Capitolo 25
Noah era rimasto colpito da quell'improvviso cambiamento del carattere di Alex,piacevolmente colpito.
Gli erano sempre piaciute le sfide,le persone sfuggenti e con un carattere piccante,sfacciato e indomabile.
In quel momento Alex gli apparve proprio in quel modo,lo vide sotto un'altra prospettiva;quella che,a suo parere,era la più interessante.
Peccato che questo suo lato sia venuto fuori solamente ora,ci saremmo potuti divertire..
Lo guardò negli occhi e si avvicinò a lui.«Non mi spaventi Alexander» disse marcando con la voce sul suo nome,sapendo che il moro odiava quando lo chiamavano con il suo nome completo.
Era vero che non lo spaventava minimamente,Alex con quel suo bel faccino avrebbe potuto spaventare a malapena un moscerino,pensò ridacchiando.
Però Noah era curioso,voleva farlo arrabbiare,fargli perdere definitivamente il controllo,e vedere fin dove quella nuova ed eccitante parte del suo essere riuscisse a farlo spingere.
Lui lo guardò. I suoi occhi verdi screziati da venature d'oro erano,per la prima volta da quando lo conosceva,duri ed impassibili.«Parla»ordinò con un tono di voce altrettanto glaciale e tagliente.
Noah non lo riconosceva più,quello non era di certo l'Alex che aveva conosciuto;lui non gli avrebbe mai parlato in quel modo,lo sapeva,lo sapeva perché il moro lo amava e lui aveva un po' approfittato di quella situazione pentendosene subito dopo. Quel ragazzo lo aveva rammollito e detestava anche solo l'idea di essere costretto ad ammetterlo ma era così.
In quel momento però,gli venne da ridere. Se solo Alex avesse saputo chi fosse...se solo lo avesse saputo avrebbe smesso all'istante di fare tanto lo spavaldo,ne era certo.
Gli prese il mento tra pollice ed indice,guardando quegli occhi che tanto gli piacevano ma che allo stesso tempo temeva(cosa che non avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura).«prima cosa...tu non sei nessuno per dare ordini a me,seconda cosa...avrei dovuto spiegartelo comunque prima o poi quindi non c'è bisogno di fare tutta questa sceneggiata»concluse lasciandolo andare bruscamente.
Alex lo guardò,gli occhi verdi che sembravano voler lanciargli contro mille saette.
Era divertente..
«E allora che cazzo aspetti,parla!»sbottò impaziente,facendo nascere dalle labbra del demone una leggera risata che riuscì solo ad irritarlo ulteriormente.
Noah si avvicinò a lui,sedendosi sul bordo del letto sul quale Alex era stato fino a poco prima e battè con il palmo della mano sul materasso coperto dalle pregiate lenzuola.«vieni,ti conisglio di sederti qua accanto a me perché quanto sto per rivelarti probabilmente sarà troppo per il tuo insulso cervelletto»disse tanto per provocarlo.«e sinceramente mi chiedo se riusciresti davvero a comprenderlo e ad accettarlo...»aggiunse poi in un mormorio,preoccupandosi seriamente della cosa.
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Quanto detestava quando faceva cosi! Lo avrebbe preso volentieri a mazzate in testa e poi a pugni nello stomaco...
Si ritrovò a sogghignare con soddisfazione solamente al pensiero ma poi si riscosse.
Ringhiò frustrato per tutta quella situazione di merda e lo guardò indignato.«non sono stupido! Lo so che lo pensi ma non è cosi cazzo!»
Noah sospirò guardandolo.«okay,parliamo seriamente adesso.. Non penso affatto che tu sia uno stupido va bene?»disse ammorbidendo il tono della voce,cosa che lo sorprese.«è solo che chiunque al posto tuo non lo accetterebbe,almeno non se non ci è dentro sin dalla nascita come me»
Lo guardò per qualche istante e la rabbia lasciò spazio alla curiosità,che si stava andando ad impadronire a poco a poco di tutto il suo essere, stringendolo forte nelle sue spire senza lasciargli respiro.
Mosse qualche passo in avanti verso di lui e si sedette sul letto al suo fianco,pronto una volta per tutte a conoscere quella verità che a tutti i costi gli avevano voluto tacere.«ti ascolto,sono stanco di sentirmi dire solo menzogne»disse guardandolo mentre lui apriva il cassetto di uno dei comodini e ne estraeva una maglia nera semplice per poi indossarla.
«Bene..»disse per poi tornare a guardarlo.«innanzitutto penso che avrai presente tutte quelle leggende riguardanti demoni ed angeli,o sbaglio?»chiese.
Alex annuì e si morse il labbro.«cosa c'entrano adesso quelle leggende?»chiese ma poi un pensiero improbabile e totalmente folle gli attraversò la mente.
