Capitolo 37 parte 1


Pierre desiderava vedere Marta. Non voleva parlare con lei, non sapeva ancora che strategia adottare per avvicinarsi a lei. Da una parte era arrabbiato con  la psicologa se gli avesse detto la verità dopo un po' che si frequentavano non si sarebbero ritrovati oggi in questo grosso malinteso, in più pensava che era giusto che lui lo sapesse prima così avrebbe potuto decidere se legarsi o meno con una persona con un passato così doloroso, se ripensava alla loro storia ora capiva perché lei aveva sempre un sorta di paracolpi, per attutire anche i più piccoli dissapori che si creavano tra loro. Lei nella loro storia aveva un vantaggio, non ci metteva troppo cuore. Un vantaggio che a Pierre non era stato concesso, perché più lei parava i colpi più lui invece incassava i colpi! Senza sapere che stava nascendo in lui un nuovo sentimento. Ora si ritrovava come un pugile all'angolo del ring.   

Se ne stava nel parcheggio della clinica appostato dietro un albero, sapeva che quel giorno della settimana lei finiva sempre intorno alle 19. Era da pochi minuti che aspettava fumando avidamente la sua sigaretta fatta di tabacco puro, che lei apparve dall'uscita della clinica. I suoi occhi, contemplarono quella figura, i  capelli biondo scuro lunghi, che arrivano alla vita, sempre mossi in onde. Vestita  in maniera appropriata, e con quel seno prosperoso che non passa mai in osservato, è impossibile non fantasticare su di loro. Sospiro, Pierre, al pensiero che non avrebbe mai più affondato le mani in quel corpo voluttuoso, che non avrebbe più immerso i suoi occhi nel verde degli occhi di lei.

Marta aveva raggiunto la sua macchina, ignara che qualcuno la stesse osservando, mise in moto e parti. Pierre accese la sua moto, e prese la stessa strada di Marta. Erano passati pochi giorni dal loro scontro, ma nel rivederla aveva deciso che non voleva perderla, l'avrebbe riconquistata, con un corteggiamento degno della sua nazionalità! Non potevano essere falsi quei baci, quelle carezze. Lei provava qualcosa per lui, doveva avere pazienza. Con la moto gli stava dietro, lei non prese la strada di casa ma si fermo fuori al Circolo Nautico. Pierre si arrestò un po' più dietro, scese dalla moto, si tolse il casco una cascata di capelli neri gli ricaddero sul viso, iniziò a camminare con il cuore che gli martellava in petto, con passo spedito. Marta anche era scesa dalla sua macchina e camminava, non sapeva di aver Pierre alle sue spalle. Iniziò a camminare veloce, per poi correre come una bambina allegra verso un ragazzo che stava davanti a lei, che con passo veloce anche lui gli correva incontro con le braccia spalancate.               
Marta si era letteralmente tuffata nelle braccia di questo ragazzo alto con i capelli castano scuro, un viso pulito perfetto e occhi color nocciola. Pierre si blocco, si pietrifico dinanzi a quella scena, trovo solo la forza di rigarsi su stesso e andarsene velocemente, la sua unica preoccupazione era quella di non essere visto da lei. Raggiunse la sua moto, Marta e l'altro erano entrati nel circolo, mise in moto e a tutta velocità se ne andò, con la testa piena di pensieri e pieno di rabbia.  

Si diresse a casa con la morte nel cuore e un solo pensiero, Marta si era già consolata con un altro. Doveva rassegnarsi e mettere una pietra sopra a questa storia, al momento si sentiva il cuore a pezzi e frastornato ma piano piano si sarebbe rimesso in piedi.                                         Un cuore a pezzi è sempre un cuore che batte, fa male quando batte proprio perché è lacerato, e ogni ricordo brucia come il sale su una ferita.

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"Dal primo momento che l'hai vista , lei ti ha colpito con il suo modo di fare con la sua semplicità. Non è un impresa facile, Rossella è attratta da te ma cosa prova per te? Poi ci sono le vostre famiglie, tu passeresti sempre per quello che rompe gli schemi, avresti di nuovo avuto tutti contro, aggiungendo anche... cioè cuore io non voglio sapere niente ma qua ti fai male di nuovo!! ....." Questo era il discorso che la testa di Damiano faceva al suo cuore, quando fu interrotto da una voce:
<<Fermati qui! >> disse Rossella al suo autista. Ci avevano messo poco tempo da Marechiaro al Rione Sanità, la strada era abbastanza libera, Damiano aveva corso un po' per fare un modo che Rossella si stringesse a lui durante la corsa. Ormai desiderava un contatto fisico con lei, non ne poteva più farne a meno. Erano le 23 passate, ma nel Rione sembrava giorno. Ragazzi che giocavano ancora a pallone per strada e dai vicoli e vicoletti ragazzi e ragazze che chiacchieravano. Chi era un po' più appartato con qualche guagliona, chi fumava o beveva birra. Commare che fuori i bassi sedute su sedie parlavano dei fatti della giornata.
Lui accosto la moto, un po' scettico riguardo al fatto di ritrovarla. Rossella si muoveva nei vicoli con disinvoltura come se quella fosse casa sua, come se conoscesse ogni angolo di quei vicoli. Era strano per una ragazza di alto rango come lei! Molti conoscono il Rione Sanità per il degrado e per brutti avvenimenti di cronica. Invece è un Rione ricco di cultura, basti pensare che ci è nato Totò.
Il rione Sanità fu edificato alla fine del XVI secolo in un vallone utilizzato sin dall'epoca greco-romana come luogo di sepoltura. In questo rione sono sorti ipogei ellenistici e catacombe paleocristiane, come quelle di San Gennaro e San Gaudioso, stringendo una forte relazione tra uomo e morte che si è protratta nei secoli, dimostrata dal cimitero delle Fontanelle, adoperato per ospitare le vittime della grande peste del 1656. Infatti è da visitare pieno di chiese e palazzi storici.

