Capitolo 8
Jadis si sentì strattonare da qualcuno, aprì gli occhi ma un raggio di luce l'accecò e involontariamente li richiuse stringendoli.
"Alzati Jadis, dobbiamo arrivare a palazzo!"
Era la voce di Martin eppure la sentiva debole e in lontananza.
Solo in quel momento si accorse di avere un forte dolore alla testa e subito portò le mani al capo come per proteggersi.
"Stai bene?"
Chiese ancora Martin e la sua voce sembrò essere più chiara alla ragazza.
"Ho male alla testa."
Rispose.
"Apri gli occhi e mangia questo, ti farà stare meglio."
Disse il ragazzo mettendole in mano qualcosa dalla forma arrotondata.
La ragazza spalancò i suoi occhioni nel sentire qualcosa di ruvido e appiccicoso a contatto con la sua pelle, poi si concentrò meglio sulla strana cosa che teneva in mano.
Sembrava una pallina succosa, più o meno grande quanto una noce di cocco, dal colore giallo sgargiante ricoperta con dei pallini blu su tutta la superficie e un picciolo situato in una delle estremità le fece capire che altro non poteva essere se non un frutto.
"Che cos'è?"
Chiese.
"È una bacca, credo."
Rispose Martin passando una mano tra i suoi capelli biondi.
"Ne ho raccolte un po', le produce quel cespuglio laggiù."
Disse indicando un punto poco più in là.
Gli occhi della ragazza brillavano mentre apriva il frutto.
"Luke ne sarà entusiasta! A proposito... dov'è?"
Chiese voltando la testa per cercarlo.
"Il tuo amichetto se n'è andato!"
Disse Martin ridendo sotto i baffi.
"Ieri sera ci ha dato delle bacche velenose e abbiamo perso i sensi fino a qualche minuto fa. Non gli servivamo più... o meglio, lui non ha mai avuto bisogno di noi. Ormai siamo ad Yltria e se ne sarà tornato a casa."
Spiegò il ragazzo mentre Jadis lo guardava inorridita, come non potesse credere alle parole del ragazzo.
"Non farebbe mai una cosa del genere...!"
Bisbigliò lei incredula.
"E invece l'ha fatto. Adesso diamoci una mossa che il sole e già alto nel cielo!"
Si trovavano in una stradina fatta di pietre bianche nella periferia di Yltria, intorno a loro non c'era molto se non qualche casetta qua e là e alcune macerie di mattoni che un tempo costituivano una casa.
Sembrava un posto così triste e desolato in confronto a Edil, ma al contrario della loro città natale, Yltria aveva ancora i prati verdi e la terra fertile.
La stradina di ciottoli conduceva ad un portone di marmo ed a quel punto i due ragazzi si resero conto che la città era fortificata.
L'entrata era sorvegliata da dei guardiani che riportavano gli stemmi di Sol sull'armatura argentata che scintillava alla luce del sole e Jadis si ricordò dello stemma che Yason le aveva consegnato.
Lo tirò fuori dalla bisaccia e suggerì a Martin di fare lo stesso, per poi appiccicarlo sulla maglietta in bella vista.
Varcarono la soglia un po' impauriti, le guardie erano armate di spade e di scudi e la loro armatura lasciava appena intravedere gli occhi severi con i quali li stavano scrutando, quando all'improvviso una guardia li fermò:
"Ehi voi! Siete forestieri?"
Chiese con tono brusco.
"Veniamo da Edil! Siamo venuti a trovare un amico."
Rispose Martin velocemente con la voce che gli tremava.
L'unica cosa che voleva era fuggire il più velocemente possibile da quella situazione, il terrore che trovassero la corona lo mangiava vivo.
"Forestieri? Non ne vengono molti da Edil... posso vedere cosa tenete nelle vostre bisacce?"
Chiese il guardiano.
Jadis guardò Martin facendo un respiro profondo mentre l'ansia le saliva e iniziava a girarle la testa.
