Capitolo 5

Il mattino dopo Alex si svegliò abbastanza presto,si mise a sedere sul letto e si stiracchiò per destarsi meglio dal dolce torpore del sonno.

Si girò e vide che Aaron dormiva ancora beatamente al suo fianco. Istintivamente sorrise e scostò una ciocca dei suoi capelli biondi che gli ricadeva sul volto.

Era così bello...

Sembrava freddo, algido, con quella pelle bianca come il latte, senza neppure un'imperfezione, e i capelli chiarissimi...per non parlare poi degli occhi blu...

Al contrario di come potesse sembrare però, Aaron non era affatto freddo, anzi, era la persona più dolce e gentile che avesse mai conosciuto in vita sua.

Piano, cercando di non svegliarlo, si alzò dal letto e si recò nel bagno adiacente alla loro camera da letto.

Una grande vasca in marmo bianco spiccava al centro della stanza, sul bordo erano posizionati saponi e sali profumati di ogni tipo.

Mise i vestiti su una sedia lì vicino e si spogliò. Dopo aver riempito la vasca con l'acqua e averci messo del bagnoschiuma al cocco e sali al lime, entrò e si adagiò nella vasca, iniziando a rilassarsi.

Rimase lì,in quel modo, per un pò, gustandosi quel piccolo attimo di pace e relax; riuscí a non pensare a nulla.

Evidentemente,però, stette nella vasca più a lungo di quanto gli fosse sembrato perché ad un certo punto sentí bussare alla porta e Aaron chiamarlo con voce leggermente sfumata di preoccupazione.

<<Hey Alex, tutto bene? >>gli chiese.

<<Si si tranquillo, ora esco cosi ci andiamo a fare un giro>>disse per tranquillizzarlo.

<<Va bene>>gli rispose lui per poi allontanarsi.

Alex sospirò e lentamente uscí da quel paradiso di vasca, avvolgendosi in un morbido accappatoio bianco.

Prese un asciugamano del medesimo colore e con esso si frizionò i capelli, in modo da non lasciarli completamente bagnati.

Una volta uscito dal bagno, Alex tornò in stanza, frugò nel borsone e ne estrasse dei vestiti:degli skinny jeans neri aderenti, una maglia nera e una giacca di pelle anch'essa nera.

Si infilò tutto velocemente e mise i suoi adorati anfibi per poi andare in cucina, dove Aaron aveva preparato la colazione.
Gli sorrise e si sedette. Dopo che lui ebbe fatto lo stesso, senza esitazione, iniziò a mangiare tutto quel ben di dio che il biondo aveva preparato.

Era tutto davvero squisito!

Dopo aver finito di fare colazione, i due uscirono dall'hotel e si avventurarono per le strade di Londra.

Alex guardò tutto affascinato, dato che non era mai stato fuori dall'Accademia prima d'ora e non era nemmeno di Londra, mentre Aaron invece guardava lui sorridendo, come se fosse la cosa più bella che avesse avuto modo di ammirare in tutta la sua vita.

Si sentí un pó a disagio quando se ne rese conto, ma scacciò in fretta quella sensazione.

Non voleva che una sua stupida paranoia rovinasse quella giornata che si stava rivelando davvero splendida.

Parlarono per tutto il tempo che durò la loro passeggiata, ossia fino a sera, quando dopo aver preso un pezzo di pizza per cena, decisero di farsi un giro sul London Eye.

Si misero in fila per fare i biglietti;Alex scrutò la folla e la sua attenzione fu catturata da una chioma scura e riccia poco distante da loro. Era un ragazzo che, nell'attesa di salire sulla giostra, si stava fumando una sigaretta.

Lo riconobbe e il suo cuore ebbe un sussulto.

Era Noah...

Quando arrivò il suo turno,l'addetto alla sicurezza lo fece aspettare perchè era solo e,prendendo la prima persona che gli capitò a tiro,la fece entrare insieme a lui.

Indovinate chi era quella persona? Ma Alex naturalmente!

La sua solita fortuna...

E pensare che avrebe fatto di tutto pur di evitarlo...

Noah sbuffò sonoramente e, senza degnarlo di uno sguardo,spense la sigaretta ormai finita per poi salire sulla giostra, accomodandosi su uno dei sedili.

Irritato dal suo comportamento, Alex fece un respiro profondo e lo raggiunse sedendosi dall'altra parte rispetto a quella dove era lui.

Dopo una ventina di minuti in cui era rimasta ferma, finalmente la giostra partì, e Alex non poté fare a meno di sperare che il giro finisse presto.

Si avvicinò di più al vetro del vagoncino e guardò fuori. Il panorama era davvero mozzafiato, erano incantevoli le luci di Londra viste dall'alto.

Era tutto così incredibilmente romantico...

Alex si appuntò mentalmente di portarci la sua ragazza un giorno, se mai ne avesse avuta una...

Intanto Noah aveva puntato il suo sguardo su di lui, che inizialmente non se ne accorse ma poi lo notò ed iniziò a sentirsi stranamente agitato.

Lo stava scrutando intensamente, come a volergli leggere nell'anima.

Rabbrividí e un leggero rossore invase le sue guance.
Quanto avrebbe voluto sapere che gli passava in quella fottuta testa del cavolo!

Alex sospirò e continuò a tenere la faccia incollata al vetro,sperando che Noah non si accorgesse del suo rossore; lo vide mordersi il labbro e poi distogliere lo sguardo dalla sua figura, finalmente, e puntarlo anche lui verso il paesaggio al di fuori.

Stavolta fu lui a guardarlo, perdendosi come di solito accadeva quando posava lo sguardo su quel bellissimo stronzo del cazzo.

Si morse il labbro, chiedendosi per l'ennesima volta, da quando Noah era comparso così all'improvviso nella sua vita, cosa gli stesse succedendo perché il suo cervello gli diceva di stargli il più possibile alla larga mentre il suo cuore...bè, il suo cuore era quello che gli faceva perdere interi minuti a fissarlo, ore ed ore pensarlo...e...non capiva,o meglio...non riusciva a farsene una ragione...

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