compagni dalla personalità diametralmente opposta, solare, aperta e briosa, come Calion e Beriadir.
Poi le sovvenne Thorin: anche il principe Nano non era stato precisamente il suo tipo, essendo piuttosto scontroso e taciturno, eppure lei ci aveva perso la testa in quattro e quattr'otto...
Andò a dormire piuttosto confusa.
Quando venne mattina, Nerwen si alzò e, come ormai era divenuto consuetudine, si recò sul terrazzo dove consumava la colazione. La notte le aveva portato consiglio in forma di accettazione: se provava attrazione per il fratello della regina, era così e basta, inutile cercare motivi razionali o logici, perché le emozioni tutto sono fuor che razionali o logiche. Così, pose piede sul balcone con una certa tranquillità... solo per rischiare di vederla andare in frantumi non appena scorse l'ampia schiena di Aryon, seduto al tavolo mentre conversava con la sorella. Con un certo sforzo, riuscì a controllarsi.
Udendola arrivare, entrambi si girarono.
"Buongiorno, Nerwen", la salutò Aryon, guardandola con quelle sue luminose iridi chiare. Per un istante, la Maia si perse in esse.
"Buongiorno a voi, Maestà, Aryon...", riuscì a rispondere, ritrovando la propria disinvoltura.
"Myranna mi ha raccontato che ieri siete state a fare una passeggiata a cavallo assieme", disse la regina, sorbendo il suo tè.
"Sì, esatto", confermò Nerwen, servendosi di una ciotola di ertan, di cui era rapidamente diventata ghiotta, "Siamo state fino alla spiaggia sul Rinnen", aggiunse, prendendo posto.
Aryon non resistette alla tentazione di provocarla:
"Forse il nostro costume di bagnarci svestiti ti ha scandalizzata", osservò, un angolo della bocca leggermente sollevato nel suo caratteristico sorrisetto; il suo tono però non era beffardo, solo divertito.
Ci voleva però ben altro per mettere Nerwen in imbarazzo.
"Per niente", ribatté, guardandolo serafica, "Trovo che sia semplicemente assurdo fare il bagno o entrare alle terme vestiti."
"Questo è buonsenso", commentò la regina, con soddisfazione, "In effetti, non capisco come mai molti popoli trovino la nudità indecorosa o addirittura vergognosa in ambiti dove è semplicemente ragionevole."
"Neppure io", ammise l'Aini.
Aryon tacque, tenendo gli occhi fissi sul piatto: dopo aver sentito la risposta di Nerwen, non aveva potuto fare a meno di immaginarla svestita a fare il bagno nel Rinnen, e l'immagine evocata gli aveva completamente seccato la gola. Bevve un sorso di tè, cercando di ritrovare rapidamente il proprio contegno. Fu una lotta breve ma intensa, che alla fine vinse per pura testardaggine; solo allora fu in grado di tornare a partecipare alla conversazione.
Nerwen aveva notato il suo silenzio e se ne era chiesta il motivo, perplessa; ma quando lui tornò a chiacchierare con lei e con la sorella, se ne dimenticò.
Terminata la colazione, si salutarono; Nerwen andò subito in biblioteca: nel pomeriggio pensava di recarsi al fiume per fare una bella nuotata, così voleva occupare la mattinata con le sue consuete ricerche.
Si accorse che lo studio non le era facile, perché la sua mente continuava a distrarsi per pensare ad Aryon; la sua alta figura; le sue spalle larghe; il suo volto dai lineamenti nobili; gli occhi penetranti; le labbra ben disegnate... chissà come sarebbe stato baciarle... sentirle aprirsi contro le proprie...
Si strappò bruscamente a quei pensieri stuzzicanti, seccata con se stessa per non riuscire a controllarli, e piegò ferocemente la propria volontà allo studio; ma fu solo con molta fatica che l'ebbe vinta.
Verso mezzogiorno, tornò in camera a consumare un leggero pranzo, poi scese nelle scuderie. Se avesse incontrato Myranna, l'avrebbe invitata ad unirsi a lei - ammesso che non fosse impegnata - ma non la vide.
Mentre uno degli stallieri sellava rapidamente Thilgiloth, Nerwen fece visita a Thalion, che si godeva quei giorni di riposo.
