Capitolo 56

Elisabetta bussava con violenza alla porta. Sapeva che loro due erano lì dentro, doveva assolutamente parlare con sua sorella.
Marta le aveva rovesciato addosso tutto il suo disprezzo, informandola del piano assurdo di Rossella.
"Non può sposare quel mostro!"

Finalmente dopo tanti anni aveva capito che era importante per lei.
Non aveva colpe per quello che era successo.
Quello schiaffo che suo padre gli tirò ebbe un effetto positivo su di lei. Si sentì liberare da quella bambina capricciosa che ancora abitava in lei nonostante avesse quasi trent'anni.

Era stata scrollata in maniera brusca ma aveva percepito dallo sguardo stanco e deluso di suo padre tutto l'amore che lui negli anni aveva provato a dargli.

Nei giorni successivi sotto continuo interrogatorio dei suoi genitori aveva confessato solo una parte di verità della sua relazione con Ludovico.
Si vergognava, gli disse che erano stati insieme solo una volta quando Rossella lo aveva lasciato qualche settimana prima.
Era stato un momento di debolezza di entrambi e che si erano subito pentiti.

Suo padre aveva preso Ludovico per il bavero del camicie e gli aveva intimato di stare lontano dalle sue amate figlie. Lui si era scusato e aveva confermato la tesi di Elisabetta.

<<ROSSELLA APRI SUBITO!>> ordinava sbattendo le mani sul legno della porta.
Questa si spalancò di colpo e davanti a lei passo Ludovico con un sorriso trionfante sulle labbra.
Quando varco la soglia della porta, trovò Rossella ancora appoggiata al muro.
Era sconvolta con il viso bagnato da lacrime.
<< Che ti ha fatto quel bastardo...>> si avvicinò, tentennando. Sapeva sulla sua pelle quanto poteva essere perfido.
Gli mise una mano sul viso per accarezzarla.
Sulle guance di Rossella c'erano delle strisce rosse provocate dagli schiaffi di Ludovico.

Sussultò a quel tocco leggero, come un animale ferito e impaurito. Era ferita, ma la sua rabbia scoppio quando si rese conto di avere dinnanzi a se sua sorella. Perché mai si preoccupava per lei? Era solo grazie a lei se quel mostro non aveva portato a termine la sua violenza, avrebbe dovuto ringraziarla?. Ma di cosa? Anche lei era una delle cause delle sue sofferenze.
Forse era solo gelosa di lui?

<< Che cosa vuoi? Te lo lascerei volentieri quello stronzo, ma tranquilla a me fa schifo potete anche continuare a spassarvela! Siete della stessa pasta. Due sciacalli. >>
Il tono di Rossella era aspro, ricaccio indietro le lacrime, era stufa di piangere. Non ne aveva più la forza.

Sua sorella si sedette su una sedia.
<< Non devi sposarlo!>>
La guardò dritta negli occhi.
<< Perché lo vuoi sposare tu? Sei proprio un'illusa!>>
<< Si sono un'illusa! Hai ragione. Ho sempre amato Ludovico. Lui lo ha sempre saputo, come io ho sempre saputo che lui amava te.
Per un periodo di tempo mi sono rassegnata, ho frequentato altre persone, nella speranza di dimenticarlo. 
Le vostre strade si erano divise, lui è venuto a lavorare qui.
Abbiamo ripreso a frequentarci e le cose andavano bene tra di noi. Poi è successo quello che già sa, lui è voluto venire a riprenderti, dopo la morte di Ciro. Diceva che era per il bene della clinica, che per lui era come una sorella, che andavi aiutata.
Invece è riuscito a mettersi con te. Il mondo mi è crollato addosso. Mi disse che io ero solo un passatempo, non aveva mai avuto intenzione di fare seriamente con me.
Io era una nullità in confronto a te.
Diceva di amarti, ma non riusciva a stare lontano da me.
Io come una stupida mi aggrappavo a quella piccola speranza che sentivo nascere in me quando eravamo insieme.
A questo punto penso che non ti ami veramente, e per me non ha mai provato niente, vuole solo i soldi e più potere nella clinica.
Lui non è capace di amare.
Ma tu non devi dargli la possibilità di fare quello che medita da anni. Ci porterà via tutto. >>

Elisabetta aveva raccontato per la prima volta i suoi sentimenti, si sentì libera da un peso. Non aveva ancora smesso di amare Ludovico, ma pensava che la sua era solo una insana ossessione.
L' amore deve renderti migliore, invece lei era una persona orribile.

<< Credo che sia troppo tardi per ripulirsi la coscienza!. Pensi che potrò provare pena per te raccontandomi l'ennesima storia triste della tua esistenza? NO! Non ti perdonerò mai!>> ringhiò a denti stretti Rossella.
Elisabetta avverti le lacrime salirle agli occhi. Erano giorni che si ritrovava a piangere.
Con voce tremante disse:
<< Se mi darai del tempo, ti dimostrerò che possiamo incastrare Ludovico.>>
Ma sua sorella era già uscita  della porta senza sentire le sue ultime parole.

