Capitolo 22

Noah e Kael passarono il resto della serata ad escogitare un piano per far venire fuori i poteri di Alex e rompere così definitivamente la protezione che Blake gli aveva fornito con i suoi poteri.

Ad un certo punto della discussione furono interrotti dalla porta che si apriva:era Alex.

Il moro rimase sulla porta leggermente sbigottito nel vederli insieme e Noah avrebbe quasi riso della faccia che aveva fatto se non fosse stato per la situazione nella quale si trovavano. <<Alex...>>

<<Non preoccuparti,prendo la chitarra e vado via>>disse entrando nella stanza e afferrando da sotto il letto dove era seduto Kael,il suo letto,la custodia nera con la chitarra e mettendosela poi su di una spalla.

Quando si diresse verso l'uscita Noah lo seguì con lo sguardo fin quando non richiuse la porta dietro le sue spalle,sparendo dalla sua vista.

<<Noah...sei sicuro di volerlo fare?>>si sentì chiedere da Kael,il quale aveva assistito a tutta la scena.

<<No per niente,ma devo...>>

Kael rise di gusto gettando leggermente la testa all'indietro.<<Devi? Da quando in qua ti fai dire da qualcuno cosa fare?>>lo guardò dritto negli occhi.<<Il Noah che conosco io fa sempre di testa sua e ne esce vincintore sempre e comunque>>accennò uno strano sorrisetto divertito,non glielo aveva mai detto ma Noah sospettava,a ragione,che il cugino gli invidiasse questa dote.

Noah rise piano.<<si lo so,stavolta però io e mio padre abbiamo un'interesse in comune:ottenere la nostra vendetta sui pennuti. Per quanto io possa tenere a quel ragazzo,e ti assicuro che stranamente ci tengo,non posso metterlo per primo di fronte a questa cosa. E poi,Lucifero lo troverebbe comunque prima o poi>>

Il rosso si ritrovò ad annuire,aveva ragione del resto.<<okay,procediamo allora?>>gli chiese giocherellando con una catenina d'oro che aveva al collo.

<<Si...facciamolo>>Noah cercava di convincere anche sé stesso a farlo,Kael lo aveva capito;quello che non capiva invece era perché non mandasse a fanculo tutto e tutti e si prendesse ciò che voleva e di cui aveva bisogno.

Si,perché nonostante avesse la scorza dura il cugino dentro,se sapevi come prenderlo,era una tra le persone più meravigliose che avesse mai avuto il piacere o il disgusto di conoscere.

Era disgustosamente meraviglioso,anche per quello non riusciva a sopportarlo.

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Alex era rientrato nella camera che condivideva con Noah sperando di non trovare quest'ultimo e rilassarsi con la sua chitarra ma,una volta aperta la porta, le sue speranze andarono in frantumi.

Lui era lì e per giunta non era solo;infatti,seduto proprio di fronte al riccio,sul suo letto,c'era il ragazzo che aveva incrociato qualche ora prima.

La curiosità di sapere cosa ci facesse lì il rosso e come avesse fatto ad entrare nelle grazie di Noah era tanta,troppa,ma si costrinse a non chiedere nulla.

Si sentì lo sguardo del riccio addosso,che subito lo accese come un fiammifero risvegliando in lui il desiderio di averlo,di avere le sue labbra,il suo corpo, di avere lui in tutto e per tutto.

Prima che avesse potuto fare qualche cazzata, tipo saltargli addosso e reclamare le sue labbra come un assatanato,davanti ai due ragazzi si affrettò a chiarire le sue intenzioni.<<non preoccuparti,prendo la chitarra e vado via>>detto ciò la prese velocemente da sotto il suo letto,attento a non incrociare lo sguardo di nessuno dei due ragazzi, ed uscì in fretta e furia dalla stanza,come se avesse avuto il diavolo alle calcagna.

Una volta che si fu richiuso la porta alle spalle si appoggiò contro di essa e respirò profondamente.

Era la prima volta che i suoi occhi,le sue labbra,lui insomma,gli facevano quell'effetto,scatenando in lui un vortice di emozioni e sensazioni che mai e poi mai si sarebbe sognato di provare,soprattutto a causa di un ragazzo.

Più tentava di restargli lontano più sentiva il suo cuore,il suo corpo,la sua anima reclamare a gran voce di avvicinarsi a lui invece e di non muoversi più da lì perché lo sentiva,era quello il suo posto.

Sospirò profondamente e si staccò dalla porta camminando poi lungo il corridoio,verso la stanza di Aaron e Blake.

Voleva vederci chiaro in tutta quella storia,erano tutti fin troppo misteriosi,e lui odiava essere all'oscuro di tutto;aveva sempre odiato sapere le cose dopo tutti gli altri.

Bussò alla porta ed attese che qualcuno gli venisse ad aprire ma non venne nessuno,nemmeno dopo che ebbe bussato altre cinque volte.

A quel punto pensò che non ci fossero,gli avevano detto che lo avrebbero aspettato lì per stare un po' insieme ma evidentemente se ne erano dimenticati oppure...

Fece una smorfia e scosse la testa.

No,non voleva fantasticare su cosa stessero facendo quei due.

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