Capitolo 38

La nonna nel pomeriggio aveva ricevuto molte visite di cortesia. Finalmente dopo quasi una settimana confinata in quattro mura poteva godeva della vista di  persone che le dimostravano il loro affetto. Adesso però si sentiva stanca, dopo tutto era ancora convalescente.             Mando via tutti, aspettava impaziente il ritorno di suo nipote.                   Aveva promesso a sua nonna che dopo cena sarebbe tornato a trovarla per dargli la buona notte.                                       Al ritorno dal bar aveva notato che era turbato. A dire il vero sia lui che Pierre avevano una brutta cera sul viso.           Il francese sembrava un'anima in pena,  si era subito congedato da tutti al ritorno del bar. Aveva fatto ancora appello a tutto il suo bon ton,  la tentazione di andare a quel tavolo e urlare tutto il disprezzo che provava in faccia a Marta era molto forte,  secondo lui già si consolava con uno più piccolo di lei.
Ma poi si rimproverò '' le buone maniere non servono a un ca... ! Dovevi spaccargli la faccia a quel toy boy...''. Pierre aveva anche pensato di allontanarsi qualche giorno da Napoli. Poi ogni tanto la fortuna girava dalla sua parte, tra dieci giorni lui e Damiano sarebbero andati a Roma. Dovevano incontrare un rigattiere per comprare dei mobili antichi. Il loro datore di lavoro aveva organizzato tutto. Un bel albergo in centro con Spa! Si sarebbero rilassati un po'!

Damiano invece andava su e giù per la stanza, avvolte si fermava sotto l'arco della porta e osservava la gente passare. La nonna aveva l'impressione che aspettasse qualcuno...o che volesse spiare qualcuno!

"Ma che Diavolo è successo ? Mi sono persa molte cose!" La nonna moriva dalla voglia di sapere. Certo tirare da bocca a Damiano le parole sarebbe stata un impresa ardua. Ma il primo indizio gli si presentò subito.

La porta si apri ed entro Rossella.
Appena Damiano la vide, cambio espressione. La spagnola lo osservò bene. Capi che era successo qualcosa tra quei due. Rossella invece lo ignorò, di proposito come aveva fatto lui prima. Era la sua piccola rivincita. Si rivolse alla nonna e a sua figlia. Comunicò loro che la nonna stava meglio, che tra qualche giorno sarebbe stata dimessa. Domani sarebbe passato il medico oncologo verso le dieci, voleva valutarla prima di iniziare la terapia tra qualche settimana. Solo nel ultima parte del discorso guardò Damiano, il quale a sentir nominare quel medico irrigidì la mascella. Una reazione che Rosella capi dato la loro precedente chiacchierata. Allora la nonna si disse sollevata per l'imminente dimissione .
<<Sono felice di tornare a casa! Non che qui stia male intendiamoci Dottoressa! Siete tutti gentili. Avete fatto tanto per me. Vi sono molto grata. Vi devo la vita.>>
<<Si figuri è il nostro lavoro!.>>
<<Sarà pure il vostro lavoro, ma lo fate con grande umanità e questo vi distingue da chi lo fa per lavoro!>>
<<Oh !! Mamma dobbiamo festeggiare!! >> esordi Blanca come una bambina.
<<Ottima idea!>> incalzò la nonna <<Faremo una bella festa!!Inviteremo anche i dipendenti chi vuole può venire...familiari amici ecc!>>    <<Non starete esagerando..>> tuonò Damiano, rompendo subito l atmosfera festosa che si era creata infrangendo i sogni di mamma e figlia.       Perfino Rossella fu contagiata dall'entusiasmo delle due donne.
"Eccolo qua!!! Il solito guasta feste... la solita nuvola nera che minaccia un celo sereno!!!   Eccolo mister mai una gioia. Magnatel un emozione! Poi sarei io quella con gli occhi pieni di malinconia. " e quante ancora ne pensava nella sua testolina che cercava mille difetti in quel tipo per convincere il suo subconscio a stare lontano da lui.        Ma le due donne avevano già deciso; nessuno le avrebbe fermate!.
<<Damiano perché stiamo esagerando?>> chiese sua nonna.
<<Perché sei ancora convalescente. Poi dovremmo sentire cosa ci dirà l oncologo, prima di festeggiare. Insomma dovrai fare la chemio cosa c'è da festeggiare?>>
La nonna non si fece scoraggiare <<Nipote mio, sono viva e non è poco! Ma tu pensi che due flebo di veleno potranno mai spaventare una donna come me? >>
Damiano sapeva già la risposta sua nonna era sicuramente la persona più forte che conosceva.
Così fu deciso di li a due  settimana al massimo, al rientro di Diana avrebbe festeggiato.