No...non può essere è...è folle! Totalmente folle e...
All'improvviso gli tornò in mente una scena risalente a poco prima che Noah gli facesse perdere i sensi:
Noah era ancora di fronte a lui,lo guardava con quei suoi occhi di brace mentre attorno a loro demoni ed angeli combattevano.
«Chi sei tu?»gli chiese,sentendosi tradito.
«Noah Black»si avvicinò a lui e gli sussurrò all'orecchio.«figlio degli Inferi»dopodiché lo baciò,un bacio che sapeva di addio,e schiuse le labbra facendo colare nella sua bocca un liquido che lo lasciò stordito.
«Figlio degli Inferi...?»riuscì a mormorare prima di perdere del tutto la cognizione dello spazio e del tempo e di ritrovarsi a chiudere gli occhi,cadendo al suolo come una foglia in autunno.
...e maledettamente reale...
«Bene,quelle leggende sono tutte vere...noi esistiamo»disse Noah guardando Alex negli occhi.
Lui non sapeva cosa pensare,non ci credeva,non voleva farlo ma la verità era che tutto era folle,folle ma vero,lo percepiva.
«Ad esempio,io sono un demone..»continuò imperterrito il ragazzo che parve non accorgersi dell'improvviso stato di trance in cui l'altro era caduto.«ma non uno qualsiasi»
Alex lo guardò.«tutto questo è...è...assurdo»sussurrò sentendo una dolorosa fitta alla testa.
Il demone schiuse le labbra carnose piegandole poi in un sorrisino divertito.«oh,dici così e non hai nemmeno sentito la parte più divertente piccolo Alexander»disse prendendolo apertamente in giro.
Il moro lo guardò e, scattando con una velocità che neanche sapeva di possedere,lo spinse contro il legno del letto così forte da farlo scricchiolare sotto il corpo dell'altro.«basta giochetti,parla senza sparare stronzate!»gli ringhiò a pochi centimentri dal viso,gli occhi erano diventati completamente neri come il carbone, quasi fossero loro stessi portatori di oscurità ed atroci sofferenze.
Noah in un primo momento non reagì,restò a guardarlo negli occhi con ancora quel sorrisetto fastidioso disegnato sulle labbra ma poi alzò una mano ed andò con essa ad accarezzare il suo viso.«per tutti gli Inferi cosa ti farei quando fai così»sussurrò mordendosi il labbro.
L'altro lo guardò stranito,confuso ed imbarazzato ma poi la rabbia tornò a farla da padrona.«che cazzo vai blaterando adesso?!»strinse di più la presa sulla sua maglia«non sviare dall'argomento,parla!»
«Non sto sviando»replicò il demone continuando a guardarlo.«ma semplicemente dando voce ai miei pensieri» continuava ad accarezzargli il volto con dita leggere,come se avesse avuto timore di fargli del male.«e poi piccolo Alex una tra le tante verità che volevi sapere è che,come ti stavo dicendo,io non sono un demone qualsiasi»
Alex aggrottò la fronte«quante arie che ti dai...»disse ridendo amaramente.
«Non mi sto dando arie,è semplicemente la verità. Sono il figlio di Lucifero»
Alex restò a fissarlo con le labbra leggermente schiuse per la sorpesa.«il figlio di Lucifero..»ripeté come a volersi sincerare di non aver sentito male.«se tu...sei il figlio di Lucifero..»continuò visibilmente sconvolto per poi lasciare la frase a metà.
«Esatto, sono l'erede al trono degli Inferi»affermò Noah continuando per lui.
Gli lasciò andare la maglia ed indietreggio d'istinto con lo sguardo ancora puntato sul riccio che lo guardava con un sorriso compiaciuto e divertito a curvargli le labbra sottili ma al tempo stesso carnose.
«Comunque, non è questa la cosa importante»continuò lui.«ciò che maggiormente mi preme di dirti riguarda te Alex»
«Non è questa la cosa importante?! Ho avuto a che fare con il figlio del diavolo in persona per mesi e tu dici che non è importante?!»sbottò istericamente Alex guardandolo.
Noah scoppiò a ridere.«bè,correggimi se mi sbaglio ma penso proprio che non ti sia dispiaciuto avere a che fare con me»disse con un sorriso malizioso dipinto sulle labbra.«ma tornando alle cose importanti...come dicevo,devi sapere un paio di cose su di te che molto probabilmente ti sconvolgeranno molto di più dell'aver scoperto chi sono io»
Si morse il labbro, improvvisamente preso dall'ansia che,perfida,gli aveva serrato la gola. Adesso che stava per scoprire tutta la verità non era più così tanto sicuro di volerla ascoltare ma era pur vero che,da quello che Noah stava dicendo, quella verità lo riguardava più di quanto osava immaginare.
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