Attento a non ingrassare, vecchio mio, lo ammonì la Istar, divertita mentre lo osservava consumare di gusto l'ottima biada che riempiva la sua mangiatoia.
Mi fanno fare esercizio ogni giorno, la informò placidamente lui. Soddisfatta, Nerwen lo salutò e si recò dalla Corsiera, che frattanto era stata portata all'esterno. Controllò che la sella fosse stata correttamente allacciata - dopotutto, gli Avari non erano avvezzi a quel tipo di basto - poi le salì in groppa e si allontanò, uscendo dalla città e dirigendosi al fiume.
Trascorse un gradevole pomeriggio facendo il bagno nella fresca acqua del Rinnen e prendendo un po' di sole stesa su un grande telo che le aveva procurato Parànel; quando rientrò a palazzo, un'ora prima di cena, salì in camera per cambiarsi; poco dopo, mentre si stava spazzolando i capelli, bussarono alla sua porta.
"Avanti", invitò. Myranna entrò, seguita dalla sua ancella, un'Elfa pressappoco della sua età dai lunghi riccioli bruni, che reggeva un involto.
"Buonasera, Lady Myranna", la salutò la Maia, alzandosi.
"Buonasera a te, Lady Nerwen", la contraccambiò la principessa, "Ti ho portato un abito da provare, se ti piace."
Ad un suo cenno, la cameriera svolse il fagotto, rivelando un vestito di seta leggera color lavanda, dal taglio semplice, ma decorato con ricami in filo d'argento sul busto e sulla schiena; era privo di maniche, adatto per la stagione estiva.
"Ma è splendido!", esclamò Nerwen, colpita dalla finezza dei ricami, in forma di rami e fiori di glicine, "Lady Ziriel è molto gentile, a prestarmi un abito tanto bello."
"Gliel'ho chiesto come favore personale", le raccontò Myranna, lieta che la sua missione fosse andata a buon fine; preferì non dirle che la sua insegnante di storia, saputo che l'abito era inteso per la straniera, non ne era stata affatto entusiasta, "e dato che ha un debole per me, mi ha detto di scegliere quello che preferivo. Ho pensato che questo fosse adatto", concluse, "Non è del tuo colore, ma il motivo vegetale della decorazione mi ha fatto pensare a te."
Nerwen le sorrise, grata della sua attenzione e considerazione.
L'ancella le fece provare il vestito; era leggermente largo di busto, ma con i lacci sulla schiena venne facilmente adattato; quanto alla lunghezza, la cameriera prese le misure e disse che si sarebbe occupata di accorciare la gonna quanto bastava.
Sistemata la faccenda, Nerwen e Myranna scesero al piano di sotto per recarsi nella saletta da pranzo privata della regina a consumare la cena. Stavolta la presenza di Aryon non turbò eccessivamente la Istar: aveva avuto tutto il giorno per schiarirsi le idee ed aveva concluso che la cosa migliore da fare era prestare particolare attenzione a cogliere eventuali segnali da parte del principe, per vedere se contraccambiava il suo interesse, ed poi agire di conseguenza. Ma né quella sera, né il giorno seguente le parve di rilevare alcunché di particolare nel suo atteggiamento. Frustrata, concluse che, a quanto pareva, il suo fascino maiarin faceva nuovamente cilecca...
Il Giorno di Mezza Estate si rivelò una giornata torrida, tanto che Nerwen cercò refrigerio sotto gli alberi del parco, sdraiata su di un'amaca appositamente allestita per lei da Parànel, a leggere l'ennesimo trattato.
Quando venne sera, salì in camera a cambiarsi per la festa, che sarebbe cominciata dopo il tramonto. Avrebbe cenato là, dato che erano previste intere tavolate di rinfreschi d'ogni genere.
Parànel l'aiutò a vestirsi e le acconciò i capelli in una treccia a quattro capi, che le avvolse sulla testa e decorò con nastri e fiori. Per l'occasione, Nerwen indossò uno dei pochissimi gioielli che portava con sé, una collana donatale da Galadriel, composta di lucenti cristalli di luna che, quando colpiti dalla luce dell'astro notturno, brillavano come diamanti.
