Capitolo 35

Rossella arrivo al lavoro carica e piena di energie. La piccola fuga che si era concessa con Ludovico aveva dato i suoi benefici. La sera lui l'aveva accompagnata a casa, non le aveva proposto di dormire da lei. La cosa fece piacere a Rossella, aveva mentito sulla storia dell'anello doveva trovare il modo di recuperalo il più in fretta possibile. Ma come fare se aveva deciso di tenere alla larga Damiano?. Decise di chiamare Marta, lei le disse che stava arrivando e che l'avrebbe aspettata al bar per la colazione. Rossella andò nella sua stanza si infilò il camice, e gli zoccoli. Aveva i capelli sciolti con morbide onde che gli erano rimaste dal giorno prima. La caposala del reparto la saluto facendogli dei complimenti. Raggiunse la sua amica, che al contrario di lei aveva un aspetto orribile. Delle grosse occhiaie e gli occhi rossi marcavano il suo viso. Si avvicinò le prese la mano : << Marta cosa è successo... hai la faccia stravolta.>>
<< Rossella non puoi immaginare che nottataccia!>> disse lei.
Inizio a raccontarle tutto, da quando Pierre voleva riprendersi le sue cose, della sua uscita senza meta, il momento in cui torno a casa e vide l'abito appeso.
<<Gesù cose è pazz!!! >> la interruppe Rossella. << Quindi che è fatt poi? >>
<<Gli ho raccontato tutto, ho dovuto farlo, mi ha accusato di averlo usato, pensava che fossi sposata. Mi ha detto che mi sono divertita con lui mentre avevo una crisi matrimoniale!>> concluse Marta con sdegno.
<<Oh! Gesù!!! Deve essere stata dura per te ... ricordare tutte quelle cose ... parlare di quel farabutto..>> poi presa dalla curiosità le chiese <<E che ha detto lui alla fine? Come siete rimasti?>>
<< Quando ha capito che aveva frainteso, mi ha chiesto cosa provassi io! Mi ha fatto le sue  scusa e mi ha detto che potevamo ricominciare...-prese fiato per mandare giù quel nodo alla gola che la impediva di piangere- ma io gli ho risposto che non sapevo cosa provavo, probabilmente niente e che non potevo perdonarlo per aver dubitato della mia onestà.>> concluse Marta girando con stizza il cucchiaino nella tazza del suo cappuccino.
Rossella non sapeva cosa dire, Pierre aveva sbagliato, l'aveva quasi forzata a dire la verità sul suo passato, però adesso Marta era libera da quel peso e potevano ricominciare insieme proprio come aveva detto lui. <<Pierre ha sbagliato a dubitare di te, in questi mesi vuol dire che non ha capito niente di te. Però Marta anche tu non gli hai dato modo di capire molto, con il tuo modo di tenere sempre alla larga le persone. >> gli disse Rossella, siccome Marta non replico Rossella prosegui  << Lui ha ragione a dire che potreste provarci di nuovo. Sono sicura che lui prova qualcosa per te...e scusami ma credo che tu abbia solo una grande paura, perché già sei totalmente presa da questo ragazzo. Sei diversa da quando esci con lui..... >> <<Non credo proprio!>> la interruppe Marta mettendo il broncio come una bambina e incrociando le braccia al petto. Sapeva che sotto sotto Rossella aveva ragione. Finirono la colazione in silenzio, Rossella sapeva di aver colpito e affondato il bersaglio, Marta aveva solo una gran confusione nella testa.    Si diressero ognuno al proprio lavoro.
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Damiano e Pierre avevano iniziato il loro primo giorno di lavoro. Damiano prima di recarsi a lavoro si era recato in una concessionaria, aveva comprato una moto, stile Harley Davison nera. Erano lì da un paio di ore, quando si recò sul posto anche il proprietario della villa che dovevano restaurare. Il Sig.re Brancaccio aveva voluto Pierre e Damiano per riportare agli antichi splendori la villa ottocentesca che aveva acquistato. Era un uomo di umili origini, ma che con i suoi affari si era arricchito, faceva parte di quelli che contavano ma non aveva né buon gusto né buone maniere. Ma a suo favore si può dire che era una persona di buon cuore. Aveva ingaggiato una ditta edile che si sarebbe occupata dei lavori strutturali, mentre i suoi pupilli, così li chiamava lui, si dovevano occupare di tutta la parte concernente l'arredamento; tendaggi, mobilio, quadri, come organizzare gli spazi. Inoltre sul soffitto, che era molto alto, e sulle pareti c'erano degli affreschi e Damiano aveva il compito di restaurarli. Il lavoro era molto impegnativo e avrebbero impiegato senza intoppi almeno quattro mesi circa, considerando agosto il mese delle ferie estive degli operai. Damiano parlava con il Sig.re Brancaccio ma ogni tanto il suo sguardo cadeva su Pierre che era totalmente perso nei suoi pensieri, non era certo un buon inizio, doveva assolutamente parlare con il suo amico. Guardò il suo orologio da polso erano le dodici, si ricordo che tra un'ora poteva andare a vedere sua nonna che era ancora in terapia intensiva. Liquidò il Sig.re Brancaccio, e si rivolse a Pierre: << Insomma cosa hai? >> gli chiese Damiano, mettendogli una mano spalla. <<Niente è stata solo una brutta serata...>> rispose lui.        << Una brutta serata...che hai passato grazie ad una certa persona.>> Azzardò Damiano.  << Non la nominare per cortesia!!>> disse Pierre prendendo a pugni un muro, le nocchie gli si arrossarono, e dello stucco che ricoprivano la parete cadde sul pavimento. Damiano si passo una mano sul viso, la cosa era molto grave, non aveva mai visto Pierre perdere le staffe, in genere era un tipo che sembrava che nulla lo scuotesse.                   <<OK...!! Va bene, andiamo a prenderci una birra e un panino ti va? Poi voglio passare da mia nonna.>> l'amico annui presero le loro cose e uscirono.
