Capitolo 57
Cinque giorni dopo.....
<< Buon pomeriggio.>>
Una voce fece balzare Diana. Davanti a lei c'era Rossella, accompagnata da Marta. <<Ciao ragazze!>>, Rossella sembrava meno ostile, e le fece un timido sorriso, mentre Marta la guardava con aria interrogativa.
La stilista capì che Marta moriva dalla curiosità di sapere se Damiano si sarebbe presentato o meno.
Lei non aveva nessuna notizia in merito a ciò, suo fratello la evitava.
Rossella tirò fuori dalla sua borsa le partecipazioni del suo matrimonio. <<Tieni, siete tutti invitati....compresi i tuoi nonni.>>con la voce sottolineo il tutti. Lei le prese, ne aprì una e fece finta di leggerle, la ringrazio e le lascio sul bancone d'ingresso.
Invitò le sue amiche nella stanza sul retro.
Non quella dove faceva accomodare in genere le sue clienti, era una specie di salottino con un ampio divano, ricoperto da cuscini, c'era un grosso specchio ed era ben arredata. La usava per dormire quando restava fino a tardi al lavoro.
Se suo fratello fosse arrivato, lì avrebbero potuto parlare tranquillamente.
<< Faccio un caffe?>> chiese Diana. << Diana è tardi, facciamo questa prova.>> disse Rossella.
Era molto agitata, ma cercava di non darlo a vedere.
Sperava che quel supplizio finisse presto.
<<Io si!>> rispose prontamente Marta, capendo che Diana voleva prendere tempo.
<< Betty! prepara tre caffe!>> Urlò alla sua assistente.
Il telefono di Diana iniziò a suonare, lo prese e quando vide il nome apparire sullo schermo per poco non si senti mancare. Rispose, diceva solo dei "si " "ok " "va bene". Gli occhi delle sue ospiti erano puntati su di lei, non sapeva cosa fare. << Il vestito! Vado a prenderlo.>>
Usci di corsa, "Mi ammazzerà Rossella, Madonna mia aiutami tu!"
Ritornò con in braccio l'abito, le sue amiche stavano bevendo il caffè.
<< Su spogliati.>> ordinó alla sposa.
Era in preda a una strana frenesia, lei senza battere ciglio lascio la tazza e si spoglio. Diana l'aiuto a indossarlo, poi si girò verso Marta, come a cercare la sua approvazione per il lavoro svolto.
In genere davanti alla tua amica che prova il suo abito è facile commuoversi, invece per Marta stava indossando un vestito normale, nessuna emozione positiva albergava in lei.
Per non essere scortese fece finta di ammirarla, ed espresse alcuni complimenti.
L'abito era tutto bianco di seta. Aveva una bella scollatura che metteva in risalto il suo seno generoso, e la fasciava i fianchi. Le spalle e la schiena scoperte. Ero molto semplice ed elegante.
Diana le diede anche le scarpe, e nel frattempo spiegava tutti le modifiche che avrebbe fatto. Rossella annuiva, senza capire un bel niente di quello che la sua amica diceva. Stava ferma e si muoveva con un automa sotto gli ordini della sarta.
"Alza il braccio.... sta dritta!"
Sembrava che la cosa non la riguardasse più di tanto.
Il tempo passava e Diana doveva fare in modo che
Rossella restasse da sola.
Ma cosa poteva inventarsi senza destare sospetti?
Ad un certo punto Diana le disse che doveva andare a prendere altri spilli, e senza farsi notare fece cenno a Marta di seguirla, ed uscirono lasciandola sola.
<< Allora perché mi hai fatto uscire? >> le chiese Marta una volta fuori.
<< Non urlare sta arrivando!>> Esclamò la sarta.
Marta si coprì la bocca con le mani.
Rossella si guardava allo specchio, delle sue amiche con c'era traccia.
Adesso che era sola aveva la possibilità di osservarsi meglio. Quella che era riflessa non era neanche lontanamente paragonabile a come avrebbe voluto essere nel giorno più importante della sua vita.
Si sarebbe sciolta in un pianto liberatorio, ma non versava più una lacrima da giorni.
L'aria le mancava, iniziò respirare a fatica e un senso di oppressione le appesantì il cuore. Chiuse gli occhi, cercando di scacciare l'immagine di lei, e prese dei grossi respiri. Doveva farsi forza, bastava mettere un piede uno davanti all'altro sulla navata della chiesa e raggiungere l'altare, una volta arrivata lì non sarebbe più tornata indietro.
Suo padre l'avrebbe sorretta dandole il suo braccio.
"Ce la posso fare.... c'è la devo fare!"
Erano giorni che si ripeteva questa scena nella sua mente.
Riaprì gli occhi e nello specchio non c'era solo lei. Sbattè più volte le palpebre, pensando che fosse una proiezione della sua mente,
ma non era così.
Damiano era dietro di lei.
La stava osservando, aveva visto tutto il suo turbamento e aveva sentito il suo respiro irregolare.
Avrebbe voluta stringerla forte a se, cullarla tra le sue braccia. La sua pelle dorata era ricoperto di quel tessuto bianco, le sue spalle completamente scoperte.
Era bellissima, anche se era di spalle poteva vedere dallo specchio quella scollatura metteva in risalto il suo generoso décolleté, forse era troppo esagerato, non poteva entrare in chiesa così.
Eppure qualcosa in lui si irrigidì. Sua sorella gli aveva giocato un brutto tiro, lo aveva messo davanti alla realtà.
