Capitolo 32
Ludovico era a casa sua, aspettava Rossella, aveva prenotato la cena dal cinese per loro due e stava riempendo la casa di candele profumate.
Aveva messo in moto la sua idromassaggio e la stava riempendo di sali da bagno di varie fragranze. Voleva passare una bella serata con Rossella, desiderava di recuperare un po' della sua fiducia, si era reso conto che il prematuro discorso del suo ruolo di moglie l'aveva contrariata.
La reazione di Rossella di riflesso aveva alimentato le speranze di Elisabetta, ancora sperava di poter stare con lui. Mentre progettava di passare una bella serata, il suo cellulare inizio a squillare rispose subito. Aspetto cinque e poi dieci minuti. Attendeva invano una chiamata di Rossella che non arrivò. Non ci poteva credere, era il primo giorno che suo suocero aveva ripreso servizio e lui già veniva tagliato fuori dal lavoro.
I chirurghi sono una razza a parte nella medicina. Si sentono superiori alle altre categorie della sanità. Non parliamo poi dell'avarizia che li contraddistingue. Provano piacere a operare. Chi scegli la chirurgia ha un'alto concetto di se stesso.
La bella serata che Ludovico che si apprestava a passare non era niente in confronto a un tuo collega che ti chiama e ti dice :"Corri che c'è da operare".
Al diavolo il cinese, le candele profumate, la tua donna ecc.
Era arrabbiato, che suo suocero non lo chiamasse per operare come suo braccio destro poteva anche capirlo, ma che Rossella non lo avesse chiamato per metterlo al corrente dei fatti non lo tollerava. Infatti era stato Edoardo, suo zio, a telefonargli dicendo che stavano per operare la suocera in urgenza per un addome acuto.
Decise di recarsi in clinica, nessuno lo avrebbe messo in un angolo, avrebbe fatto notare a Rossella che si era sentito messo da parte, dopo tutto quello che aveva fatto per loro, poi si sarebbe infilato in sala operatoria per dare una mano.
Quando Rossella uscì dalla clinica fu investita da alcune gocce di pioggia. Non aveva subito un'aggressione fisica ma si sentiva lacerata in mille pezzi.
Era triste, con la consapevolezza che non si scappa dal passato. Puoi fingere che le cose vadano bene, puoi illuderti che stai facendo un passo avanti per uscire dal tunnel, in realtà per ogni passo in avanti ne fai dieci indietro.
Questa volta davanti alle parole di Damiano non aveva saputo reagire, ma come avrebbe potuto reagire? Come poteva mettere a nudo la sua anima tormentata? Comincio a piangere in un pianto isterico, non riusciva a trovare le chiavi della macchina nella borsa, tutto il contenuto di essa gli cadde per terra.
Le lacrime miste alla pioggia gli offuscavano la vista, si chinò a terra e raccolse le sue cose, stava quasi per svenire quando senti due braccia che la tirarono su, si girò di scattò dalla paura, tremava come una foglia.
Il suo soccorritore vedendo il volto rigato da lacrime e gli occhi rossi, la prese e la strinse in un abbraccio, gli diede un bacio sulla fronte e la portò nella sua macchina.
Per tutto il tragitto non si dissero una parola, Rossella era sollevata che lui fosse arrivato. Era uscita dal suo studio senza la minima idea di dove andare.
Dove sarebbe potuta andare in quello stato?
Aveva solo voglia di starsene in un posto sicuro, aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei. Le parole di Damiano potevano farle scivolare nel baratro che lei conosceva bene.
Arrivati a casa, fu colpita dall'aroma delle candele che erano state accese, ne rimase sorpresa, non aveva idea che Ludovico stesse preparando una serata speciale per loro.
Lui quando aveva visto Rossella nel parcheggio così sconvolta si fece passare tutta la sua brama di chiedere delle spiegazioni a quello che lui definiva come un tradimento, davanti a lui c'era un occasione da non poter perdere. Era da molto tempo che Rossella non era più cosi vulnerabile e bisognosa di lui, in questo modo lui sarebbe diventato di nuovo un porto sicuro e avrebbe potuto plasmarla a suo piacimento.