All'orario stabilito, scese al pianterreno, dov'era situato il salone delle feste, che occupava la parte finale dell'ala orientale. Tre delle pareti del salone erano mobili ed erano state rimosse; robuste colonne di legno intagliato in forma di tronchi d'albero sostenevano il soffitto, lasciando circolare liberamente l'aria serale. Appena fuori erano stati sistemati lunghi tavoli carichi di cibarie e di bevande, nonché sedie e panche per chi voleva riposarsi tra una danza e l'altra. A ridosso dell'unica parete rimasta, quella rivolta verso l'interno del palazzo, alcuni musicisti stavano suonando su un basso palco; c'erano due timpani, un'arpa, un salterio, una ribeca, una viella, un liuto ed un flauto, tutti usati con consumata maestria dagli strumentisti.
Gli ospiti erano un centinaio, come Eliénna aveva anticipato a Nerwen quel mattino a colazione, e molti erano già arrivati. Nelle settimane trascorse a palazzo, l'Aini aveva conosciuto svariati notabili del regno, tra i quali i due principali consiglieri della regina, Annil Sinton e Tellar Golìnnen - due personaggi diversissimi tra loro, essendo il primo insolitamente tarchiato per un Elfo, loquace e spiritoso, mentre il secondo era alto ed allampanato, piuttosto silenzioso e severo; ma entrambi erano dotati di grande acume e vaste nozioni d'ogni genere, ed erano profondamente leali. Poi c'erano gli insegnanti dei giovani principi, alcuni dei quali erano maggiorenti del regno, come Gartor Sinévrin che si occupava di matematica, oppure Ziriel Dennsar, che le aveva prestato il vestito.
Vide proprio lei a qualche metro di distanza, un'Elfa alta dalla chioma ondulata del tipico colore corvino degli Avari, e le si avvicinò.
"Non ho ancora avuto l'opportunità di ringraziarti per questo splendido abito, Lady Ziriel", le disse, "È stata un'idea della principessa Myranna; spero non ti sia spiaciuto."
L'altra la squadrò dall'alto del suo metro e settantacinque; la sua espressione era scostante, appena velata da una patina di cortesia formale.
"Voglio molto bene alla principessa e non le potrei negare niente", chiarì in tono neutro. Nerwen aggrottò leggermente la fronte, urtata: quando l'avrebbero smessa, questi Avari, di essere tanto recalcitranti a mostrarsi affabili con lei?
"Capisco che tu l'abbia fatto come un favore a lei, e non a me", disse, sostenuta, "ma ciò non di meno, ti sono riconoscente: come potrai immaginare, viaggiando non porto con me un guardaroba adatto ad una corte regale."
Ziriel irrigidì le spalle alla rimbeccata: come osava, quest'Umana? Si vociferava che fosse una dei leggendari Istari, ma lei pensava che si trattasse di una fola. Tuttavia, era un'ospite della regina, e non era consigliabile inimicarsela. Le rivolse un secco cenno affermativo, giusto per non sembrare troppo scortese.
In quella, alle proprie spalle Nerwen udì la voce profonda di Aryon.
"Lady Ziriel, è un piacere vederti", salutò per prima la dama più anziana, o tale la credeva. La Istar vide che era abbigliato di nero come di consueto ma, data la temperatura, come la maggior parte degli altri ospiti maschili portava una camicia senza maniche, di mussola sottile, e pantaloni di tela di lino; ai piedi calzava scarpe leggere, adatte alla danza.
Il principe si girò verso Nerwen e nel suo sguardo sorse ammirazione.
"Sei davvero incantevole, stasera", disse galantemente.
"Tutto merito di Lady Ziriel", disse la Maia, guardando l'Elfa dritta in faccia, "È stata tanto gentile da prestarmi quest'abito, permettendomi di non sfigurare alla festa."
L'altra ebbe la buona grazia di arrossire, sentendosi lodare da lei anche se l'aveva trattata con tanta freddezza.
"È stato... un piacere", dichiarò goffamente. Con un filo di perfidia, Nerwen si sentì soddisfatta del suo imbarazzo: così impara ad essere maldisposta verso qualcuno solo a causa dei suoi pregiudizi, pensò.
Aryon percepì la tensione tra le due e ritenne che fosse il caso di tagliare l'aria.