Quando Damiano torno in clinica da sua nonna, aveva saputo che Ludovico faceva il turno di notte. Aveva parcheggiato la moto, e aveva notata che la macchina di Elisabetta era ancora nel parcheggio. La cosa gli sembrava strana. Era tardi in genere alla reception non fanno orario notturno. Mentre raggiungeva la stanza della nonna la vide uscire da una stanza, aveva gli occhi lucidi a malapena lo salutò. Damiano entrò nella stanza della nonna, era curioso di sapere perché Elisabetta era in quello stato. Trovo sua nonna sveglia. Lo stava aspettando, non vedeva l ora di sapere cosa era successo, e anche Damiano aveva bisogno di parlare.
Gli racconto della sera a Marechiaro tralasciò i dettagli piccanti, non adatti a una signora di una certa età, la quale invece proprio perché aveva una certa età lesse tra le righe. Ma a chi la voleva dare a bere! Il turbamento e l'imbarazzo che lui cercava di nascondere non potevano essere causati  da quelli, che suo nipote aveva etichettato come semplici baci.     La nonna stava a sentire con occhi sgranati.                 Concluse il racconto con quello che aveva scoperto di Ciro e Rossella.
<<Quindi nonna io non posso mettermi in questo casino. Una donna che ha amato così tanto cosa può darmi? Io non potrei vivere sapendo che lei potrebbe ancora piangere per lui? E poi non so perché mi ritrovo a fare questi discorsi... come se io provassi qualcosa per lei! Ma io non so cosa voglio!!! >> era seduto su una poltrona e si passava le mani tra i capelli come chi cerca di fare chiarezza dentro di se.
<<Tesoro mio!!-sospiro la nonna- nessuno di noi non ha un passato! Chiunque, escludendo te, ha avuto più di un amore. È vero questo per Rossella è stato un grande amore. Non devi pensare che l'amore sia come una cosa che si esaurisce nel tempo. Anzi io sono convinta che proprio perché ha amato tanto oggi è una donna che può dare molto. Il cuore di noi donne è una riserva infinita di amore e di sentimenti.  Forse hai solo paura di non essere alla sua altezza.  Per conquistare una donna così non basta un bel visetto e qualche smanceria. E tu caro mio fin' ora non hai mai dovuto lottare per aprire un cuore. Hai avuto sempre facile accesso ad altre cose! >>
<<Nonna!!!>> esclamò Damiano arrossendo.
<<Su via non prendiamoci in giro. Nipote mio sei affetto da SDIA. >>
<<Ma che è uno sciogli lingua nonna?>> chiese Damiano. Il discorso della nonna lo stava mandando in paranoia. Ci mancava solo che lei gli dicesse che era innamorato.            Lui non era innamorato, ne era sicuro.
<<SINDROME.DA.INNAMORAMENTO. ACUTO.>>
Disse la nonna scandendo bene le parole.
Lui fece un cenno di no con la testa.
La nonna era tornata più attiva di prima. si era fatto tardi, gli diede un bacio sulla fronte e la lascio riposare. Uscì dalla clinica, non prima di andare a scoprire che c'era in quella stanza. Lesse più di una volta il nome fuori dalla stanza. Ma c'erano dubbi. Non vi erano margini di errori Elisabetta era uscita in lacrime dal ufficio di Ludovico. Quello che era un sospetto, nato al matrimonio della sorella, cominciava a diventare una certezza. Cosa nascondevano quei due?Erano amanti? Possibile che quei due se la spassavano sotto gli occhi di tutti? La gente chiacchiera e vive di pettegolezzi soprattutto nei luoghi di lavoro, possibile che non era arrivato niente alle orecchie di Rossella? E Arturo, il padre di quelle due non vedeva cosa succedeva sotto il suo naso? Non sapeva le risposte di quelle domande, che potevano essere infinite. Sicuro come la morte era certo che se avesse mosso anche solo una parte di quei sospetti verso Rossella lei non gli avrebbe creduto. Ovvio lui era un asociale diffidente che vedeva del marcio in tutto. Anche in due futuri cognati che parlavano! Avrebbe trovato comunque il modo di metterle la pulce nell'orecchio, quella ragazza era maledettamente ingenua.