Poco dopo mentre erano seduti a un tavolino di una birreria Pierre racconto tutto quello che era successo la sera prima con Marta. Il pittore rimase a bocca aperta, capì cosa sua sorella voleva dire quel pomeriggio. << Pierre adesso sai la verità, cosa ti impedisce di stare con lei?>>chiese.                    << Lei non sa cosa prova per me...io gli ho detto che provo dei sentimenti, ma niente lei non si è smossa. Mi ha detto che non può stare con una persona che l'ha giudicata senza sapere niente di lei.>> rispose Pierre affranto.           <<Stupido orgoglio femminile.>> sbuffò Damiano irritato, conosceva Pierre sapeva la fatica che aveva fatto ad ammettere che provava un sentimento, non sapeva ancora con certezza se era innamorato di lei, ma di sicuro il suo amico era molto vicino all'amore. << Forse ha ragione ...>> replico Pierre sospirando. << Non farmi ridere.... -controbatté Damiano- le donne hanno sempre torto!.>>. Entrambi scoppiarono a ridere.
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Damiano entro nella clinica si diresse, direttamente al reparto di terapia sub intensiva, fuori c'erano : sua madre, suo nonno, Arturo De Curtis, il papa di Rossella e quest'ultima. Li stavano aggiornando sulla salute della paziente. In pratica il De Curtis, stava dicendo loro che la nonna aveva avuto un po' di febbre, le immagini di una Tac torace evidenziavano una polmonite, e c'era una piccola infezione della ferita, erano tutte complicazioni che potevano succedere dopo un intervento in urgenza specie in una persona anziana e fumatrice accanita. Detto questo i due medici si allontanarono. Per tutto il tempo Rossella aveva evitato di parlare con Damiano e di guardarlo. Lui era visibilmente in ansia per sua nonna, ma ciò non gli impedì di notare l'atteggiamento freddo e distaccato di lei.
Camminava avanti e dietro per il corridoio, Rossella era stata fermata da un'infermiera che gli chiedeva informazioni su una terapia. Non riusciva ad avere l'attenzione dell'infermiera perché questa guardava con occhi sognante Damiano, che si agitava per il corridoi, alzò anche lei lo sguardo su quella figura imponente. Blanca temeva che il figlio potesse fare qualche altra delle sue scenate, così cerco di distrarlo, sia avvicinò dolcemente e gli chiese : <<Come è andato il tuo primo di giorno di lavoro?.>> Damiano si fermo di colpo, pensò che la madre lo voleva prendere in giro, non si era interessata a lui per quasi dieci anni e ora gli chiedeva come era andata a lavoro? '' Non sarò un santo però questi c'è la mettono tutta per farmi incazzare ogni volta'' si disse. Così senza scegliere le parole da non dire ripose : <<Non sarà troppo tardi per giocare a fare la mammina? Sono abbastanza cresciuto e tu sei troppo vecchia ora! >> non pensava che era vecchia, anzi più la osservava è più la trovava bella, ma non glielo avrebbe mai detto. <<Scusami, volevo avere una semplice conversazione con te, invece....>> rispose la madre. Aveva capito che se voleva recuperare con suo figlio non si doveva mostrare fragile dinanzi agli attacchi di lui, in fin dei conto era lei che lo aveva messo al mondo e avrebbe trovato un modo per avvicinarsi a lui.               << Invece cosa? - incalzò lui- tu vuoi solo distogliere l'attenzione dal vero problema>> la accusò per poi continuare,                 << Il problema è che qui sono degli incompetenti, voglio portare la nonna in ospedale...>> Rossella assisteva a tutto ciò molto turbata, si era allontanata ma era abbastanza vicina da poter sentire bene. Damiano era una persona troppo diffidente, questo lo aveva capito, ma che si rivolgesse così a sua madre,  come era possibile, era incredula. Nessun dissapore passato poteva giustificare un tale comportamento verso una madre. Era inaccettabile, e lei stava sempre dalla parte degli oppressi, quindi senza contare fino a dieci si avvicino a passo spedito verso mamma e figlio che ancora discutevano animatamente sul da fare e s'intromise : << Lei è libero di portare sua nonna dove meglio crede.... Sig.r Carafa, ma la pregherei di fare questi discorsi nel suo privato con i suoi parenti. >> disse lei, rimarcando bene il lei. Sul viso di lui apparve stupore, erano ritornati al lei, questo confermava che lo voleva tenere a distanza. <<No ... Dott.ssa -S'intromise suo nonno- non porterò mia moglie da nessuna parte ho piena fiducia di lei, e di tutti voi. Vi ringrazio per tutto ciò che state facendo. qui sono solo io che posso decidere per lei. Ci scusi ma abbiamo tutti i nervi a fior di pelle. >>.