"Nerwen, posso offrirti una coppa di sidro dolce?", la invitò, offrendole il braccio. In quelle settimane, aveva appreso che era la sua bevanda preferita, "Ce n'è uno di frizzante davvero delizioso."
Lanciando un'ultima gelida occhiata a Ziriel, Nerwen accettò il braccio di Aryon e si fece condurre ad uno dei tavoli dei rinfreschi, dove il principe mescé due calici. Il sidro risultò davvero ottimo e la Maia bevve volentieri.
I musicisti stavano eseguendo un brano allegro e dal ritmo vivace che catturò l'orecchio di Nerwen; dopo pochi istanti, si ritrovò a battere il tempo col piede.
Aryon se n'accorse.
"Myranna mi ha detto che ami molto ballare", le disse, "ma che non conosci le nostre danze, e mi ha chiesto di condurti in quelle più facili."
"Spero che la sua richiesta non ti sia spiaciuta", fece Nerwen guardandolo, rammentando con fastidio la reazione di Ziriel.
"Tutt'altro", le assicurò con fare apparentemente disinvolto; ma la verità era che, quando la nipote glielo aveva chiesto, ne era stato compiaciuto, perché gli offriva l'opportunità di starle vicino praticamente per tutta la sera.
La musica terminò e la Maestra delle Danze si fece avanti.
"I ballerini prendano posizione per IlMulinello della Fanciulla", invitò. Aryon riconobbe una danza alla portata di Nerwen e le porse la mano; la Istar si affrettò a deporre il calice ed a prendergliela. Lui le strinse lievemente le dita con fare incoraggiante e la condusse nel centro della sala, dove altri danzatori stavano radunandosi; le dame si disposero su una riga alla sinistra della Maestra, in gruppi di quattro, e i cavalieri di fronte a loro. Aryon si collocò come quarto di uno dei gruppi, e Nerwen si mise davanti a lui.
La Maestra delle Danze chiamò la prima figura, che venne eseguita dalla prima coppia di ciascun gruppo, poi di seguito dalle altre, continuando poi con le successive figure in un intreccio che dapprima parve assai complicato a Nerwen, ma dopo averlo compiuto - guidata da Aryon - s'accorse che in realtà aveva una logica sequenziale assai semplice. Quando la musica attaccò, spumeggiante proprio come il mulinello del titolo, si lanciò nella danza e si divertì moltissimo. Il principe era davvero un eccellente ballerino e la condusse con sicurezza attraverso le varie figure.
Alla fine, le domandò sorridendo leggermente:
"Ti è piaciuto?"
"Moltissimo!", affermò lei con un entusiasmo tale da fargli ulteriormente sollevare gli angoli della bocca, fino a sbocciare in uno dei suoi rari sorrisi pieni. Nerwen si incantò a guardarlo: se Aryon era uno splendido esemplare di Elfo maschio quando era serio, quando sorrideva era uno spettacolo...
La Maestra delle Danze chiamò IlPonte dei Baci, nuovamente una danza che Aryon giudicò adatta alla sua dama, e quindi la invitò per un secondo giro; seguì Lo Scambio della Valle Nascosta, stavolta una danza in circolo che prevedeva il continuo avvicendamento delle coppie e che Nerwen trovò particolarmente divertente. Poi venne La Marescialla del Guado, dal ritmo più contenuto ma dalle figure più complesse, a cui Aryon quindi rinunciò; tuttavia Nerwen aveva scorto Myranna e le fece cenno di avvicinarsi, così zio e nipote ballarono assieme, mentre l'Aini andava a prendere qualcosa da mangiare.
Al tavolo dei rinfreschi trovò Lorgil.
"Bella festa", gli disse, tanto per fare conversazione: il principe ereditario aveva un carattere garbato ma più riservato della sorella, di conseguenza in quelle settimane non aveva legato molto con lui.
"Sì, vero", confermò Lorgil, annuendo cortesemente, "Se vuoi mangiar qualcosa, ti consiglio l'arrosto freddo di vitello con salsa di olive e capperi", soggiunse, indicandole la pietanza tra quelle esposte sul tavolo.
"Grazie", rispose Nerwen; prese un piatto e si servì di una fetta di pane, sopra cui posò il trancio di carne cosparso di salsa, "Buono davvero", confermò dopo averne assaggiato un boccone.