La questione del padre la avrebbe affrontata in seguito. Ora doveva solo capire cosa la avesse ridotta in quello stato. Anche se sapeva che c'era un solo tasto dolente capace di ridurla così .....ovvero il trauma che non la permetteva di operare, e tutto ciò che c'era stato prima del trauma.
Si avvicinò con delicatezza a lei, gli tolse quella stessa camicia bianca che lei indossò la notte prima per soccorrere Damiano, la prese per mano e la condusse nel suo lussuoso bagno. Dalla vasca uscivamo ancora i vapori e l'acqua era tiepida, lei si spogliò e vi si immerse dentro. Ludovico si allontanò un attimo e dopo poco torno con due bicchieri di prosecco. Le porse un bicchiere e le disse: << Rilassati, qualsiasi cosa sia successa ne parleremo quando vorrai e se vorrai. >>
Lei si senti sollevata, Ludovico non entrò nella vasca si mise in ginocchio vicino al bordo e comincio a massaggiagli il collo. Lei si rilassò sotto quelle mani così morbide ed esperte. Senti sciogliersi, con la complicità anche del prosecco. Poi lui prese una spugna e delicatamente la passo su tutto il corpo voluttuoso di lei. La stava trattando come una regina, usava tanta delicatezza, c'è la stava mettendo tutta per farla sentire al sicuro. Pensava quasi di esserci riuscito, guardando quel corpo così rilassato sotto il suo tocco.
Anche se all'esterno il suo corpo si lasciava andare a quelle cure, dentro di lei la battaglia dei sentimenti non accennava a finire.
La sua anima ancora singhiozzava, adesso il suo paladino era andato ad aprire il fattorino del cinese, Rossella si tirò su dalla vasca e si avvolse in un accappatoio, si guardò allo specchio, aveva delle grosse occhiaie. Si asciugò e si mise una tuta, a casa di lui aveva portato qualche suo capo d'abbigliamento per quando restava a dormire da lui.
In tutto questo tempo che stavano insieme non avevano mai parlato di convivenza. Lascio i capelli umidi e si diresse un cucina, Ludovico aveva preparato tutto con molta cura. Si sedette e iniziarono a cenare.
Rossella decise di rompere il silenzio, sentiva il bisogno di raccontare tutto, era fermamente convinta che nonostante qualche difetto lui era sempre lì pronto a correre in suo soccorso. Si senti quasi in colpa per quegli incontri non cercati con Damiano. Voleva raccontargli tutto dall'inizio, però aveva paura che lui non avrebbe capito, si sarebbe scatenato un putiferio per una cosa a cui lei non dava nessuna importanza.
Almeno così tentava di convincersi.
Di una cosa era certa, non avrebbe mai più permesso a quell'essere di avvicinarsi a lei.
Lo conosceva da scarsi dieci giorni, e in questi pochi giorni lui l'aveva già fatta soffrire svariate volte. Non poteva negare che lui su di lei esercitasse un certo fascino che lei non sapeva tenere a bada, era bello e ammaliante, proprio come le scarpe che gli aveva regalato. Si erano bellissime ma quando le indossi fanno male anzi....malissimo.
Come un fiume in piena gli racconto di come in poco tempo aveva fatto diagnosi, e delle domandi insistenti di Damiano, sul perché suo padre era stato sospeso e sul perché lei non operasse. Gli disse di come aveva messo in dubbio la validità della sua laurea e la bravura di suo padre. Aveva messo in discussione tutta l'organizzazione della clinica, oltre a farla sentire una nullità. Intimamente pensava :'SONO LA META MANCANTE DI UNA MELA' . Damiano non aveva poi così torto, e diede voce a quei pensieri.
Ludovico manteneva una calma apparente, avrebbe volentieri preso a calci quel pomposo di suo cugino.