Rossella si allontano soddisfatta, entro nella sua stanza e chiuse la porta, ma dopo un secondo questa fu aperta di forza, Rossella balzo dalla sedia, Damiano era entrato come una furia e dall'altro lato della scrivania cominciò a inveire contro di lei, sbattendo le mani sulla scrivania << Siamo passati di nuovo al lei? Al Sig.re? Che cazzo vuol dire?>> La donna non si fece intimidire << Chi ti ha detto che potevi entrare? Vuoi sapere cosa vuol dire? - disse lei alzando il tono- Che sei solo il parente di una paziente.... non c'è niente altro tra noi, la poca confidenze che ti ho dato la usi per gettare fango su di me sul mio lavoro e su tutta la mia famiglia! Basta!. >>           Lui sembro per un attimo spiazzato... <<Se ti riferisci all'altra sera... volevo farti le mie scuse...>> disse in sussurro lui, abbassando lo sguardo,                                << So di aver sbagliato, adesso però so tutto. >> <<Tutto...>>ripete Rossella, con il viso in fiamme .               << Tutto ...tutto!>> confermò lui avvicinandosi a lei. Aveva provato molto rammarico al saperla sofferente per quello che era successo, non vedeva l'ora di poterla rassicurare, quella ragazza gli suscitava sentimenti mai provati prima. A lui importava di lei, non sapeva ancora perché ma sapeva che non poteva vederla soffrire.        << Non è colpa tua, Rossella. Tu e tuo padre avete fatto di tutto non è colpa vostra....>>.  Lei lo guardò negli occhi, confusa <<Non sai di cosa parli! >>tentò di dire lei.                  Ci fu un attimo di silenzio, che fu rotto dalla voce di lui, il suo tono era dolce, aveva paura di ferirla o di essere frainteso;  <<Invece lo so- continuo lui- quel ragazzo che è morto per un regolamento di conti... un certo Ciro. Le sue condizioni erano gravi, non potevate fare più di quello che avete fatto. Non puoi fartene una colpa.>> concluse lui abbracciandola, perdendosi in quell'odore di lei che tanto gli era mancato .                                        " Non puoi fartene una colpa!Ma cosa  ne  sa lui?" pensava Rossella mentre era in quelle braccia forti. Lo allontano di colpo << Come fai a sapere queste cose?>> gli chiese.           <<Ho fatto un po' di ricerche su internet.>> ripose scrollando le spalle, come se fosse la cosa più ovvia da dire. Si senti sollevata, lui non poteva sapere la cosa più importante, chi era Ciro e cosa rappresentava per lei, che fossero  fidanzati era una notizia che non era mai trapelata, e lei non aveva intenzione di dirlo a Damiano. <<Certo... tu credi di sapere! Ma non sai niente, quindi non ti azzardare a parlare di cose che non sai. Non mi devo giustificare sui miei sensi di colpa. Non devi preoccuparti per me, anche perché sembri la persona meno adatta a dirmi come comportarmi vedendo come tratti tutti quelli che ti stanno intorno. Anzi preoccupati di te stesso! >> le disse Rossella guardandolo con aria di sfida, lo vedeva vulnerabile e questo gli piaceva.                                 << Come vuoi... figurati! >> sfoggio un sorriso malizioso, Rossella voleva colpirlo con la storia della famiglia...non ci sarebbe cascato.                   << Devo andare da Ludovico, ho trovato una cosa che gli appartiene...ovvero un regalo che ha fatto a qualcuno, che poi questo qualcuno ha lasciato a casa mia!>> gli diede le spalle e fece per allontanarsi. Lei lo afferro per un gomito nel tentavo di fermalo, ma lui era molto più grosso.                          <<NON LO FARAI SUL SERIO! DAMMI SUBITO IL MIO ANELLO. >> urlò lei. Damiano si girò a guardarla sfoggiava un sorriso perfetto ma malefico allo stesso tempo, <<Vedo che siamo tornati al TU ! ...Sai non vado in giro con oggetti di valore, se ci tieni a riaverlo è dove lo hai lasciato!>> Era estasiato alla vista della faccia di Rossella, quella donna gli piaceva sempre di più ma soprattutto l'adorava quando era contrariata, della rughette sulla fonte gli spuntavano e sbarrava gli occhi mostrandoli ancora meglio quel marrone intenso.    << Ti Odio!>> le disse lei con i pugni serrati che battevano il petto di quell'uomo.                          Lui le prese i polsi e la blocco, gli pianto i suoi occhi neri nei suoi, e si avvicino al suo viso <<Stai attenta il confine tra odio e amore è molto sottile... quando meni te lo aspetti lo hai già superato.>> non la lascio subito, indugio per qualche secondo su quelle sue labbra rosee, tanto che Rossella aveva paura che lui la baciasse, o forse desiderava che lo facesse?. Solo quando la lascio e se ne andò via, lei lo maledisse in tutte le lingue che conosceva.     