Damiano si muoveva un po' con timore, lei senti questa sua preoccupazione << Non dirmi che un omone come te ha paura di quattro ragazzi in motorino? >> con tono sarcastico. Non rispose e pensò che era una sorpresa continua quella donna. Aveva coraggio, un'altra al suo posto sarebbe impallidita all'idea di andare in giro di notte per il Rione. I piedi di Rossella si fermarono davanti a una porta bianca, busso e attese che venisse aperta. Non si sentiva per niente in pericolo o tesa. In quei vicoli si sentiva a casa, e in quelle mura spoglie di quella umile casa era stata trattata per la prima volta come una persona vera, rispettata e ben voluta ....ma soprattutto era stata amata per chi era!               

  La porta si apri rivelando agli occhi di Damiano una ragazza dai capelli neri e occhi marroni di circa 20 anni, un viso pulito e smagrito. Rossella appena la vide l'abbraccio, e gli diede un bacio che fu ricambiato, entrarono in casa. Gli occhi di lei si posarono sulla massiccia figura di Damiano. Rossella lì presento, così lui scopri che si chiamava Giusy. Si udì un lamento provenire da una camera. << È da ieri che ha queste coliche, non vuole andare all ospedale e io non so che fare!>> disse Giusy, visibilmente preoccupata.
<<Adesso vado a vedere cosa posso fare, tranquilla...>> la rassicurò la Dottoressa.                    
Damiano si guardava intorno era una casa molto piccola, ma molto pulita e ordinata, tipico delle donne del sud maniache della pulizia.       
Giusy osservava Damiano, poi le si accese un lampo, aveva già visto quel uomo. Corse in camera sua e prese la sua rivista di arte moderna, giro le pagine con foga. Alla fine trovò quello che cercava. Corse in cucina. << Oh!!! Gesù siete  proprio voi!Il professore di arte moderna ci ha parlato spesso di voi.>> <<Si sono io!>> rispose lui, prendendo il giornale dalle sue mani, si sentiva un animale da circo. << Io adoro il vostro stile. I vostri colori... la vostra tecnica, sono venuta a vedervi qui a Napoli....>> . Giusy era nel pieno di una crisi verbale, non aveva parole per descrivere la sua ammirazione. Lui era un po' seccato da tutte queste lusinghe, insomma stiamo sempre parlando di Damiano!!! Per zittirla gli chiese.    << A che anno sei>>    << Sono al secondo anno, sono un po' indietro per via del lavoro...>> rispose abbassando lo sguardo per la vergogna. Questa ragazza ha carattere da vendere decreto Damiano, non aveva la fortuna di venire da una famiglia agiata, per racimolare soldi avrebbe potuto lasciare gli studi, invece con tenacia e impegno sta seguendo il suo sogno, meritava tutta la sua stima.  << Mi faresti vedere i tuoi disegni>>. << Veramente fate? >> domando incredula.        << Si e dammi del tu!>>    I lamenti si erano un po' affievolito si sentiva solo un vociare basso, i due erano nella stanza di Giusy, lui non ebbe modo di guardarsi intorno perché lei lo fece accomodare alla scrivania e apri la cartellina con i suoi disegni. Erano molto belli ammise lui, c'erano delle imperfezioni ma nel complesso erano ottimi lavori. Per la maggior parte erano fatti in carboncino, c'erano paesaggi, vicoli e case. Qualche volto, la sua attenzione cadde su un ritratto.... aveva già visto quella faccia.

Impallidì, al ricordo di ciò che aveva letto sui giornali on line. Si chiese perché Rossella si mescolasse ancora a quella gente, andava bene il senso di colpa, ma secondo lui si stava espiando più del dovuto quella tragedia. In più lo aveva condotto a sua insaputa a casa di malviventi, anche se osservando quella ragazza e l'umiltà di quella casa sembravano persone apposto. Si alzo dalla sedia, e si guardò meglio intorno, quando si rese conto che le pareti erano tappezzate di foto di Ciro. Le foto lo ritraevano in diversi momenti della sua vita, ora con sua sorella, ora con una donna anziana e con una di mezza età, ora con Rossella.