<< Tesoro ma cosa vuoi che ne sappia lui di lavoro di equipe? - disse in tono pacato- Non devi permettere che lui giudichi la nostra organizzazione del lavoro. Siamo una squadra noi! Cosa importa chi fa di più e chi fa di meno. Noi produciamo salute.>>si alzò dalla sua sedia e si avvicinò a Rossella, continuando la sua falsa adulazione. <<Odio quando ti butti così giù! Non operi più è vero, ma nel tempo hai sviluppato un talento per la diagnostica. Hai scelto di essere un medico, e SEI un ottimo medico questo al di là di quanto operi.>> Prese un respiro lei, e con rassegnazione disse: <<Infatti...un ottimo medico, non un chirurgo! Cosa faresti se le tue mani non rispondessero più al tuo volere? Se la tua mente ti facesse rimanere sempre impigliato nella stessa scena?>>, attese delle risposte, che non arrivavano. Lui teneva gli occhi bassi.<<Ecco, non puoi rispondermi. Alcune volte penso che dovevo starmene a Londra. Cambiare lavoro, cambiare vita. Non mi sento completa così!>> disse tra un sospiro e l'altro. Ludovico gli prese il viso tra le mani, poggiò la sua fronte a quella di Rossella i suoi occhi verdi fissavano quelli marroni di lei, <<Non te lo avrei permesso....lo sai benissimo. E' vero non so darti una risposta alle domande che mi fai. non voglio nemmeno pensare ad un'eventualità del genere. Però posso assicurarti che sei in gamba, a modo tuo ti sei rimessa in piedi. Guarda i passi che hai fatto, sei tornata a lavorare, con me hai evitato il fallimento della clinica di tuo padre. I pazienti hanno fiducia in te. A lavoro tutti ti stimano e ti rispettano, nessuno escluso. Senza parlare del tuo impegno dell'ambulatorio per le persone che hanno problemi economici. Come puoi fatti buttar giù da una persona che nella sua vita è stato solo capace di scappare? Da un'egoista, un anaffettivo che per 10 anni è riuscito a stare lontano dalla sua famiglia? Per quanto una persona possa essere in disaccordo con la famiglia, ma parliamo di una madre! Di un padre! No ... dico ma di chi stiamo parlando?>> disse dandole un bacio sulla fronte.
Dopo le parole di Ludovico, Rossella si mise a letto, aveva chiamato suo padre per sapere come era l'operazione e il padre gli disse che c'era un brutto tumore. Lo aveva tolto del tutto, da un primo esame non sembravano esserci metastasi agli organi vicini, ma erano presenti dei linfonodi. Forse era necessario qualche seduta di chemioterapia dopo ulteriori accertamenti. le stesse cose Arturo le aveva comunicate anche ai parenti di Nonna Rosarjo. Si senti sollevata, lei, forse aveva ragione Ludovico. Cerco di addormentarsi. Ludovico, non andò subito a dormire, rimase ancora nel suo living, a sorseggiate un amaro. Da una parte si sentiva sempre il suo paladino, dall'altra parte si sentiva frustrato. Per lui era una competizione perenne con chi in passato aveva amato Rossella. Non è facile combattere con un fantasma. Il cuore di Rossella era ancora pieno di ferite lacerate, ma nonostante lui fosse un bravo chirurgo non aveva saputo suturare bene quelle ferite. Questo lo mandava di matto, lui odiava essere secondo.