•~•~•~•~•~•~•~•~•

In casa Carafa, era arrivata la notizia delle nozze.
Era ora di cena, Edoardo stava mettendo al corrente di tutto ciò che era successo nella riunione. A tavola era presente tutta la sua famiglia, tranne Damiano.
<< Ma questo è una follia!>> esclamò Diana.
Non poteva credere a una sola parola. Rossella si sposava per evitare il fallimento della sua clinica, e si era presa la responsabilità di ciò che stava accadendo.   << Deve esserci un altro modo! Cazzo! >> sbottò la nonna. 
<< Mamma ! Da quando dici parolacce?>> la richiamo sua figlia.
<< Al diavolo! Sono nervosa. Come non fate ad accorgervi che lei non ama quel biondo slavato. Tuo figlio è pazzo di lei! E per una misera volta nella tua vita dovresti fare qualcosa per lui, impedendo questa follia!>>
La nonna puntava il dito contro suo genero. Sapeva che lui poteva fare qualcosa. Era il momento di dimostrare a suo figlio quanto tenesse a lui, evitando di appoggiare Ludovico.

Edoardo si sentì oltraggiato, suo suocera non si era mai intromessa nelle loro questioni familiari. Era vero che aveva detto a Ludovico che lui non avrebbe mosso un dito contro suo figlio, ma non lo avrebbe nemmeno appoggiato.
Voleva essere neutrale come la Svizzera.
Damiano si era allontanato facendogli un piacere.
<< Le ricordo che sono sette giorni che non abbiamo notizie di Damiano. Mi spiega come faccio a fare qualcosa per lui? Forse non c'è niente da fare si è solo un po' divertito. Lo sappiamo tutti che è un ragazzo senza radici.>>
Il silenzio calò nella stanza. Effettivamente lui era in fuga. Chi avrebbe avuto il coraggio di controbattere?
<< Ma fammi il piacere! -fece la nonna- io lo conosco Damiano. Tornerà! Ed è veramente innamorato di Rossella.>> Si alzò lasciando tutti di sasso vicino al tavolo e si ritiro nelle sue stanze.

•~•~•~•~•~•~•~•~•

Dopo qualche giorno.....

Erano stati giorni pesanti, c'erano tante cose da organizzare. Era metà luglio, il matrimonio si sarebbe celebrato agli inizi di agosto. Rossella non aveva nessuna voglia di scegliere bomboniere fiori e quant'altro, così delego tutto a sua madre. Per lei quel matrimonio era una semplice formalità. Chiese a Diana di confezionarle un semplice vestito da sposa. Diana faceva la stilista e aveva una piccola sartoria nel centro di Napoli. Fin dalla tenera età le due amiche fantasticavano sul giorno del loro matrimonio, immaginando vestiti bellissimi, Diana aspettava da una vita di poter fare creare il vestito per la sua amica, era una modista di successo piena di ispirazione e talento, ma non riusciva a cucire il vestito per lei. Le sembrava brutto, senza personalità, triste proprio come la sua amica. Di giorno lo cuciva e di notte lo scuciva, sembrava Penelope, intanto i giorni passavano veloci e lei era ancora indietro.
La cosa che la preoccupava era lo sguardo vuoto di Rossella.
Si sforzava di non dare a vedere quanto soffrisse, ed era molto sfuggente e sempre sulla difensiva.

Ludovico si era scusato per il suo comportamento, gli aveva mandato fiori e cioccolatini, che Rossella gettò nel secchio dei rifiuti. Gli promise che non si sarebbe mai più comportato come un'animale, avrebbe rispettato i suoi tempi; era certo che lei lo avrebbe amato di nuovo. Per tutta risposta lei tenne a precisare che non lo aveva mai amato, aveva provato un affetto sincero e della stima per lui, ma adesso che aveva visto la sua vera natura non sentiva neanche più quello. Se lui voleva sposarla nonostante quelle premesse ne avrebbe pagato le conseguenze perché lei si era imposta di rendergli la vita un vero e proprio inferno, lo avrebbe trascinato nel basso insieme a lei.

"Cosa vogliono da me? Mi hanno spezzato ma non piegato! Pensano che io abbia un cuore nel petto? Bhe si sbagliano!!! Quel cuore lo hanno pietrificato. La Rossella dolce e buona di una volta è morta!NUN ESISTE CHIU!"

Non aveva voglia di parlare con nessuno. Del resto con chi poteva parlare? Con Marta? Era fuori discussione. Era molto contrariata e non aveva bisogno delle sue ramanzine! Ogni volta che si vedevano finivano per litigare. Diana? Da scartare anche lei,  lei era un ottima ascoltatrice ma parlare con lei senza tirare in ballo Damiano era impossibile! Quando finiva di lavorare prendeva la sua vespa e vagava per la città. Un giorno si ritrovò a Piazza del Gesù nuovo.