Sopraggiunse Eliénna, che indossava un elegante abito rosso scuro con ricami dorati ed un magnifico diadema di rubini. Nerwen depose subito il piatto per rivolgerle un inchino: ci teneva che, specialmente in pubblico, fosse chiaro che aveva il massimo rispetto per l'Alta Sovrana degli Avari.
"Buonasera, Maestà", la salutò.
"Buonasera, Lady Nerwen", contraccambiò la regina, "Ti piace la festa?"
"Sì, molto", rispose la Istar, "Soprattutto la musica, è molto allegra e fa venir voglia di buttarsi a ballare fino a cader sfiniti."
Inaspettatamente, la regina rise; era meno parca di sorrisi del fratello, ma sentirla ridere pienamente era piuttosto raro.
"Hai proprio ragione", confermò, "Mi ricordo che, quand'ero giovane, ad una festa di Mezza Estate ballai tutta la notte con Kalivon... Fu quando capimmo d'essere compagni per la vita. E all'alba andammo sul terrazzo della torre est per vedere sorgere il sole, e lì... beh, il resto è piuttosto privato", concluse, mentre il suo sorriso si velava di tristezza. Era la prima volta che menzionava il marito, che Nerwen aveva appreso essere stato ucciso in una scaramuccia con gli Esterling circa trecento anni prima. La sua espressione le ricordò Melian e la sua inestinguibile amarezza per la morte di Thingol; all'improvviso, gli ultimi residui di antipatia che ancora nutriva nei confronti di Eliénna svanirono come nebbia al sole.
"Mi spiace per tuo marito", le disse a bassa voce, "Anche mia sorella è rimasta vedova, quindi so cosa significa il dolore per la perdita del proprio compagno."
Non per la prima volta, la regina pensò che la Istar - poiché ormai non dubitava più che lo fosse - possedeva una grande empatia. Le rivolse un'occhiata riconoscente, poi si girò verso il figlio:
"Lorgil, mi prenderesti da bere del vino...?"
"Ma certo, madre", le rispose il principe, affrettandosi a prendere la caraffa ed a versare la bevanda in una coppa d'argento, "Ecco", disse, porgendogliela.
Eliénna lo ringraziò con un cenno e bevve.
Dopo un secondo giro di danza, Aryon e Myranna si unirono a loro, ma la principessa agguantò subito il fratello e ridendo lo trascinò a ballare. Osservandolo, Nerwen vide che Lorgil era molto bravo.
"Il ballo è una passione di famiglia, a quanto vedo", disse, accennando al giovane principe. Eliénna annuì:
"Proprio così; del resto, tra me, Kalivon e Aryon, i miei figli non potevano che appassionarsi anche loro..."
Annil Sinton si avvicinò e rivolse un profondo inchino alla regina.
"Maestà, posso avere l'onore di questo ballo?", le domandò. Era più basso di lei di una buona decina di centimetri, ma Nerwen aveva visto che era un ottimo ballerino, anche se più entusiasta che esperto.
Eliénna accettò graziosamente, e la coppia si avviò a posizionarsi per una danza in tondo.
Aryon scelse un tortino al formaggio e verdura e cominciò a sbocconcellarlo.
"Ballare mette fame", osservò casualmente.
"E sete", rincarò Nerwen, decidendo di provare il vino che aveva bevuto Eliénna. Era fresco e leggermente frizzante, dolce e fruttato.
La danza seguente era abbastanza facile perché Nerwen potesse eseguirla, così Aryon la invitò nuovamente.
A quel modo, il tempo trascorse allegramente, tra balli, chiacchiere, cibo e bevande. Verso le undici, Nerwen pensò di fare una pausa.
"Vado a sedermi un po'", comunicò ad Aryon, dopo aver concluso l'ultima danza assieme.
"Stanca?", le domandò lui, accompagnandola fuori dalla pista da ballo.
"Un poco, ma soprattutto accaldata", gli confessò lei, "Tra le danze e il vino, ho bisogno di riposare qualche minuto."
"Ti accompagno", si offrì lui, "Anche a me un'interruzione non dispiacerebbe."