Marta aveva passato tutta la mattina a sentire i problemi e le ansie dei suoi pazienti, aveva saltato anche la pausa pranzo.  Il  lavoro era un ottima distrazione dalle sue domande su lei e Pierre. Andò da Rossella, la trovo con un diavolo per cappello. << Che hai?>>  la stuzzico.          <<Hai presente quell'essere di Damiano, non vuole darmi il mio anello. Dice che se non lo vado a prendere a casa sua lo darà a Ludovico... che stronzo! >> sentenziò.
Marta rideva a crepapelle, la sua amica era uno spasso quando si arrabbiava <<Ora capisco perché ho visto Damiano che andava via con la faccia sorridente.>> Rossella si stizzì ancora di più  <<Vedo che l'umore di qualcuno qui è cambiato! >> esclamò trucidando Marta con lo sguardo.                  <<Dovresti vederti da quando c'è Damiano, nei tuoi occhi scorgo una vivacità che prima ti apparteneva. Non può negare che ti ha dato una botta di vita!>> sul suo viso un pensiero impudico.                <<Smettila!>> la ammonì Rossella.                                << Ah!!>> sospiro l'altra.        <<Ma che ti sospiri?..>> chiese Rossella esasperata.                <<Pensavo alle botte di altre cose che potrebbe darti!>> e rideva fino alle lacrime. <<Vattene ....tu e i tuoi pensieri osceni! Anzi me ne vado io, vado a recuperare il mio anello.>> la ammonì Rossella.                                << Amica ti accompagnerei volentieri però ho altri appuntamenti per il pomeriggio >> concluse Marta con finto dispiacere.                         

All'uscita della clinica verso le diciannove di sera, il cielo limpido della mattina aveva ceduto il passo a un cielo nero e pieno di nuvole che minacciavano una pioggia imminente. Rossella saliva sulla sua vecchia Vespa 50vspecial, aveva salutato in modo frettoloso Ludovico e si stava dirigendo da Damiano, decisa nel suo intento. Ancora rideva alle battuta di Marta, come darle torto in effetti era un bel ragazzo, sicuramente pieno di donne, ma questo a lei non doveva interessare e invece quel pensiero gli fece venire un moto di rabbia, accelero la sua vespa.                             
"Come e possibile che questa persona tira fuori il peggio di me? Mi sento una ragazzina che cade sempre nelle sue provocazioni, non c'è la faccio a dargli l'ultima parola....anche se l'ultima parola la dice sempre lui! Ma insomma tengo quasi trent'anni, dovrei essere superiore, e dovrei anche saper controllare certi impulsi che provo quando mi si avvicina... o insomma Rossella  contieniti! " La sua battaglia era appena iniziata, e in men che non si dica sfrecciando tra il traffico arrivo a Mare Chiaro, lui non gli aveva dato un appuntamento preciso però lei sapeva che lui era lì.

Buona sera !!! Vi lascio il capitolo nuovo così nel week end se avete voglia potete leggerlo. Siete sempre numerosi, e calorosi. Spero che vi piaccia. Vedremo che succedere in questo recupero di anello smarrito. Damiano è sempre più sfrontato verso Rossella, la quale comincia a interrogarsi su alcuni suoi atteggiamenti. Marta e Pierre, invece non riescono a trovare un punto di incontro. Vi anticipo che tra qualche capitolo i nostri quattro beniamini saranno costretti a ritrovarsi tutti insieme.....!                           😘😘Alla prossima mi raccomando fatevi sentire.

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