Capitolo 33
Damiano era nella depandance di casa sua. Non riusciva a dormire, era notte fonda.
Doveva essere su un volo di ritorno per New York, invece si girava e rigirava nel letto. Ancora non riusciva a tranquillizzarsi, l'immagine del volto sofferente di sua nonna gli si presentava davanti ogni qualvolta tentava di chiudere gli occhi per dormire. Aveva atteso con tutta la sua famiglia la fine dell'operazione di sua nonna. Mentre aspettava, si diresse alla ricerca della stanza di Rossella, voleva scusarsi....o forse aveva solo bisogno di lei, che gli prendesse la mano e lo rassicurasse. Si sarebbe morso la lingua fino a perdere l'uso della parola quando percepì di essere stato troppo brusco. Era palese che lei fosse in trance, non aveva reagito ai suoi attacchi come era solita fare. Trovò la porta della stanza socchiusa, l'aprì; nella stanza non c'era traccia di lei. Su un divanetto nero vide il suo camice, lasciato lì tutto in disordine come se fosse stato tolto di fretta. Gli zoccoli da lavoro lasciati ai piedi dello stesso,prese il camice tra le mani e se lo porto al naso, voleva sentire il suo profumo, senti una fitta quando capi che lei se ne era andata. Si guardò intorno, scorse la sua scatola di scarpe, gli scappo un piccolo sorriso. Fu attratto da alcune voci, riconobbe quella di Arturo, si precipitò a raggiungere il resto della sua famiglia. Il medico, aveva il volto molto stanco, stava dicendo loro che l' intervento al momento sembrava essere riuscito, aveva asportato una massa tumorale, ci sarebbero voluto dei cicli di chemio per essere sicuri di sconfiggere il male. Infine aggiunse che per precauzione la nonna sarebbe stata portata in terapia sub-intensiva perché necessitava di controlli approfonditi, dato che era una fumatrice accanita, aveva bisogno di essere aiutata a respirare per un po'. Così tutti se ne tornarono a casa, dopo averlo ringraziato. Damiano stava rimettendo insieme questo pensieri quando finalmente il sonno lo accolse......
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<<Buongiorno....>> senti dirsi Rossella ancora mezza addormentata, mentre si stiracchiava nel letto di Ludovico vide l'orologio segnava le ore 9.00 <<Oddio !!!! È tardi dobbiamo andare a lavoro ! >> esclamò. <<Ti sbagli mia cara!...>> le disse Ludovico stampandole un bacio sulla bocca, <<Oggi io e te c'è ne andiamo in una SPA a Ischia, ieri sera mentre dormivi ho prenotato tutto partiamo alle ora 12.00 quindi hai circa un ora per andare a prendere le tue cose!>> concluse lui con un sorriso delizioso.
<<Ma ...Ludovico siamo a inizio settimana, come facciamo? Non possiamo mollare il lavoro così!>> replicò lei, guardando poi un vassoio con sopra la colazione, che lui gli aveva portato a letto. <<Tranquilla, amore ho già avvisato tuo padre che ci prendiamo due giorni per noi, è d'accordo, ci copre lui. Insomma diamogli un po' di spazio! E noi prendiamo un po' di tempo per noi-con un dito la prese per il mento per tirare su il suo viso- quanto tempo è che non facciamo qualcosa per noi? >> Rossella lo guardò in quegli occhi verdi, pensò che aveva ragione lui, era tanto che non facevano qualcosa insieme, si meritavano un po' di relax. << Va bene!-sospiro-Partiamoooo!>> e si fiondò su di lui per abbracciarlo.
Fecero colazione preparano tutto il necessario, andarono a casa di Rossella a prendere il resto delle cose che gli servivano. Ludovico le disse di prendere anche un abito da sera, avrebbero fatto una cena molto particolare. Mentre Rossella sali a casa sua a prendere il resto mando un messaggio a Marta:
"ciao amica parto, vado a Ischia torno domani sera, baci!"
Poi telefono anche a suo padre, che le disse di rilassarsi, che avrebbe pensato a tutto lui, aggiunse che nonna Rosarjo stava abbastanza bene, si complimento con lei per la sua zelante diagnosi. Rossella continuo a prendere le sue cose, le accuse di Damiano ancora bruciavano in lei, promise a se stessa che da oggi in poi quell'individuo non l'avrebbe mai più trattata così. La poca confidenza che c'era tra loro andava subito stroncata. Da oggi doveva trattarla con rispetto e non prendersi più delle libertà. Non doveva giudicarla, mettere in dubbio la sua professionalità o quella di chi gli stava intorno. Stava per uscire di casa, il riflesso di lei stessa nello specchio, la fece fermare. Aveva una brutta cera, delle occhiaie nere e profonde, gli occhi marroni inespressivi, i capelli erano un disastro legati in una coda, non aveva tempo di truccarsi così indosso degli occhiali da sole. Quello stato trasandato su di lei era il segno lasciato dal dolore. Fu un ulteriore conferma che Damiano era un male per lei. Si chiuse la porta alle spalle, sperando di chiudere dietro di lei tutte le situazioni negative. Voleva solo essere traghettata verso poche ore di serenità e spensieratezza.