Lei si stava sposando con un'altro.
Era difficile mettere insieme due parole di senso compiuto, dopo tutto quello era successo.
Adesso ancor di più!
Capì subito che lei era stupita e impreparata, non si aspettava di vederlo. Questo poteva giocare a suo favore.
Rossella si girò e si ritrovò a un centimetro da lui, il suo profumo le entro nelle narici ossigenandola come una boccata di aria fresca.
Non sapeva da quanto tempo fosse lì ad osservarla.
Era arrabbiata, questo scherzo era opera delle sue amiche.
Fece dei passi cercando di evitarlo, voleva uscire.
Non voleva parlargli la sua presenza la irritava.
I suoi tentativi furono repentinamente bloccati da Damiano che la fermo.
I loro corpi si scontrarono e furono subito scintille.
Odiava l'effetto che lui aveva su di lei.
<<Lasciami passare..>> urlò Rossella.
<< No! Dobbiamo parlare.>>
<< Adesso credo che sia troppo tardi! Forse avremmo dovuto parlare qualche giorno fa'! >> Si allontanò da lui.
<< Avevo bisogno di tempo.>> disse lui, passandosi una mano tra i capelli. <<IO AVEVO BISOGNO DI TE! >>
Gli urlo lei, tornando ad avvicinarsi alla porta.
Lui riuscì di nuovo a fermarla, e questa volta i loro volti erano troppo vicini.
I loro sguardi si incatenarono. Ma lei sfidandolo gli disse:
<< Ti ho portato la partecipazione sei invitato anche tu!>>Voleva ferirlo.
Un lampo di odio si accese negli occhi di Damiano.
Era davvero questo che voleva?Che lui andasse al suo matrimonio?
Però non cadde nella sua provocazione, la conosceva bene. << Potrei venire... e poi farti le mie congratulazioni in privato!>> la sua voce era molto sensuale e la sua bocca era vicina al suo orecchio.
Lei cercava di liberarsi dalla sua stretta, e dai brividi che emanavano quel contatto.
La guardava agitarsi come un animale che cerca di scappare alla stretta di un pitone.
<< Sarò una moglie fedele!>>disse ostentando sicurezza.
Lui la strinse ancora più forte a se. Si avvicinò al suo collo e iniziò a sussurrarle:
<< Mi vuoi far credere che non mi desideri? Che non ti sveglierai in piena notte cercandomi? Allungherai il braccio e troverai lui. Resterai sveglia a pensare a tutto quello che siamo dati.... alle nostre parole ai nostri sospiri...>>
Era sempre più vicino, gli lasciava piccoli baci sul collo, e lei con la testa cercava di negare ogni sua parola.
Ma il cuore nel petto galoppava e scalciava.
Riuscì a indietreggiare di qualche passo. << Che farai Rossella quando avrai voglia di baciarmi? Quando penserai a noi e un fuoco ti si accenderà dentro?.>>
Non aspetto nessuna risposta, la baciò. Prima con dolcezza poi con più foga. La strinse a se e la trascino sul quel divano. Fu un secondo e si ritrovarono nudi, lui sopra di lei.
La stanza si riempì dei loro respiri e gemiti.
Non smisero mai di guardarsi negli occhi, lui quasi la supplicava di non fare quella pazzia. Le loro dita erano intrecciate. I loro movimenti erano lenti, sembrava che nessuno dei due volesse che il rapporto finisse, non cercavano il piacere immediato, stavano entrando uno dentro l'altro, scavando e raschiando il fondo delle loro anime.
Alla fine il piacere arrivò, saziando entrambi.
Damiano le disse: << Non lo fare...>>. << Devo!>> sbuffo lei. << Ti posso dare io i soldi che vi servono. Quanto serve?>> chiese molto sicuro. Aveva molto risparmi e si sarebbe anche indebitato per lei.
Rossella si alzò, prese a camminare per la stanza. Indosso i suoi vestiti, non avrebbe mai accettato i suoi soldi, non era questo che voleva da lui.
<< Perché non parli?>>
<< Non voglio i tuoi soldi.>>
<< Oh mio Dio!!!>>sospiro lui, iniziando a rivestirsi, << Sei incontentabile... si può sapere cosa vuoi? Mi sto quasi inginocchiando ai tuoi piedi! Voglio darti i miei soldi... voglio stare con te nonostante tua mamma sia stata l'amante di mio padre...>> la sua lingua si frenò quando ascolto le sue ultime parole.
Ecco si finiva sempre su quella questione. Non avrebbe mai funzionato tra di loro per vari motivi. << Hai stufato con questa storia! Non mi pare che tuo padre sia un Santo!>>
<< Scusami io non volevo..ma non capisco cosa vuoi? >>
Lei lo guardò dritto negli occhi<<Tu scapperesti sempre... io ho bisogno d'altro!.>> si scrollo nelle spalle mentre lo disse.
"Io ho bisogno d'altro!"
La voce di Rossella riecheggiava nella sua testa.
Che vuol dire si chiese Damiano. Non vorrà mica. Diede voce ai suoi pensieri.
<< Non ti chiederò di sposarmi! Ti devi fidare di me.>>
<< No, non ti sposerei mai e non mi fido di te! Addio Damiano. >>
Questa volta riuscì a uscire da quella stanza, sbattendo forte la porta alle sue spalle.
Buona sera !!! Scusate al lunga assenza. Spero che vi piaccia!😍😍😍 Aspetto le vostre impressioni. Vi lascio buona Pasqua a presto😍😍😍😍😍
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top