Dopotutto, aveva ballato il doppio di Nerwen, dato che faceva da cavaliere anche a Myranna. Inoltre, non gli sarebbe spiaciuto affatto starsene un po' appartato con lei...
Passando accanto al tavolo dei rinfreschi, Aryon prese una caraffa di succo di frutta e due bicchieri, poi si avviò, affiancato dalla Istar. Il buio della notte era rischiarato da torce e lanterne che rendevano agevole camminare lungo i vialetti del parco.
Trovarono una panchina, ma era già occupata, così proseguirono fino a trovarne una libera, dove si accomodarono. Nerwen prese i calici che Aryon le porgeva ed il principe li riempì, posando poi la caraffa a terra. Bevvero, rilassandosi contro lo schienale della panchina.
"Ora che sei qui da qualche settimana, come giudichi l'ospitalità degli Avari?", domandò Aryon, riferendosi al loro incontro/scontro sulla spiaggia: in realtà era un modo come un altro per verificare se la sua disposizione verso di lui fosse favorevole o meno.
"Non mi posso assolutamente lamentare", rispose Nerwen, con sincerità, "Nonostante non vi fidaste di me, mi avete trattata con molto riguardo, e di ciò vi ringrazio."
Lui annuì, soddisfatto; ma prima di poter continuare, lei domandò:
"Posso chiederti se hai un'idea di quando la regina potrebbe prendere una decisione? Anche se mi piace la vostra ospitalità, non posso indugiare qui per sempre: devo riprendere la mia missione..."
L'accenno alla sua partenza lo turbò: non voleva che lei se ne andasse, pensò, non così presto.
"Credo che non ci voglia molto oramai", rispose a malincuore, "e credo che sarà una decisione favorevole, perché non ci hai dato alcun motivo per continuare a diffidare di te", soggiunse, guardandola. Nerwen annuì:
"Lieta di saperlo!", commentò ridendo, "Convincervi non è stata una passeggiata..."
"Già", ammise Aryon, "Siamo sospettosi per natura: non è facile conquistarsi la nostra fiducia, ma tu ci sei riuscita. In modo completo, almeno per quanto riguarda me."
Lei lo osservò sollevando un sopracciglio:
"Fino ad affidarmi la tua vita?", lo provocò, rammentando il limite che aveva dichiarato il giorno in cui le aveva permesso l'apprendimento della sua lingua da mente a mente.
Aryon curvò le labbra nel suo tipico mezzo sorriso, ricordando anche lui.
"Sono davvero poche le persone a cui affiderei la mia vita", rispose a bassa voce, "ma, se anche non sei ancora tra queste, sappi che non manca molto."
Inaspettatamente, Nerwen si sentì notevolmente emozionata.
"Oh...", proferì, "Grazie, sono... onorata."
Il principe scosse la testa:
"L'onore è mio", dichiarò, "Non capita tutti i giorni di incontrare una Istar."
Lei ridacchiò:
"Specie se fino al giorno prima si pensava che fossero una favola buona tutt'al più per i bambini!"
Il mezzo sorriso di Aryon si allargò:
"Esattamente..."
In quella, un botto li fece sobbalzare.
"I fuochi d'artificio", disse il principe. Udirono un secondo botto di preavviso, poi lo spettacolo cominciò: fontane d'argento, piogge d'oro, salici azzurri, fulmini fucsia, fiori verdi, meteore arancione solcarono il cielo notturno stagliandosi contro le stelle e riempiendo il cielo di colori vivaci. Nerwen ed Aryon rimasero comodamente seduti a godersi lo spettacolo, che durò un quarto d'ora abbondante. La Maia aveva visto fuochi d'artificio più scenografici a Gran Burrone, ma questi erano di poco inferiori e li apprezzò molto.
Tre botti annunciarono la fine dello spettacolo pirotecnico.
"Belli!", commentò Nerwen, riferendosi ai fuochi artificiali.
"Sì, quest'anno sono stati particolarmente fantasiosi", confermò Aryon, "Non avevo ancora mai visto le cascate viola, né i cerchi intersecanti multicolore..."
Lei annuì, concordando.
Tutto d'un tratto, senza preavviso alcuno, la sua Seconda Vista si manifestò con una potenza tale che le parve di ricevere una randellata in testa, così forte da mozzarle il fiato. Quel che vide le fece spalancare gli occhi, basita, mentre il cuore le saltava in gola.