Lei e Ludovico arrivarono e destinazione, un albergo a 5 stelle nel centro di Ischia, avevano una suite imperiale, con ogni genere di confort. Pranzarono e subito si recarono al piano terra dove c'erano piscine termali sia interne che esterne. Erano nel paradiso terrestre, tutti i sensi appagati. Dopo un po' di ore alle terme si cambiarono e fecero un giro per Ischia, mano nella mano, come due fidanzatini. Ludovico si fermò in un negozio tipico e gli comprò un capello di paglia, Rossella lo indossò era semplicemente bella. I segni del benessere erano comparsi sul suo viso, gli occhi avevano ripreso un po' di vivacità. Ischia era molto bella, non c'erano ancora molti turisti dato che era fine maggio, ma già potevano perdersi nel suo incanto, tra i piccoli vicoli. Si fermarono a prendere un aperitivo, poi Ludovico si avviò in camera lei decise di fermarsi da un parrucchiere voleva farsi i capelli. Ludovico gli aveva detto che la sera avrebbero cenato in un luogo speciale. Mentre era dal parrucchiere ricevette una telefonata era Marta, non sapeva se rispondere o meno. Voleva stare lontana da tutto incluso Marta. Così alla fine rifiuto la chiamata e spense il telefono.
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Quando Damiano si sveglio era già mezzogiorno. Sua madre passo di lì per dirgli che voleva andare in clinica. Aveva saputo che non avrebbero fatto tornare la nonna al reparto però dalle 13 alle 14 c'era l'orario di visita e lei voleva andare, era passata a chiederle se lui volesse andare insieme a lei e al nonno. <<Certo mam ...>> si bloccò Damiano incerto, stava per dire mamma. La parola gli morì in gola, sul viso di sua madre comparve un sorriso che subito svanì. Senza dire niente Damiano andò a vestirsi. Suo nonno che era nella stessa stanza si avvicinò a sua figlia e mettendogli una mano sulla spalla gli disse : << Dagli tempo figlia mia...>>
Blanca gli sorrise, ammirò suo padre che anche in un momento terribile come quello che stava passando, si preoccupava di rincuorare lei. Quando arrivano in clinica a turno poterono vedere la nonna attraverso un vetro. Era sveglia e gli fece un cenno di saluto con le mani. "Oh nonna !!! " pensò Damiano. Guardava quella esile donna, in quel letto. Per la prima volta si rese conto che quella donna che si era presa cura di lui e di tutta la sua famiglia adesso era così piccola e fragile. Aveva bisogno di tutto il loro sostegno, la battaglia era appena iniziata. La chemioterapia, aveva sentito dire spesso Damiano, era un calvario, un vero e proprio supplizio. Senti le lacrime salirgli agli occhi, per le prima volta nella sua vita aveva paura di perdere una persona. Quando il turno di visita terminò lui ricevette una chiamata di Pierre.
"Mon ami! Allora come sta la nonna?"
"Insomma Pierre, ancora in terapia sub intensiva c'è l'hanno fatta vedere un'attimo. Dovrà fare la chemio. "
"Oh...merd! Che programmi hai per oggi?"
"Nessuno, raggiungimi in clinica e vediamo di fare qualcosa insieme."
Blanca e suo padre se ne tornarono a casa, Damiano aveva incontrato anche suo padre e ora si stavano intrattenendo al bar della clinica a prendere un caffè, a loro si unì Arturo.
Damiano colse al volo l'occasione per chiedere di Rossella. Voleva vederla e scusarsi.
<<Rossella, non c'è , non verrà a lavoro ne oggi né domani. >> disse Arturo.
<< Sta male? >> chiese Damiano con una certa preoccupazione.
<<No, non potrebbe stare meglio!-rise Arturo- una fuga romantica a Ischia con Ludovico.>>
"Che ha da ridere ? " penso Damiano al pensiero che non poteva rintracciarla fino a dopodomani. "Sta a Ischia... poi con Ludovico" un velo di disappunto si dipinse sul suo viso
<< Hanno fatto bene ! >> esclamò Edoardo.
<<È già, so guagliun belli giovani e nmurrat! Biat a loro!>> esclamò Arturo.