Sbattete le palpebre più volte, non credeva ai suoi occhi. Giusy ruppe il silenzio assordante che si era creato, parlare di suo fratello era sempre doloroso; <<Sono belli vero?>> indicando la foto dei due innamorati, lui non rispose. Allora lei continuo: << Non ho mai visto due persone così diverse combaciare così perfettamente. Ciro era pazzo di Rossella, e lei anche lo amava alla follia. Forse il troppo amore non gli ha permesso di essere lucidi, di ragionare. Il loro amore non li ha protetti dalla cattiveria dell'uomo. E' stato così ingiusto il destino con mio fratello, ne siamo tutti a pezzi. Lui ha pagato il prezzo più alto morendo, ma noi che stiamo in terra questo prezzo lo paghiamo caro ogni giorno. Rossella non è più la stessa senza di lui. Se penso che potevamo perdere anche lei, ho ancora i brividi.!>> concluse stringendosi in un abbraccio. Lui non rispose stette lì in silenzio, qualunque cosa avrebbe detto era fuori luogo. Un varco si apri nella sua mente, lei aveva tentato il suicido per lui, quello che lei provava non era un semplice senso di colpa ma era qualcosa di viscerale .

Ma come aveva potuto pensare che una ragazza con una passione così forte potesse amare un tipo come lui? Lei non avrebbe mai amato più nessuno così, e lui quella sera si era spinto oltre ogni suo limite, l'aveva fatta entrare nelle sue paure, gli aveva raccontato la sua vita. E lei invece non si era scoperta e gli aveva tenuto nascosto questo grande segreto. Poteva competere con un vivo, Ludovico, ma competere con un morto non era la stessa cosa!.     Si vergogno di questo ultimo pensiero. Non si sentiva all'altezza di toccare il cuore di quella 'Bella mbriana'. Dal primo momento che l'aveva vista, l'aveva associata a questa figura napoletana adorata perché è lo spirito benevole della casa e di incomparabile bellezza. Ma anche un personaggio sfuggevole un'ombra.                                            In realtà dietro questo spirito benevolo c'è una tragica storia.

"La leggenda d'amore della Bella Mbriana

La tradizione racconta di una bellissima principessa, tanto bella quanto infelice, e del suo amore mai vissuto. Un amore così forte ed assoluto che, una volta perduto, aveva causato in lei un vuoto assoluto. Tanto smisurata era stata la disperazione che la ragione non aveva retto; così la fanciulla era uscita di senno e la sua pazzia l'aveva condotta a vagare per i vicoli della città, come un'ombra, alla ricerca di qualcosa o di qualcuno che mai trovò.

Il re, suo padre, disperato, non sapendo cosa fare, per proteggerla, decise di ricompensare anonimamente coloro che aprivano la loro casa alla sua povera figlia, impietositi dalla sua infelicità. Nasce così la leggenda di una misteriosa figura femminile, che dimora nelle nostre abitazioni e le protegge. Per il popolo napoletano, lei è lo Spirito della casa e assicura benessere e salute a chi ci abita. E' difficile vederla o incontrarla. Lei appare solo per qualche istante e se un occhio umano la intravede, lei si trasforma in un geco o si nasconde tra le tende smosse dal vento."

Mentre se ne stava in cucina con Giusy davanti a un caffe aspettando Rossella, stava rimuginando su tutte le notizie apprese. La piccola ragazza gli chiese :<< Ma lei come conosce la Dottoressa? Si è forse lasciata con quel mezzo uomo, e mò sta con voi?>> Il suo interlocutore abbozzò un sorriso, Giusy non aveva peli sulla lingua. Fino a mezz'ora prima aveva mille ragioni per volere lei, adesso aveva mille ragioni che gli dicevano che doveva levarsela dalla testa, prima che questa raggiungesse il suo cuore. Rispose con molta spavalderia a quella semplice domanda << No lei è solo la fidanzata di mio cugino Ludovico!>> . Rossella era sull'arco della porta quel tanto che bastava per sentire quella risposta.

Ciao a tutti !!!!! Sono tornata. Sono molto soddisfatta, di come procede la storia. Sono molta felice del tempo che mi dedicate. I vostri commenti sono molto simpatici, soprattutto sinceri. Mi riempite  il cuore ! Vi adoro. Grazie a chi passa in maniera silenziosa.                                  Detto questo adesso Damiano sa tutto di Rossella. Sta facendo un dietro front! Farà bene o farà male? E come reagirà Rossella sentendo l'ultima frase pronunciata da lui?                          Il capitolo è diviso in due parti. Vi aspetto a presto con il continuo.😘😘😘

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