Lei ed Aryon. A letto insieme. Nudi. Braccia avvolte l'uno attorno all'altra. Labbra incollate. Cuore contro cuore. Gambe intrecciate. Espressioni estatiche.
Ma questo non l'avrebbe poi turbata più di tanto: Aryon era estremamente affascinante e non sarebbe stato poi così assurdo finire a letto con lui.
No; quello che la sconvolse fu l'istantanea consapevolezza che non si sarebbe trattato di una relazione da amici amorosi, bensì da compagni per la vita.
Aryon vide la sua espressione stravolta e temette che stesse male.
"Che succede, Nerwen?", le domandò impensierito, "Stai bene?"
Lei mosse le labbra, ma nessun suono le uscì di bocca, come se avesse perso la favella. Ora decisamente inquieto, Aryon le posò una mano sulla spalla, pronto a sostenerla se avesse accennato a svenire; ma qualche istante dopo, la Istar scosse la testa come a schiarirsi le idee e la udì sussurrare:
"Non è niente, non preoccuparti..."
Solitamente, la consapevolezza di essere compagni per la vita sopraggiungeva quasi contemporaneamente tra le due parti interessate. Se Aryon non ne era ancora cosciente, tra poco avrebbe capito anche lui: poteva essere questione di minuti, al massimo di ore.
Il principe corrugò la fronte:
"Sei sicura? Stai tremando..."
Nerwen si sforzò di respirare in modo normale e di calmare il battito cardiaco alterato. Le girava la testa. Meno male che era stata seduta quando la Seconda Vista si era attivata, altrimenti le gambe non l'avrebbero retta e sarebbe stramazzata.
Di tutto si sarebbe aspettata che accadesse, durante questo lungo periplo della Terra di Mezzo alla ricerca degli Onodrim; di tutto... fuorché ricevere la rivelazione d'aver trovato il compagno della sua vita.
Adesso infine era chiaro il motivo per cui, dopo che aveva guardato nello Specchio di Galadriel, aveva avuto la visione di questo Elfo scontroso.
"Sono sicura", ribadì con decisione.
Lo guardò negli occhi ed attese col fiato sospeso.
Aryon era davvero inquieto e la scrutò attentamente al lume delle lanterne. Che cosa l'aveva turbata così tanto da farla sgranare gli occhi e sussultare come se l'avessero colpita con uno schiaffo?
Vedendola però ricambiare fermamente il suo sguardo, si tranquillizzò: qualunque cosa fosse stata, evidentemente era passata.
"Va bene, allora", disse, alzandosi e porgendole la mano, "Vogliamo rientrare?"
Nerwen ci rimase malissimo; aveva ardentemente sperato che lui capisse subito qual era il loro destino assieme, ma a quanto pareva, non era così. Forse c'entrava la cocciutaggine tipica degli Avari, in lui particolarmente accentuata...
Reprimendo un sospiro deluso, si alzò e gli posò la mano nella mano, facendosi ricondurre nel salone; ma il resto della festa le sembrò assai scialbo.
Angolo dell'autrice:
SDENG! Che botta ragazzi... dopo MILLENNI di attesa, scoprire così di colpo che hai davanti la tua altra metà! Ti credo che Nerwen stava per stramazzare! XD
Ora naturalmente è in attesa della risposta di Aryon... quanto la farà attendere? E quale sarà la reazione del principe ad una rivelazione che certamente neanche si immagina lontanamente?
Purtroppo anch'io vi farò attendere perché... me ne vado in ferie! :-D Vi chiedo quindi di pazientare: il prossimo capitolo verrà postato verso fine agosto.
Il tipo di danza descritta - nonché i nomi dei vari brani citati - è ispirata alla scottish country dance (contraddanza o danza scozzese) che ho avuto il piacere di studiare per alcuni anni, e che ogni tanto ancora pratico - per mio grandissimo divertimento - durante le feste che l'associazione locale organizza.
Come sempre, desidero ringraziare tutti coloro che leggono questa fan fiction; non sentitevi obbligati a recensire, ma vi prego di considerare che l'interscambio coi lettori fa benissimo all'autostima dell'autore ;-)
Lady Angel
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top