L'uomo perquisì Martin ma non trovando nulla mise le mani su di Jadis, la quale era diventata più pallida che mai, controllò le tasche estraendone il pugnale e successivamente le aprì la bisaccia.
Trovò un sacchetto e delle pietre colorate e sorrise nel vedere che si trattava di roccia sacra.
"Dove le avete trovate? A Edil non esistono queste pietre."
Disse guardando i ragazzi negli occhi mentre era intento ad aprire il sacchetto, e appena riuscì a slacciare i nodi che lo tenevano chiuso, rimase a bocca aperta nel vedere quel gioiello luccicante sotto ai suoi occhi.
"Cosa...? Chi siete voi?! Siete servitori del Male! Perché avete la corona?!"
Gridò l'uomo spaventato e Martin cercò di rassicurarlo ma invano.
"Non siamo servitori del male, dobbiamo riportare la corona al re! Abbiamo ricevuto un incarico da re Yason!"
L'uomo diede ad entrambi un'occhiata che li fece rabbrividire.
"Riportare la corona al re? Certo che lo farete, e dopo averlo fatto vi aspetteranno anni di prigionia!"
Disse ammanettandoli e conducendoli su un carro.
Il retro della carrozza in cui erano rinchiusi era buio e caldo, così caldo che a fatica si respirava.
C'era una finestrella sopra alla porta che era stata chiusa dall'esterno da due guardiani e Martin restava a guardare Yltria mentre gli scorreva davanti.
Le case erano enormi e avevano grossi tetti rotondi che brillavano di pietre preziose, le pareti esterne di ogni casa erano bianche, così come le porte e le strade fatte in ciottoli.
La gente che viveva nella capitale sembrava essere stramba e buffa siccome i pochi cittadini che avevano visto girare per le strade avevano addosso delle tuniche bianche con un cappuccio in testa che impediva di vederne il volto.
"Mi ascolti al posto di guardare fuori?!"
Esclamò Jadis scocciata riportando il ragazzo alla realtà.
"Siamo spacciati! Dobbiamo uscire dal carro adesso o mai più!"
Martin scosse la testa.
"Jadis... non serve farsi prendere dal panico. Pensa in maniera positiva, se ci fossimo presentati a palazzo come due forestieri che dovevano parlare urgentemente a re Hoten, ci avrebbero preso sul serio?"
La ragazza, demoralizzata, scosse anche lei la testa.
"Se ci pensi, non c'è modo migliore di entrare alla reggia tramite delle guardie imperiali!"
Continuò Martin che non vedeva l'ora di scendere e presentarsi al re.
Jadis fece un respiro profondo.
"È tutta colpa tua, io nemmeno volevo accompagnarti ad Yltria."
Sbuffò.
Martin sorrise allegramente nonostante la ragazza lo stesse guardando male.
"Dai Jadis, leva il broncio e guarda i vestiti strani che porta la gente!"
Disse ridendo, ma Jadis non lo trovava divertente, le sembravano dei fantasmi che vagavano per la città.
"Dov'è la spada che ti ha dato Luke?"
Chiese la ragazza.
"Non lo so, temo se la sia ripresa siccome sta mattina non c'era più."
Rispose frettolosamente il ragazzo sempre incollato con lo sguardo fuori dalla finestra.
"Il mio pugnale lo hanno preso le guardie... non possiamo scappare in nessun modo..."
Bisbigliò Jadis giù di morale.
"Ehi! Quello è il palazzo reale!"
Esclamò Martin sporgendosi dalle sbarre della finestrella per vederlo meglio.
"Fammi vedere, voglio vedere anch'io!!"
Disse Jadis mentre cercava di farsi spazio.
Su una piccola collina un castello gigantesco dai mille colori si differenziava dalle piccole casette bianche presenti al centro di Yltria; i colori della reggia scintillavano sotto al sole che la illuminava facendo incantare i due ragazzi che non erano abituati a vedere questo tipo di cose.
"Se ci fossero qui mamma e papà..."
Pensò Jadis che si rattristì al solo pensiero.
"Chissà come staranno senza di me..."
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