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Apri i vetri della doccia e vi si butto dentro. L'acqua calda comincio a rilassare il suo corpo tremante. Questa sera lui aveva superato ogni limite. Si erano sempre divertiti insieme. Avevano avuto sempre un'intesa sessuale perfetta. Era questa la carta che lei ancora usava per cercare di riconquistarlo. Quella sera sapeva che lui aveva il turno di notte. Mandò via le sue colleghe del turno pomeridiano, inventò la scusa che aveva del lavoro arretrato. Attese che anche sua sorella andasse via. Il solito bacino nel parcheggio con Ludovico e poi la vide allontanarsi. Lui si era recato nel suo ufficio. Lei andò nel suo spogliatoio si tolse tutti i vestiti. Si spruzzo una goccia di profumo,quello che lui gli aveva regalato, indosso il suo soprabito e lo raggiunse nel suo studio.
Entrò, chiuse a chiave la porta.
Si avvicinò con passo felino e seducente. Ludovico appena la vide assunse un espressione dura. Eppure era stato chiaro, non dovevano più vedersi. Erano giorni che lei lo tempestava di telefonate anonime, appostamenti. Era snervante la sua tenacia. Lei apri il suo soprabito rivelandosi completamente nuda, si avvicinò ancora a lui, aveva addosso solo dei stivali che arrivavano al ginocchio, con un tacco a spillo vertiginoso. Gli mise una mano nei pantaloni, non rimase sorpresa nel vedere che il suo amplesso era già pronto. Sorrise, sapeva che il suo corpo si stava opponendo alla sua volontà. << Sei già pronto... ti basta solo guardarmi! È una cosa che non puoi controllare...>> le disse lei con la voce roca, mentre la sua mano continuava a massaggiare la sua asta. Ludovico si sentiva frustrato, era vero non riusciva a resistergli. Fu un'attimo, gli blocco la mano, e con uno scatto la fece girare di spalle a lui. Il sedere sodo contro il suo bacino. La spinse da dietro verso la scrivania e la fece incrinare su di essa. Il corpo di lei disteso di pancia sulla fredda scrivania, schiacciato dal corpo virile di Ludovico. Le mani di lui si insinuarono tra i suoi seni, poi tirò fuori l'asta e la penetro con violenza. Era un arrabbiato e affondava con ira dentro di lei. C'è l'aveva con lui stesso per non essere abbastanza forte da resistere a quella ragazza. C'è l'aveva con lei perché continuava a farsi usare, con lei dava sfogo alle sue più recondite perversioni. Per non parlare di suo padre e i continui debiti di gioco che lui doveva pagare! E affondo ancora più forte quando penso a Rossella sarebbe partita con Marta.... questa uscite tra di loro non le tollerava più. Tra qualche mese si sarebbero dovuti sposare, ma lei pensava a tutto tranne che a organizzare quel dannato matrimonio. Infine Arturo da pochi giorni rientrato che già lo aveva messo all'angolo. Guardò la schiena di Elisabetta sotto di lui, infliggeva colpi come se volesse liberarsi di tutti i mali che lo affliggevano... al momento era il suo capo espiatorio.              In oltre questa aveva osato dubitare della lealtà di Rossella verso di lui. Elisabetta stava diventando pazza, si era inventata che Rossella se la intendeva con Damiano. "Mica sono tutte troie come te!" la accuso la sua mente perversa.
La donna sotto di lui era dolorante, stava subendo quasi una violenza, la stava lacerando. Le mani di lui gli stringevano i fianchi e sentiva la schiena spezzarsi in due per la scomoda posizione che aveva forzatamente assunto. Anche se erano passati pochi minuti le sembrava un eternità, gli uscì un urlo strozzato dalla bocca ma non di piacere.                 Lui gli tappo la bocca con la mano. Si inclino ancora su di lei, gli occhi pieni di sangue per la rabbia << Shh!! Che c'è non ti piace... eppure sei una cagna....non è così che si fotte una cagna.>> e così dicendo diede le ultime spinte, arrivo in lei. Si senti svuotato, la sua ira era svanita. Con il fiato corto si tirò su e si accasciò su una poltrona.
Elisabetta si senti investita da un tram. Le doleva tutto. Raccolse il suo soprabito, si strinse in esso ed uscì, senza guardarlo. Delle lacrime di rabbia gli salirono agli occhi... ma non avrebbe pianto. Lei non piangeva mai. Sotto la doccia si strofinava forte come a voler cancellare i segni di quella quasi violenza.

Buona sera amici!!! Capitolo molto crudo sul finale. Un po' mi fa pena Elisabetta è la classica donna innamorata, e vittima di uomini che se né approfittano.
Grazie a tutti vi aspetto per commentare insieme il capitolo! Baci 😘😘

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