Damiano avrebbe dato fuoco allo stabile, altro che! Con i suoi soliti modi poco eleganti se ne andò fuori lasciando quei due a fare discorsi su quanto erano belli come coppia ecc. Si accese una sigaretta mentre aspettava Pierre. Il fumo gli usciva dalle narici sembrava un toro inferocito. Avanti a lui vedeva il rosso. Qualcuno attiro la sua attenzione era Marta. Lo salutò, ma quando vide arrivare Pierre in moto fece per andarsene. Pierre le blocco la strada con la sua moto, si tolse il casco e le chiese quando poteva andare a casa sua a prendere della cose che gli servivano. Lei, molto seccata, rispose che poteva andare quando voleva, il portiere aveva le chiavi. Se ne andò molto delusa. Questo significava che era la fine. Voleva parlare con Rossella, la chiamo, ma dopo alcuni squillo la chiamata fu interrotta. Pierre raggiunse Damiano, gli passo un casco, si guardarono negli occhi, capirono che stavano uno peggio di un'altro. Damiano sali, dietro di lui, <<Dagli gas .... Parigino>>lo incitò Damiano.
<<Tieniti forte perché ho bisogno dì sfogarmi!>> minaccio Pierre. Il Parigino aveva i pugni stretti sul manubrio della sua moto; la storia di prendere delle cose era un pretesto per poter parlare con lei, se l'era vista davanti ed era la prima cosa stupida che gli era venuta in mente. Ma lei non aveva fatto una piega, non un emozione. Era stata strafottente come al solito. Damiano era un vulcano; sua nonna in quello stato, la parola mamma che non era riuscito a dire, Rossella lontana...... con un'altro. Troppe cose tutte insieme da gestire. Solo una cosa sapeva con certezza sarebbe restato avrebbe accettato il lavoro e avrebbe accudito sua nonna. Del resto era a Napoli, dove era nato e cresciuto, alzo la visiera del casco, per poter osservare meglio la città, stavano passando per Sant'Antonio a Posillipo, disse a Pierre di fermarsi.
Si affacciò dalla ringhiera; sotto di lui tutta la città, il golfo come due grosse braccia che si allargano per accoglierti, prese un grosso respiro poi disse: <<Pierre ... io resto cà! Chest è a casa mia!>> Risalirono in sella, si scambiarono i posti Damiano era alla giuda e continuarono a sfrecciare per la città, senza una meta, senza nessuno da cui andare.
Del resto Napoli aveva guarito Modignani, il pittore, sua mamma lo aveva portato lì convinta che l'aria di Napoli potesse salvarlo da una brutta polmonite è così fu! Lo stesso Leopardi trascorse gli ultimi suoi anni di vita prima a Napoli e poi a Torre del Greco, dove morì, e cosi tanti altri artisti, erano rinati in questa città.
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Rossella stava raggiungendo Ludovico, era molto bella, non aveva indossato il suo abito. In realtà quando torno nella loro suite , sul suo letto trovo una scatola con dentro un abito, di color argento lungo e scollato sulla schiena. Un bigliettino sopra diceva che era per lei. Era un vestito bellissimo, anche se non era il suo genere, alla fine lo indosso per non far dispiacere il suo fidanzato, che si rivelava sempre molto intraprendente. Ludovico la stava aspettando al bar dell' albergo, quando la vide arrivare scatto dallo sgabello su cui era seduto, anche altre persone presenti si girarono per osservare meglio quella splendida ragazza. Lui si avvicinò, era molto bello, gli cinsi i fianchi e le diede un bacio, insieme presero un'auto che li aspettava per condurli al posto speciale. Raggiunsero un ristorante, molto intimo e particolare, l'esterno dava sul mare ma la particolarità era che la struttura era in roccia.
L'atmosfera molto intima. Presero posto, Rossella disse che il luogo era incantevole, tutto era bellissimo. Ludovico rimarcò il fatto che tutto fosse solo per lei, per loro e che non vedeva l'ora di poter avere con lei molte serate come quelle. Rossella si sentiva molto bene e rilassata, al centro dell'attenzione di un uomo che per lei riservava e pretendeva solo il meglio. Tutto sommato si sentiva fortunata, nonostante avesse perso il suo grande amore, la vita le stava dando ancora una seconda possibilità. Ludovico intrecciò le sue mani a quelle di Rossella, che era seduta di fronte a lui. Calò lo sguardo su quelle mani, e con stupore chiese : <<Ella... Come mai non indossi il mio anello?>>
<< Cosa? >> chiese Rossella, ritirando subito la mani e guardandosele, non sapeva che rispondere, mentre si osservava le mani un flashback le passo come un lampo davanti agli occhi. Lo aveva lasciato a casa di nonna Rosarjo, la sera che aveva dormito con Damiano, siccome le stava un po' stretto se l'era sfilato e lo aveva poggiato sul comodino vicino al letto.