Entrò nella chiesa chiamata chiesa, che si trova lateralmente alla piazza. In quella basilica ci sono i resti San Giuseppe Moscati, un medico napoletano canonizzato, lo chiamavano il Dottore dei poveri, accudì i più bisognosi, guarì molte persone dal colera e aveva fatto anche qualche miracolo.
Rossella amava quella figura religiosa, aveva messo il suo sapere di medico a disposizione dei più umili, senza chiedere nulla in cambio. Ripensò ai primi anni di medicina, a quanto era desiderosa di diventare presto un medico per poter aiutare gli altri, imitando il suo santo preferito. Oggi era anni luce da quei suoi desideri. Era un medico che non operava e non faceva neanche del bene. Seduta su una panca di legno lucido, in silenzio religioso osservava il barocco che regnava intorno a lei.
Quando sentì qualcuno toccargli la spalla.

•~•~•~•~•~•~•~•~•

<< Quindi non farai niente per fermarla?.>> Lo stava trucidando con lo sguardo, era in piedi davanti a lui con le braccia incrociate sul petto.
Era arrabbiata davanti alla sua strafottenza. Damiano aspirò la sua sigaretta, due tiri e l'aveva già consumata. Di questo passo nel giro di pochi anni avrebbe avuto un tumore al polmone, o forse al fegato, stava conducendo uno stile di vita poco sano. Era venuto a sapere delle imminenti nozze di Rossella. Non si parlava d'altro ormai, sia a casa dei suoi che a lavoro. Tutti gli avevano raccontato ogni minimo dettaglio, sottolineando il fatto che lei stesse facendo tutto ciò per salvaguardare la clinica. Erano convinti che fosse una povera martire da salvare. Secondo lui, invece lei aveva scelto liberamente, nessuno la stava obbligando ed era convinto che lei stesse facendo la cosa giusta. Non si sentiva all'altezza, sarebbe corso da lei impedendola di sposarsi, ma poi che garanzie aveva da darle per il futuro? Nessuna. Tutti si aspettavano che lui salvasse la Giovanna D'Arco dei tempi moderni. Ormai non ne poteva più, lo criticavano e gli dicevano cosa doveva fare.

E' vero quella notizia lo aveva trafitto, mille lance scagliate da un arco lo stavano colpendo e lui non aveva più la sua armatura, perché lei lo aveva spogliato della sua corazza.
La strafottenza, l'indifferenza erano le uniche armi da usare. Il giorno prima aveva accompagnato sua nonna in clinica, doveva iniziare il primo ciclo di chemioterapia.
Vide Rossella, il suo cuore si fermò per un secondo che sembrò un'eternità, i loro occhi si incrociarono. Quelli di lei erano rosso fuoco, aveva qualcosa nel portamento e nel modo di fare che lo lasciarono stordito. Lei si avvicinò a sua nonna, la saluto in maniera formale, sembrava di ghiaccio. A lui riservo un gelido buon giorno.
Non era la reazione che si aspettava, era sicuro che appena si sarebbero rivisti lei lo avrebbe insultato e riempito di parolacce, e se le sarebbe meritate tutte. Invece lei lo trattò con noncuranza, con freddezza. Forse non l'aveva mai amato?

<< No! non farò niente!.>> rispose Damiano. <<Sei proprio un'idiota!>> lo accusò Marta.
<<Senti..>> rispose lui, alzò la voce. <<Rossella è abbastanza grande da fare quello che vuole. Smettetela di preoccuparvi per lei, e non aspettatevi niente da me!. Mi tratta con indifferenza come se io non esistessi, e poi lo sai anche tu che se solo provassi a fare qualcosa non mi darebbe retta, anzi si sposerebbe solo per farmi un dispetto.>> Marta era sicura che Damiano era l'unica possibilità che aveva per cercare di far rinsavire la sua amica pazza. Ma a quanto pare stava puntando sul cavallo sbagliato.

In effetti anche lei aveva notato il cambiamento di Rossella. Spesso si sentiva in colpa, forse non si stava comportando da vera amica, avrebbe dovuta appoggiarla anche se non era d'accordo con lei. Così la stava solo allontanando. << Almeno prova a fare qualcosa! Sei fuggito per una settimana, le hai detto delle cose orribili. Cosa pretendi? Che ti accolga a braccia aperte?>> La voce di Marta era alterata.
Diana che era con loro, cerco di calmare gli animi. <<Senti Damiano. Tra qualche settimana lei andrà all'altare. Tra cinque giorni verrà da me alle 15 per le prove del suo abito. Pensaci, potrete stare soli e parlare con calma. Non farti sfuggire questa occasione.Pensaci. >> Lo incoraggiò sua sorella. Sbuffò, accese un'altra sigaretta << Tanto non verrò!.>>


Buona sera !!! Aspetto i vostri commenti. Capitolo di passaggio. Voglio consigliarvi le storie di -Martyns- :

Come Calamite.

Illegalmente noi.
Sono due belle storie.

grazie a tutti come sempre !

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