https://youtu.be/5anLPw0Efmo
"DAMMI PIU' LUCE QUI!!!!" CAZZO NON VEDO NIENTE! DIVARICA DI PIU' . ECCO SI ..COSI' ! NO NO NON E' QUI!! NON LA TROVO; DA DOVE VIENE TUTTO QUESTO SANGUE; TAMPONA QUI; ASPIRA ...ASPIRA QUI! SI SU FORZA! LA MILZA MI SEMBRA SANA; I RENI? SI I RENI ; DS VA BENE, SN ANCHE. ARTERIA RENALE MI SEMBRA INTEGRA. ......" Un' altra voce fuori dal campo operatorio "Rossella la pressione sta scendendo! E' tachicardico...." Rossella furiosa ringhia, "NON METTERMI ANSIA! Sto cercando di capire dove sanguina, dentro questo addome. " La stessa voce" Per me è arrivato qui già troppo scioccato, non credo che il cuore reggerà per molto ancora, è giovane si, ha fatto già tre sacche di sangue.....forse dovresti smettere, se pure trovassi l'emorragia non sappiamo i danni causati al cervello. No so se si risveglierebbe!" disse l'anestesista piegandosi nelle spalle. La tensione nella sala era alle stelle, tutti eseguivano gli ordini furiosi del primo chirurgo che era Rossella. Quella vita andava salvata, da quella vita dipendeva la sua stessa vita. Sul quel tavolo c'era il suo amore, la cosa più importante per lei. non poteva fallire. Era molto concentrata, ogni tanto gettava gli occhi sul suo bel viso, cosi perfetto, trattenendo le lacrime. << STA ZITTO !!! E PENSA A TENERLO IN VITA!>> urlò mentre le sue mani continuavano a cercare e tastare dentro quell'addome. forse ci sono, pensò .... il silenzio era calato sulla sala operatoria, il sangue aveva imbrattato ogni cosa intorno, c'erano pezze laparatomiche intrise di sangue da per tutto, molti ferri chirurgici e fili di sutura aperti. L'unico rumore che si sentiva era il 'Bip.Bip' dell'apparecchio di anestesia che monitorizza i parametri. Ad un certo punto quel rumore si arrestò , con il cuore di lui. <<Arresto Cardiaco...>> urlò l'anestesista che cominciò il massaggio cardiaco, Rossella alzo la testa dall'addome, iniziò a urlare, << ADRENALINA....>>. subito fu fatta. Si sposto verso il torace, aveva trovato il sanguinamento e lo aveva suturato. Prese le placche del defibrillatore, iniziò a scaricare. Ma niente, l'anestesista dopo dieci minuti di manovre rianimatorie dichiarò la morte del paziente. Rossella comincio a piangere, si accani sul quel corpo iniziando di nuovo a pompare su e giù la cassa toracica. il mondo le si stava sgretolando addosso. Un velo nero, stava oscurando il suo cuore. Era in preda alla pazzia. Non riuscivano a staccarla da quel corpo, lo stesso con cui aveva fatto l'amore..... quello vero. Le sue braccia vigorose , che la stringevano, quella bocca che amava baciare. Non può essere si ripeteva. I suoi occhi erano diventati vuoti, si accovaccio vicino a lui, tutta la sua divisa era insanguinata. Aveva degli schizzi anche sulle faccia. Dalla pazzia era passata al delirio. Lo baciava su quel viso, ormai pallido, la morte si era già adigiata sui suoi lineamenti . Parlava del loro viaggio che stavano per fare, di quanti bambini bisognosi avrebbero aiutato in Africa. Che avrebbero arrestato chi lo aveva sparato ..... Le persone intorno a lei piangevano in silenzio. Arrivo suo padre, al convinse ad uscire, lui avrebbe risistemato la salma per poter permettere alla famiglia del defunto di poterlo vedere in maniera dignitosa.
Fu un' attimo , nessuno se ne accorse, lei passando davanti al tavolo servitore vide il bisturi che aveva usato per aprire il suo addome. Lo prese, andò in bagno si accovaccio per terra e con un taglio netto si tagliò le vene del braccio, fiumi di sangue iniziarono a scendere, chiuse gli occhi, lo voleva raggiungere. Svenne, e nel suo stato di torpore lo vide che gli sorrideva avvolto in un fasci di luce, ma più lei si avvicinava più lui si allontanava. Lui era nella luce, lei rimase nel buio. Qualcuno si accorse e la fermò. Lei giaceva sul quel gelido pavimento.....
Questa scena perennemente presente nei suoi incubi. Questa la colpa con cui convivere, e lottare ogni giorno. Questo il motivo per cui non può più prendere in mano un bisturi.
Lui si era potato via tutto di lei.
Ciao eccomi qui!!!
Che dirvi capitolo molto sofferto, cancellato e riscritto più volte.
Spero vi piaccia, gustatevi la verità.
Lo dedico questo capitolo a chi lotta ogni giorno, nonostante dentro abbia delle crepe.
Grazie infinite del tempo che mi dedicate. 😘
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