"Come ca..o faccio mò ! Che gli dico? Questo Damiano è un incubo mi perseguita ovunque! Come farò a riprenderlo dato che ho deciso di non parlargli mai più? Che guaio! ''. La mente di Rossella era in subbuglio non sapeva cosa dire, Ludovico davanti a lei aspettava una risposta e ora lei doveva dire l'ennesima bugia. Il cameriere che venne a prendere gli ordini fu la sua ancora di salvezza, fece finta di concentrarsi sul menù per pensare a cosa dire. Alla fine disse che lo aveva lasciato a casa per paura di perderlo a lavoro, dato che era una sbadata. Su questo Ludovico fu d'accordo e con lei risero. La serata trascorse senza altri intoppi, Rossella con la complicità del vino cercò di scacciare la nuvola di Damiano che si era imposta ancora una volta su di lei. Ludovico non le stacco un' attimo gli occhi di dosso e una volta in albergo le dimostro quanto appezzasse la sua bellezza e fecero l'amore. Dopo poco Ludovico si addormentò Rossella si copri con una vestaglia e usci sul balcone della suite, una bellissima luna si specchiava nel mare, di fronte a lei le luci del golfo di Napoli, si fermò a osservarle e un paio di occhi neri come la pece le apparvero davanti. Resto ferma pensando che era una visione della sua mente, riguardo la luna ma anche in quel disco rivide quegli occhi neri.
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Damiano dopo aver passato tutto il pomeriggio e la sera con Pierre se ne torno a casa a Mare chiaro. La sua speranza era di dormire nello stesso letto dove aveva dormito con Rossella, voleva immergersi nel profumo lasciato da lei sulle lenzuola e di fare sogni tranquilli. I due amici avevano parlato di tutto del lavoro di Marta e di Rossella. Erano tutti e due arrivati alla conclusione che quelle due nascondevano qualcosa.... ma cosa? A loro modo avrebbero indagato. Infatti Damiano era a computer a cercare informazioni. Aveva trovato vari articoli sul web, il padre di Rossella era stato indagato per la morte di un certo Ciro Amato morto in clinica in seguito a un regolamento di conti della camorra. Non era stata la famiglia a sporgere denuncia per la morte, ma la stessa procura aveva indagato il noto chirurgo per favoreggiamento e latitanza del morto. E di conseguenza l'ordine dei medici lo aveva sospeso per 3 anni. Damiano prese una sigaretta, si chiedeva come era possibile che un uomo tenta di salvare la vita a un delinquente e diviene lui stesso vittima della giustizia? Scorse un altro articolo dove diceva:
''Ciro Amato non era un malvivente ma un ragazzo che aveva come unica colpa quella di essere il nipote di un noto boss e che questo ragazzo aveva rifiutato di entrare in un programma di protezione. Che inutili erano stati i soccorsi e le cure del noto chirurgo e di sua figlia promessa nascente della chirurgia napoletana .''
<<Se fosse così è un coglione!>> sentenziò Damiano ad alta voce. Cominciò a mettere insieme i pezzi, quale fosse l'identità del ragazzo non gli era chiaro, ma era sicuro che Rossella si faceva una colpa per questa giovane vita. Anche se credeva che non era giusto che lei si colpevolizzasse, tanto da impedirle di continuare a operare. Un luccichio interruppe le sue congetture, si avvicinò al comodino era una anello, l'anello di Rossella lo riconobbe subito, lo mise al sicuro nel cassetto, un sorriso beffardo gli comparve sul viso aveva di nuovo una scusa per avvicinarsi a lei...anzi...... Uscì sul balcone di fronte a lui Ischia, l'isola che per lui ora motivo di odio profondo, una luna alta in celo e tondeggiante lo guardava, lui fisso la luna e in aria di sfida le disse <<Ho sempre un modo per farti tornare da me ....bella mbriana! Va luna vaccel a dicere! >>
Eccoci qui!!! Damiano pronto a resterà, vicino alla quasi verità. Rossella in fuga romantica. Pierre e Marta a un punto di rottura. Grazie a tutti cominciate a essere tanti , mi raccomando votate, specialmente i nuovi così posso ringraziarvi. Ai prossimi capitoli!
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Ps ho inserito la foto della splendida luna dell'altra sera. La foto l'ha fatta FrancescaMenghi , mia collega. Questa foto è stata fonte d'ispirazione per questo capitolo molto lungo ma molto bello!
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